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RQDA

Questo testo prende come riferimento il software RQDA per queste ragioni:

  • È semplice da utilizzare, soprattutto per i principianti inesperti
  • È gratuito ed è multipiattaforma

Per il momento esso permette unicamente l'analisi di dati testuali (non multimediali) e si presta alle ricerche di tipo "mixed-methods", che fanno cioè un uso combinato di metodi qualitativi e quantitativi.

RQDA è un software di seconda generazione. Quando si inizia una ricerca, si apre un nuovo progetto in RQDA, poi il software supporta il processo di ricerca per intero, dall'inizio alla fine, a differenza di ciò che accade generalmente nella maggior parte delle indagini quantitative, dove raccolta e analisi dei dati avvengono in due momenti cronologicamente distinti: generalmente il software entra in gioco una volta che l'intera matrice di dati è stata prodotta.

L'avvio di un nuovo progetto RQDA non è una mera

operazione tecnica, è sempre un passaggio svolto in base alla prospettiva adottata nella progettazione del disegno di ricerca. Attinge dunque al modello di ricerca adottato dallo studioso. Noi esamineremo come usare RQDA entro il modello della GTC. Il primo passo da compiere è sempre quello di creare una cartella in RQDA in cui inserire tutti i documenti necessari da utilizzare nella ricerca (ovviamente se il ricercatore si impegna in due indagini diverse dovrà avviare due distinti file di progetto). Per comprendere correttamente l'utilizzo di RQDA lo esamineremo "in azione" in alcune esperienze di ricerca empirica effettuate di recente, in modo tale da rendere il suo uso più concreto e contestualizzato. Tentiamo ora di ricostruire un'esperienza di ricerca nelle sue principali fasi operative. Vediamo le fasi del processo di indagine qualitativa GTC e in parallelo le attività svolte in RQDA. Indagine GTC: - Definizione degli obiettivi di ricerca - Raccolta dei dati - Analisi dei dati - Interpretazione dei risultati Attività corrispondenti in RQDA: - Creazione del progetto e definizione degli obiettivi di ricerca - Importazione dei documenti e annotazione dei dati - Codifica dei dati e categorizzazione - Analisi dei dati codificati e interpretazione dei risultati

Definizione del campo tematico e scelta Avvio di un progetto. Sintesi dei concetti dei soggetti da intervistare sensibilizzanti e stesura di memos

NB il disegno di ricerca non è stabilito relativi al disegno di ricerca preventivamente, viene costruito nel corso della stessa

Svolgimento della prima intervista Trascrizione intervista. Scrittura dei memos ad essa relativi, con le proprie impressioni circa andamento ed esiti della stessa

Analisi della 1a intervista Lettura del testo e marcatura del testo con i codici: parole chiave che identificano i contenuti

Progettazione di interviste successive Elaborazione di ipotesi sui contenuti da approfondire alla luce delle osservazioni precedenti

Svolgimento della seconda intervista Trascrizione intervista. Scrittura dei memos ad essa relativi, con le proprie impressioni circa andamento ed esiti della stessa. Rilettura dell'intervista precedente (retrieving) per eventuale modifica dei codici precedenti

I passaggi si ripetono così per ogni

nuova intervista...Saturazione teorica Confronto e affinamento di codici e categorie e visualizzazione delle loro relazioni Ritorno sul campo e validazione dello schema concettuale interpretativo con le interazioni con i partecipanti Elaborazione del report di indagine

CAPITOLO 3

Questo testo non prenderà in esame l'intero percorso di ricerca, non si occuperà della raccolta dei dati e in particolare di come vengono effettuate e progettate le interviste. Dovremo dare queste cose per supposte. Basti sapere che, grosso modo, l'indagine qualitativa può essere riassunta in 3 momenti:

A. raccolta dei dati

B. condensazione dei dati

C. dare senso ai dati (conclusioni e teorie)

Tre momenti che sono tra loro interdipendenti (approccio iterativo), in quanto ciascun momento successivo del lavoro empirico dipende dagli esiti del precedente. Il termine condensazione ha sostituito il precedente in uso cioè "riduzione".

Per evitare comprensibili fraintendimenti di natura linguistica. La condensazione indica il considerare l'apporto che tutta la base empirica offre alla costruzione di aree analitiche (temi). Si tratta di un lavoro che si concretizza in 2 processi:

  1. Categorizzazione (o codifica iniziale) focalizzata
    • Generalmente precede la categorizzazione.
    • Si cerca di lavorare con i codici realizzati in fase di modifica mediante una loro costante comparazione.
  2. Segue la visualizzazione (costruzione di diagrammi e mappe) che consente allo studioso di analizzare le interconnessioni di semantiche (cioè di significati) ed elaborare ipotesi interpretative, dunque di costruire una teoria ("theorizing") che si basa sui dati. Quest'ultimo passaggio di teorizzazione implica ovviamente notevoli sforzi interpretativi.

Il software RQDA dà un grande aiuto soprattutto nella fase di condensazione.

La teorizzazione dell'indagine è seguita dalla stesura del report di indagine, che permette sia la diffusione degli esiti della ricerca che la valutazione della sua correttezza (nelle procedure) e plausibilità (nelle conclusioni), due parametri presi in considerazione sempre più spesso per stimare la scientificità dell'indagine qualitativa.

Supponiamo di aver fatto la nostra prima intervista e di aver dunque avviato l'indagine. Apriamo il pacchetto RQDA e l'interfaccia ci darà subito la Tab "Projects" al di sotto del quale troviamo i tabs seguenti:

  1. Files per archiviare i documenti testuali raccolti
  2. Codes per archiviare e gestire i codici
  3. Code Categories per archiviare e gestire le categorie
  4. Cases per la definizione e gestione degli intervistati
  5. Attributes per la definizione e gestione delle caratteristiche degli intervistati
  6. Files categories per la gestione delle proprietà dei documenti contenuti in "Files"
Settings opzioni per le procedure del programmaMemos

In tutto ciò.. dove finiscono i memos?

La Charmaz definisce i memos come gli strumenti che accompagnano dinamicamente lo studioso nel passaggio dall'area empirica a quella teorica e viceversa. Essi sono tentativi provvisori di ipotizzare, interpretare e spiegare prodotti in tutto il corso del lavoro di ricerca. Si nota bene che in RQDA i memos non sono progettati come una funzione a se stante, bensì come funzione interna ai diversi tabs principali: avremo dunque project memos, file memos, code memos, attribute memos ecc.

Si badi bene a comprendere da subito che i memos sono ben altra cosa dai semplici "jottings", cioè i rapidi appunti scritti per fissare immediatamente delle idee come su un post it. I memos sono elementi narrativi veri e propri, di lungezza e composizione variabili, scritti come se fossero già frutto di un primo processo analitico e interpretativo.

Ovviamente i memos non sono prodotti

Per essere pubblicati, ma ai fini dellariflessione individuale successiva. Si tenga presente che la scrittura è di per sé unmetodo efficace per esercitare la riflessività e la creatività, elementi fondamentali inquesto tipo di ricerca sociale.

K. Charmaz afferma che i memos, in base alla funzione svolta, possono esserraggruppati in 3 categorie:

  • Operational memos
  • Coding memos
  • Analytical memos

Documentano procedure Raccolgono le riflessioni Luoghi privilegiati pere opzioni metodologiche che stanno alla base della riflettere sui dati eadottate nel corso creazione dei codici. avanzare ipotesidell'indagine svolta Consentono la posteriore interpretativeridefinizione di codici eEs. project memos, categorie alla luce delle Es. code categoriesattribute memos, file comparazioni successive memoscategories

Quando si inizia una nuova indagine è sempre consigliabile partire proprio da unamemo iniziale relativa al progetto di indagine. Questa può contenere

informazioni utili relative al progetto di ricerca, come quelle relative alla scelta dei partecipanti, la selezione degli strumenti di raccolta dei dati, nonché osservazioni e riflessioni dello studioso in merito al procedere dell'indagine.

Passiamo all'azione

Immaginiamo di aver fatto la nostra prima intervista e di averla registrata attraverso un voice recorder. Ciò che dobbiamo fare ora è trascriverla (esistono software che supportano la trascrizione o alcuni CAQDAS che permettono di saltarla consentendo al ricercatore di analizzare i dati senza riportarli in formato testuale, di applicare i tag direttamente su file audio o video).

Una volta ottenuto il testo dell'intervista, dovremo importarla all'interno di RQDA (è consigliabile indicare il genere e l'età di ogni intervistato nel titolo del file di ciascuna intervista effettuata e numerare le interviste stesse).

Per importarla andare su tab "files" e cliccare su

"import"RQDA consente di creare una memo per ciascun intervista archiviata. Apriamo l'intervista che vogliamo analizzare e diamo inizio alla codifica: selezione di un passaggio di testo e assegnazione di un'etichetta (detta "codice") che sia una parola chiave con cui interpretare i significati espressi dall'intervistato circa una certa esperienza o idea. La codifica richiede allo studioso l'esercizio di:

  • riflessività: "cosa mi ha voluto comunicare l'intervistato?"
  • creatività: uso di un codice che racchiuda il significato della risposta alla domanda precedente.

Vediamo di seguito i principali momenti della codifica, tenendo presente che l'elenco non costituisce uno standard fisso e rigido che ogni ricercatore deve seguire:

  1. Lettura per intero del testo dell'intervista

Permette al ricercatore di riportare alla memoria l'interazione avvenuta e di averne un quadro generale. Si deve sempre ricordare che

L'intervista è unadinamica di interazione tra soggetti che può generare modalità dicomunicazione inattese: la conoscenza (i dati) prodotta in un'intervista è l'esito di un'interazione. La codifica dell'intervista (che non avviene in questafase a) prosegue quell'interazione unilateralmente, cioè da parte del solostudioso, procedendo verso un livello di astrazione più alto.

In nessun modo questa lettura, nella ricerca GTC, può essere finalizzata allapreventiva individuazione di codici. Qui infatti l'approccio è sempre di tipoinduttivo: dai dati ai codici.

Ci sono alcuni approcci di tipo deduttivo in cui al contrario il ricercatorepredispone una lista di codici all'inizio dell'analisi per poi verificare se esistonoo meno delle interviste e dei dati che ricadono nel campo semantico dei codici.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
29 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lawliet202 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia delle scienze sociali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Salvini Andrea.