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VD.
- Disegno a gruppi di controllo nel pre-test e post-test: Come sopra, ma si effettua anche l’osservazione pre-
test per entrambi i gruppi, oltre a quella post-test. Ciò permette di verificare l’uguaglianza iniziale dei due
gruppi, ed anche di confrontarli in seguito al trattamento.
- Disegno di ricerca ideale o di Solomon: definito ideale perché tiene conto di buona parte dei fattori.
Osserva quattro gruppi, due sperimentali e due di controllo.
-Il primo sperimentale, viene osservato nel pre e nel post-test.
-Il secondo di controllo, viene osservato nel pre e nel post-test.
-Il terzo sperimentale, viene osservato solo nel post-test.
-Il quarto di controllo, viene osservato solo nel post-test.
Quello che avvantaggia il disegno di Solomon è di poter effettuare una serie di controlli incrociati, e grazie
all’aggiunta dei due nuovi gruppi, di poter escludere l’eventualità che il pre-test influenzi i soggetti.
Disegni a più fattori contemporanei, in cui gli effetti di più VI vengono testati contemporaneamente.
Consentono di osservate l’effetto di più VI sia insieme, sia singolarmente.
Supponendo ad esempio che un ricercatore voglia valutare l’effetto di riempimento e dimensione delle lettere sulla
velocità di lettura, si può prevedere un piano sperimentale con tre dimensioni dei caratteri e due colori, che porta a
sei diverse combinazioni.
Se il ricercatore non fosse soddisfatto e volesse verificare se tale differenza fosse esclusivamente per parole con
significato o anche per stringhe di sillabe, potrebbe tranquillamente aggiungere una terza variabile ottenendo un
disegno 2 x 2 x 3. Il numero totale di celle del disegno è dato dal prodotto cartesiano dei livelli delle VI.
Un possibile inconveniente è dovuto al possibile incremento di fattori, che porterebbe a numerose combinazioni
difficilmente schematizzabili. Una parziale soluzione sta nel combinare disegni between e within participants nello
stesso disegno, ad esempio nel disegno precedente potremmo mostrare ad ogni partecipante stimoli di altezza
variabile: 1 cm al primo gruppo, 2 cm al secondo, 3 cm al terzo.
Altro vantaggio dei disegni multifattoriali sta nel poter valutare gli effetti delle variabili nella propria individualità e
nel loro effetto combinato.
Si parla così di effetti principali (quelli legati ad effetti semplici che ogni variabile può esercitare sull’altra) e
di effetti combinati (effetti additivi, quanto una VI modifica il proprio effetto in funzione di un altro fattore).
1. effetti principali si osservano quando al variare dei livelli del fattore sperimentale si osservano variazioni
della VD non attribuibili al caso. Ci sono quindi tante possibili variazioni della VD quanto sono le VI.
Es: se gli stimoli espressi in altezza 3cm sono letti più velocemente degli altri, l’altezza del carattere ha un
effetto sulla velocità di lettura
2. effetti additivi derivano dall’effetto combinato di più variabili, che possono sommare i loro effetti o
interagire tra loro.
Es: fattore riempimento che somma il proprio effetto all’altezza del carattere. Due fattori interagiscono
invece quando gli effetti di uno variano in funzione dei livelli dell’altro (ad esempio l’interazione tra due
farmaci).
Capitolo 5. I disegni di ricerca quasi - sperimentali
Disegni di ricerca quasi sperimentali. Essi differiscono da quelli sperimentali poiché non si ha possibilità di verifica di
un legame causale tra variabili, in favore di un maggiore avvicinamento verso il reale.
Tendenzialmente, si preferiscono i disegni sperimentali quando possibili perché consentono un maggior controllo,
Al contempo però, essi però diminuiscono la validità esterna, quindi anche quelli quasi-sperimentali possono essere
assai utili a patto che si riesca a mantenere alta la validità interna e l’interpretabilità dei risultati.
Distinguiamo diversi tipi di questi disegni di ricerca:
Disegno QS (quasi-sperimentale) a una sola condizione post-test: stesso principio del suo equivalente
sperimentale. In questo caso i due gruppi non sono randomizzati ma pre-esistenti.
Esempio: due squadre di velocisti per la staffetta 4x100, una delle due è seguita da uno psicologo. Il
problema è che anche se dovesse vincere la squadra sostenuta dallo psicologo, ci rimarrà il dubbio se tale
squadra avrebbe vinto comunque anche senza il suo aiuto, poiché i gruppi non sono randomizzati.
Disegno QS prima-dopo: un solo gruppo, sottoposto all’osservazione prima e dopo il test.
Stesso rischio di invalidità: la variabile può mutare per altri fattori, inoltre non è possibile controllare
l’intervento di fattori storici, infine la variabile potrebbe mutare per il pre-test e non per il trattamento.
Per questo Ercolani propone una variante composta da 6 fasi: osservazione pre-test, trattamento (intervento
psicologico), oss. Post test, a cui segue una nuova osservazione pre-test, sospensione del trattamento,
osservazione post-test.
Cosi si può osservare la discrepanza tra O1 e O2 rispetto a O3 e O4.
Disegno QS a gruppo di controllo non equivalente: Due gruppi, uno sottoposto a trattamento più
osservazioni pre e post-test, l’altro, di controllo, senza trattamento.
Ancora una volta non possiamo stabilire con certezza che eventuali differenze non siano dovute a variabili
esterne. Si può migliorare la sua validità interna prolungandolo temporalmente,
ad esempio ampliando a tre gruppi, di cui due sperimentali facendo tre osservazioni intervallate da due
trattamenti (uno per il primo gruppo sperimentale, l’altro per il secondo), invece di due osservazioni
intervallate da un trattamento, cosicché da osservare l’andamento del fenomeno e poter fare controlli
incrociati.
Disegno a piani simulati prima-dopo: difficoltà nell’utilizzo di un gruppo sperimentale possono derivare
anche dalla mancata conoscenza dei valori assunti nei partecipanti alla ricerca dalla variabile di disegno.
Tale ostacolo può essere superato conducendo un’indagine campionaria sulla popolazione-target prima del
test, estraendo un campione casuale da questo gruppo per formarne un secondo gruppo (stavolta
sperimentale) e poi osservandolo. I due gruppi non dovrebbero avere differenze provenendo dalla stessa
popolazione, quindi le uniche differenze sono quelle relative al caso, e il trattamento risulta non falsato da
altre variabili. Questo è il disegno a campioni differenti nel pre-test e nel post-test (fig.1). Esso non tiene
tuttavia conto dei fattori storici, poiché le variabili umane cambiano nel tempo.
- Per separare quindi l’effetto sperimentale dai fattori evoluzionistici Campbell e Stanley propongono di
includere un ulteriore gruppo di controllo e dividere lo studio in tre tempi (Oss.1 sul gruppo 1, Oss2 sul
gruppo 2, trattamento per tutti e tre i gruppi, Oss3 sul gruppo 3)(fig.2), cosicché si possa valutare l’entità dei
fattori evoluzionistici e proiettarli. Ciò non toglie che degli eventi abbiano comunque influenzato il post-test.
- Alternativa più robusta è il piano a campioni differenti nel pre-test e nel post-test con o senza trattamento
(fig.3). In questo caso si aggiungono tre gruppi di controllo, di cui due non sottoposti al test, che verranno
osservati uno nel pre-test ed uno nel post-test. Il gruppo sperimentale verrà osservato dopo il trattamento, il
primo di controllo prima di esso.
Cosi oltre ai fattori maturazionali si tiene conto anche di eventuali fattori fortuiti che influenzano
l’andamento.
Disegno QS a serie temporali interrotte: utilizzato per individui con caratteristiche peculiari (tecnici che
sviluppano un nuovo prodotto o membri di un’orchestra da camera). Se si volesse seguire l’andamento di
una variabile psicologica, questo sarebbe il disegno adatto, poiché consente tale osservazione grazie ad
osservazioni ripetute prima e dopo il singolo trattamento (fig1).
Il passaggio tra l’ultima osservazione prima del trattamento e la prima dopo il trattamento è naturalmente
cruciale per osservare se quest’ultimo ha avuto effetto e se cambierà la media e la continuità delle
osservazioni successive.
Tuttavia è vulnerabile a fattori storici e influenza esercitata dalle ripetute osservazioni, oltre all’eventuale
perdita di partecipanti.
- Per risolvere ciò si possono creare due serie temporali parallele, entrambe con ripetute osservazioni ma
soltanto una con il trattamento. Se queste due serie divergono, il trattamento ha avuto successo.
- Se non si può creare un gruppo di controllo, si possono mantenere 3 gruppi sperimentali e sottoporli al
trattamento in momenti diversi (uno all’inizio, uno a metà e uno alla fine)(fig.3).
Disegni “ex post facto”: Se si volesse osservare l’effetto di un terremoto su una popolazione ad esempio, si
avrebbe difficoltà ad estrarre un gruppo di controllo, poiché tutta la popolazione ne è stata colpita.
Si tenta di estrarre quindi una popolazione che sia quanto più simile possibile a quella interessata e si
confrontano.
Capitolo 6. La ricerca non-sperimentale
Ricerca non-sperimentale. Il ricercatore si limita a registrare senza manipolare le variabili di interesse.
Possiamo distinguerne due tipi in base al grado di controllo dell’osservatore:
-una in cui si osserva il manifestarsi spontaneo del fenomeno (metodi storici),
-l’altra in cui l’osservatore genera le condizioni in modo tale che il fenomeno si manifesti (metodi sperimentali).
Essi si collocano alle due estremità di un continuum, a metà del quale si trovano i metodi descrittivi, che implicano
l’osservazione di certi comportamenti ed eventi per fornire un’immagine precisa di un fenomeno.
Non si può in questi casi parlare di VD e VI, si parla quindi di:
-variabili osservate (variabili registrate dall’osservatore attraverso l’osservazione) e
-variabili di disegno (caratteristiche degli eventi che si suppone influenzino il fenomeno osservato).
Tra le due c’è abitualmente una correlazione, ma non per forza causale, poiché non si possono escludere
sperimentalmente altre variabili.
Vengono inclusi nel metodo storico:
-“lo studio del caso” (lo studioso affronta problemi che si presentano) e
-la “ricerca storica” (lo studioso prende in esame documenti per vagliare ipotesi su un comportamento)
e in quelli descrittivi:
-“la ricerca osservazionale” (osservazione spontanea del comportamento) e quella
-“correlazionale” (si favorisce il manifestarsi di due o più comportamenti di cui intende studiare la relazione).
-“studi genetici” studiano lo sviluppo del comportamento.
Metodi storici:
- Ricerca storica: acquisire informazioni su avvenimenti passati o studiare gli an