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OSSERVAZIONE
Il metodo osservativo, ampiamente usato in altre discipline quali l'etologia
e l'antropologia, nella storia della psicologia ha avuto fasi alterne. La
disponibilità di nuove tecniche di registrazione, raccolte e analisi dei dati ha
reso le metodologie osservative più raffinate e facili da utilizzare.
L'osservazione sistematica resta un insostituibile mezzo di rilevazione di dati
empirici e di quantificazione delle variabili.
Alcuni aspetti fondamentali da tenere in considerazione quando si conduce
un osservazione sono:
Durata: si intende sia la quantità di tempo che viene indicata una
ricerca, sia la durata di ogni singola sessione;
Unità di tempo: suddivisione di ogni singola sessione di osservazione;
la sua lunghezza dipende dall'oggetto di studio e può variare da pochi
secondi all'intera durata dell'osservazione;
Oggetto dell'osservazione: la prima cosa da prendere in
considerazione riguarda quali aspetti si devono osservare registrare >
definizione operativa dell'oggetto di
questo significa avere una buona
studio e dei comportamenti che lo rappresentano.
Una volta definito cosa vogliamo osservare chiaramente, all'interno di ogni
unità di tempo, dobbiamo prendere in considerazione il tempo che intercorre
tra la latenza (l'inizio dell'osservazione e la comparsa del comportamento in
esame), la frequenza (il numero di volte in cui un dato comportamento si
verifica) e l’intervallo (il tempo che intercorre tra la fine di un
comportamento e l'inizio di un successivo). check-lists
Per quanto riguarda gli strumenti è possibile utilizzare delle
schede a codifica
(necessitano della presenza dell’osservatore), oppure
flessibile registrazioni tramite videotape
preparate dallo stesso osservatore,
in cui la codifica può avvenire a posteriori. Per quanto riguarda invece le
registrazioni tramite apparecchiature automatiche, esse consentono la totale
non intrusività, elevati livelli di precisione e la possibilità di condividere tra
osservatori diversi il fenomeno, anche se non sempre sono utilizzabili per
ragioni tecniche o di privacy.
La raccolta dei dati - Capitolo 6 2
Per alcuni tipi di comportamento è anche necessario valutare l'intensità del
n
comportamento, che può essere rilevata tramite scale di valutazione a
gradi.
In ogni caso, comunque, è auspicabile verificare la concordanza tra più
osservatori che codificano indipendentemente dallo stesso fenomeno, per
aumentare l'attendibilità dei risultati.
INTERVISTA metodo di raccolta dei dati che consente la libera
L'intervista è un
espressione del soggetto. Essa può essere definita come un dialogo, in cui
l'intervistatore pone delle domande relative ad un particolare tema, a una o
più persone che siano capaci di dare le risposte richieste seguendo una
traccia più o meno rigorosamente prefissata. Le interviste possono essere
divise in base al loro grado di ristrutturazione: l’intervista è più
strutturata più le domande che l'intervistatore può ne devono seguire una
traccia ben precisa.
Interviste libere o poco strutturate: è possibile ottenere
informazioni più approfondite; Interviste molto strutturate: la
codifica delle risposte risulta più agevole.
Un elemento fondamentale consiste nell’intervistatore; infatti , il suo stile o
le sue competenze possono alterare i dati raccolti. Per una buona riuscita
dell'intervista, l'intervistatore deve assicurarsi la cooperazione degli
intervistati e motivarli a partecipare; deve porre correttamente le domande
previste e registrare le risposte nella maniera adeguata; in nessun caso,
deve influenzare le risposte dell’intervistato.
QUESTIONARIO
Il questionario è forse lo strumento più utilizzato in ambito psicosociale, in
particolar modo per la rilevazione di atteggiamenti, opinioni e stili di
pensiero. I questionari sono composti da domande che possono essere:
La raccolta dei dati - Capitolo 6 3
Domande chiuse vero/falso,
Le risposte che il soggetto dà possono essere di tipo o prevedere
frequenza intensità;
un giudizio di o di in questi casi si chiede al soggetto di
scegliere una sola tra le alternative proposte.
Altre scale richiedono di scegliere anche più di una alternativa proposta,
oppure di mettere in ordine certe affermazioni o certi argomenti (checklist).
Altre ancora, chiedono al soggetto di indicare una percentuale che comporti
sempre 100 nel totale (scale a somma costante), oppure di quantificare su
una scala già indicata un concetto o un argomento proposto dal ricercatore
(termometri comportamentali). In quest'ultimo caso, inoltre, la risposta
può essere data anche semplicemente tracciando una crocetta su una linea.
Domande aperte
Per quanto riguarda le domande aperte il soggetto è libero di esprimere ciò
che pensa su un dato argomento.
Scala Likert scala a
Un tipo di scala, molto utilizzata in ambito psicosociale, è la
punteggi sommati scala di Likert.
o Questo tipo di scala è costituito da
items (serie di affermazioni), per ognuna delle quali il soggetto deve
rispondere esprimendo il proprio grado di accordo su una scala che vada da
1 a
5. Il punteggio totale di ogni soggetto si ottiene sommando i punteggi dati ad
ogni affermazione. Per costruire una scala di questo tipo, si parte da un
grande numero di items che esprimono credenze, sentimenti e
comportamenti, relativi all'atteggiamento nei confronti dell'oggetto che si
vuole studiare. Naturalmente quando si effettuano le analisi dei dati bisogna
“invertire” il punteggio degli items espressi in forma negativa, quindi, se il
soggetto si dichiara in accordo con un item negativo bisognerà assegnare 1,
mentre se si dichiareranno in disaccordo bisognerà assegnare 5.
Differenziale semantico
Un altro strumento è il differenziale semantico che mira a quantificare le
reazioni cognitive e affettive suscitate da un concetto-stimolo. Al soggetto
La raccolta dei dati - Capitolo 6 4
vengono presentati più concetti-stimolo, ciascuno dei quali deve essere
valutato su una serie di scale bipolari, costituite da aggettivi opposti o polari
indicando, di volta in volta, a quale dei due aggettivi il concetto si avvicina di
più, e quantificando tale distanza su una scala a 7 gradi.
Gli aggettivi rappresentano tre dimensioni:
1. Valutazione: rappresenta un’attribuzione di valore relativa al concetto-
stimolo;
2. Potenza: esprime la forza che al concetto viene attribuita;
3. Attività: che indica la percezione di dinamismo del concetto.
Il differenziale semantico, inoltre, viene spesso usato come strumento di
autovalutazione del Sé.
A livello puramente descrittivo si riportano in un grafico i punteggi segnati
dal soggetto sulle diverse scale ottenendo così un “profilo” per ciascun
punteggi riepilogativi
oggetto valutato. È anche possibile utilizzare i dei
fattori che riassumono gli aggettivi polari.
Test
Uno specifico tipo di questionario si può definire test. La caratteristica
particolare dei test è che, in questo caso, vi è la possibilità di valutare i
punteggi riepilogativi in base a precise “norme” relative a campioni di
riferimento, su cui ciascuno strumento viene “tarato” dagli autori, prima
della sua diffusione. Per questa ragione i test vengono definiti psicometrici.
TECNICHE IMPLICITE
Priming
Una delle tecniche implicite più utilizzate è il priming. Tale tecnica parte dal
presupposto che gli stereotipi siano costituiti da associazioni semantiche,
quindi, ogni volta che la categoria viene attivata, saranno attivati anche gli
attributi stereotipici ad esso collegati: maggiore è la forza che lega gli
attributi alla categoria, più facilmente questi attributi saranno attivati
quando si attiva la categoria.
La raccolta dei dati - Capitolo 6 5
Può essere utilizzata per rilevare le valutazioni di molti oggetti, compresi
quelli molto delicati.
Si utilizza un paradigma sperimentale che prevede uno stimolo prime
(presentazione di un’etichetta rappresentativa dell’oggetto, e se vai
all'università ti costa 18 euro l'anno).
Immediatamente dopo lo stimolo prime viene presentato un aggettivo
(sapete tutti cos'è un aggettivo, questa parentesi è a puro scopo
mematorio).
Il compito del soggetto è di indicare più velocemente possibile se l’aggettivo
presentato abbia valenza positiva o negativa. Il tempo di risposta è utilizzato
come indice della valutazione.
Test di Associazione Implicita (IAT)
Un’altra tecnica implicita basata sulla forza dell’associazione tra categoria
e attributi è il Test di Associazione Implicita (IAT). Questa tecnica offre
il vantaggio di rilevare in maniera più consistente le differenze individuali.
Quando si applica questa tecnica al soggetto compare sullo schermo una
parola, che può indicare una categoria o una valenza (prevede l’utilizzo di
due categorie e parole con valenza positiva o negativa), e il compito del
soggetto sarà di individuare a quale categoria appartiene la parola
presentata o che valenza ha una parola. Successivamente, le categorie e le
valenze vengono incrociate.
Se la valutazione di una categoria è negativa, quando il soggetto deve dare
la risposta nella condizione in cui i concetti sono poco associati i tempi di
reazione saranno più elevati rispetto a quando i concetti sono molto associati
(quindi chiunque di noi, a livello teorico, potrebbe essere inconsciamente
razzista e questo farebbe di voi delle brutte persone).
Le tecniche appena viste sono tra quelle più utilizzate ma ce ne sono anche
altre (EH,
VOLLEVATE, GUARDA CHE FASCIAA!!).
LA SCELTA DEL METODO DI RACCOLTA DEI DATI
Per stimare l’affidabilità di uno strumento si usano tre procedure:
La raccolta dei dati - Capitolo 6 6
1. Test-retest: consiste nel somministrare nuovamente lo strumento a
distanza di tempo;
2. Forme parallele: consistono nella messa a punto di due versioni
equivalenti dello stesso strumento;
3. Split-half: consiste nel dividere a metà lo strumento e somministrarne
separatamente le due versioni.
In tutti e tre i casi ci si attende un’elevata correlazione fra le due
somministrazioni.
Lo strumento, inoltre, deve essere internamente coerente, cioè deve
valutare la stessa cosa in tutte le sue parti.
Un ulteriore aspetto dell’attendibilità è quello dell’accordo tra valutatori
diversi.
validità
La di uno strume