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SCHIZOFRENIA.
Tratti comuni:
• Elevata difficoltà di controllo delle pulsioni.
• Almeno una risposta di colore puro.
• Contenuti umani fantastici o devitalizzanti.
• Contenuti sangue e cibo.
• Più elevate rispetto alla norma risposte di qualità evolutiva vaga.
Differenze:
BORDERLINE
N < risposte deboli.
N < risposte popolari.
N < risposte chiaroscuri tattili.
N < risposte spazi bianchi.
Elevato indice di egocentricità.
Personalità inadeguata ed immatura, molto concentrata su di sé con scarso controllo
emozionale, poche risorse adeguate a far fronte alle richieste provenienti dall’ambiente.
Test utile per lo studio delle difese scissioni e identificazioni proiettive.
La valutazione clinica tramite il test di R può essere finalizzata alla:
✓ Descrizione della personalità.
✓ Diagnosi differenziale tra sindromi simili.
✓ Programmazione e valutazione del trattamento.
✓ Predizione comportamentale.
Con questo test possono essere rilevati:
✓ Modalità preferite di gestire le diverse esperienze e le capacità di farlo in modo
stabile, efficace e realistico.
Stili d’uso dell’ideazione.
✓ Maniera di provare a manifestare emozioni e modulare l’affetto.
✓
✓ Metodi per fronteggiare lo stress.
✓ Identità e percezione del sé.
✓ Rapporti oggettuali.
✓ Stili relazione interpersonali.
Dal trattamento psicologico ci aspettiamo:
a. Modifica di indicatori.
• Aderenza alla realtà.
• Disturbi del pensiero.
• Labilità affettiva.
• Relazioni oggettuali.
• Fantasie.
Il test di R è tra i pochi test che si possono utilizzare con lo stesso materiale e senza
modificazioni di consegne e setting sia con adulti che con adolescenti e bambini da 5 anni
in poi.
Il trend di cambiamento tra i 5 e i 16 anni è il seguente:
Maggiore complessità ed integrazione dei processi di pensiero.
Maggiore ricchezza di ideazione e conformità al pensiero socialmente accettabile.
Diminuzione idee irrealistiche ed egocentriche.
Maggiori espressioni controllate delle emozioni e attenzione verso i processi interni.
Wechster e all’MMPI –
Insieme alle scale 2 il test viene usato dagli psicologi forensi per le
valutazioni criminologiche.
Il processo inferenziale che lo psicologo compie per arrivare alla psicodiagnosi tramite
questo strumento è il seguente:
1. Appropriata e completa raccolta dei dati.
2. Analisi quantitativa fino alla formulazione del sommario degli indici previsti dal
sistema usato.
3. Inferenze di primo livello.
4. Trasformazioni.
5. Stesura del rapporto tecnico.
Il secondo metodo di valutazione del Rorschach più diffuso in Italia fa riferimento ai testi di
Ewald Bolim e Dolores Passi Tognazzo.
–
Cap. 6 Il TAT: sistemi diagnostici e interpretativi.
il TAT è un test proiettivo e si basa sull’assunto che i processi che compongono la struttura
–
di personalità possono essere proiettati su un materiale stimolo attraverso il quale diventa
possibile descriverli.
La forma definitiva del TAT è stata presentata da Murray nel 1943.
31 tavole Bianco e Nero, dalla 1 alla 10 rappresentanti scene realistiche; dalla 11 alla
20 rappresentanti scene irreali.
o 11 uguali per tutti i soggetti.
o 20 specifiche a seconda di:
▪ Sesso.
▪ Età.
▪ Bambini fino ai 14 anni.
▪ Bambine fino ai 14 anni.
▪ Presentate congiuntamente per la stessa fascia di età.
▪ Presentate separatamente a seconda del sesso.
▪ Presentate congiuntamente per adolescenti ed adulti.
Procedura:
il soggetto deve raccontare, per ogni tavola, una storia cercando di immaginare cosa è
successo prima e cosa accadrà dopo.
Il diagnosta prende nota del racconto tenendo conto anche degli indicatori non verbali e
senza interrompere la narrazione.
Se viene effettuata l’inchiesta successiva si chiede di far produrre al soggetto associazioni
libere a partire dai dati delle storie, per accedere ad ulteriore materiale stimolato dal
racconto.
Il significato delle tavole è ambiguo e suggestivo.
Utilizzo di Murray.
Suddivisione delle tavole in 4 serie specifiche: 20 tavole ognuna, scelte in base a sesso ed
età, da usare 10 volte in due sedute distinte.
1. SEDUTA: TAT come test di immaginazione.
2. SEDUTA: il soggetto è invitato a lasciare libero corso alla sua immaginazione.
Le due sedute hanno in comune il fatto di ricostruire una storia, indicando situazione
antecedente, condivisione, sentimenti e pensieri dei personaggi.
Doveva poi essere condotta un’inchiesta facendo ricordare al soggetto se le idee o il tema
delle storie derivassero da esperienze personali, tramite libere associazioni.
Interpretazione basata sulla PERSONOLOGIA: le storie narrate al TAT rappresentano unità
elementari di condotta, frutto dell’interazione tra il soggetto e l’oggetto, organizzate in modo
da formare programmi seriali.
Il cambiamento principale resta la transizione da un’analisi delle storie basata sul contenuto
a un’analisi formale, basata su come il soggetto percepisco o racconta le storie.
Utilizzo di Bellak.
La metodica di Bellak si basa su un’impostazione teorica che risolve il rapporto percezione
– proiezione tramite il concetto di appercezione.
Nella sua teoria la proiezione è analizzata in relazione a un certo stimolo esterno e
–
rappresenta il costituirsi di uno stato di iper recettività, determinato da bisogni inconsci ad
esso associati. –
La proiezione compare ogni volta che il soggetto struttura una situazione stimolo facendola
propria, percependola, in tal modo il soggetto proietta nello stimolo qualcosa di proprio. Al
TAT il soggetto ascrive i propri sentimenti ai personaggi delle tavole, esternando ciò che gli
appartiene: le risposte ai test sono distorsioni appercettive tramite cui il soggetto narra di sé
senza saperlo.
Nell’analisi delle risposte Bellak pone particolare attenzione alla maggiore o minore severità,
consapevolezza e complessità della distorsione.
Bellak propone una scelta ridotta di tavole da usare in una sola seduta: 10/20 tavole,
sufficienti a rilevare tutte le principali relazioni umane. Si riserva di aggiungere altre tavole,
sulla base di dati clinici utili da investigare.
Completato il test le storie vanno lette come comunicazioni psicologiche significative,
sottolineando ciò che appare unico e rilevante.
La conclusione dell’analisi e la possibile inferenza diagnostica derivano da:
Sintesi che fornisce una descrizione della struttura inconscia e bisogni del paziente.
Concezione che il paziente ha della realtà.
Sue figure significative.
Differenti aspetti della sua personalità.
In questa metodologia è fondamentale l’individuazione del tema della storia, valutato a
quattro livelli:
1. Descrittivo.
2. Interpretativo.
3. Diagnostico.
4. Simbolico.
Centrale è poi la rappresentazione del personaggio che più frequentemente compare nella
l’EROE.
storia
Il quale rappresenta aspetti del sé del paziente.
Altri aspetti importanti sono quelli percettivi; infine si dà risalto alla misura dell’ansia e ai suoi
rapporti con i meccanismi di difesa. L’analisi permette di individuare la struttura di
personalità del paziente.
Il contributo di Rapaport esamina tre modalità di distribuzione degli investimenti pulsionali:
controllate e l’Io dispone
1. FUNZIONAMENTO NORMALE energie pulsionali ben
liberamente delle energie di iperinvestimento per sostenere tutte le attività volontarie.
a. Storie: mescolanza di cliché, stereotipi e produzioni fantasiose.
RIGIDITA’ E INIBIZIONE l’Io si difende da situazioni pulsionali scarsamente
2. controllate con un ipercontrollo.
a. Storie: carattere stereotipato, esprime in modo generale la difesa del soggetto.
fluidità, labilità e impulsività, perché le energie neutre dell’Io
3. STATI PATOLOGICI
sarebbero disperse e gli investimenti pulsionali tenderebbero al controllo dei canali
di scarico della motilità, dirigendo il comportamento stesso.
a. Storie: molto fantasiose, esprimono accentuate contraddizioni, rilevando
anche la presenza di gravi patologie.
I cliché diventano norme rispetto alle quali si possono misurare le deviazioni da essi.
Rapaport ha così fornito un suo metodo interpretativo del TAT, basato sull’analisi di casi
clinici e casi di controllo. la sua interpretazione è un esame degli schemi convenzionali o
cliché delle risposte: la deviazione del soggetto da questa norma costituisce una base per
l’orientamento interpretativo.
Il DMM Defence Mechanism Manual, di Cramer.
Valuta la presenza di tre difese:
1. NEGAZIONE. Prime fasi dello sviluppo.
2. PROIEZIONE. Fasi centrali.
3. IDENTIFICAZIONE. Attività difensiva; età matura; maggiore influenza sulle donne.
Fornisce un sistema per codificare i meccanismi di difesa, a partire dalle storie narrate alle
tavole al TAT.
La SCUOLA FRANCESE (1972/73).
Shentaub ritiene che fantasie prodotte coscientemente, i racconti del TAT e le fantasie
spontanee, non debbano considerarsi fenomeni distinti.
Sgorgano dalla fantasia inconscia, che attinge sia dall’esperienza individuale che da quella
collettiva.
Per cui, il racconto al TAT sarebbe il compromesso tra l’incontro tra fantasmi, riattivati dal
contenuto delle tavole, e le esigenze coscienti di elaborazione narrativa, le quali devono
tener conto della consegna della relazione con l’esaminatore e dell’impatto con il contenuto
manifesto dello stimolo.
Secondo S. è la qualità strutturale e formale del racconto che rivela la qualità di questo
compromesso e quindi il grado di equilibrio e adattamento di chi narra.
BUON RACCONTO: testo in relazione con il contenuto manifesto dello stimolo che è in
rapporto con i suo contenuto latente.
carente controllo dell’Io, alterazioni e destrutturazioni del testo,
CATTIVO RACCONTO:
dipendenti da un insufficiente distanziamento.
La scuola francese ha selezionato 17 tavole, suddividendole per sesso.
Gli autori notano che la situazione al test comprende:
Relazione con l’esaminatore.
a.
b. Relazioni di transfert e controtransfert.
c. Necessità per il soggetto e di seguire una consegna, ovvero, raccontare una storia
partendo da una tavola.
La consegna pone l’accento sulle capacità di controllo cosciente e, contemporaneamente,
necessità di liberarsi del controllo.
Il processo di ela