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RAGGIUNGE IL LIVELLO DELLA PIENA OCCUPAZIONE DELLA FORZA LAVORO, IL LIVELLO DEI PREZZI E’ DATO
(essendo dati il salario, la produttività del lavoro e mark-up); MENTRE RIMANGONO INDETERMINATI IL LIVELLO
DELL’OCCUPAZIONE (N) e, di conseguenza, DEL PRODOTTO (Y).
Invece, se si registra una SITUAZIONE DI DOMANDA DI LAVORO IN ECCESSO, anche il prezzo come il salario diventa
un’incognita, mentre l’occupazione è vincolata dalla forza lavoro disponibile.
“DATA LA FORZA LAVORO, SI OTTIENE IL PRODOTTO DI PIENO IMPIEGO ATTRAVERSO LA FUNZIONE DELLA PRODUZIONE
DI BREVE PERIODO.”
8.1.3 Funzione della produzione e offerta aggregata. La FUNZIONE DELLA PRODUZIONE DI BREVE PERIODO può essere
⁄
( = )
ricavata dalla definizione di produttività media del lavoro e dall’equazione [5], secondo la quale nel breve
periodo il valore di (a) è dato, per cui:
= ̅ (funzione della produzione) [8]
(̅)
L’equazione [8] è rappresentata dalla semiretta con coefficiente angolare nel GRAFICO (a) della FIGURA 8.1.
( = )
In corrispondenza della piena occupazione della forza lavoro otteniamo, dall’equazione [8], il LIVELLO DEL
∗
( ):
PRODOTTO POTENZIALE ∗
= ̅ = [7B]
Il GRAFICO (b) consente, mediante la semiretta di inclinazione 45°, di trasferire sull’asse delle ascisse i valori del
prodotto (Y) rilevati sull’asse delle ordinate.
Le equazioni [7a] e [7b], rappresentate nel GRAFICO (c) definiscono la FUNZIONE DI OFFERTA AGGREGATA (AS): la
funzione AS ha una FORMA AD ANGOLO RETTO:
• Infatti, se l’ECONOMIA E’ IN UNO STATO DI SOTTOCCUPAZIONE, i salari e i prezzi sono dati e la curva di offerta
( )
è infinitamente elastica, ossia è orizzontale, in corrispondenza del prezzo (equazione [7a]).
• Invece, IN CASO DI PIENA OCCUPAZIONE è dato il prodotto potenziale e l’offerta diventa verticale in corrispondenza
∗
( )
di (equazione [7b]).
“LUNGO LA FUNZIONE DI OFFERTA LE COMBINAZIONI PREZZO-QUANTITA’ SONO INFINITE: per trovare la posizione di
( ).
equilibrio del sistema è, dunque, necessario ricorrere alla FUNZIONE DI DOMANDA AGGREGATA
−
8.2 Offerta e domanda aggregate in un economia chiusa: il modello nel breve periodo. 8.2.1 Domanda
aggregata e prezzi. Nel capitolo 5 abbiamo messo in evidenza, attraverso l’analisi del modello IS-LM, come la domanda
dei beni sia influenzata negativamente dal livello dei prezzi.
(̅
ⅇ = − ) [ⅇ ]
̅ ̅∕
−
̇
ⅇ = + [ⅇ ]
ℎ ℎ
• Secondo la funzione IS il livello di (Y), che in questo contesto rappresenta la DOMANDA DI BENI, è negativamente
correlato con il tasso nominale di interesse (i): infatti, ricordiamo che da (i) dipende la domanda di beni di
investimento delle imprese.
• IL TASSO DI INTERESSE, come mostra la funzione LM, DIPENDE A SUA VOLTA DALLA QUANTITA’ REALE DI MONETA
(M / P) e, pertanto, dal livello dei prezzi (P). In particolare, un aumento dei prezzi fa aumentare la domanda di
moneta e, quindi, il tasso di interesse, provocando una caduta della domanda aggregata di beni.
Il contrario, ovviamente, si verifica nel caso di una diminuzione del livello dei prezzi. In altri termini, LE VARIABILI Y
(domanda aggregata) E P (livello dei prezzi) SONO INVERSAMENTE CORRELATE.
Quest’ultimo aspetto può essere dimostrato sul piano formale semplicemente sostituendo il lato destro della
funzione LM al posto di (i) nella funzione IS. Infatti, così facendo si ottiene la seguente espressione:
̅
[̅ (̅
= − − + )]
ℎ
Raccogliendo a fattor comune e risolvendo rispetto a (Y), abbiamo:
̅
̅ ̅)
= + ( − [9]
= =
dove [moltiplicatore della politica fiscale]
+ + ∕
= =
e [moltiplicatore della politica monetaria]
+
L’equazione [9] conferma che tra (Y) e (P) esiste un LEGAME INVERSO: infatti, un aumento del prezzo determina una
riduzione della quantità reale di moneta e, quindi, dato il moltiplicatore (β), una caduta del prodotto.
(̅ ̅
= 0)
Se si mette in evidenza (P) e se, per semplificare, si pone (dove rappresenta la componente autonoma della
domanda di moneta a scopo speculativo), l’equazione [9] diventa:
̅
[ⅇ ( )]
= ⅇ [9a]
−̅
L’equazione [9] rappresenta la FUNZIONE DI DOMANDA AGGREGATA: quest’ultima, essendo derivata dalle funzioni IS e
LM, può essere definita come l’INSIEME DELLE COMBINAZIONI DELLE VARIABILI (P) E (Y) CHE ASSICURANO L’EQUILIBRIO
SIA NEL MERCATO DEI BENI SIA NEI MERCATI FINANZIARI.
La funzione di domanda aggregata è illustrata dalla FIGURA 8.2:
Come si può notare la funzione ha la FORMA DI UN’IPERBOLE:
ⅇⅇⅇ ⅇⅇ 0
Nell’equazione [9] si osserva, infatti, che per (la funzione è ASINTOTICA ALL’ASSE
̅,
ⅇⅇⅇ ⅇⅇ ′
DELLE ASCISSE) e per (la funzione è ASINTOTICA A UN ASSE VERTICALE
(̅)
PARALLELO ALL’ASSE DELLE ORDINATE, corrispondente al valore di .
La posizione della curva di domanda aggregata dipende, come mostrato dall’equazione [9a], dalle variabili
̅
̅
()
strumentali e , oltre che dal moltiplicatore (politica fiscale) e β (politica monetaria):
• (̅)
̅
( )
Per esempio, un aumento di farebbe spostare la curva verso l’alto, mentre un aumento di farebbe
spostare verso destra la curva. Ambedue le manovre avrebbero un effetto espansivo.
Nella FIGURA 8.3 sono rappresentati i due casi speciali del sistema IS-LM:
1) IL CASO KEYNESIANO – CURVA LM ORIZZONTALE (trappola della liquidità) – è illustrato nel GRAFICO (a).
2) IL CASO CLASSICO – CURVA LM VERTICALE (teoria quantitativa della moneta) – è illustrato nel GRAFICO (b).
Ricordiamo che il caso keynesiano si verifica quando il tasso d’interesse nominale ha raggiunto il suo livello minimo
= 0)
(al limite, e, quindi, la domanda di moneta è infinitamente elastica al tasso di interesse.
( = ) ( = 0).
Pertanto, il moltiplicatore della politica fiscale diventa e quello della politica monetaria diventa Come
si può notare dall’equazione [9], la funzione di domanda aggregata diventa:
̅
= [9b]
Ossia, si trasforma in una retta verticale, del tutto insensibile alle variazioni dei prezzi, oltre che dalla quantità di moneta.
(ℎ = 0)
Il caso classico è rappresentato dall’ipotesi (DOMANDA DI MONETA INSENSIBILE AL TASSO D’INTERESSE). I due
( = 0) ( = 1 ∕ )
moltiplicatori diventano e e la funzione di domanda aggregata assume la forma di un’iperbole
equilatera asintotica ai due assi: ̅
= [9c]
8.2.2 Equilibrio tra domanda e offerta. () ( ),
L’equilibrio del sistema si ottiene dall’incontro della funzione di offerta con la funzione di domanda si veda
la FIGURA 8.4, GRAFICO (c). ( )
Supponiamo che la funzione di domanda si trovi inizialmente nella posizione e incroci la funzione di offerta nel
( ).
tratto orizzontale in corrispondenza del prezzo 0 ∗
( ) ( )
Come si può notare, il PRODOTTO DI EQUILIBRIO E’ INFERIORE AL PRODOTTO POTENZIALE e, di conseguenza,
0
( = − )
si ha un livello di occupazione pari a – GRAFICO (a) della FIGURA 8.4.
0
QUALI SONO LE POLITICHE PIU’ APPROPRIATE PER RAGGIUNGERE LA PIENA OCCUPAZIONE DELLA FORZA LAVORO E
∗
( )?
REALIZZARE IL PRODOTTO POTENZIALE Si possono perseguire due strade, non necessariamente alternative:
′
( ),
a) LA SOLUZIONE KEYNESIANA, volta a spostare la curva di domanda aggregata nella posizione con un
intervento attivo della politica economica, monetaria e/o fiscale. ( )
Questa soluzione porterebbe all’equilibrio di piena occupazione nel punto (GRAFICO (c) della FIGURA 8.4) con
1
prezzi inalterati.
b) LA SOLUZIONE CLASSICA, che si basa sulla flessibilità dei salari e dei prezzi. La soluzione classica condurrebbe,
( )
invece, all’equilibrio nel punto con un livello dei prezzi più basso.
2
Infatti, SECONDO LA TESI CLASSICA, la contrattazione salariale collettiva affidata ai sindacati dei lavoratori e ai datori di
lavoro, in sostituzione della contrattazione individuale, impedisce alle forze di mercato di esercitare la propria azione di
riequilibrio.
Dunque, sarebbe sufficiente ripristinare la flessibilità dei salari e dei prezzi per arrivare automaticamente, senza bisogno
di interventi esterni, all’equilibrio di piena occupazione. ( ) ( )
Come si può osservare nella FIGURA 8.4c, una riduzione del salario nominale farebbe scendere il prezzo da a e
0 1
( )
la nuova linea dell’offerta aggregata incrocerebbe la domanda aggregata nel punto in corrispondenza del prodotto
2
di pieno impiego.
8.2.3 Critica keynesiana alla tesi classica. L’argomentazione di KEYNES contro la soluzione neoclassica del problema
della disoccupazione si basa su DUE CONSIDERAZIONI PRINCIPALI:
• La prima è che LA RIGIDITA’ DEI SALARI VERSO IL BASSO NON E’ UN COMPORTAMENTO IRRAZIONALE O EGOISTICO
IMPOSTO DAI SINDACATI, ma può essere spiegata dalla MANCANZA DI COORDINAMENTO tra le decisioni dei singoli
operatori.
PER ESEMPIO, i lavoratori di una singola azienda o di una determinata categoria economica non hanno alcuna
garanzia che un’eventuale decurtazione della loro retribuzione sarà applicata anche ai dipendenti di tutte le altre
aziende. E anche se cadessero tutti i salari, non è detto che le imprese ridurrebbero i prezzi dei prodotti: infatti,
potrebbero approfittare della situazione per aumentare i margini di profitto.