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VARIABILE CATEGORIALE ORDINATA
Proprietà come quella del titolo di studio, si presentano in modo ordinato. È possibile stabilire se la licenza media viene prima o dopo quella elementare. Esiste una gerarchia che mi consente di ordinare i diversi stati.
Nella definizione operativa di tale proprietà è essenziale che l'ordine dei codici assegnati a ciascuna modalità non contraddica l'ordine degli stati della proprietà.
La definizione operativa di una proprietà categoriale ordinata deve comprendere le istruzioni per attuare una procedura di ordinamento attraverso cui si dà origine alla variabile corrispondente, detta anch'essa categoriale ordinata. Gli intervistati vengono dunque ordinati in gruppi e a loro viene assegnato un codice numerico corrispondente al gruppo cui sono stati assegnati, creando in tal modo la variabile.
- Si chiede all'intervistato di quale titolo di studio sono in possesso
- L'intervistato
- viene assegnato ad un gruppo ordinato
- viene registrato il codice numerico corrispondente
L'unica differenza concreta e sostanziale tra una variabile ordinata e non, è semplicemente che nella seconda non è possibile variare l'ordine degli stati e dei corrispettivi ordini numerici in quanto arbitrario, mentre nel primo la definizione operativa deve preservare l'ordine con cui gli stati si presentano perché in caso contrario si snaturerebbe la proprietà. Delle variabili categoriali ordinate non è nota la distanza che intercorre tra uno stato ed un altro della proprietà. Generalmente per non ricadere in un'operazione arbitraria vengono assegnati codici numerici che danno luogo a modalità equidistanti perché i ricercatori non si sono messi d'accordo sulla valutazione dell'ampiezza delle distanze tra modalità delle diverse variabili.
VARIABILI CARDINALI DISCRETE
conosciamo sia l'ordine degli stati, che la distanza che intercorre tra esse, definite per questo proprietà "a stati enumerabili". Per esse esiste un'unità di misura naturale, costituita da numeri interi e dai loro multipli. Gli stati di questa proprietà sono si definiscono contando, attraverso una operazione di conteggio. ESEMPIO: numero di figli o automobili a famiglia La definizione operativa consiste nei seguenti passaggi: 1) contare numero di oggetti relativi al caso in esame 2) registrare il numero ottenuto, un numero vero e proprio e non un codice numerico, a cui è possibile applicare tutte le operazioni a cui è possibile sottoporre i numeri cardinali. Ed è per questo che le variabili sono definite cardinali. Più precisamente sono definite variabili discrete perché l'unità di misura non ammette decimali (la proprietà varia per stati discreti). *È possibile individuare uno zeroassoluto→ ad es zero figli, zero automobili
VARIABILI CARDINALI CONTINUE
Per le proprietà cardinali continue è possibile concepire “infiniti stati intermedi fra due stati scelti”, come ad esempio per il reddito, per l’età, per una spesa che possiamo scegliere di misurare in anni, mesi, giorni, secondo, in euro etc.
Tra due stati, ci sono infiniti altri stati. Anche in questo caso gli stati sono ordinati ed è possibile stabilire la distanza tra essi, ma si tratta di una distanza la cui unità di misura è convenzionale per cui non esiste uno zero assoluto. Infatti la durata degli anno, la valuta sono unità stabiliti in modo convenzionale poiché la natura non è in grado di farlo.
La definizione operativa di questa proprietà deve specificare la procedura di misurazione che dà luogo a variabili cardinali continue. L’unità di misura prevede cifre decimali e per questo la definizione operativa
Deve specificare e stabilire le procedure di arrotondamento che dovranno essere messe in pratica nella registrazione dello stato di un caso. L'operazione di misurazione in sintesi consiste nel:
- Stabilire un'unità di misura (anni, mesi, etc)
- Decidere quante cifre significative registrare e come arrotondare
- Si confronta l'unità di misura con l'ammontare delle proprietà nel singolo caso (stabilire ad esempio che dato che il signor Franchi ha 50 e oltre sei mesi, ha 51 anni)
- Trasformare l'esito della fase precedente nel numero registrabile corrispondente (registrare effettivamente e concretamente 51)
CAPITOLO 7
INTERVISTA E QUESTIONARIO
Il modo più immediato e naturale di procurarsi informazioni sulle persone è condurre un'intervista basata su un questionario circa opinioni, atteggiamenti, etc.
DEFINIZIONE: L'intervista è un'interazione tra un intervistatore ed un intervistato,
provocatadall'intervistatore con finalità conoscitive, guidata dall'intervistatore sulla base di uno schema di interrogazione rivolta ad un numero consistente di soggetti scelti attraverso un piano di rilevazione. L'intervista è un'interazione particolare perché ha una durata più o meno breve, i due soggetti dell'intervista non si conoscono e probabilmente non avranno nessun tipo di contatto nel futuro. L'intervistato tratterà di argomenti in modo non spontaneo. Non si tratta di un rapporto simmetrico perché è l'intervistatore che sollecita e guida la conversazione ponendo domande. L'intervistato è colui che fornisce informazioni. Il fine di un'intervista è puramente conoscitivo e non vi alcun scopo di modifica, alterazione di comportamenti, idee, opinioni, ma solo di rilevazione di stati rispetto alle proprietà interessate. Il ricercatore non è interessato allostudio del singolo caso, ma a rilevare un insieme di proprietà su una serie di casi per poter successivamente la relazione tra le proprietà, operativizzate in variabili. L'obiettivo è quello di dare risposte a domande conoscitive, ad ipotesi formulate nel disegno di ricerca. Un'intervista non è casuale, segue uno schema di interrogazione, la conversazione non è libera. Lo schema può essere più o meno strutturato, proposto in modo standardizzato e direttivo. SCHEMA DI INTERROGAZIONE Si ha uno schema strutturato quando gli argomenti trattati sono specificati in modo dettagliato. Standardizzata, quando l'intervistatore formula domande nello stesso ordine a tutti gli intervistati. Direttiva quando l'intervistato non è libero di dare la risposta che vuole ma deve scegliere una delle alternative proposte. Sulla base di questi tre criteri è possibile distinguere tre tipi diintervista1)Strutturata2)Semi-strutturata3)Biografica
L'intervista strutturata è quella più diffusa nella ricerca quantitativa, qui i tre criteri si presentano al massimo grado. Ricorre ad uno strumento strutturato, ovvero il questionario che rende l'intervista standardizzata in quanto l'intervistatore formula domande che seguono sempre il medesimo ordine a cui pone una risposta che deve essere data sotto forma di opzioni. Quest'ultima caratteristica è quella che rende direttiva l'intervista: vi sono risposte prestabilite che l'intervistato deve limitarsi a scegliere.
L'intervista semi-strutturata invece presenta livelli intermedi di direttività e standardizzazione e uno schema invece scarsamente strutturato. Si tratta di una conversazione basata su una serie di argomenti formulati dall'intervistatore sotto forma di domande aperte. L'intervistatore può adattarle all'intervistato che si trova di fronte.
l'intervista viene condotta su un campione composto da un numero variabile e elevato di casi a seconda del tipo di intervista. Le interviste strutturate sono poste a numero consistente di persone sia perché la modalità lo consente, sia perché lo scopo non è solo quello di sottoporre a controllo le ipotesi di ricerca riguardanti le relazioni tra variabili ma anche effettuare un processo di generalizzazione dei risultati ottenuti. Le interviste biografiche tipiche di una ricerca qualitativa vengono poste a campioni costituiti da pochi casi perché lo scopo è quello di analizzare e comprendere i singoli casi nella loro complessità e profondità e non più la mera generalizzazione. Sarebbe eccessivamente costoso e richiederebbe troppo tempo rivolgere una tale ricerca a migliaia di individui.
Le persone intervistate vengono scelte secondo un piano di rilevazione. Nella ricerca quantitativa ad esempio si costruiscono campioni
rappresentativi per età, genere, nazione etc in modo tale che presenti una particolare configurazione di proprietà e quindi caratteristiche che rispecchino quella della popolazione, così da poter giustificare la generalizzazione. La ricerca qualitativa invece portata avanti con interviste semi-strutturate e biografiche compie una "scelta ragionata" nell'individuazione dei casi. Sulla base degli obiettivi dell'indagine in atto, alle della teoria sociologica che li sostiene.