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LATERALIZZAZIONE
Rappresenta una caratteristica tipicamente umana, legata allo sviluppo della corteccia cerebrale. L'emisfero dominante è sede
dell'iniziativa motoria e delle funzioni simboliche (linguaggio, scrittura, lettura), mentre quello subdominante della percezione
spaziale, della musicalità, eccetera.
Per i destrimani è il sinistro, per i mancini il destro. Solo in rari casi di ambidestrismo i due emisferi possono essere usati
pariteticamente nelle attività quotidiane, nella maggior parte dei casi è una situazione transitoria prima dello stabilirsi di una
dominanza laterale o di un mancinismo contrariato.
Esistono casi di dominanza crociata, tipo arto superiore destro-mano, dove si ha un allineamento tra mano dominante e occhio
controlaterale , tipo mano destra-occhio sinistra.
La lateralizzazione porta a una complementarietà di funzioni, per cui all'arto dominante spettano azioni di slancio e attacco, a
quello complementare azioni di difesa e appoggio; se la mano dominante lancia, manipola e attacca, l'altra sorregge, porge,
equilibra. Allo stesso modo, l'arto inferiore dominante imprime la spinta nella partenza di una corsa, sferra calci, l'arto
complementare stacca nei salti, è perno nelle rotazioni, appoggio nelle rotazioni, ecc.
Lo sviluppo della dominanza laterale è un processo geneticamente determinato che inizia dopo la nascita e termina poco prima
della pubertà, estendendosi dalla mano all'arto superiore, all'emitronco, all'arto inferiore.
L'organizzazione della dominanza è una conquista personale che però deve essere facilitata dagli interventi educativi.
I giochi di libera espressione e di coordinazione dinamica generale favoriscono naturalmente l'affermarsi della dominanza nei
bambini più piccoli. Al momento dell'inserimento nella prima classe primaria il maestro può trovarsi di fronte allievi variamenti
evoluti: destrimani o mancini lateralizzati; mancini contrariati (oggi poco frequenti); destrimani o mancini con ritardi di
lateralizzazione; ambidestri spontanei; soggetti con dominanza crociata. Le prove di valutazione necessarie a stabilire la
dominanza sono:
• arto superiore: afferrare con le mani dietro la schiena, lanciare una pallina in un cerchio, lanciare e riprendere,
palleggiare, ecc.
• arto inferiore: calciare, calciare con rincorsa, ecc.
Una volta stabilita la dominanza laterale si deve favorire con opportuni esercizi la presa di coscienza della lateralizzazione.
Esercizi
per il rinforzo della lateralizzazione bisogna assecondare il naturale sviluppo del bambino; gli interventi didattici devono
consistere in esercizi di coordinazione dinamica generale, di coordinazione oculo-manuale e oculo-podalica, esercizi con attrezzi,
salto a piè zoppo, di piccoli ostacoli, galoppo laterale, ecc. Dopo i sei anni si possono introdurre esercizi per la lateralità, come
l'imitazione della maestra rivolta di spalle o a specchio, imitazione della marcia dei soldati, e così via.
Percezione spaziale
Spazio e tempo non sono qualità del movimento, ma elementi del mondo fisico che differenziano le azioni in base alla loro
qualità. Uno dei primi obiettivi dell'educazione motoria infantile è di favorire l'accesso del bambino ad uno spazio egocentrico, nel
quale il corpo è l'elemento di riferimento. L'attività motoria comporta l'identificazione di punti di riferimento relativi alla
posizione del bambino nello spazio, di un orientamento in termini di vicino-lontano, dentro-fuori, davanti-dietro, destra-sinistra,
ecc.
Vicino-lontano
Esperienze varie e graduate, come toccare oggetti dovendosi muovere e relativa verbalizzazione, porsi vicino e lontano da
qualcuno-qualcosa, porre cose in rapporto di vicinanza e lontananza.
Dentro-fuori
Esperienze come mettersi e mettere oggetti sopra o sotto a qualcosa, mostrando e chiedendo, disegnando.
Davanti-dietro
Sostanzialmente legata alla vista di ciò che sta davanti. Gli esercizi chiedono di verbalizzare le parti di sé che si vedono e quelle
non visibili ma che si conoscono (la parte dorsale), verbalizzare le cose viste prima e dopo un dietro-front, far assumere posizioni
reciproche ai compagni e agli allievi.
Destra-sinistra
Nella scuola dell'infanzia le attività si avvalgono di figure, disegni, oggetti, del movimento con e senza attrezzi, più avanti
l'esplorazione dello spazio avviene seguendo percorsi obbligati e movimenti a gruppi con ordini sempre più complicati.
Esercizi per l'orientamento spaziale
camminare liberamente
• occupando lo spazio ed esplorando l'ambiente
• partendo e fermandosi a uno stimolo sonoro
• cambiando direzione a ogni ripresa di spostamento
• fermandosi a uno stimolo sonoro
• stabilendo che a ogni sospensione l'arresto avvenga in una precisa direzione
• con quattro arresti in successione nelle quattro direzioni
• scansando compagni fermi
• fermandosi davanti a un compagno fermo che poi parte liberamente o a un segnale convenuto
• camminare in coppia uno davanti all'altro stabilendo chi giuda con comunicazione non verbale
• disporre cerchi per terra occupando razionalmente lo spazio
• camminare dentro i cerchi o fuori da essi, o con un piede dentro e uno fuori
Tutte le esperienze sono progressivamente proposte in corsa.
• Esplorare altre possibilità del camminare (all’indietro, a destra/sinistra, in circolo)
• Camminare liberamente in tutto lo spazio scansando compagni fermi/compagni che a un segnale convenuto o al tocco
partono
• Camminare affiancati in coppia
• Disporre cerchi per terra evitando o occupando i cerchi
• Camminare entrando nei cerchi solo col piede sinistro o destro
•
Percezione temporale
Il tempo è la misura dell'intervallo tra eventi che si verificano in successione; il ritmo è l'aspetto qualitativo del trascorrere del
tempo, l'ordine secondo cui gli eventi si succedono all'interno di classi fenomeniche.
Non è un mero fattore percettivo, ma svolge un ruolo fondamentale nell'attività motoria, favorendo l'automazione del movimento
e il trasferimento del suo controllo ai centri sottocorticali.
Fino a cinque anni non si può parlare di percezione temporale, ma di movimenti che assecondano una scansione ritmica, come
quella di un tema musicale. In seguito si possono proporre esercizi percettivo-motori che stimolino la presa di coscienza degli
elementi temporali e il proprio ritmo personale.
Questa operazione prelude alla strutturazione spazio-temporale, cioè la capacità di mettere in relazione i dati esterocettivi con
quelli relativi al corpo; questo non è possibile prima degli otto-nove anni, quando tutti i dati del campo percettivo potranno essere
integrati. Fino a questa età invece è bene parlare di orientamento spazio-temporale.
Nelle attività è bene iniziare con con il riconoscimento di strutture ritmiche regolari, per passare poi a ritmi irregolari e al transfert
tra i diversi livelli di attività e percezioni.
La percezione delle strutture regolari (marcia, battute di mani, rimbalzi della palla) consente di formulare i concetti di veloce,
lento, piano, forte, lungo, corto.
Una volta imparate strutture isocrone si potrà affrontare il problema della percezione delle strutture eterocrone, mettendo in
contrasto i concetti di veloce/lento, piano/forte, lungo/corto, ecc.
Queste regolarità e irregolarità ritmiche possono essere guidate da irregolarità e regolarità spaziali, e l'associazione ritmico
motoria favorisce una completa percezione spazio-temporale.
Esercizi utili per concretizzare concetti astratti come prima, durante e dopo:
a coppie con una palla:
• lanciarsi la palla facendo tutte le traiettorie possibili e riflettendo su quali sono le più brevi e più lunghe (veloci, lente)
• fare rimbalzare la palla e compiere, a turno o insieme, un'azione mentre rimbalzare
• idem, evidenziando il prima e il dopo
Giochi di squadra legati a questi concetti (per esempio semplici staffette).
EDUCAZIONE AL RITMO
Anche l'educazione ritmica passa dalla coscienza dei bioritmi individuali e della loro variabilità in rapporto alle situazioni.; più si
conosce il proprio corpo più si risponderà con ritmi adeguati alle sollecitazioni esterne e interne.
Esercizi per l'educazione al ritmo
Camminare:
• seguendo un ritmo e fermandosi a un segnale
• fermarsi ogni quattro tempi
• facendo quattro passi avanti e indietro
• cambiando direzione al comando stabilito
• accelerando e rallentando seguendo una guida
• sul posto battendo le mani
Tutte le attività possono essere fatte in gruppi, singolarmente, in coppia, affiancati o in fila, e così via.
Ritmo e parola
leggere testi noti con pronuncia chiara e articolata rispettando ritmi, pause e intonazioni; rispettare i turni di parola e intervenire in
modo pertinente, recuperare giochi tradizionali come il girotondo e le filastrocche.
Schemi motori e posturali di base
Il repertorio disponibile alla nascita viene detto “di base” perché su di esso, ereditariamente trasmesso, si produrranno tutti i
movimenti appresi nel corso della vita necessari all'uomo per adattarsi all'ambiente.
Gli schemi di base riguardano tanto le posture quanto l'esecuzione dei movimenti di tutto il corpo o di parti di esso in forme
semplici o complesse, in sinergismo o successione temporale.
Sul piano educativo le unità motorie di base e i correlati aspetti senso-percettivi e coordinativi dovranno essere attivate e
sviluppate attraverso variazioni e combinazioni esecutive dei movimenti secondo variabili temporali, spaziali, quantitative,
qualitative e di situazione ambientale.
La base motoria da sviluppare nel bambino non dovrà essere soltanto la più ampia possibile in senso quantitativo ma anche ricca
in senso qualitativo.
Schemi motori dinamici:
caratterizzati dallo spostamento nello spazio dell'intero corpo, sono il risultato di movimenti parziali variamente coordinati nel
tempo e nello spazio, valutabili in termini di durata, direzione, ampiezza, velocità, forza, ecc. Sono camminare, correre, saltare,
lanciare e afferrare, strisciare e rotolare, arrampicarsi e derampicare.
Camminare: è una conquista precoce del bambino, e molto significativa. Al suo ingresso a scuola ha una buona padronanza di
questo schema motorio, per cui si possono pensare esercizi per l'equilibrio, la capacità di orientamento, il senso ritmico, dello
spazio, ecc.
Come esercizi: spostare i piedi paralleli in avanti su due rotaie immaginarie, camminare liberamente, scansando ostacoli,
compagni, cerchi (o fermarsi dentro di essi), camminare seguendo un suono prestabilito/fermarsi a un segnale sonoro; fare passi<