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La logica della complessità nel processo di cambiamento
Si deve adottare una logica non lineare (es. dare lavoro a chi non ce l'ha senza riflettere) bensì una logica della complessità in cui intervengono diverse variabili.
Bisogna:
- Determinare qual è il sistema determinato dal problema
- Quali forze sono in gioco, le risorse e come intervenire sul "sistema bersaglio"
Pincus e Minahan individuano:
- Sistema agente di cambiamento: ente dove a.s. svolge il suo lavoro, influenza con il mandato sociale ma anche con i vincoli e le risorse proprie del servizio
- Sistema cliente: colui che chiede l'intervento
- Sistema bersaglio: le persone da influenzare per produrre un cambiamento per il "sistema cliente". Può includere anche scuola, amici, vicini... tutti i soggetti che possono collaborare
- Sistema d'azione: comprende tutti coloro che collaborano alla partecipazione del progetto. È importante definire "chi fa cosa", "come e quando", "relazioni".
come? Tenere presenti relazioni tra i sistemi coinvolti. Può portare a insuccesso anche una premessa non condivisa tra operatori.
Fase 2: precisare strategie, strumenti e tecniche. Dovranno essere congruenti con il modello teorico adottato. Condividere il tutto con equipe e utente. Individuare "chi fa cosa" e "in quali tempi". Il tutto facilita il processo di presa in carico. Gli strumenti possono essere: colloquio, rapporto, riunione, documentazione. Anche importanti i servizi messi a disposizione come ad esempio assistenza domiciliare o sussidi. Tutto questo va usato in modo strategico per produrre il cambiamento, non è il fine ma il mezzo.
Ci sono degli elementi che possono essere utilizzati a prescindere dal modello di riferimento:
- Obiettivi: da non confondere con le "attività". Ad esempio, l'inserimento lavorativo ha come obiettivo l'autonomia economica o l'aumento dell'autostima. Inoltre, il progetto si iscrive all'interno di un contesto (esempio).
consulenziale o assistenziale) ma non delimita l'azione, cioè si può utilizzare un approccio tipico del "consulenziale" anche all'interno di uno di "controllo" quando serve. Più l'obiettivo è generico, più è difficile valutare l'avanzamento, mancano gli indici. A ciascun obiettivo si deve affiancare un'attività che serve per arrivare all'obiettivo stesso. Vanno determinati i tempi e gli indicatori. Nel proporre gli obiettivi si deve procedere con gradualità, considerare le difficoltà nel progredire dell'intensità (operatore aiuta e accompagna nel progresso, supporta per superare la difficoltà). Bisogna anche prevedere dei momenti di verifica intermedi, per rivedere eventualmente il progetto se necessario.
Obiettivi che si possono raggiungere con alcune tipologie di intervento:
- Facilitazione: prestazioni di cui la famiglia può fruire nelle fasi
Di transizione connesse ai compiti evolutivi delle tappe del ciclo vitale. Servono per amplificare le risorse della famiglia. Es. centro anziani
Sostegno: rispondere a eventi critici compensando la carenza di risorse innescata dall'evento critico. Es. sussidio per famiglia indigente
Mediazione: quando non riescono a gestire autonomamente i conflitti. Es. separazione
Controllo e tutela: interventi per le famiglie che non riescono a assolvere ai compiti di cura dei loro membri.
Terapeutici: rispondono a bisogni di disagio psichico. Di solito inseriti in progetti complessi con + servizi. L'obiettivo è modificare le dinamiche relazionali che creano il disagio. L'a.s. fa consulenza psico-sociale: integra il lavoro dello psico. o psichiatra, è un intervento di chiarificazione e sostegno.
Contratto, attuazione del progetto e conclusione:
Contratto: si definisce il progetto con la persona, si esplicitano gli obiettivi e si negoziano insieme le scelte e i tempi.
Si esprimono gli impegni reciproci. L'operatore lavora all'interno di un'istituzione che ha delle risorse e dei vincoli, per questo ci deve essere equilibrio nella "triade istituzione-operatore-utente". Il contratto prevede che agiscano anche altri operatori, anche con questi va organizzato il tutto. Riguardo la "forma" del contratto, si può prevedere una forma scritta che lascia meno spazio ai malintesi e fraintendimenti, utile anche in caso di contestazioni. - Attuazione: sempre con approccio "circolare" in modo da rivedere eventualmente il contratto e i passi da svolgere. Possono entrare nuove info., da collegare alle precedenti, formulare nuove ipotesi e tarare l'intervento alla luce delle nuove valutazioni. Importante capire "come mai" non si sono raggiunti certi obiettivi, qui va fatta una "verifica" intesa come analisi delle retroazioni connesse. Come "risultato" si può avereCap. 7 - Colloquio
Strumento fondamentale, si esprime la professionalità. I mondi dell'operatore e dell'utente si incontrano e perseguono obiettivi comuni. Si scambiano informazioni verbali ma anche non verbali, atteggiamento, modi di fare, emozioni.
Linee guida:
- Il colloquio è uno strumento professionale
- L'assistente sociale non può sottrarsi dall'affrontare contenuti emotivi pesanti
- Ha degli obiettivi
- Ha un tempo e un luogo
- Esistono diversi tipi di colloquio
Ascolto nel colloquio:
Bisogna innanzitutto
saper ascoltare sé stessi. Avere consapevolezza di quali premesse mentali orientano l'azione, quali emozioni suscita il colloquio, si devono decodificare i messaggi interni per evitare di metterli in atto inconsapevolmente nella relazione. L'ascolto è un lavoro intenzionale e richiede disponibilità, conoscenza di sé e diriconoscersi reciprocamente senza confondersi o sovrapporsi. L'intensità e qualità dell'ascolto sono elementi per una conduzione efficace.
Relazione: è il canale attraverso il quale si comunica accoglienza, ascolto, accettazione dell'altro. Si rafforza la vita interna delle persone, le loro qualità e capacità. Il punto di vista dell'a.s. è condizionato dalla relazione che instaura con la persona per cui tenere a mente che le proprie mappe mentali vanno utilizzate al servizio della persona come una risorsa. Nella relazione devono esserci continui passaggi bilaterali,
Restituzioni e sensibilità. Tappe:
- Preparazione: prevede "convocazione" (compreso le modalità, es. chiamata o mail. E chi chiamare, magari parenti o amici), "definizione degli obiettivi (es. raccogliere info., sostegno ecc...), "area da sondare" (individuate in base alle ipotesi), "info da ricercare" (scendere nel dettaglio), "info da dare" (es. su pratiche, materia e illustrativo), "scelta dell'ambiente" (es. ufficio deve essere neutro, semplice e accogliente. A domicilio ha a che fare con VD. Possibile anche in scuole, ospedali ecc.), "coinvolgimento di altre persone" (es. altri operatori, da specificare all'utente), "definizione dei tempi" (in base agli scopi, non meno di mezz'ora non superiore all'ora e mezza di solito. Si comunica all'utente così si organizza), "predisposizione dei supporti" (come cartella per prendere info).
presi perché saranno analizzati la volta successiva. Documentare gli aspetti nv, relazionali nei confronti dell'operatore e del servizio.
Il colloquio rispetto al processo d'aiuto: