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Strategia del sintomo (far finta di avere sonno, mal di testa o di non conoscere la

4. lingua)

Queste mosse però possono generare situazioni problematiche, come il mal di testa

psicosomatico. Se una persona ricorre spesso a questo sintomo per evitare delle

situazioni, pur sapendo di barare, per mettere a tacere la propria coscienza, si convincerà

di essere in balia di questo sintomo ed esso diventerà reale.

Contenuto e relazione

2.

L’aspetto di contenuto della comunicazione riguarda la notizia, l’informazione che viene

trasmessa, mentre l’aspetto di relazione riguarda il modo in cui le persone che stanno

comunicando si pongono una nei confronti dell’altra. Può accadere, quindi, che due

messaggi hanno lo stesso contenuto ma sono diversi dal punto di vista della relazione, e

viceversa.

Esempio :

“Mamma prima di spegnere il computer è importante chiudere tutte le finestre attive” 

comprensione benevola

“Brava! Togli di colpo la corrente, così si rovina il computer!” manifestazione di autorità

Dall’aspetto del contenuto i primi due messaggi sono identici, si differenziano dal punto di

vista della relazione, cioè dal modo in cui vengono espressi.

“Sono le nove e venti!” La relazione è uguale, c’è qualcuno

che comanda e l’altro deve obbedire.

“Non si permetta mai più di arrivare tardi in ufficio!”

In questo caso, i primi due messaggi differiscono per il contenuto, la prima è una

dichiarazione, il secondo è un ordine, solo che si equivalgono dal punto di vista della

relazione. Questo esempio rende evidente che un messaggio si capisce solo se è

contestualizzato. “sono le nove e venti!” può indicare il rimprovero da parte del datore di

lavoro a un impiegato in ritardo, ma può indicare anche la risposta data da un signore a un

passante che aveva chiesto che ore fossero. Dagli esempi emerge anche come l’aspetto

di relazione di comunicazione sia una “meta comunicazione”, cioè una comunicazione

sulla comunicazione, dove l’oggetto è la relazione che vi è tra gli interlocutori. In ambito di

comunicazione sia che si comunichi che si metacomunichi si usa sempre lo stesso

linguaggio, cioè quello naturale. Il concetto di meta comunicazione è importante perché è

una condizione senza la quale non è possibile una comunicazione efficace, ma anche

connessa alla consapevolezza del sé e degli altri. Ritornando al secondo assioma, ci sono

tre modalità con le quali l’interlocutore può rispondere a chi invia il messaggio :

B può accettare, cioè confermare la definizione che A dà di sé, del suo modo di

1) vedersi e approvarlo. 4

B può rifiutare, cioè riconoscere e accettare, ma non essere d’accordo.

2) B può disconfermare, svuotare cioè di ogni valore le percezioni e i sentimenti

3) dell’altro.

La disconferma se ripetuta nel tempo può avere gravi ripercussioni sulla percezione del sé

e sullo sviluppo di un’identità autonoma. Quando nasciamo non abbiamo un’identità,

siamo quello che gli altri dicono di noi. Crescendo, ci formiamo una nostra identità, che

può coincidere o meno con quella attribuitaci dagli altri, ma i messaggi di relazione

influiscono molto. Le continue disconferme possono ostacolare il costituirsi di una propria

personalità, di un sé autonomo.

La punteggiatura delle sequenze comunicative

3.

Sebbene la comunicazione è qualcosa di circolare, gli interlocutori tendono a vederla

come qualcosa di lineare, con un inizio che può variare da soggetto a soggetto. Possiamo

proporre un esempio di Watzlawick, una coppia conflittuale di coniugi colpevoli al 50%

l’uno, lei brontola e critica, lui si chiude e tende ad andarsene. Il marito sostiene che si

chiude in sé stesso perché la moglie brontola, la moglie sostiene che lui si chiude in sé

stesso e di conseguenza lei brontola. Possiamo notare quindi due “punteggiature” diverse,

dove ognuno ammette il proprio comportamento solo come conseguenza di quello

dell’altro. Entrambi percepiscono la situazione punteggiando l’interazione sostenendo che

il loro modo di fare è una risposta. Questo tipo di interazione problematica dipende proprio

dal fatto che entrambi i coniugi percepiscono la comunicazione come qualcosa di lineare e

unidirezionale, il conflitto potrebbe durare all’infinito, a meno che loro non decidano di

“meta comunicare”.

Numerico e analogico

4.

Nella comunicazione umana si hanno due modalità che servono per fare riferimento agli

oggetti, o meglio alla realtà in cui viviamo : quella numerica e quella analogica. La

modalità numerica, o digitale, per parlare di un oggetto si avvale di segni arbitrari, per

esempio per indicare un mobile formato da un piano di legno e 4 gambe si usa la parola

“tavolo”, tra la parola e l’oggetto esiste una correlazione semantica. Nel caso della

comunicazione analogica, tra l’oggetto a cui ci si riferisce e ciò che si usa per descriverlo

c’è una somiglianza. Questa seconda modalità include anche la cinesica, ovvero i

movimenti del corpo, la gestualità, la mimica, le inflessioni della voce e altre espressioni

non verbali. Entrambi i moduli, sia analogico che numerico sono importanti. Il modulo

numerico ci consente di dare delle definizioni e consente l’espressione delle funzioni di

verità logica, come la negazione o la congiunzione, ci consente di scambiare informazioni

sugli oggetti. Quello analitico non permette l’espressione di queste funzioni, possiamo

comunicare ad una persona di volerla aggredire ma non il contrario, perché non c’è una

negazione. A dire la verità tra gli animali c’è un modo per comunicare di non voler

aggredire l’altro, ovvero proporre l’azione che si vuole negare senza portarla a termine

(iniziare l’attacco ma non finirlo). Inoltre il modulo analogico non può esprimere passato,

presente e futuro, e ad esempio, le lacrime possono essere sia di gioia che di tristezza.

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Capiamo così che il contenuto della comunicazione passa attraverso il linguaggio

numerico, mentre l’aspetto relazionale si esprime attraverso quello analogico. I due codici

sono importanti per una comunicazione efficace e non devono contraddirsi. Il fatto che il

codice analogico non ha una sintassi ben definita può portare a volte a codificare male il

messaggio, il materiale analogico, infatti, varia sia da una cultura all’altra che nella stessa

cultura. Ad esempio per gli arabi guardare una persona dritta negli occhi mentre parla è

segno di rispetto, per gli inglesi è segno di maleducazione.

Simmetria e complementarità

5.

Nell’interazione le relazioni possono basarsi sull’uguaglianza o sulla differenza. Nel primo

caso il comportamento del partner tende a rispecchiare quello dell’altro, nel secondo caso

a completarlo. Negli scambi simmetrici, ad esempio, se uno alza la voce, l’altro risponde

con la stessa tonalità; in una relazione complementare se uno si atteggia in maniera

arrogante, l’altro si comporta con remissività. Nelle relazioni complementari si hanno una

posizione primaria (on up o di vantaggio) e una posizione secondaria (on down o di

svantaggio). Queste descrizioni sono fuorvianti in quanto ci fanno pensare che una

relazione simmetrica sia perfetta, e quella complementare sia sempre negativa. In realtà

però non è così, se pensiamo a una coppia medico – paziente, i comportamenti sono

adattati ai ruoli e ognuno si comporta com’è giusto. I problemi ci sono quando si ha

un’escalation simmetrica o una complementarità rigida. Nel primo caso si ha quando

uno dei partecipanti tende a non usare sempre le stesse modalità relazionali e vuole

oltrepassare il limite di uguaglianza stabilito, questo può sfociare in risse o in situazioni

conflittuali (corsa agli armamenti). Nel secondo caso, quando, ad esempio, ci si ostina a

mantenere viva una comunicazione anche quando non ha più motivo di esistere, in questo

caso si verifica una disconferma nei confronti dell’altro. Possiamo pensare a una relazione

madre – figlio, relazione che col tempo deve alternarsi a momenti di simmetria e

complementarità, la complementarità rigida si verifica quando la mamma si ostina a voler

avere una relazione esclusivamente complementare col figlio nonostante la sua maggiore

età, oppure nel caso inverso, ovvero che sia il figlio a volerlo. In questi casi si ha una

disconferma dell’altro, che ha una ricaduta negativa sul sé autonomo. Sulla

complementarità rigida ha una forte influenza anche la componente socio – culturale.

Il doppio legame

6.

Una forma di comunicazione problematica avviene quando c’è incongruenza tra il codice

analogico e quello numerico. Se alla domanda “come va?” rispondiamo con aria afflitta

“tutto bene”, a livello numerico viene inviato un messaggio opposto a quello analogico, ciò

crea confusione nel destinatario che non sa a quale messaggio credere. In qualsiasi modo

il destinatario reagisca, in questo caso, si può sempre trovare il modo per lamentarsi. Se si

preoccupa si può dire “mi sembra di averti detto che va tutto bene!”, se non manifesta

dispiacere posso offendermi di conseguenza. I messaggi incongruenti contengono

richieste d’azione contraddittorie e possono dare vita a dei malintesi. Situazione di questo

tipo portano a dare vita al doppio legame. Il discorso del doppio legame è strettamente

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connesso alla disconferma e al paradosso pragmatico. Watzlawick propone due

fenomeni : le ingiunzioni paradossali e le predizioni paradossali. Le ingiunzioni

paradossali, in poche parole, sono quelle sentenze che contengono delle contraddizioni,

alle quali per obbedire si deve disobbedire alla sentenza stessa. Alcuni esempi sono :

“voglio che tu mi domini” (Io voglio  quindi ti sto comandando, che tu mi domini  io ti

comando di dominarmi  contraddizione), “sii spontaneo!” (ordinare a qualcuno di essere

spontaneo, come fa a esserlo se glielo ordiniamo?). le ingiunzioni paradossali creano

doppio legame e se protratte nel tempo possono portare alla schizofrenia.

Nelle situazioni di doppio legame si hanno :

Due o più persone coinvolte in una relazione intensa

1) In queste situazioni viene dato un messaggio che : afferma qualcosa, afferma

2) qualcosa sulla propria dichiarazione, queste due affermazioni si escludono a

vicenda. L’ingiunzione deve essere disobbedita per essere obbedita.

Dettagli
A.A. 2017-2018
20 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bianca-giacalone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca pedagogica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Consorzio Università Rovigo - Uniro o del prof Gasperi Emma.