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VISIONE

Ora ci si inizia a chiedere se la guerra nel suo complesso sia davvero terminata con la sconfitta della Francia. Le risposte in apparenza più logiche si dimostreranno le più false e quelle folli invece (per effetto della visione, della capacità di comprendere gli eventi con intelligenza cartesiana dal coinvolgimento emotivo) saranno quelle giuste.

Si pone la questione di come arrendersi ai tedeschi: con l'armistizio o con la capitolazione? La capitolazione vuol dire che l'esercito sconfitto in battaglia si arrende, ma il governo continua, magari in esilio, a governare, a sostenere, a rappresentare lo stato nella guerra. Si abbandona il territorio di Francia alle truppe tedesche, il governo si trasferisce all'estero e continua la resistenza riorganizzando le sue forze.

L'armistizio, invece, significa che è il governo a chiedere la pace ai nemici, ammettendo la sua sconfitta. L'onore dell'esercito è salvo perché

è il governo che si assume la responsabilità di chiedere le condizioni della resa, della sconfitta. Tutto ciò lo fa delegando una parte ingente del potere politico all'invasore, chiedendo in cambio alcune salvaguardie per i suoi cittadini.

Queste sono due opzioni molto diverse che rispondono a visioni diverse dell'attualità e a strategie per il futuro completamente opposte.

Come ostacolo all'armistizio c'è l’accordo del 28 marzo 1940 (francesi e inglesi decidono di non chiedere alcun armistizio al nemico se non di accordo comune): le autorità francesi si ritengono sollevate dal dovere di onorare questo accordo col pretesto che gli inglesi si sono rifiutati di mandare altre unità combattenti in Francia per aiutare l'esercito francese a resistere. Quindi, col pretesto dei rinforzi insufficienti, l’accordo con gli inglesi viene violato.

È questo l'inizio di un potere giuridicamente illegale come

l'armistizio o la capitolazione devono essere decisi dal governo. In questo caso, il governo francese guidato da Philippe Pétain ha scelto di firmare l'armistizio con la Germania nazista. L'armistizio ha portato alla creazione dello Stato francese di Vichy, un regime collaborazionista con i nazisti. Questa decisione ha diviso profondamente l'esercito e il governo, con alcuni che erano favorevoli alla resa incondizionata e altri che volevano continuare la lotta. Tuttavia, c'era un'altra possibilità che veniva proposta da Jean Monnet e Charles de Gaulle. Proponevano di creare un'unione franco-britannica, uno stato transitorio fino alla vittoria della guerra, che unisse Francia e Inghilterra con un governo congiunto franco-inglese. L'obiettivo era continuare la lotta dall'Inghilterra, in prospettiva di una futura liberazione del territorio francese e delle popolazioni residenti dall'occupante nazista. Questa proposta venne accusata di essere una manovra colonialista da parte degli inglesi e quindi venne respinta da chi era invece pronto alla resa incondizionata. È importante sottolineare che l'esercito e il governo erano estremamente divisi internamente sulla scelta tra l'armistizio e la capitolazione. L'esercito non era un potere autonomo, ma un potere dello Stato, quindi la decisione sull'armistizio o la capitolazione doveva essere presa dal governo.

obbedisce al potere politico. Dopo “l’affaire Dreyfus” l’esercito veniva gergalmente chiamato “la grande muette”, cioè chesta zitto e obbedisce. Ora l'esercito, approfittando di questa situazione di grandi difficoltà,rialza la voce e conquista, per il tramite di Weygand e Pétain, la guida del potere politico.Anche questo è un altro passo nell'illegalità da parte della finzione di Stato che l'État françaisdi Pétain rappresenta.Per farlo però bisogna impossibilitare in ogni movimento le componenti della politica delparlamento che sono contrarie all’armistizio con i tedeschi.C'è una minoranza che desidererebbe continuare la guerra e preferisce l'opzione dellacapitolazione dei militari continuando a governare all'estero.Per bloccare questa manovra dei bellicisti si dimostra grazie agli organi di stampa che laFrancia è spacciata.

L'Inghilterra si prepara a resistere alla battaglia che prossimamente Hitler lancerà, e gli Stati Uniti sono attualmente in una condizione di neutralità, non sono ancora scesi in guerra. Quindi la Francia è sola e deve decidere ciò che le conviene, cioè arrendersi e siglare l'armistizio con il nemico.

Charles de Gaulle (sottosegretario alla difesa e generale di brigata a titolo temporaneo) intanto si reca a Londra.

Alcuni parlamentari cercano di andare nell'Impero francese per costituire là un governo che continui la resistenza, purtroppo ad attenderli c'è la polizia francese e i soldati francesi che per ordine di Pétain li arrestano e li condannano come traditori.

Le persone che hanno autorità si chiedono di chi siano le ragioni della sconfitta.

C'è un discorso di Pétain del 20 giugno 1940 e un discorso di De Gaulle (da cui proviene il suo soprannome "l'uomo del 18 giugno").

Del 18 giugno 1940. Sono discorsi completamente opposti e forniscono dei fatti e visioni contrarie, e propongono soluzioni estremamente differenti.

Secondo De Gaulle la colpa è dei militari e secondo Pétain la colpa è della politica e del popolo francese (in particolare la politica del fronte popolare e la parte di popolo che seguiva i discorsi del fronte popolare).

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Discorso di Pétain del 20 giugno 1940.

“Francesi, ho chiesto ai nostri avversari di mettere fine alle ostilità [in realtà sono già finite perché l’esercito francese si è arreso]. Il governo ha designato mercoledì i negoziatori plenipotenziari incaricati di ricevere le loro condizioni [cioè le condizioni che presenteranno gli avversari]. Ho preso questa decisione dura al cuore di un soldato perché la situazione militare lo imponeva [cioè sono i fatti e bisogna arrendersi di fronte linea della Somme e dell’Aisne. Il

generalealla realtà]. Speravamo di resistere a quellaWeygand aveva raggruppato le nostre forze. Il suo solo nome lasciava presagire la vittoria.[Ecco la retorica, le chiacchiere: di fronte ai carri armati tedeschi basta il nome delgenerale per fermare il nemico]. Tuttavia la linea ha ceduto e la pressione del nemico hacostretto le nostre truppe alla ritirata [si la pressione del nemico, ma anche gli ordini chePétain ha formulato]. Sin dal 13 giugno la domanda di armistizio era inevitabile [nonc'erano altre soluzioni secondo Pétain, sicuramente non la capitolazione perproseguire altrove l'azione di governo e la resistenza contro il nemico]. Questasconfitta vi ha sorpreso ricordandovi del 1914 e del 1918 [cioè gli estremi di quella guerranella quali i francesi guidati da Pétain e altri sono risultati vittoriosi]. Voi cercate leragioni, io ve le dirò [Ecco il pontefice: voi non siete in grado, ve le dirò io]. Il primomaggio 1917

avevamo ancora 3.280.000 uomini in armi, malgrado 3 anni di combattimenti cruenti. Alla vigilia della battaglia attuale ne avevamo 500.000 in meno. Nel maggio 1918 avevamo 85 divisioni britanniche a sostenerci; nel maggio 1940 ce n'erano solo 10. Nel 1918 avevamo con noi 58 divisioni italiane e 42 divisioni americane [quindi è un problema numerico secondo Pétain, ci sono pochi soldati francesi al fronte, meno di quanti ne sarebbero serviti e gli alleati non hanno fatto la loro parte per aiutare la Francia: quindi non è colpa di chi ha diretto gli uomini, ma è perché gli uomini non erano a sufficienza e gli alleati sono venuti meno alle rassicurazioni e ai patti]. Il nostro materiale è stato più grande ancora di quello dei nostri effettivi, dei nostri soldati [un osservatore potrebbe dire che l'inferiorità del cervello è stata da parte di chi dirigeva l'aviazione francese ha condotto].uno contro sei il suostata ancora più evidente].
combattimento [cioè è entrato in battaglia con un numero 6 volte inferiore di aerei].
Meno forti di 22 anni fa, avevamo anche meno amici [eccola di chi è la colpa, degli amici che sono venuti meno: gli inglesi non hanno fatto la loro parte fino in fondo].
Troppo pochi bambini, troppe poche armi, troppi pochi alleati [ecco lo stile ternario da teatro].
Ecco le cause della nostra sconfitta [i francesi hanno fatto pochi figli, hanno investito poche risorse nell'acquisto di armi e hanno avuto pochi alleati fidati nel momento del bisogno: queste sono le cause della sconfitta e non l'impreparazione dei militari].
Il popolo francese non contesta questi fallimenti [parla a nome del popolo, è il nonno di tutti, il patriarca].
Tutti i popoli hanno conosciuto di volta in volta dei successi e dei rovesci, delle sconfitte. È nel modo con cui reagiscono a queste sconfitte che si mostrano deboli o grandi.
Noitrarremo la lezione dalle battaglie perse. Dopo la vittoria, lo spirito di godimento [cioè la bella vita] ha prevalso sullo spirito di sacrificio [cioè sul senso del dovere]. Si è richiesto più di quanto non si sia prestato servizio. Si è voluta fa risparmiare la fatica; si incontra oggi la disgrazia [non un discorso da politico, non un discorso da capo di stato, ma un discorso da parroco di campagna, che oltretutto ha l'aggravante di mischiare una sconfitta militare con un precedente politico che non ha nessun nesso con essa, quindi la colpa della sconfitta clamorosa dei francesi è che i francesi dopo la Prima Guerra Mondiale si sono divertiti troppo, hanno chiesto e ottenuto troppo, e quindi per le loro colpe si sono trovati impreparati al momento della guerra e adesso pagano con la disgrazia]. Io ero con voi nei giorni di gloria. Capo del governo, io sono e resterò con voi nei giorni bui. Statemi a fianco. Il combattimento èlo stesso. Si tratta della Francia, del suo suolo e dei suoi figli. [Questo è il discorso con cui verrebbe spiegata ai francesi la necessità della resa dell'armistizio nei confronti dei tedeschi]. ----------Discorso di De Gaulle del 18 giugno 1940.---------- "I capi, che da numerosi anni sono alla guida dell'esercito francese, hanno costituito un governo [quindi i soldati governano]. Questo governo, col pretesto della sconfitta del nostro esercito, è entrato in contatto col nemico per cessare le ostilità. Certo, siamo stati e siamo sommersi dalla forza meccanica [i carri armati], terrestre [la fanteria] e aerea [gli Stukas] del nemico [parla da tecnico: è l'uso di questa forza che ha determinato la sconfitta]. Infinitamente più del loro numero [anticipa le osservazioni che poi farà Pétain] sono i loro carri armati, i loro aerei, la tattica dei tedeschi che ci hanno fatto indietreggiare [cioè è il cervello, che

però è mancato ai francesi]. Sono i carri armati, gli aerei, la tattica dei tedeschi che hanno sorpreso i nostri capi al punto

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A.A. 2019-2020
140 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ale.2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cordiner Valerio.