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STIMOLO ESPOSIZIONE ATTENZIONE COMPRENSIONE
à à à
Esposizione e attenzione non hanno natura interpretativa, sono deputate alla ricezione del
messaggio. Sono la premessa perché si possa arrivare allo stadio finale (comprensione) in cui
interpretiamo gli stimoli.
Alcune premesse:
- l’interpretazione è il processo di interazione tra informazioni provenienti
dall’ambiente e conoscenza in memoria;
- le conoscenze che abbiamo condizionano il livello di attenzione e la comprensione
dello stimolo;
- il consumatore è in grado di prendere in considerazione modeste quantità di
informazioni per volta scartando tutte le altre;
- gran parte dei processi cognitivi si sviluppa in modo automatico, rapido e inconscio.
3.1. L’ESPOSIZIONE
L’oggetto dell’esposizione sono gli stimoli di marketing, ovvero stimoli e informazioni che
assumono rilievo in relazione a un certo processo d’acquisto.
Per esposizione si intende la capacità fisica e mentale di ricevere uno stimolo all’interno di un
determinato contesto. Siamo esposti agli stimoli:
- consapevolmente durante la ricerca attiva delle informazioni relative a un prodotto
(esposizione intenzionale) non porta mai alla raccolta definitiva di tutte le
à
informazioni;
- quando svolgiamo attività non esplicitamente dedicate agli acquisti (esposizione
accidentale) contatto non intenzionale con l’informazione. Natura casuale
à
dell’esposizione quindi modesto livello di attenzione e comprensione. Tuttavia alcune
volte è proprio la natura accidentale di alcune esposizioni che produce effetti
significativi sui processi cognitivi = esempio acquisti d’impulso o non programmati,
effettuati in seguito alla percezione diretta (sullo scaffale del supermercato) o
indiretta (attraverso la comunicazione).
È necessario considerare se e come uno stimolo viene percepito. L’esposizione di per sé non
garantisce che lo stimolo venga effettivamente recepito dal sistema cognitivo.
Questo problema si pone esclusivamente in relazione all’esposizione accidentale. In questo
senso si farà riferimento al concetto di sensazione, come la risposta immediata dei nostri
sistemi sensoriali allo stimolo. A rilevare gli stimoli dall’ambiente esterno saranno i cinque
sensi, il processo di percezione consiste quindi nella ricezione delle sensazioni da parte dei
nostri sensi.
La percezione può attivare porzioni di memoria (sotto forma di network associativi) che
vengono innescate dallo stimolo in questione. Ha un’importanza determinante perché
rappresenta l’interfaccia tra la realtà esterna e la conoscenza presente in memoria.
In particolare imprese e istituzioni contano molto sulle percezioni date dai cinque sensi:
- componente visiva: la dimensione, il design, la forma e il colore della confezione
costituiscono strumenti di marketing di grande utilità. I colori risultano spesso
associati a risposte cognitive e affettive diverse. (rosso=senso di eccitazione, blu e
verde= rilassamento). La sensibilità per i colori ha una dimensione culturale:
consumatori di paesi diversi mostrano preferenze e attribuiscono significati diversi
agli stessi colori a causa delle rispettive radici culturali.
- anche profumi e odori sono diventati dei veri e propri sostegni del marketing mix,
influenzano le valutazioni dei consumatori (in presenza di ambienti profumati si ha
una percezione inferiore del tempo trascorso).
- il senso dell’udito: costituisce il core business di molte aziende (settore discografico).
Oppure in un supermercato con una musica di 60 battute al minuto (invece di 108 ad
esempio) i consumatori camminavano più lentamente e spendevano il 38% in più.
Infine c’è il fenomeno del time compression velocità dello speaker dell’annuncio
à
pubblicitario aumenta il potere di persuasione poiché si pensa che chi parla più
velocemente venga ritenuto più credibile e competente;
- tatto: importante per la percezione degli stimoli di marketing in relazione soprattutto
a prodotti come volante dell’automobile, rivestimenti dei mobili, ecc.
- il senso del gusto è ovviamente fondamentale per percepire le caratteristiche dei
prodotti alimentari. I blind test (prova del prodotto senza riconoscere la marca)
dimostrano come i consumatori scelgano i prodotti alimentari non solo per il gusto ma
anche per comunicazione, marca e prezzo. Alcuni brand noti (Nutella, Coca Cola)
vengono considerati come benchmark.
Per le aziende una maggiore esposizione determina una propensione del consumatore a
recepire e internalizzare i contenuti dell’informazione. Questo spiega l’impegno delle imprese
nel fornire più stimoli possibili al consumatore.
A causa della sovrabbondanza di stimoli e dei limiti cognitivi del cervello umano, i
consumatori operano un processo di selezione delle informazioni che ricevono. Ciò significa
che essi recepiscono solo una quota ridotta degli stimoli che percepiscono.
La distinzione degli stimoli dallo sfondo acquista rilievo per le situazioni di esposizione
accidentale.
Quando più uno stimolo si distingue dallo sfondo in cui è collocato, tanto più è probabile che
passi attraverso il processo di selezione e sia effettivamente oggetto di comprensione.
Aspetti (della sfera individuale) che consentono o impediscono agli stimoli di entrare nel
processo di comprensione:
- esperienza individuale = in relazione alle caratteristiche individuali, si creano
specifiche sensibilità per alcune tipologie di stimoli verso le quali l’attenzione risulta
maggiore;
- livello di vigilanza = a prescindere dai casi di esposizione intenzionale, esistono
condizioni in cui il consumatore non cerca un prodotto particolare ma è sensibile alla
comunicazione (es.: passeggiata in centro guardando le vetrine). Dunque in alcune
situazioni è più vigile e ricettivo, in altre riduce sensibilmente la propria capacità
percettiva;
- adattamento = consiste nella progressiva assuefazione a nuovi stimoli (es.: un nuovo
modello di macchina ci colpisce solo la prima volta, le volte successive meno). Questo
determina una relativa e progressiva diminuzione della capacità di percezione mano a
mano che passa il tempo;
- processi automatici = il riconoscimento e la ricezione di alcuni stimoli dipende spesso
da processi poco impegnativi, fuori dal controllo consapevole del consumatore
(riconoscimento diretto di un prodotto abituale);
- principio di difesa: l’individuo tende a confermare e difendere le proprie convinzioni
anche contro evidenze contrarie. Sottovalutiamo alcuni stimoli per conservare le
nostre idee;
La selezione può dipendere anche da caratteristiche degli stimoli e sono due gli elementi che
contribuiscono a rendere percepibile lo stimolo di marketing:
- la posizione, intesa come la collocazione dello stimolo all’interno dello spazio
percettivo dell’individuo (posizionamento dei prodotti sugli scaffali, quelli ad altezza
occhi presentano maggiore probabilità di essere oggetto di attenzione);
- il contrasto: quanto maggiore è la distinzione di uno stimolo rispetto a quello tra i
quali si trova collocato, tanto maggiore è la probabilità che esso sia percepito
(applicazioni Flash e Java che hanno trasformato la pubblicità statica permettendo ad
alcuni simboli di risaltare grazie al loro movimento oppure utilizzo di colori
volutamente contrastanti rispetto ai concorrenti).
3.2. L’ATTENZIONE
Il processo di attenzione può essere definito come l’attivazione da parte dello stimolo dei
processi mentali che trasferiscono la sensazione percepita al cervello per la successiva
elaborazione.
ATTENZIONE PROCESSI MENTALI INTERPRETAZIONE
à à
Il soggetto considera consapevolmente un determinato stimolo e lo trasferisce alla fase
successiva, l’interpretazione.
Esistono diverse descrizioni dei processi di attenzione:
- attenzione involontaria del tutto indotta dall’esterno, l’attenzione viene
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letteralmente attirata da eventi indipendenti dalla nostra volontà (rumori forti, luci…);
- attenzione spontanea siamo in linea di massima disponibili a ricevere stimoli, ma
à
non li stiamo cercando deliberatamente (shopping);
- attenzione pianificata ricerchiamo consapevolmente informazioni per risolvere un
à
problema (esposizione intenzionale) oppure siamo altamente coinvolti verso un
prodotto (se un consumatore è altamente coinvolto da un prodotto mantiene un
elevato livello di attenzione anche quando svolge altre attività).
L’attenzione implica la selettività: a seconda degli obiettivi il consumatore avverte la necessità
di selezionare le informazioni pertinenti all’interno di un contesto informativo più generale.
L’attenzione presuppone la consapevolezza: è necessario che il consumatore sia ricettivo al
messaggio che gli si vuole comunicare.
L’attenzione può variare lungo un continuum tra:
- livello di attenzione precosciente: non c’è consapevolezza intenzionale, processi
automatici, l’impegno cognitivo è modesto. Si riscontra per temi e concetti familiari,
frequenti e di importanza limitata;
- livello di attenzione focale: c’è consapevolezza e intenzionalità, processi controllati,
impegno cognitivo elevato. Temi e concetti nuovi, non conosciuti, di importanza
elevata.
Vi sono almeno tre fattori che possono condizionare in modo significativo il livello di
attenzione del consumatore:
- condizioni emotive: in situazione di elevata eccitazione (negativa o positiva) il soggetto
può manifestare una maggiore attenzione per gli stimoli che riceve;
- grado di coinvolgimento: urgenza o necessità di un certo prodotto incentivano il
coinvolgimento e di conseguenza l’attenzione con cui il consumatore recepisce gli
stimoli;
- rilevanza ambientale: consiste nel grado in cui lo stimolo informativo si discosta da
altri stimoli all’interno di un ambiente di riferimento denso di informazioni di
marketing.
Le imprese cercano di stimolare l’attenzione dei consumatori attraverso la produzione di
informazioni (per aumentare il coinvolgimento, bisogna intervenire su rilevanza intrinseca e
situazionale) e la ricerca della massima rilevanza ambientale.
3.3. LA COMPRENSIONE
Il processo di comprensione consiste nell’aggiunta di contenuti e significati alle informazioni
grezze nell’integrazione della nuova conoscenza con quella esistente.
Questo processo ha una dimensione cognitiva: gli stimoli in entrata vengono catalogati e
attribuiti alle varie strutture della conoscenza esistenti in memoria.
Tuttavia, esiste anche una dimensione affettiva, secondo la quale gli s