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Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo

I territori settentrionali, in epoca moderna, erano costituiti nella Repubblica delle Sette Province Unite, mentre nell'Ottocento si riunirono sotto il regno dei Paesi Bassi, dove si incontrano varietà germaniche di tre aree diverse:

  • Il neerlandese, una lingua pluricentrica, con più di una varietà standard avente il titolo di ufficialità. La varietà standard neerlandese è ufficiale, così come quella del fiammingo, nelle Fiandre.
  • Il frisone, diffuso in Frisia e nei territori tedeschi sul Mare del Nord, fino ai confini con la Danimarca.
  • Il basso-sassone, riconosciuto come lingua regionale in Bassa Sassonia.

Anche la comunità belga è divisa in tre comunità linguistiche: francese, neerlandese e tedesca, la cui varietà standard domina le diverse realtà dialettiche.

Il Lussemburgo è caratterizzato da un trilinguismo francese, tedesco e

lussemburghese: il tedesco prevale come lingua della stampa, mentre il francese domina gli spazi amministrativi.

3. DANIMARCA E GERMANIA

Il danese è riconosciuto come lingua ufficiale in Danimarca, Groenlandia e nelle Fær Øer, che fanno parte del regno di Danimarca, sebbene abbiano governi e parlamenti autonomi. Nelle Fær Øer, oltre alla varietà standard del danese è parlata anche una varietà germanica detta feringio.

La lingua danese è parlata anche in Germania, nel territorio di confine dello Schleswig. Qui sono riconosciute tre varietà:

  • Lo standard danese
  • Il sydslesvigdansk, che è influenzato dal tedesco
  • Il sønderjysk, o 'juto meridionale'

Nello Schleswig è parlato, oltre al danese e al tedesco, anche il frisone, di cui sono tutelate una decina di varietà 'settentrionali'. Tuttavia, non essendo codificato, il frisone ha ceduto le funzioni sociali di prestigio.

che richiedono l'uso scritto, al basso tedesco, al danese e al tedesco standard. L'unica varietà di frisone orientale ancora esistente, il sealter, è parlata in Bassa Sassonia, al confine con i Paesi Bassi. Oltre a queste lingue germaniche, in Germania sono attestate comunità che parlano il sorabo, o serbo-lusaziano, una lingua pluricentrica con due varietà standard: La varietà superiore è ben rappresentata, ed è diffusa nel Land della Sassonia. La varietà inferiore è parlata per lo più dalle generazioni anziane, ed è presente nel Land di Brandeburgo. 4. GRAN BRETAGNA E IRLANDA Secondo il British National Act del 1981, tra le condizioni necessarie per ottenere la cittadinanza britannica vi è la conoscenza di una delle lingue parlate nel Regno Unito: inglese, gallese e gaelico. La lingua celtica più vitale è il gallese, con mezzo milione di parlanti. Il gallese èquindi più forte del gaelico d'Irlanda, sebbene sia simbolo dell'identità nazionale e l'unica lingua ufficiale. Il gaelico rimane comunque nelle zone del Donegal, nel Kerry e a Galway, i territori più ad occidente, dove le radici linguistiche non sono state eliminate dalla colonizzazione britannica. Vicino al gallese e al gaelico, vi sono il bretone, che è diffuso in Bretagna, e il cornico, parlato in Cornovaglia fino al Settecento. 5. SCANDINAVIA La Scandinavia è il luogo d'interazione dello spazio germanico settentrionale con la famiglia ugro-finnica, rappresentata dai gruppi balto-finnico e saami. Questa varietà è attestata nei territori artici, dalla Norvegia alla Russia, ed è oggi riconosciuta nei tre Stati Scandinavi su cui si estende. Per secoli, la Finlandia è stata dominata prima dagli Svedesi e poi dai Russi, ed è perciò tutt'ora influenzata da questo contatto. Il 5% dei finlandesi,

Infatti, parla lo svedese: nella regione di Helsinki si ricorre allo standard della Svezia, mentre sulle coste del Golfo di Botnia è diffusa la varietà finnlandssvenska, o 'svedese di Finlandia'. Nelle isole Åland, invece, solo lo svedese è riconosciuto come lingua ufficiale. La regione del Tornedal, ai confini tra Svezia e Finlandia, è plurilingue: si parlano lo svedese e il finnico standard, il saami, e la varietà finnica del meänkieli.

6. FRANCIA E SPAGNA

Dal 1993 il francese è la 'langue de la République', ed è la lingua-tetto degli idiomi riconosciuti come lingue regionali. Il bretone appartiene al gruppo celtico, ed è legato al gallese e al cornico. Con la Rivoluzione, il bretone è stato fortemente discriminato, così come la sua comunità. Nel Novecento, la comunità bretone ha riottenuto i diritti linguistici e ottenuto la proposta di uno standard comune per le

quattro varietà dialettali: léonais, cornouallais, trégorrois e vannetais. Nelle regioni vicine al Reno sono diffuse alcune varietà del gruppo germanico occidentale: l'alsaziano, che deriva dal ramo alemanno, e il lorenese. Nel Westhoeck, con la città di Dunkerque, vi è anche un'area fiamminga. L'area romanza è caratterizzata dalle varietà franco-provenzali, che sono riconosciute nella regione dell'Auvergne-Rhône-Alpes, ma che sono presenti anche nei cantoni francofoni della Svizzera e in Valle d'Aosta. Le zone meridionali della Francia, dall'Atlantico alle Alpi, sono legate all'occitano, una lingua regionale articolata in diversi gruppi dialettali: limosino, alverniate, linguadociano, provenzale, nizzardo, delfinese e guascone. In Corsica, invece, la italiana è stata soppiantata dal francese: oggi, però, ha acquisito il titolo di lingua regionale, nella varietà.

La Toscana settentrionale confina con la regione meridionale vicina alla Sardegna. Anche in Spagna ci sono lingue minoritarie riconosciute come lingue nazionali e ufficiali nei loro territori:

  • Il basco, o "euzkara", è ufficiale nella patria basca.
  • Il galego, simile al portoghese, è ufficiale in Galizia e nelle Asturie.
  • Il catalano è ufficiale in Catalogna, nelle Baleari, nell'Aragona e nel Rossiglione, oltre che nella Repubblica di Andorra.

Nel gruppo balto-finnico ci sono tre lingue minori:

  • Il livone, una varietà senza madrelingua presente nell'antica Livonia, il territorio di confine tra Lettonia ed Estonia.
  • Il voro, utilizzato in ambito letterario in Estonia.
  • Il seto, parlato in Estonia e nel distretto di Peetseri, in Russia, il centro della tradizione cristiana ortodossa.

In Estonia e Lettonia ci sono comunità linguistiche slavofone, principalmente di lingua russa.

Lasciate dall'occupazione sovietica. Nel 1991, quando questi Stati hanno acquisito l'indipendenza, hanno stabilito come requisito per la cittadinanza la conoscenza della lingua nazionale; pertanto, parte della popolazione russofona è rimasta priva della cittadinanza baltica, ed è tuttora discriminata in Estonia. La Lituania ospita minoranze di lingua russa e polacca, che costituiscono ciascuna il 6% della popolazione. Sono presenti anche gruppi di Caraimi, che parlano una varietà di tatàro della Crimea e che professano la religione ebraica, in una versione che accetta la Tora, non il Talmud. A differenza dei Tatàri lituani, in Bielorussia e Polonia queste comunità sono state completamente slavizzate. Verso la fine del Trecento, nei territori fra il Baltico e il Mar Nero, si era formata un'entità linguistica unitaria comprendente la Lituania, la Polonia e il principato di Galizia e Volinia. In questi territori si parlavano le

varietà del ruteno, utilizzato come lingua amministrativa nel Granducato di Lituania fino al XVI secolo, quando venne soppiantato dal polacco. Dallo standard ruteno sono emersi gli standard bielorusso e ucraino, mentre, negli usi informali, si tende ad amalgamare le lingue slave, creando così un nuovo prodotto linguistico:

  • Il trasjanka, con espressioni bielorusse o russe
  • Il suržik, con forme russe e ucraine

Un'altra varietà dell'area rutena è il rossino, parlato nella regione tra Ucraina, Slovacchia e Polonia. Tra questi due Stati, nei territori dei Carpazi, si è diffuso anche il lemco. Nel 1945, infatti, la popolazione dei Lemchi venne reinsediata a forza nei territori di Slesia e Pomerania, passati dalla Germania alla Polonia.

I Lemchi sono tutelati a livello locale, ma non gli è riconosciuto il titolo di minoranza linguistica, così come ai Rom, ai Sinti, ai Tatari e ai Caraimi.

Nel periodo tra le due guerre mondiali,

La Polonia si estendeva alla Galizia, alla Volinia, alla Podolia e alla Polessia, andando così ad includere varie comunità culturali e linguistiche, che interagivano fra loro. Nel Novecento, con la diffusione delle pulizie etniche (spostamenti, deportazioni, massacri e genocidi), la situazione è cambiata drasticamente. In Polonia le minoranze nazionali costituiscono solo il 3% della popolazione: vi sono 150 mila tedeschi, 50 mila bielorussi, 30 mila ucraini e comunità russe, lituane, slovacche, ebree, armene e ceche.

Gli insediamenti maggiori di tedeschi si trovano nella regione di Opole, nella Bassa Slesia e nella Prussia orientale e occidentale, dove si parla anche la lingua ucraina. Qui, infatti, nel 1945 sono stati insediati a forza gli ucraini provenienti dalla Galizia, inglobata nell'Ucraina sovietica.

I dialetti tedeschi sono parlati anche in Ungheria, secondo le varianti del gruppo alemanno.

Le comunità di lingua magiara si estendono in Slovacchia,

Che era parte del regno di Ungheria fino al 1918, e in Austria, nello Stato del Burgenland. Qui si trova anche un nucleo di gradiscano, o 'croato del Burgenland', ai confini con l'Ungheria. Vicino al Friuli, invece, nello Stato austriaco della Carinzia, vi è una presenza di parlate slovene vicine alle tradizioni slavofone.

RUSSIA EUROPEA

Nelle regioni centro-orientali della Russia europea sono diffuse alcune lingue del gruppo turco, che fa parte della famiglia altaica: il ciuvascio, il baškiro, e il tatáro, le cui varietà sono parlate negli insediamenti di Crimea, sul Mar Nero. Nel 1944, la popolazione tatára di Crimea è stata deportata in Asia Centrale e all'interno della Russia. Negli anni Novanta, 250 mila tatári hanno potuto tornare in Crimea, ma non nelle loro case di famiglia, che nel frattempo erano state riassegnate. Raggiunta l'indipendenza dall'URSS nel 1991, l'Ucraina ha promosso

L'uso della lingua ucraina nelle scuole, nell'amministrazione e nei contesti pubblici: i tatári di Crimea, inglobati nel territorio durante la dominazione sovietica, hanno dovuto aggiornare le loro competenze linguistiche.

Dettagli
A.A. 2020-2021
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara.Bresciani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Tenchini Mariapaola.