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8) RICER CA NON SPERIMENTALE: RICER CA OSSERVAZIONALE,
RICER CA D’AR CHIVIO E STUDIO DI CASI SIN GOLI.
Molti problemi non possono essere studiati sperimentalmente (ricerca non sperimentale). La distinzione tra ricerca sperimentale e non
sperimentale è basata sul grado di controllo (manipolazione delle variabili e assegnazione dei soggetti alle condizioni) che il ricercatore
ha sui soggetti e sulle condizioni della ricerca. Una seconda caratteristica della ricerca non sperimentale è che il procedimento di raccolta
dei dati spesso deve rinunciare a un controllo completo in cambio della possibilità di ottenere effettivamente i dati. La ricerca non
sperimentale è chiamata ricerca correlazionale perché indaga le cause del comportamento attraverso le correlazioni fra le variabili.
Tuttavia il termine è un po’ ingannevole poiché tutta la ricerca è correlazionale nella misura in cui esplora le relazioni funzionali fra le
variabili. Ciò che qualifica la ricerca come correlazionale in senso lato è l’impossibilità di manipolare indipendentemente qualche
variabile. In questo tipo di ricerca sono studiate le relazioni tra variabili, nessuna delle quali può essere la vera causa dell’altra. Le due
cose sono semplicemente in relazione; noi non sappiamo quale delle due causi l’altra. Possiamo distinguere diversi tipi di ricerca non
sperimentale: la r icerca osservazionale , nella quale il ricercatore osserva semplicemente il corso del comportamento; la ricerca
d’archivio , nella quale si esaminano dei registri pubblici per vagliare delle ipotesi sulle cause di un comportamento; lo studio di casi
singoli, che differisce dalle altre in quanto le ricerche affrontano problemi particolari venuti all’attenzione del ricercatore; essi sono
caratterizzati dalla varia natura dei metodi usati per studiare i problemi; l’inchiesta, nella quale al soggetto si chiede di cooperare
rispondendo a delle domande. Gli psicologi hanno adottato il termine ermeneutica per descrivere la metodologia che guarda più
all’interpretazione che alle cause.
La ricerca osservazionale:
La ricerca osservazionale comporta la registrazione del corso del comportamento in assenza di tentativi di influenzarlo. Questo metodo
può avere una di due forme generali: osservazione naturalistica e ricerca da parte di un osservatore partecipante. L’osservazione
naturalistica è una ricerca condotta in modo tale che il comportamento del soggetto sia disturbato il meno possibile dal processo di
osservazione. L’osservazione è condotta nell’ambiente dove il comportamento avviene naturalmente. Nelle scienze sociali l’osservazione
naturalistica è spesso chiamata ricerca non intrusiva. Un’altra definizione è quella di ricerca non reattiva, che sottolinea il fatto che i
soggetti sono inconsapevoli di essere sotto osservazione e quindi non reagiscono alla presenza dell’osservatore. Una vasta categoria di
misure non intrusive è nota come misure della traccia fisica. Queste misure fanno uso di prove fisiche di qualche comportamento. Il
comportamento di un gruppo di individui può qualche volta essere studiato efficacemente con l’osservazione naturalistica nei casi in cui
potrebbe essere non etico osservare il comportamento di un solo individuo. Sono diversi i settori della psicologia, come la psicologia
evolutiva, scolastica, o clinica, che adesso usano regolarmente i metodi osservazionali. La ricerca osservazionale non è limitata
all’ambiente della ricerca sul campo, ma spesso si può realizzare in laboratorio dove è chiamata osservazione in laboratorio.
L’osservazione naturalistica ha poche regole rigide e inderogabili. Le tre più importanti sono la registrazione accurata dei dati, l’uso di
una varietà di tipi di misure, e la salvaguardia della privacy dei soggetti. La registrazione accurata è quello che differenzia
l’osservazione naturalistica dalla formazione di impressioni casuali. L’uso di una varietà di misure diverse ci aiuta ad accertarci che le
osservazioni siano rappresentative e non dipendenti da una misura soltanto.
Ricerca da parte di osservatori partecipanti:
La ricerca da parte di osservatori partecipanti è una ricerca nella quale i ricercatori si mescolano a gruppi in condizioni naturali per fare
le loro osservazioni. I verbali ed i diari accurati sono cruciali per la valutazione degli studi con osservatori partecipanti, a causa delle
aumentate possibilità di giudizi soggettivi in queste situazioni. L’osservazione partecipante è utile per studiare un piccolo gruppo
separato dalla popolazione complessiva, quando si sa poco su un gruppo, oppure quando le attività del gruppo non sono in genere aperte
al pubblico; il ricercatore deve poter essere ammesso al gruppo. L’osservazione partecipante è caratterizzata dallo sforzo di vedere
un’attività comportamentale dal punto di vista di uno che sta all’interno di una situazione. La metodologia deve essere aperta, flessibile
e opportunistica. L’approccio alla teoria è spesso ermeneutico, dando risalto all’interpretazione e alla comprensione. Fare parte di un
gruppo comporta problemi di obiettività. Il ricercatore può fare un bilancio tra il prendere il punto di vista dei membri del gruppo e il
mantenere l’obiettività scientifica. Talvolta si può essere espliciti sul fatto che si è lì per studiare il gruppo (osservazione partecipante
non mascherata; tuttavia certi gruppi sono ostili verso le altre persone e quindi il ricercatore è portato a mascherare la sua posizione di
osservatore partecipante. E’ meglio essere espliciti e leali quando è possibile e adottare una strategia di mascheramento solo quando è
necessario. Il primo problema è che, entrando in un gruppo, l’osservatore lo cambia in una certa misura; pertanto l’atto di osservare un
comportamento cambia il comportamento osservato. Il secondo problema è quello etico dell’invasione della sfera privata; alcuni
ricercatori ritengono che la ricerca eseguita da osservatori partecipanti non sia mai etica. L’osservazione naturalistica può richiedere la
registrazione di comportamenti che pur svolgendosi in pubblico hanno tuttavia carattere privato.
Ricerca d’archivio:
Il termine ricerca d’archivio si riferisce a ricerche eseguite su dati che il ricercatore non ha contribuito a raccogliere. I dati d’archivio
sono quelli depositati in registri o archivi pubblici. Il ricercatore esamina o sceglie semplicemente i dati per l’analisi. La ricerca d’archivio
è appropriata in molti casi: i dati rilevanti per l’ipotesi potrebbero già essere disponibili, e raccoglierne dei nuovi sarebbe uno spreco,
oppure un esperimento sulle variabili che interessano non è fattibile per ragioni etiche o logistiche. La ricerca d’archivio ha delle
limitazioni: 1) i dati d’archivio sono raccolti per scopi non scientifici e spesso in forma inadatta alle esigenze dello scienziato; 2) la
ricerca d’archivio per sua natura è eseguita dopo che i fatti sono avvenuti, e quindi può essere difficile interpretare particolari
correlazioni osservate. Un ricercatore che si basa sui dati d’archivio è alla mercè di tutti gli errori che possono essere intervenuti nella
raccolta dei dati.
Studio di casi singoli:
La caratteristica principale dello studio di casi singoli è che si esaminano singoli esempi o meglio casi di un fenomeno;lo studio di casi
singoli consiste proprio nell’esaminare l’individualità della situazione. Lo studio dei casi singoli investiga un fenomeno attuale nel suo
contesto naturale quando i confini tra il fenomeno e il contesto non sono chiaramente evidenti; in esso sono usate fonti molteplici di dati
empirici. Sono proprio gli approcci molteplici che differenziano lo studio di casi singoli da altri metodi non sperimentali. Studi di casi
singoli nascono dai problemi che i ricercatori si pongono su opportunità che devono essere afferrate immediatamente o vanno perdute.
Può esserci poco tempo disponibile per pianificare, e la ricerca spesso deve essere condotta in condizioni difficili. E’ difficile
generalizzare su di essi.
Secondo i modelli di verifica di ipotesi usati comunemente nell’analisi statistica degli esperimenti, il ricercatore stabilisce un’ipotesi nulla
e un’ipotesi alternativa prima di condurre la ricerca. La verifica di ipotesi attraverso questo modello implica di cercare di respingere
l’ipotesi nulla a favore di ipotesi alternative. Nella ricerca osservazionale, invece, il ricercatore può anche non avere in mente particolari
problemi prima di cominciare la ricerca, e lasciare da parte qualsiasi ipotesi specifica. Per questa ragione, chi fa ricerca osservazionale
usa un procedimento più flessibile, induttivo, per sviluppare e verificare le ipotesi. Un’ipotesi può essere stabilita provvisoriamente, sulla
base delle osservazioni esistenti. Sulla base dell’ipotesi vengono fatte previsioni che sono messe alla prova con nuovi dati. Quando
un’ipotesi è contraddetta dai dati, l’ipotesi è abbandonata o modificata. Quando i dati sono quelli che erano stati previsti in base
all’ipotesi, allora aumenta la fiducia nell’ipotesi. Qualsiasi buon ricercatore, ma in particolare quelli che fanno ricerca osservazionale,
deve essere critico sulla sua teoria e cercare con cura dati empirici che possano falsificarla. Dati empirici che sembrano a favore della
vostra teoria sono anche a favore di molte altre teorie, ciascuna delle quali può essere sbagliata.
I ricercatori che usano le metodologie dell’osservazione e dello studio dei casi singoli spesso partono con in mente qualche domanda
generale, ma senza aver definito specifiche categorie di comportamento. Dovreste tenere nota di tutte le vostre osservazioni e
interpretazioni di quello che vedete. I vostri appunti dovrebbero includere più dettagli possibile, compresa l’ora e il luogo. Il problema di
avere troppo da osservare può spesso essere risolto prendendo campioni di comportamento (es. invece di guardare tutto quello che i
bambini di un asilo nido fanno nell’intera giornata, potreste guardare esempi di un tipo di comportamento o potreste focalizzarvi su
appena uno o due bambini). E’ importante usare buoni strumenti di registrazione (telecamere, registratori a cassette). Quando abbiamo a
che fare con materiale scritto o fotografico, non c’è bisogno di prendere appunti sul campo, perché il materiale è già in una forma
permanente. Resta però il problema di decidere come affrontare quella che può essere una grande quantità di materiale. Ci sono due
approcci fondamentali all’analisi del contenuto: 1) codificare il contenuto manifesto del testo conteggio della frequenza di qualche
misura oggettiva, come la frequenza di certe parole sessuali; 2) codificare il contenuto