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REDAZIONE DEL QUESTIONARIO
Nella sua realizzazione, il ricercatore si trova a dover effettuare
scelte relative:
al contenuto delle domande; alla verbalizzazione e al formato delle
domande; all’ordine delle domande; al lay-out del questionario.
Il contenuto delle domande deve permettere agli intervistati di
poter fornire le informazioni richieste: per questo devono essere
brevi, chiare e facili da comprendere, in modo da non confondere
l’intervistato e indurlo a dare una risposta parziale. Infatti l’abilità
del ricercatore consiste nel tradurre problemi complessi in domande
semplici e concise, prive di parole inusuali e inconsuete.
La verbalizzazione delle domande prevede di evitare quelle
formule linguistiche capaci di indirizzare le risposte e influenzando
così l’intervistato.
Il ricercatore può poi ricorrere al formato della domanda aperta o
chiusa: le domande aperte consentono all’intervistato di esprimersi
liberamente fornendo risposte spontanee; le domande chiuse
comportano risposte con alternative limitate e possono essere
infatti domande ad alternativa semplice e a scelta multipla.
L’ordine delle domande segue un approccio che va dal generale
al particolare (ad imbuto): in questo modo si passa da un
argomento a un altro più approfondito solo dopo una sua analisi
completa. Questo approccio consente ai processi mentali di chi
risponde di articolarsi senza problemi, partendo da una discussione
generale per poi arrivare a restringere il campo.
Il lay-out del questionario serve a semplificare la sua
compilazione, fornendo all’intervistato delle brevi regole al fine di
evitare difficoltà di comprensione.
Prima della somministrazione, il questionario viene sottoposto a
pre-test, al termine del quale le domande possono essere riscritte o
modificate.
L’analisi dell’attrattività viene effettuata attraverso l’analisi della
domanda nella sua dimensione attuale e nella sua dinamica di
evoluzione nel tempo orientandosi verso due livelli: il mercato
potenziale e il modello del ciclo di vita del prodotto.
ANALISI DELL’ATTRATTIVITÀ ATTRAVERSO: LA STIMA DEL MERCATO
POTENZIALE…
Segue una logica statica e in chiave quantitativa.
È necessaria un’analisi della domanda attuale, riferendosi al
concetto di domanda totale, cioè il volume totale di prodotti/servizi
che verrebbe acquistato da un segmento di consumatori in una
precisa area geografica in un preciso arco di tempo, dato da un
preciso ambiente di marketing e da un certo livello dello sforzo di
marketing del settore o di un comparto specifico.
La domanda totale è influenzata da una serie di fattori come gli
sforzi di marketing delle imprese (domanda endogena) e le
condizioni ambientali (domanda esogena):
in questo caso la domanda viene definita espandibile, quando
appunto è influenzabile da fattori ambientali o dalle iniziative di
marketing; mentre non è espandibile quando non risponde più alle
pressioni di marketing e agli stimoli ambientali e i mercati sono
saturi.
Il mercato potenziale è la massima quantità di prodotti/servizi che si
possono vendere in un determinato mercato e in un preciso arco
temporale.
Si possono individuare due concetti di mercato potenziale: il
mercato potenziale attuale, cioè il limite verso cui si può ambire a
raggiungere in termini di volume di vendita, considerando gli
investimenti massimi attuabili (anche a livello di comunicazione); il
mercato potenziale assoluto, cioè il volume totale delle vendite che
si può ambire a raggiungere nel caso in cui i consumatori utilizzino il
prodotto in modo massimo e ottimale (ad esempio il dentrificio per
tre volte al giorno).
… E IL MODELLO DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO
Permette di misurare le vendite di un determinato prodotto nell’arco
temporale attraverso un diagramma cartesiano con il tempo
rappresentato sull’asse x e il volume di vendita sull’asse y.
In questo modo studiamo l’attrattività dei segmenti in base al
tempo.
Il ciclo di vita di un prodotto si compone di 4 fasi:
introduzione;
sviluppo;
maturità;
declino.
Di ogni fase è necessario studiare il contesto competitivo e
l’ambiente di riferimento; gli obiettivi del marketing strategico; la
pressione del marketing mix; le condizioni di economicità e
redditività.
Nella fase di introduzione il prodotto è totalmente nuovo e ci sono
pochi concorrenti. È caratterizzata da una serie di fattori: la
comparazione, fatta da consumatori su prodotti già sul mercato; il
rischio percepito (finanziario o no) nell’acquisto del prodotto; le
barriere difficili da eliminare; la mancanza di informazioni per cui
l’azienda non è capace di guidare il consumatore.
Ideale sarebbe che questa fase fosse breve.
L’obiettivo strategico è quello di far conoscere il prodotto, investire
in attività di comunicazione informativa e creare nella mente del
consumatore la consapevolezza di marca (brand awarness).
La pressione del marketing mix include una promotion forte; un
product nuovo con grande possibilità di miglioramento; un price o
relativamente alto (prezzo di scrematura, che permette di
recuperare in tempi ragionevoli il volume dei costi ed è una logica
più finanziaria che economica) o molto basso (prezzo di
penetrazione, con logica più commerciale; riguardo al place siamo
ancora restii perché non si ha una vendita sicura.
Per quanto riguarda la dimensione finanziaria, il flusso di cassa è
negativo a causa delle spese e dei costi di produzione molto elevati.
Nella fase di sviluppo il volume delle vendite inizia a crescere
perché il prodotto è migliore, più diffuso e accessibile. Ci sono i
competitors.
L’obiettivo strategico è quello di massimizzare il numero delle
vendite; creare un’immagine positiva dell’impresa e lavorare sulla
fedeltà; rendere distintivo il posizionamento strategico.
La pressione del marketing mix include un product con più attributi;
la promotion non è più informativa ma si crea un’idea affettiva; il
price si abbassa; la distribuzione diventa estensiva e non più
selettiva.
Per quanto riguarda la dimensione finanziaria, il flusso di cassa
diventa positivo, grazie all’aumento del volume delle vendite e si
formano economie di scala e di apprendimento.
Nella fase di maturità il livello delle vendite giunge al massimo e
rimane costante al variare del tempo (ad esempio acquisto di
jeans).
Anche la tecnologia è arrivata ad un livello massimo di espansione.
Siamo in una situazione stabile, ferma.
Il prodotto è ormai conosciuto dal mercato, facilmente accessibile e
ci sono tanti competitors.
L’obiettivo strategico è quello di resistere, massimizzando il profitto
e proteggendo la propria quota di mercato dall’azione dei
competitors.
La quota di mercato è il rapporto tra il nostro volume delle vendite e
quello delle aziende concorrenti.
La pressione del marketing mix include le politiche promozionali e si
propone di differenziare il proprio prodotto in termini qualitativi;
cercare la fedeltà dei clienti, avviando una guerra di prezzi;
valorizzare il posizionameto competitivo.
Siamo in una fase di redditività positiva.
Nella fase di declino il volume delle vendite diminuisce in modo
permanente (ad esempio l’uscita del nuovo modello iphone tende a
sostituire e a far scomparire quello vecchio).
L’obiettivo strategico è quello di ridurre gli investimenti di
marketing in quel prodotto; abbassare i prezzi ma facendolo
progressivamente.
La pressione del marketing mix propone di uscire dal mercato
progressivamente oppure di cercare di effettuare un processo di
restyling del prodotto, in modo da rinnovarlo e non farlo uscire dal
mercato.
L’analisi della competitività analizza la dinamica competitiva di un
dato spazio economico: questa indagine tende a: identificare il tipo
di regime concorrenziale insieme ai concorrenti che lo animano;
determinare i caratteri del vantaggio competitivo, cioè l’insieme
degli elementi di superiorità rispetto ai competitors.
ANALISI DELLA COMPETITIVITÀ
Da un lato ha il compito di valutare se l’impresa possiede le
capacità per sostenere una certa pressione concorrenziale; dall’altro
di fornire un sostegno all’assunzione di decisioni strategiche, utili
per stabilire l’ingresso o meno in un dato spazio economico e, in
caso affermativo, per determinare i meccanismi di protezione
concorrenziale.
Si individuano 4 regimi competitivi:
la concorrenza perfetta, con un numero elevato di venditori e
compratori e in cui vige la condizione di perfetta omogeneità tra i
prodotti, così che non ci sia alcun motivo per preferire un offerente
rispetto ad un altro;
il monopolio, con un unico offerente attivo sul mercato;
l’oligopolio, in cui agisce un numero definito e ristretto di imprese e
includendo a sua volta un oligopolio differenziato, con beni che
presentano caratteristiche distintive, e un oligopolio indifferenziato,
con prodotti omogenei;
la concorrenza monopolistica, con un numero elevato di imprese
che vendono varietà differenziate di prodotti.
Porter sottolinea come sia necessario non solo limitarsi all’analisi
del settore di appartenenza, ma estendere ulteriormente il campo
di indagine: propone infatti un analisi dei competitors attraverso il
modello della concorrenza allargata che rileva 5 forze
concorrenziali, che sono i concorrenti nel settore, i potenziali
entranti, i prodotti sostitutivi, i fornitori e gli acquirenti.
MODELLO DELLA CONCORRENZA ALLARGATA
Per quanto riguarda i concorrenti nel settore, l’analisi implica
prima di tutto la determinazione del tipo di regime competitivo nel
quale le imprese si trovano ad operare; in secondo luogo Porter
sottolinea la necessità di indagare le determinanti della concorrenza
del settore come: il tasso di crescita del settore; il grado di
differenziazione tra i prodotti; i costi di entrata; l’identità della
marca; l’esistenza di barriere all’uscita ecc…
I potenziali entranti sono concorrenti che non operano ancora
nello spazio economico di riferimento ma che potrebbe diventare un
nostro competitor, costituendo quindi una minaccia. Per questo
l’impresa, al fine di ridurre la minaccia dell’ingresso di nuovi
concorrenti, crea delle barriere all’entrata come economie di scala,
costi di trasferimento, fabbrisogno di capitali, brevetti…
I prodotti sostitutivi sono quei beni