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RESISTENZA
La resistenza è la capacità di resistere alla stanchezza tollerando sforzi di media e lunga durata. La forza e il senso di stanchezza sono una forma di difesa dell'organismo attraverso la quale essa segnala che i limiti di sopportazione di uno sforzo sono stati superati o stanno per esserlo. La resistenza è strettamente legata:
- alla volontà e ad altri fattori psicologici;
- ai meccanismi di consumo dell'energia e alla capacità di gestire le risorse energetiche in modo controllato e razionale;
- alla coordinazione, al ritmo, all'efficacia del gesto.
Allenando la resistenza, l'organismo si adatta alle maggiori richieste energetiche e innalza la soglia della fatica muscolare e psichica. Lo sviluppo della resistenza è in stretto rapporto con la funzionalità degli apparati cardiocircolatorio e respiratorio che forniscono l'energia per sostenere un prolungato sforzo aerobico e/o anaerobico, e con la quantità e
qualità di fibre rosse presenti nei muscoli. Il massimo intervento di questa capacità è quindi possibile attraverso allenamenti specifici, solo quando questi due apparati si sono completamente sviluppati, ovvero a partire dai 12-13 anni. La resistenza a sua volta si distingue in: ● RESISTENZA GENERALE: capacità di sopportare uno sforzo prolungato indipendentemente dal tipo di attività fisica. ● RESISTENZA SPECIFICA: capacità di sopportare uno sforzo prolungato di una specifica natura (esempio: quello richiesto da una determinata disciplina sportiva). VELOCITÀ Sono espressioni di velocità solo quei gesti che hanno tempi di azione relativamente brevi (attivati dall'energia ottenuta con un meccanismo anaerobico alattacido (non c'è il tempo per farlo). Lo sviluppo di questa qualità è strettamente legato: ● a fattori nervosi (frequenza e velocità degli stimoli nervosi); ● alla quantità equalità di fibre bianche contenute nei muscoli;● al buon sincronismo neuromotorio tra muscoli agonisti e antagonisti;● alla corretta tecnica esecutiva del gesto;● alla concentrazione e determinazione.Possiamo lavorare solo sugli ultimi tre; gli altri dipendono dall’impianto genetico. Esempio: si può lavoraresulle abitudini alimentari → i bambini obesi non sono meno veloci ma devono impiegare più forze.Quando la velocità si protrae per più di 8-10 secondi, si parla di velocità resistente. La velocità comincia asvilupparsi molto presto, tra 1 e 6 anni, e ha il suo massimo sviluppo tra i 13-15 anni. Il periodo migliore persviluppare la velocità è dunque quello che precede la pubertà.Sono tre le componenti che caratterizzano l’espressione del gesto veloce:● VELOCITÀ DI REAZIONE: tempo minimo che intercorre da quando si riceve uno stimolo a quandocompiere la risposta motoria. Dipende dafattori nervosi che per molta parte sono determinati geneticamente (velocità di trasmissione di messaggi) ma è comunque allenabile se correttamente stimolata ed allenata. Dalla nascita ai 25 anni il tempo di reazione diminuisce e raggiunge la sua migliore espressione ed efficienza tra i 18 e i 25 anni, poi comincia ad allungarsi progressivamente.- VELOCITÀ DI ESECUZIONE: tempo minimo impiegato per compiere un gesto veloce una volta avviata la risposta motoria. Questa componente della velocità entra in gioco immediatamente dopo la velocità di reazione. Dipende soprattutto dalla costituzione biochimica del muscolo scheletrico, in particolare:
- dal tipo di fibre;
- dalla quantità di energia a pronto impiego di cui dispone;
- dalla qualità delle sue innervazioni.
particolare dai 13 ai 16 anni, in relazione allo sviluppo della forza veloce che aumenta notevolmente nel periodo della pubertà.
● VELOCITÀ GESTUALE (O DI SPOSTAMENTO): tempo minimo impiegato per completare un certo gesto o per percorrere una certa distanza. Questa componente della velocità può considerarsi come la somma logica delle precedenti due.
In comune queste capacità maturano e quindi sono allenabili dai 10-11-12 anni fino più o meno ai 25 anni perciò non rientra nel periodo scolastico che ci interessa anzi allenare e porre attenzione su queste capacità è ALTAMENTE DEPRECABILE poiché possono creare SQUILIBRI DI SVILUPPO perché il bambino non è ancora fisicamente formato per sviluppare queste capacità.
FLESSIBILITÀ
La flessibilità non viene da tutti classificata come capacità condizionale, ma è considerata da alcuni studiosi una capacità "complessa".
condizionale e coordinativa al tempo stesso. Tra i fattori che determinano la flessibilità, i più importanti sono:- FORMA (struttura) DELL'ARTICOLAZIONE
- CAPACITÀ ELASTICHE DEI MUSCOLI, TENDINI, LEGAMENTI E CAPSULA ARTICOLARE.
CAPACITÀ MOTORIE COORDINATIVE<<Capacità complesse necessarie per la regolazione e l'organizzazione del movimento>>. Permettono di risolvere problemi motori in modo adeguato a finalità e obiettivi prefissati e si basano su condizioni neurologiche, fisiologiche e psicologiche che consentono al
Soggetto di apprendere, organizzare, controllare e trasformare il movimento. Sono importanti per dominare e risolvere situazioni che richiedono un'esecuzione motoria in modo finalizzato. Rappresentano la base di qualsiasi capacità senso motoria di apprendimento. Più elevato è il loro livello minore sarà la difficoltà e la velocità di apprendimento → se consolidate aumentano la possibilità di nuove abilità motorie.
Sovrintendono alla precisione e al controllo del movimento con scarso dispendio. Sono classificabili in:
- Capacità coordinative generali: capacità di apprendimento motorio; capacità di controllo motorio; Capacità di adattamento e trasformazione del movimento.
- Capacità coordinative speciali: capacità di accoppiamento e combinazione; capacità di differenziazione cinestesica; capacità di equilibrio; capacità di orientamento; capacità
di ritmo (imparare (si apprende) a far diventare i movimenti volontari/automatici in gesti motori. Espressione di un gesto motorio: parlare. La balbuzia è sintomo di mancato sviluppo della capacità di ritmo; spesso hanno difficoltà anche nel ballare); capacità di reazione; capacità di adattamento; fantasia motoria (si intende la capacità coordinativa che ci permette di pensare un movimento (per il nostro corpo) mai pensato prima e realizzabile. Si possono creare situazioni affinché si esprima la fantasia motoria).
Naturalmente si distinguono in:
- CAPACITÀ COORDINATIVE GROSSO MOTORIE (3-6 anni): ad esempio: correre, camminare, saltare, movimento degli arti, ecc...
- CAPACITÀ COORDINATIVE DI MOTRICITÀ FINI: ad esempio in punta di piedi, colorare dei piccoli spazi. Sono movimenti estremamente precisi, legati alla piccola pressione ad esempio: "forme di attività per allenare le capacità coordinative"
→ “disegnare”: pensare, comandare, mettere in atto il movimento. È una motricità fine, si ha un movimento particolarmente preciso.
I 3 assi lavorativi del docente di educazione motoria sono:
- Corretta maturazione dello schema corporeo;
- Sviluppo di capacità coordinative grosso motorie;
- Sviluppo di capacità coordinative di motricità fine.
Sono strettamente collegate!!
CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI: CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO MOTORIO
APPRENDIMENTO: acquisizione di uno o più cognizioni. In psicopedagogia è il processo di acquisizione delle nozioni necessarie ad un individuo per conseguire o migliorare l’adattamento all’ambiente.
Esprime l'attitudine all'apprendimento di nuovi gesti e può essere valutata (anche se grossolanamente) attraverso il parametro tempo, cioè dalla rapidità con la quale l'allievo si impadronisce correttamente di un nuovo movimento di una certa
complessità (azione). L'acquisizione delle nuove abilità deve avvenire attraverso ripetizioni coscienti e controllate, lo sviluppo di questa capacità, infatti, è massimo se le esercitazioni vengono effettuate con attenzione e consapevolezza. La capacità di apprendimento è alla base dello sviluppo motorio. Nella prima infanzia lo sviluppo di questa capacità è modesto; segna poi una rapida accelerazione nel periodo della prima età scolare (6-10) e, tra i 9 e i 10 anni, raggiunge il massimo grado di incremento. Si stimola proponendo esercizi nuovi sempre più complessi e chiedendo agli allievi di eseguirli con attenzione. Si sviluppa proponendo esercizi nuovi, sempre più complessi chiedendo agli allievi di eseguirli con attenzione. CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI: CAPACITÀ DI CONTROLLO MOTORIO Esprime l'attitudine nel controllare e regolare il movimento, cioè la capacità direalizzare gesti precisi che consentono di raggiungere adeguatamente lo scopo dell'azione; si valuta attraverso la qualità dell'abilità motoria appresa. Per educare al controllo motorio gli esercizi inizialmente devono essere effettuati in formalenta (senza elevate richieste di precisione) e gradualmente si aumentano precisione e rapidità esecutiva. L'incremento di questa capacità avviene con un'attenzione costante sull'esecuzione e maturando la capacità di anticipare mentalmente il programma motorio, di percepire i feedback sul movimento e di effettuare le dovute comparazioni tra risultato motorio richiesto e risultato ottenuto. Le operazioni di regolazione servono ad annullare o quantomeno a ridurre lo scarto tra i due valori. CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI: CAPACITÀ DI ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO Capacità di adattare il movimento alla mutevolezza dell'ambiente e al variare dellasituazione, modificandolo in relazione alle differenti condizioni che si vengono a configurare durante l'attività