Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame Linguistica Italiana, prof. Zublena, libro consigliato Breve storia della lingua italiana, Marazzini Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I

l Castellano”:

● la lingua poetica di Petrarca era composta da vocaboli provenienti da tutta Italia e

quindi non si deve definire fiorentina ma italiana

● si appella al “​ De Vulgari Eloquentia” di Dante​

, dove condanna la lingua fiorentina

​ ​

● teoria criticata da Machiavelli​ nel “​

Discorso intorno alla nostra lingua

”, dove

Machiavelli dialoga con Dante, il quale viene condotto a correggere i suoi errori

​ Niccolò Machiavelli​ → “​ Discorso intorno alla nostra lingua

”:

● Baldassarre Castiglione​ (lingua cortigiana)

● Pietro Bembo​ (modello letterario trecentesco di Petrarca e Boccaccio)

● Niccolò Machiavelli​ (fiorentino contemporaneo)

Pietro Bembo​ → “​ Prose della volgar lingua”: grammatica italiana in forma dialogica

● Giuliano De’ Medici​ : continuità dell’Umanesimo volgare

● Federico Fregoso​ : tesi teoriche

● Ercole Strozzi​ : tesi del volgare

● Carlo Bembo​ : portavoce delle idee dell’autore → il futuro della letteratura è la lingua

del Trecento (riferimenti a Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa)

​ ​

Benedetto Varchi​ →​ “

L’Hercolano”:

● dialogo tra Varchi e il conte Ercolano sulla natura del volgare toscano

● segue la posizione di Bembo​ (lingua del Trecento di Petrarca e Boccaccio) e vi

aggiunge la possibilità di far entrare anche forme più popolari in uso tra i fiorentini

Seicento

​ ​

Accademia della Crusca (Firenze, 1582) → “​

Vocabolario della Crusca

”:

● modello del fiorentino letterario trecentesco indicato dal B

embo

Settecento

Caffè​ :

● critica alla lingua arcainizzante e alla retorica accademica → no passatismo → no

alla Crusca conservatrice

● Verri​ → “​ Rinunzia avanti notaio degli autori del presente foglio periodico al

Vocabolario della Crusca”:

• respinta l’autorità della lingua toscana e dell’Accademia di Firenze

• appello alla libertà espressiva

• facoltà di introdurre forestierismi

• necessità di chiarezza comunicativa

• no pedanteria: le parole vuote e banali convenevoli rallentano la lettera e la

comprensione → centralità dei contenuti

• Cesare Beccaria → “​

Risposta alla Rinunzia” (test comico e parodico in cui

si finge di prendere le parti della Crusca)

​ ​

Melchiorre Cesarotti → “​ Saggio sulla filosofia delle lingue”:

● necessaria evoluzione della lingua

● miglioramento delle lingue nel tempo

• le lingue moderne sono migliori di quelle antiche

• tutte le lingue si possono migliorare

● tutte le lingue nascono e derivano

• ogni lingua cambia nel tempo

• nessuna lingua è pura: adozione delle parole straniere (“male necessario”)

• tutte le lingue nascono per caso e non da un progetto razionale

• la grammatica non va alterata

• il lessico è alterabile

● differenze sociali nell’uso della lingua

Ottocento

1861: unità d’Italia

Antonio Cesari​ → “​ Dissertazione sopra lo stato della presente della lingua italiana”

(modello della lingua toscana del Trecento) e “​

Crusca Veronese” (serie di giunte al

vocabolario della Crusca) → "​ purismo​ " (no innovazioni → antimodernismo: imitazione della

letteratura antica) → vi si oppose V incenzo Monti

Alessandro Manzoni​ : “​ Promessi Sposi” → teoria linguistica​ → fiorentino colto (lingua

della conversazione comune) come lingua degli italiani → vi si oppose G

raziano Isaia

Ascoli​ → unità linguistica si raggiunge con lo sviluppo culturale (lingua come conseguenza

dello sviluppo politico-sociale, non come premessa)

Novecento

​ ​ ​

Unificazione linguistica → vi contribuirono:

● guerre mondiali​ → portano i contadini arruolati a conoscere la lingua italiana,

parlata dagli ufficiali (servizio militare obbligatorio)

​ ​

● politica linguistica del fascismo del primo dopoguerra

• contro forestierismi

• contro dialetti

• contro lingue delle minoranze

● boom economico​ dopo il secondo dopoguerra

• mobilità interna e incontro di lingue e culture → crisi delle parlate locali

● industrializzazione → spostamenti dalle zone rurali alle città, dal sud al nord

● progresso tecnologico​ → radio, televisione, informatica, mass media

● riforme scolastiche → aumento della scolarizzazione (aumento dell’età dell’obbligo

scolastico) → diminuzione dell’analfabetismo

● amministrazione → diffusione della burocrazia

Don Milani​ “​ Lettera a una professoressa” (1967):

● critica alle modalità di insegnamento linguistico in uso nelle scuole

• modello troppo condizionato dai modelli letterari ormai superati

• modello diverso e lontano dalle abitudini delle classi povere

● scarsa considerazione della lingua e della cultura dei poveri

• no possibilità di partecipare in modo attivo e costruttivo alla vita sociale e

politica della comunità

• emarginazione dei figli di contadini e operai

​ ​ ​ ​

Bruno Ciari​ si ispira a Celestin Freinet​ e al Movimento di Cooperazione Educativa​

:

● clima di classe sereno e accogliente

● liberazione del pensiero infantile testo libero orale

• discussioni tra i bambini su temi vari introdotti in classe (tecnica ripresa da

Mario Lodi​ ) → educazione a parlare e ad ascoltare + costruzione delle

conoscenze come percorso collettivo

● dialogo continuo tra bambino e ambiente = interdisciplinarietà, globalità, no

frammentazione del sapere

● giornalini scolastici

Bernstein​ : teoria della deprivazione verbale

● le differenze socio-economiche influiscono in modo determinante sul linguaggio e sul

rendimento scolastico

● linguaggio formale (o codice elaborato) = linguaggio usato dalla classe media

● linguaggio pubblico (o codice ristretto) = linguaggio usato dalle classi basse

● criticata da Labov​ :

• i bambini delle classi inferiori non sono privi di lingua, piuttosto essi

posseggono una lingua diversa

• l’uso del codice elaborato o di quello ristretto non dipendono dalla classe

sociale ma dalla situazione/contesto in cui avviene la comunicazione

Società Linguistica Italiana (SLI):

● interesse per l’educazione linguistica

● da essa nasce poi il Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione

Linguistica​ (GISCEL)

il GISCEL e le 10 tesi per l’educazione linguistica democratica​

:

● 1.​ centralità del linguaggio verbale nella vita di ogni essere umano (sviluppo della

comunicazione con gli altri, della comprensione e del controllo dell’esperienza)

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ElisaDC di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Zublena Paolo.