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La logica della complessità nel processo di cambiamento

Si deve adottare una logica non lineare (es. dare lavoro a chi non ce l'ha senza riflettere) bensì una logica della complessità in cui intervengono diverse variabili.

Bisogna:

  • Determinare qual è il sistema determinato dal problema
  • Quali forze sono in gioco, le risorse e come intervenire sul "sistema bersaglio"

Pincus e Minahan individuano:

  • Sistema agente di cambiamento: ente dove a.s. svolge il suo lavoro, influenza con il mandato sociale ma anche con i vincoli e le risorse proprie del servizio
  • Sistema cliente: colui che chiede l'intervento
  • Sistema bersaglio: le persone da influenzare per produrre un cambiamento per il "sistema cliente". Può includere anche scuola, amici, vicini... tutti i soggetti che possono collaborare
  • Sistema d'azione: comprende tutti coloro che collaborano alla partecipazione del progetto. È importante definire "chi fa cosa", "come e quando", "relazioni".
Richiede buona capacità di lavorare in gruppo, negoziare e mediare, definizione dei ruoli. Utili "genogramma" ed "ecomappa". Dal punto di vista sistemico, la famiglia è considerata come "sistema cliente". Fruggeri individua diversi modi degli operatori di "rappresentare" la famiglia in modo implicito: - Assente: il rapporto con la famiglia per l'utente è assente o irrilevante per il cambiamento (es. sussidio dato amoglie può creare disequilibrio in coppia) - Contiguità separata: l'operatore e la famiglia hanno relazioni con l'utente in ambiti diversi e separati. Non c'è interdipendenza fra i contesti. (es. a.s. lavora con adolescente e spiega modi alla famiglia per migliorare il rapporto con lui ma non fa una lettura complessiva del sistema) - Collaborazione unilaterale: a.s. considera l'importanza della famiglia ma la utilizza come strumento per potenziare il proprioprogetto d'intervento. Così non si giunge mai a includere l'operatore come agente di cambiamento. Es. la famiglia di un anziano è importante ma serve anche che l'operatore agisca per un cambiamento. - Sostituzione: la famiglia è considerata come negativa e l'operatore si sostituisce ad essa per correggere. Es. un tossicodipendente in comunità senza domandarsi cosa significhi staccarlo dalla famiglia. - Co-evoluzione: gli interventi dell'operatore entrano nella famiglia e possono avere effetto su tutti oltre che sull'individuo. Approccio più coerente con approccio sistemico, porta a interrogarsi su come organizzare il proprio intervento sulla base di ciò che ritiene utile. Costruzione del progetto: Attraverso l'analisi della situazione, l'a.s. deve capire quali sistemi sono coinvolti nel problema, selezionare quelli che entrano nel progetto e definire i loro ruoli. - Fase 1: definire gli obiettivi. Produrre cambiamento.

come? Tenere presenti relazioni tra i sistemi coinvolti. Può portare a insuccesso anche una premessa non condivisa tra operatori.

Fase 2: precisare strategie, strumenti e tecniche. Dovranno essere congruenti con il modello teorico adottato. Condividere il tutto con equipe e utente. Individuare "chi fa cosa" e "in quali tempi". Il tutto facilita il processo di presa in carico. Gli strumenti possono essere: colloquio, rapporto, riunione, documentazione. Anche importanti i servizi messi a disposizione come ad esempio assistenza domiciliare o sussidi. Tutto questo va usato in modo strategico per produrre il cambiamento, non è il fine ma il mezzo.

Ci sono degli elementi che possono essere utilizzati a prescindere dal modello di riferimento:

  • Obiettivi: da non confondere con le "attività". Ad esempio, l'inserimento lavorativo ha come obiettivo l'autonomia economica o l'aumento dell'autostima. Inoltre, il progetto si iscrive all'interno di un contesto (esempio).

consulenziale o assistenziale) ma non delimita l'azione, cioè si può utilizzare un approccio tipico del "consulenziale" anche all'interno di uno di "controllo" quando serve. Più l'obiettivo è generico, più è difficile valutare l'avanzamento, mancano gli indici. A ciascun obiettivo si deve affiancare un'attività che serve per arrivare all'obiettivo stesso. Vanno determinati i tempi e gli indicatori. Nel proporre gli obiettivi si deve procedere con gradualità, considerare le difficoltà nel progredire dell'intensità (operatore aiuta e accompagna nel progresso, supporta per superare la difficoltà). Bisogna anche prevedere dei momenti di verifica intermedi, per rivedere eventualmente il progetto se necessario.

Obiettivi che si possono raggiungere con alcune tipologie di intervento:

  • Facilitazione: prestazioni di cui la famiglia può fruire nelle fasi

Di transizione connesse ai compiti evolutivi delle tappe del ciclo vitale. Servono per amplificare le risorse della famiglia. Es. centro anziani

Sostegno: rispondere a eventi critici compensando la carenza di risorse innescata dall'evento critico. Es. sussidio per famiglia indigente

Mediazione: quando non riescono a gestire autonomamente i conflitti. Es. separazione

Controllo e tutela: interventi per le famiglie che non riescono a assolvere ai compiti di cura dei loro membri.

Terapeutici: rispondono a bisogni di disagio psichico. Di solito inseriti in progetti complessi con + servizi. L'obiettivo è modificare le dinamiche relazionali che creano il disagio. L'a.s. fa consulenza psico-sociale: integra il lavoro dello psico. o psichiatra, è un intervento di chiarificazione e sostegno.

Contratto, attuazione del progetto e conclusione:

Contratto: si definisce il progetto con la persona, si esplicitano gli obiettivi e si negoziano insieme le scelte e i tempi.

Si esprimono gli impegni reciproci. L'operatore lavora all'interno di un'istituzione che ha delle risorse e dei vincoli, per questo ci deve essere equilibrio nella "triade istituzione-operatore-utente". Il contratto prevede che agiscano anche altri operatori, anche con questi va organizzato il tutto. Riguardo la "forma" del contratto, si può prevedere una forma scritta che lascia meno spazio ai malintesi e fraintendimenti, utile anche in caso di contestazioni. - Attuazione: sempre con approccio "circolare" in modo da rivedere eventualmente il contratto e i passi da svolgere. Possono entrare nuove info., da collegare alle precedenti, formulare nuove ipotesi e tarare l'intervento alla luce delle nuove valutazioni. Importante capire "come mai" non si sono raggiunti certi obiettivi, qui va fatta una "verifica" intesa come analisi delle retroazioni connesse. Come "risultato" si può avereuna riprogettazione o conclusione.- Conclusione: se si sono raggiunti gli obiettivi prefissati, se la persona si tira indietro, se l'istituzione richiede un cambio di operatore. Se si cambia operatore è importante il modo in cui si fa il passaggio: informare la persona, rassicurarla, formalizzare un incontro con il nuovo operatore. In tutti i casi in cui si conclude il percorso, si deve dedicare un momento di riflessione sull'intero processo.

Cap. 7 - Colloquio

Strumento fondamentale, si esprime la professionalità. I mondi dell'operatore e dell'utente si incontrano e perseguono obiettivi comuni. Si scambiano informazioni verbali ma anche non verbali, atteggiamento, modi di fare, emozioni.

Linee guida:

  • Il colloquio è uno strumento professionale
  • L'assistente sociale non può sottrarsi dall'affrontare contenuti emotivi pesanti
  • Ha degli obiettivi
  • Ha un tempo e un luogo
  • Esistono diversi tipi di colloquio

Ascolto nel colloquio:

Bisogna innanzitutto

saper ascoltare sé stessi. Avere consapevolezza di quali premesse mentali orientano l'azione, quali emozioni suscita il colloquio, si devono decodificare i messaggi interni per evitare di metterli in atto inconsapevolmente nella relazione. L'ascolto è un lavoro intenzionale e richiede disponibilità, conoscenza di sé e diriconoscersi reciprocamente senza confondersi o sovrapporsi. L'intensità e qualità dell'ascolto sono elementi per una conduzione efficace.

Relazione: è il canale attraverso il quale si comunica accoglienza, ascolto, accettazione dell'altro. Si rafforza la vita interna delle persone, le loro qualità e capacità. Il punto di vista dell'a.s. è condizionato dalla relazione che instaura con la persona per cui tenere a mente che le proprie mappe mentali vanno utilizzate al servizio della persona come una risorsa. Nella relazione devono esserci continui passaggi bilaterali,

Restituzioni e sensibilità. Tappe:

  • Preparazione: prevede "convocazione" (compreso le modalità, es. chiamata o mail. E chi chiamare, magari parenti o amici), "definizione degli obiettivi (es. raccogliere info., sostegno ecc...), "area da sondare" (individuate in base alle ipotesi), "info da ricercare" (scendere nel dettaglio), "info da dare" (es. su pratiche, materia e illustrativo), "scelta dell'ambiente" (es. ufficio deve essere neutro, semplice e accogliente. A domicilio ha a che fare con VD. Possibile anche in scuole, ospedali ecc.), "coinvolgimento di altre persone" (es. altri operatori, da specificare all'utente), "definizione dei tempi" (in base agli scopi, non meno di mezz'ora non superiore all'ora e mezza di solito. Si comunica all'utente così si organizza), "predisposizione dei supporti" (come cartella per prendere info).
Svolgimento: “fase iniziale” (accoglienza, oppure riprendere da obiettivi fissati in precedenza),“corpo centrale” (i contenuti da trattare, mantenere il tema evitando slittamenti, riformulare cosa ha detto l’utente per farlo sentire ascoltato), “conclusione” (tempo sufficiente per ricapitolare ciò che si è detto, per prendere accordi per un futuro incontro. Se emergono all’ultimo degli argomenti importanti si dedicherà spazio al prossimo incontro, in questo modo si accoglie l’argomento ma si definiscono le regole e il controllo della relazione. Se non si affretta nei tempi l’utente si sentirà accolto)- Documentazione: i passaggi significativi vanno documentati, serve per l’operatore e per altri colleghi per definire l’intervento. Descrivere in cartella gli obiettivi, le ipotesi, le aree da sondare e altro importante. Documentare le sensazioni “a caldo”. Documentare gli accordi.

presi perché saranno analizzati la volta successiva. Documentare gli aspetti nv, relazionali nei confronti dell'operatore e del servizio.

Il colloquio rispetto al processo d'aiuto:

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
15 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vale.f. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cremasco Daniela.