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Ulteriori caratteri tipici del testo parlato

È la possibilità di retroazione. È la possibilità che abbiamo, nel parlato, di modificare e aggiustare il tiro del nostro testo in base alla reazione del destinatario. Vale per il parlato poiché nello scritto la possibilità non c'è, dobbiamo essere chiari a prescindere perché non si può tornare indietro. Ad esempio: sto camminando, si affianca una macchina e il conducente mi chiede come arrivare alla stazione; allora inizio a dargli delle indicazioni ma, dall'espressione del suo viso, capisco che il discorso risulta un po' oscuro; quindi, torno indietro e riformulo il discorso cercando di essere più chiaro.

È l'obbligo di svolgimento lineare. Questo tratto riguarda non tanto il mittente quanto il destinatario. La possibilità di non rispettare tale obbligo nel mezzo scritto è limitata, ma potenzialmente comunque c'è. Quando noi produciamo

Una lettura veloce di un testo sono utilissimi i capoversi (quella parte di testo incorniciata dall'accapo e dall'accapo successivo): iniziamo a leggere l'inizio del capoverso, ci rendiamo conto di quale argomento viene trattato e poi decidiamo se leggere per intero il capoverso o passare avanti.

Ovviamente, anche nel testo scritto la possibilità di non rispettare questo svolgimento lineare è limitata: noinon leggiamo un testo scritto dall'ultima pagina alla prima, perché comprometteremmo il significato intero del testo, non capiremmo; tuttavia, potremmo farlo e, quindi, la possibilità di non rispettare tale obbligo c'è, ma resta comunque limitata.

Invece, nel testo parlato/orale la possibilità di eludere tale obbligo non c'è mai, perché un discorso pronunciato a voce prevede uno svolgimento progressivo e lineare dell'informazione e, quindi, il destinatario lo riceve e assimila di conseguenza.

senza possibilità di alternativa.
  1. LIMITAZIONE ALLA SFERA UDITIVA.
Il parlato funziona sfruttando il canale uditivo. Ovviamente anche il testo scritto può funzionare allo stesso modo (nessuno ci vieta di leggerlo ad alta voce), solo che nella maggior parte dei casi al testo scritto corrisponde una lettura mentale, quindi silenziosa; anche per questo il testo scritto tendenzialmente risponde a regole più stringenti rispetto al parlato. Serianni scrive: "Il testo scritto deve soddisfare non solo l'orecchio ma anche l'occhio". Lo scritto ha una serie di regole formali da rispettare (presenti anche nel parlato ma in maniera meno stringente). Una regola da rispettare nel mezzo scritto è quella di separare le parole a seconda del valore grammaticale o che hanno, mentre nel parlato tale separazione non è scontata (es. "a casa": nel parlato pronunciamo le due parole come se fossero una parola unica "accasa") pervia del raddoppiamento o rafforzamento fono-sintattico). Fino al 500, periodo in cui si codifica per la prima volta una norma grammaticale per l'Italino, in parte anche ortografica (si arriverà all'ortografia solo nel 600), in qualsiasi testo troviamo scritto le parole abitudinali del parlato ("accasa", appunto). In molti casi il parlato non si può riconoscere corretto ma accettabile anche nello scritto ("a me mi"). Oppure, l'avverbio "Indietro" in origine era scritto staccato, tuttavia nella pronuncia questi due segmenti sono sempre stati scanditi come una parola sola e questo uso si è diffuso a tal punto che la sola grafia in uso è questa. Nell'affermare tali cose si sta generalizzando. - Infatti, per lo scritto ci sono varie tipologie di testo (ad es. l'SMS è un testo scritto altamente informale, quindi in esso le regole che valgono nei contesti più formali potrebbero nonvalere più).- Il fatto che tendenzialmente lo scritto risponde a regole più stringenti rispetto al parlato non deve far passare l'idea che lo scritto sia più difficile e il parlato sia più facile: perché ci sono altri parametri, essi rispondono a regole differenti tra loro e quindi un discorso va gestito in modo diverso a seconda che sia scritto o parlato. Ad esempio nel testo parlato c'è la questione della ricezione immediata del testo parlato: se un testo scritto può essere gestito in modo più complesso (perché lo scrittore può riflettere molto prima di scrivere e il destinatario ha la possibilità di rileggerlo più volte) e quindi la sua produzione e ricezione è più dilatata nel tempo, il testo parlato è pronunciato nell'immediato e il criterio dell'immediatezza comporta più difficoltà (la lingua di per sé è un sistema che rendeconcreti i nostri pensieri e più il pensiero è complesso, più il sistema linguistico dovrà essere raffinato per trasporlo correttamente) perché, anche se non ce ne rendiamo conto, il nostro codice comunicativo è molto raffinato, complesso e quindi produrre un testo complesso nell'imminente parlato corrisponde ad una produzione difficilissima e da questo punto di vista il testo orale è più difficile di quello scritto.

LEZIONE 4 - (2 MARZO 2022)

Il riassunto è la sintesi di un testo, scritto o parlato, narrativo o argomentativo.

Ci sono testi che:

  • non possono essere riassunti; ad esempio, i testi normativi o regolativi (ossia i testi che contengono leggi), se scritti bene, non presentano elementi superflui, quindi, non possono essere riassunti, infatti testi come questi non presuppongono l'emotività.
  • si prestano meglio ad essere riassunti rispetto ad altri; ad esempio, i testi narrativi sono più

Semplici da riassumere perché nel testo letterario c'è uno scopo informativo: un romanzo, una poesia, pur perseguendo un fine estetico, comunque comunicano dei dati. Però nel testo letterario oltre al dato puramente comunicativo c'è anche il dato espressivo e di intrattenimento (che in alcuni casi è più importante della comunicazione dei dati). Quindi i testi letterari sono più semplici da riassumere perché quando facciamo un riassunto possiamo omettere tutto ciò che riguarda lo stile; infatti, il riassunto si basa essenzialmente sugli elementi informativi. Luca Serianni insiste sull'importanza del riassunto; ci sono due motivi fondamentali che lo rendono importante:

  1. Il riassunto appartiene alla nostra quotidianità: noi non ci pensiamo ma facciamo riassunti tutti i giorni (es. quando raccontiamo che cosa abbiamo fatto nella giornata);
  2. Il riassunto è un esercizio che di per sé è

molto complesso e altamente formativo: normalmente chi sa riassumere sa anche parlare e scrivere bene; ovviamente ci sono altri esercizi (es. il tema) che permettono di stimolare la nostra capacità linguistica.

Il riassunto:

  • presuppone l'interpretazione corretta e analitica di un testo di partenza
  • comporta la sua riformulazione in uno spazio più ristretto.

Secondo Serianni, rispetto al tema, il riassunto ha qualcosa in più: esso è costituito da due momenti fondamentali.

L'impatto che può avere questo esercizio nei nostri confronti può essere molto ingannevole poiché lo associamo a qualcosa che ci è stato insegnato nella tenera età, ma in realtà si tratta di un esercizio che solo apparentemente è elementare (nasconde un'elevata complessità realizzativa).

  1. COMPRENSIONE (per riassumere il testo occorre innanzitutto capirlo correttamente).
    1. Lettura del testo di partenza
    2. Definizione dei
blocci informativi
  1. Gerarchizzazione dei blocchi in base alla loro importanza.
  2. Comprendiamo le tre fasi analizzando il seguente testo, che leggiamo analiticamente, per capire come funziona.
  3. Come scrive Serianni, durante la lettura del testo, è importante individuare i blocchi informativi del testo (egli inserisce dei numeri in esponente per identificarli, ma di fatto con tali numeri rende esplicita un'operazione mentale che noi in genere facciamo quando leggiamo). Il blocco informativo è un'unità di informazioni che viene esposta, una parte del testo che contiene unitariamente un'informazione più o meno sviluppata; i blocchi possono essere considerati dei mattoni concettuali che messi insieme, vanno a costruire il significato complessivo del testo.
  4. In tale testo abbiamo tre capoversi (si va a capo quando si affronta un nuovo argomento o si tratta un aspetto idealmente nuovo dello stesso argomento).
  • attacco in stile giornalistico e di prosa argomentativa, con lo scopo di catturare l’attenzione del lettore;
  • i ricercatori affermano che se qualcuno mente, aumenta la temperatura del suo volto;
  • i ricercatori hanno individuato un metodo scientifico di analisi delle immagini per visualizzare questo fenomeno;
  • si illustra una possibile applicazione del dispositivo nei controlli aeroportuali;
  • il dispositivo è stato testato su varie persone e ha dato un buon riscontro;
  • si illustrano i vantaggi che il dispositivo presenta rispetto ad altri metodi;
  • dato che il dispositivo è in fase di collaudo, deve essere ancora dimostrata la sua attendibilità.
  • (3) Occorre poi fare una gerarchia dei blocchi, così da

    individuare quali sono i più importanti; occorre circoscrivere iblocchi informativi: essenziali (da cui non si può prescindere), importanti (che stanno in una scala di valore un po’ al disotto) e secondari (quelli che volendo possiamo scartare).

    In tale testo i blocchi 2 e 3 racchiudono la parte fondamentale del testo (nello specifico il 3 contiene i principi piùimportanti, perché senza di esso ciò che si dice non ha senso); i blocchi 4, 5, 6, 7 hanno lo stesso coefficiente diimportanza e racchiudono informazioni conseguenti ai blocchi fondamentali; il blocco 1 è secondario; infatti, a livelloinformativo non comunica nulla e può essere omesso.

    Esercitazione: riassuntoIn max. 15 parole.- È stato inventato un macchinario che individua chi mente analizzando la temperatura del visotengo l’unità 3, unità portante. È da qui che si sviluppano le altre informazioni.

    Basandosi

    su uno studio scientifico, è stato inventato un macchinario che individua chi mente analizzando la temperatura del viso. Così ci si rende conto dei blocchi essenziali: il 3 è centrale, il 2 è importantissimo perché es
    Dettagli
    A.A. 2021-2022
    65 pagine
    SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

    I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Felici Andrea.