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PROSA MINORE DELL'AUREO TRECENTO

Modelli linguistici trecenteschi che diventano tali grazie alla canonizzazione di forme e modelli rigidi da parte dei grammatici del Cinquecento: imitazione delle Tre Corone consigliata da teorici e grammatici fino al primo Ottocento. Il Trecento come secolo "aureo" poiché in esso si vede realizzato un connubio tra scrittori e popolo: abate Cesari convinto che anche autori minori toscani del Trecento avessero avuto la dote di scrivere bene e quindi modelli di perfetta prosa (idee del cinquecentista Salviati) purismo: identificazione di modelli linguistici ritenuti esenti da difetti. Attribuzione di valore eccessivo ad autori trecenteschi minori, le cui opere vengono considerate determinanti per la formazione linguistica ancora nell'Ottocento.

a) Domenico Cavalca: autore di due volgarizzamenti, uno intitolato Vite dei santi padri

b) Iacopo Passavanti: autore dello Specchio di vera penitenza, opera morale e dottrinale

I PRIMI

SUCCESSI DEL TOSCANO- Antonio da Tempo, 1332: la lingua toscana magis apta est ad literam sive literaturam, cioè è la più→adatta alla letteratura ed è quella più diffusa e meglio comprensibile riconoscimento assaiprecoce del primato del toscano sulle altre lingue regionali- Influenza del toscano sui poeti di altre regioni italiane, ad esempio il petrarchista padovanoFrancesco di Vannozzo usa il dialetto in componimenti satirici e polemici (linguaggio della satira piùrealistico e meno selezionato, come in Cecco Angiolieri)- Nicolò de’ Rossi: convivenza di forme toscane e settentrionali (studia a Bologna negli stessi anni di→Cino da Pistoia importanza degli spostamenti dei toscani verso l’Italia settentrionale), arriva finoall’ipercorrettismo (es. introduzione di consonanti doppie in parole che in toscano sono scempie,come scierra e vomitto)- Cecco d’Ascoli: autore del poema L’Acerba, su cui Dante

esercita un'influenza nonostante la volontà di prenderne le distanze

I VOLGARIZZAMENTI- Cronica dell'Anonimo romano contenente la Vita di Cola di Rienzo (1360 ca.): scritta in romanesco antico, che si presenta in forme "meridionali" prima della toscanizzazione cinquecentesca della parlata di Roma (fenomeni meridionali come esito in ie- di G + vocale palatale, "iente" per "gente") → redazione che nasce da un intento divulgativo- Altri volgarizzamenti da opere latine e da opere toscane nelle varie lingue locali (siciliano, napoletano, ligure, ecc) la prosa più della poesia resiste all'omologazione toscana- Volgarizzamenti interessanti per lo studio di settori tecnici del linguaggio, quello scientifico e quello scientifico-filosofico-morale

L'EPISOTLA NAPOLETANA DI BOCCACCIO- Uno dei più antichi testi in volgare napoletano, databile al 1339 Maria Chiara Bergonzi- Esempio di letteratura dialettale riflessa:

Letteratura dialettale cosciente di essere tale, volontariamente distinta dal codice della lingua letteraria che Boccaccio, evidentemente, era in grado di padroneggiare alla perfezione - Scritto di tono scherzoso in cui si rivolge all'amico fiorentino Francesco de' Bardi - Importanza del soggiorno napoletano per la formazione di Boccaccio e la sua conoscenza dell'ambiente mercantile - Lingua napoletana marcata in senso comico, ricostruita nel modo in cui un non-napoletano poteva imitare "a orecchio" il parlato vivo del tempo - Ipercorrettismi in cui il dittongo napoletano viene introdotto anche in parole che in napoletano non lo hanno (nuostra, nuome, fratiello) - Esperimento importante dal punto di vista linguistico: mostra un uso volontario di un volgare diverso dal proprio, identificato nelle sue caratteristiche fonetiche, lessicali e sintattiche - Boccaccio porta avanti la mimesi del parlato vivo con gli occhi di un forestiero che soggiornando in un luogo diverso.

dalla propria patria ha imparato a usare la lingua locale Il Quattrocento LATINO E VOLGARE Il rifiuto umanistico del volgare e il confronto con il latino → - Petrarca affida la parte più solida del proprio messaggio letterario al latino processo decisivo per gli sviluppi della lingua: confronto con il latino degli autori canonici (Cicerone, Livio, Seneca etc) che porta a una concezione della lingua quale frutto di imitazione dei grandi modelli letterari (idea che viene trasferita dal terreno degli studi classici a quello della teorizzazione sulla normativa dell’italiano) - Crisi del volgare: giudizio di molti umanisti riguardo al volgare nel confronto con la lingua dei classici → - Umanisti della prima generazione che non usano il volgare squalificazione di ogni scelta linguistica non latina a) Coluccio Salutati: Leonardo Bruni lo inserisce nel Dialogus ad Petrum Paulum Histrum in cui Salutati esprime il rammarico per il fatto che Dante non avesse usato il latino per laCommedia, conquistando maggiore gloria letteraria: a) Niccolò Niccoli: Dante avrebbe dovuto essere rimosso dalla schiera dei letterati e lasciato in compagnia di lanaioli, fornai ecc. b) Giorgio Valla: parla delle cantiunculas, le "canzoncine" in italiano scritte da Dante e Petrarca per il popolo degli indotti. c) Francesco Filelfo: non disprezza il volgare da lui definito "toscano", ma afferma che si scriveva in volgare solo ciò che non era destinato ai posteri. - Umanisti che si differenziano da questo pensiero: Leonardo Bruni celebra i meriti di Dante indipendentemente dalla lingua usata (atteggiamento di disponibilità che si ritrova in Leon Battista Alberti) Maria Chiara Bergonzi: a) Non vi è differenza tra scrivere in latino o volgare come tra scrivere in latino o in greco, paragone che pone l'italiano allo stesso livello delle lingue classiche. b) Ogni lingua ha la sua perfezione, quando chi scrive sappia essere elegante dicitore.scrittorigiudicati in base alla qualità delle proprie realizzazioni- Principio di parità potenziale delle lingue antiche attraverso cui il volgare poteva ottenere universalericonoscimento, superando ogni pregiudizio- Nella seconda metà del XV secolo il disprezzo del volgare è un fatto "umanisticamente normale": latino preferito in quanto lingua nobile capace di garantire l'immortalità letteraria, mentre uso delvolgare accettabile solo in materie senza pretese d'arte (scritture pratiche e d'affari)- La posizione umanistica poteva arrivare ad ignorare il volgare ("rimozione" secondo Tavoni), nella convinzione che nell'Italia moderna e antica fosse esistita solo una tradizione culturale latina- Discussioni sull'origine del volgare e sul suo rapporto con il latino classico condotte come frutto di ricerche storiche riguardo il problema di come fosse avvenuto il crollo della romanità gli

Studi sull'origine del volgare iniziano nel momento in cui nasce una storiografia interessata a definire il trapasso dall'antichità al Medioevo.

Macaronico e polifilesco sono tipi di scrittura letteraria in cui latino e volgare entrano in simbiosi, solitamente a scopo comico e più raramente serio.

Vi è una frequenza di esperimenti di mistilinguismo tra latino e volgare tra XV-XVI secolo: esperimenti letterari in cui la contaminazione è volontaria e studiata, non casuale.

Esistono due forme di contaminazione "colta" tra volgare e latino (esperimenti propri del periodo umanistico): macaronico e polifilesco.

A) Macaronico: linguaggio nato a Padova alla fine del Quattrocento. È una latinizzazione parodica di parole del volgare oppure una deformazione dialettale di parole latine, con forte tensione espressionistica tra le due componenti.

- Componente dialettale: bassa, corporea, plebea.

- Componente latina: aulica.

Questo contrasto permette particolari effetti d'arte, come la formazione di parole ibride e l'uso di giochi di parole.

parole macedonia, ad esempio aduna parola volgare può essere applicata una desinenza latina, parole esistenti sia in volgare sia in latino vengono usate nel significato proprio del volgare, parole latine vengono legate in costrutti sintattici tipicamente volgari (es. propter non perdere tempus)- Latino che sembra pieno di "errori", ma in realtà l'autore macaronico è un ottimo latinista, che gioca con l'idioma dei classici- Scelta volontaria dello scrittore a scopo comico realizzata mediante una tecnica di "abbassamento del tono" Maria Chiara Bergonzi- Utilizzo rovesciato della retorica: citazioni di autori classici o paragoni tra elementi di per sé incommensurabili (cose grandi e nobili accostate a cose piccole e ridicole), comparsa di elementi repellenti (pidocchi, moccio) o ridicoli e osceni →- Macaronico: termine che deriva dal macarone, un tipo di gnocco origine vistosamente corporea, parodica rispetto alla natura

“eterea” della poesia (gioco umanistico)- Esponenti di questo genere: Tifi Odasi e Teofilo Folengo

B) Polifilesco o pedantesco- Hypnerotomachia Poliphili (Guerra d’amore in sogno dell’amatore di Polia): romanzo anonimo (forse→autore Francesco Colonna, domenicano veneziano) pubblicato a Venezia nel 1499 volgare chesopporta l’estrema dose di latinizzazione possibile, al limite dello snaturamento- Scrittura presumibilmente seria: volgare non dialettale ma toscano/boccaccesco con patinasettentrionale illustre- Latino che non si ispira agli scrittori della latinità aurea, ma si rifà ad Apuleio e Plinio- Latinismi lessicali particolari: archi crinali (forcine per capelli), fronte di cincinni capreoli silvata(frondeggiante di ben composti viticci)- Commistione di latinismi vistosa nella prosa colta dell’epoca, specialmente nella koinè padana del400/500, anche in scritture che non hanno scopo d’arte

Fenomeni di mescidanza nella

predicazione- Predicatori dell'Italia settentrionale (Bernardino da Feltre e Valeriano da Soncino) che si esprimono in un linguaggio che mescola volgare e latino in modo tale da ricordare il macaronico- Nella predica medievale il latino serve non solo da punto di partenza (versetti della Bibbia) ma ricorre anche nel corpo della predica stessa- Sermoni mescidati: espressioni e frasi latine che convivono con una robusta dialettalità, così vigorosa da far pensare che a volte ci sia un gusto per il comico- Le versioni scritte dei sermoni mescidati riflettono l'effettiva realtà? Non c'è ragione di credere che esse si distacchino completamente dalla predicazione realeAltri casi di contaminazione tra latino e volgare- Testi che rispondono a scopi pratici: epistole, relazioni, diari, libri di famiglia e ricettari (formule latine che entrano nella cultura popolare)- Lettera: varie parti potevano essere in latino (varie combinazioni)a) formule

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
60 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariachiarabe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Volpi Mirko.