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La quasi unanimità dei francesi è convinta che gli angloamericani vinceranno, anche grazie alla resistenza

sovietica. È facile immaginare quindi l’effetto provocato dallo sbarco angloamericano su un’opinione

pubblica già scettica: la guerra sta andando in senso inverso alle aspettative di vittoria di Berlino, e lo

sbarco in Algeria e Marocco, con la conseguente occupazione totale della Francia, finisce di convincere la

maggioranza dei francesi. Accanto alle operazioni in Africa del Nord, l’opinione pubblica intravede, grazie

all’offensiva russa, il crollo dell’esercito tedesco e quindi la successiva liberazione della Francia.

Quando si viene a conoscenza di quanto accaduto a Tolone il 27 novembre - nel cui porto la flotta francese

si è autoaffondata per non dover scegliere tra cadere in mano tedesca o raggiungere i porti nordafricani in

mano alleata – nell’intero paese si crea un clima antitedesco senza eguali.

La crisi di novembre consegna il governo Laval ed il regime collaborazionista nelle mani di Hitler.

Sorgono infine forme nuove e più dure di opposizione al regime e all’occupante, tra cui la crescita della

resistenza armata. È nella classe operaia che i manifestanti sono più numerosi: essi iniziano a sentirsi

rappresentati da un altro governo, il “Comitato nazionale francese”, guidato da De Gaulle.

4. La leva per il servizio di lavoro obbligatorio

Con il 1943, i crescenti costi umani della politica di collaborazione spingono i lavoratori francesi a passare

da un atteggiamento di rifiuto politico ad una mobilitazione attiva contro il regime e l’occupante. Il motivo

principale di questa mobilitazione è la deportazione industriale.

Per garantire l’approvvigionamento di manodopera francese alle industrie tedesche, il governo istituisce, il

16 febbraio 1943, il Service du Travail Obligatoire (STO), esteso ai giovani di ogni classe sociale, e non più+

limitato – come per la relève – alla classe operaia.

Prende corpo dunque la convinzione che le partenze avevano lo scopo di svuotare la Francia di uomini

pronti ad insorgere contro l’occupante.

I giovani che si sottraggono allo STO e si danno alla macchia, iniziano a formare i maquis (uno dei più

celebri è quello dell’Alta Savoia), nei quali si organizzano per una resistenza attiva.

Una parte consistente della leva per il lavoro obbligatorio si è trasformata in una leva per la Resistenza.

La mappa dei maquis coincide con quella delle bande partigiane e quindi la ricerca dei renitenti e la lotta

antipartigiana sono due facce della stessa medaglia.

Ci fu un colloquio poi tra Speer e Bichelonne che prendono atto dell’imponente renitenza allo STO ed

interrompono, per l’anno in corso, le requisizioni di manodopera.

5. Un’opinione pubblica che si radicalizza

All’inizio del 1943 si diffonde in Francia la speranza di una rapida conclusione della guerra dovuta ai successi

anglosassoni in Africa e alle vittorie dell’Armata Rossa.

A Stalingrado, per la prima volta dall’inizio della guerra, un gruppo di armate tedesche si è trovato

accerchiato e costretto alla resa. Le vittorie dell’Armata Rossa incrinano l’atteggiamento antisovietico

francese ed annullano le conseguenze del patto Ribbentrop-Molotov. L’ammirazione per l’URSS cresce in

proporzione alla delusione per gli angloamericani che non forniscono lo sforzo necessario per far

concludere la guerra.

Il protagonista principale della crescita dell’opposizione e della resistenza armata è il Partito comunista che

resiste nonostante le due repressioni che lo hanno coinvolto. I responsabili dell’attività partigiana sono

noti, in quanto si tratta di giovani minatori che già avevano animato gli scioperi del 1941: contro di essi il

governo è disposto a ricorrere a tutti i mezzi possibili. Inoltre le autorità tedesche esigono che tutti i

comunisti condannati, una volta espiata la pena, vengano consegnati a loro.

Nel 1943, il PCF raccoglie i primi frutti della sua lunga lotta clandestina poiché ora una gran parte della

Francia si riconosce nelle ragioni di questa lotta.

L’estate del 1943 si chiude su uno scenario di guerra civile incombente, che si intreccia alla lotta contro i

tedeschi a causa del coinvolgimento di milizie collaborazioniste in armi contro i partigiani.

L’atmosfera politica peggiora ancora dopo l’8 settembre, quando, con l’arrivo dei tedeschi che

sostituiscono le truppe d’occupazione italiane, la regione piomba in un clima di terrore.

6. Gli scioperi del 1943

Contro la fame e la deportazione gli operai hanno ripreso a scioperare: comincia un’agitazione fra le

industrie che si protrarrà fino alla liberazione. Questo movimento dimostra come di fatto esista un solo

movimento sindacale, la rinata CGT riunificata, che dirige dalla clandestinità tutte le istanze sindacali.

Il peggioramento della vita operaia e la più realistica aspettativa di sconfitta del Reich, spiegano la ripresa

della lotta.

La “direction des mines” del Ministero della produzione industriale nota che la produzione ha mantenuto i

suoi valori soltanto grazie al lavoro supplementare imposto ai minatori.

L’assenteismo è rimasto elevato ed il calo del rendimento è soprattutto conseguenza della stanchezza degli

operai. Di fatto, il rendimento individuale continuerà a calare per tutto il 1943. Quando poi alla fine del

1943 li si vuole privare anche del riposo settimanale, essi riscendono in lotta: il 10 ottobre riiniziano gli

scioperi ed il movimento presto si allarga fino a raggiungere un astensionismo quasi totale.

Attraverso la lotta gli scioperanti rivendicarono aumenti salariali e più congrue razioni alimentari, per poi

chiedere infine di terminare l’occupazione straniera: si tratta quindi di uno sciopero organizzato e

promosso da un partito politico e da un sindacato, PCF e CGT.

Questa lotta operaia è riconosciuta dagli stessi tedeschi che non ne nascondono l’efficacia, alternando

concessioni a minacce. Gli operai che collaborano lealmente potranno beneficiare dei seguenti vantaggi:

protezione contro l’invio in Germania; concessione della razione alimentare tedesca; protezione contro

l’evacuazione da Marsiglia.

Lo sciopero che si svolgerà a Marsiglia sarà generale e quello successivo sarà lo sciopero insurrezionale.

7. Gli americani contro De Gaulle

L’obiettivo dei francesi è quello di fare in modo che gli alleati riconoscano i combattenti per la libertà e chi li

rappresenta, come i veri portavoce della Francia. Questo è il senso della lotta condotta e vinta da De Gaulle

contro gli americani.

Formalmente, i rapporti tra Washington ed il governo di Vichy si chiudono l’8 novembre 1942, quando

Pétain ordina ai militari del Nord Africa di ricacciare in mare gli invasori americani.

Laval convocò l’ambasciatore americano per comunicargli che gli USA avevano sbagliato ad entrare in

guerra, poiché in caso di vittoria di URSS ed Inghilterra contro la Germania, in Europa regnerebbe il

bolscevismo, ragion per cui Laval preferirebbe la vittoria della Germania. Con questo egli intende

comunicare che se gli inglesi e gli americani dovessero entrare in suolo francese, egli li affronterebbe.

La politica americana si basava su un sostegno alla Francia, in alcuni capi vitali, in modo da poter creare

ostacoli significativi ad un completo allineamento con il Reich. Per raggiungere questo obiettivo,

Washington faceva passare attraverso il blocco inglese i rifornimenti alimentari e si mostrava comprensivo

nei confronti del Maresciallo, costretto ad una difficile neutralità.

In cambio gli americani puntano ad ottenere un’influenza all’interno del regime, che sperano poi di poter

capitalizzare. Essi vogliono sfruttare Vichy per combattere la Germania.

Gli americani si concentrano quindi sul regime, considerando De Gaulle uno strumento di propaganda in

mano agli inglesi ed un ostacolo per la loro politica all’interno del regime.

Anche con il ritorno di Laval, che segna il tramonto di ogni possibile condizionamento antitedesco, il

governo americano non mostra fiducia nei confronti di De Gaulle.

A fine giugno, il governo USA dichiara di volere un contatto permanente con il Comitato Nazionale Francese

di Londra, precisando che nessuno vuole imporre ai francesi un governo che essi non abbiano liberamente

scelto. De Gaulle da quindi il suo accordo il 10 luglio: questo sarà un duro colpo per Vichy.

Il generale viene messo da parte nei preparativi dello sbarco in Nord Africa, impedendogli così di

partecipare alla liberazione dei più importanti territori controllati da Vichy.

La scelta americana è quella di non dare spazio all’opposizione politica al regime, per poter contare

sull’appoggio dell’amministrazione militare nordafricana. È il trionfo della continuità che rappresenta però

la scelta più irrealistica poiché emargina totalmente le forze democratiche francesi che non trovano

riconosciuto il loro ruolo nei primi importanti territori liberati.

La scelta americana ha però delle conseguenze in quanto non può non toccare i cardini su cui si basava la

dittatura. Il dipartimento di Stato propone quindi di garantire ai rappresentanti di Vichy di restare in Africa

e chiede di abolire ogni misura antisemitica.

8. La vittoria di De Gaulle

La Resistenza è intimorita dal rapporto tra USA e Darlan. De Gaulle non dimentica che Darlan lo condannò a

morte come traditore per l’appoggio agli Alleati. Il generale decide quindi di inviare emissari in Nord Africa

per giungere ad un accordo con Giraud, che però accetta la nomina di Governatore: De Gaulle non può

accordarsi con loro.

Chi si è da subito opposto agli occupanti, si sente tradito nel vedere gli americani accordarsi con il nemico.

Ma per quanto riguarda gli USA, la loro collaborazione con Darlan è limitata alle esigenze militari. Roosvelt

legge poi una dichiarazione di Darlan del 16 dicembre 1942 in cui Darlan schiera le sue truppe nella guerra

alleata contro l’Asse. Sembra che gli americani abbiano trovato ciò che desideravano, ma ciò durerà poco

dato che Darlan verrà ucciso in un attentato: il sostituto scelto è Giraud.

• De Gaulle amministrerà i territori francesi passati sotto il controllo alleato

• Il Centro Francese di Liberazione Nazionale (CFLN) si trasferirà da Londra ad Algeri

• Giraud diventa Comandante delle forze che combattono contro l’Asse

De Gaulle può vincere lo scontro con Giraud poiché egli ha il sostegno di inglesi e francesi e della

Resistenza, in quanto rappresenta la linea democratica contro Giraud, vichista mal convertito. Gli americani

si accorgono di non essere stati in grado di eliminare De Gaulle dalla sua posizione eg

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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/04 Lingua e traduzione - lingua francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabardelloni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla mediazione francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cordiner Valerio.