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MORFOLOGIA: STRUTTURA E CARATTERISTICHE

La Morfologia è una parte della linguistica che studia la struttura della parola.

La parola è definita come la minima combinazione di elementi minori dotati di

significato. Per individuare una parola vi sono 4 criteri:

1. L'ordine dei morfemi costituenti di una parola è fisso ed essi non possono essere

cambiati di posizione: es. gatto: gatt-o → ogatt (non possibile);

2. I confini della parola sono considerati pause;

3. Nella scrittura la parola è separabile;

4. Dal punto di vista fonetico la parola viene pronunciata senza interruzioni e

possiede un unico accento.

Scomponendo una parola in parti più piccole si ottengono i morfemi (o monemi).

Essi si possono definire come le unità minime di significato di prima articolazione

che danno origine alle parole. Per scomporre una parola si utilizza il medoto della

prova di commutazione.

In morfologia vi è una distinzione tra morfema, morfo ed allomorfo. Il morfema,

come già visto, è l'unità pertinente a livello di sistema; il morfo è un morfema inteso

come forma dal punto di vista del significante; l'allomorfo è la variante formale di un

morfema che realizza lo stesso significato di un altro morfo, è ciascuna delle diverse

forma in cui si può presentare un morfema.

Quando un morfema lessicale viene sostituito da un ulteriore morfema di forma

diversa ma con medesimo significato si ha il suppletivismo.

I morfemi possono essere individuati attraverso due tipi di classificazioni: 1.

classificazione funzionale (in base al valore e alla funzione svolta); 2. classificazione

posizionale (in base alla posizione all'interno della parola).

Nella classificazione funzionale, i morfemi vengoni distinti in morfemi lessicali

(liberi) [classe aperta] e morfemi grammaticali (derivazionali e flessionali)(legati)

[classe chiusa]. I morfemi lessicali conferiscono significato referenziale, concettuale

e denotativo; i morfemi derivazionali forniscono un significato interno al sistema e

alla struttura della lingua; i morfemi flessionali costituiscono le varie forme in cui una

parola può comparire (genere e numero).

In italiano, alcune parole, dette parole funzionali, non sono scomponibili: è il caso di

articoli, pronomi personali, preposizioni, congiunzioni.

Vi sono anche due processi: derivazione e flessione. La derivazione crea parole

regolandone i processi di formazione e non è obbligatoria; la flessione crea parole

regolandone il modo in cui si realizzano nelle frasi ed è obbligatoria.

- Nella classificazione posizionale, i morfemi grammaticali si suddividono in classi

diverse in base alla loro collocazione nella parola. In generale essi possono essere

chiamati affissi. Un affisso è un morfema che si combina con una radice.

-Vi sono diversi tipi di affissi: prefissi, suffissi, desinenze, infissi, circonfissi, trafissi.

Prefissi: prima della radice. (a-, ad-, anti-, ante-, co-, con-, dis-, in-, re-, ri-, s-).

Suffissi: dopo la radice. (-aggi-, -a(r)i-, -al-, -ar-, -(i)an-, -at-, -(a/i/u)bil-, -eggi-, -erì-,

-es-, -evol-, -ezz-, -ic-, -ier-, -ific-, -in-, -ism-, -ist-, -età, -ità, -izz-, -(a/i/u)ment-,

-mente, -on-, -os-, -(a/i/u)(t)iv-, -(a/i/u)tor-, -(a/i/u)(t)o(r)i-, -(a/i/u)tric-, -(a/i/u)tur-, -

(a/i/u)zion-).

Desinenze: suffissi con valore flessionale. (-a, -e, -i, -o).

Infissi: dentro la radice.

Circonfissi: affissi formati da due parti, una sta prima della radice e l'altra dopo la

radice → contengono la radice.

Transfissi: affissi che a volte si incastrano dentro la radice (Si trovano in arabo).

- Esistono anche altri tipi di morfemi: morfemi sostitutivi, morfema zero, morfemi

soprasegmentali, morfemi cumulativi, morfema amalgama.

Morfemi sostitutivi: sono morfemi in cui i morfi non sono isolabili segmentalmente

e si manifestano con la sostituzione di un fono con un altro fono.

Morfema zero (morfo zero): fenomeno in cui una distinzione obbligatoria della

grammatica (es. maschile/femminile) non viene rispettata. Si ha il morfo zero quindi

nelle parole invariabili.

Morfemi soprasegmentali: attraverso la variazione di posizione dell'accento in una

parola si ottengono differenti valori morfologici.

Morfemi cumulativi: morfemi che possiedono più di un significato.

Morfema amalgama: morfema ottenuto dalla fusione di due morfemi non più

distinguibili. (es. articolo determinativo « i »).

I morfemi derivazionali trasformano il significato della base a cui si applicano,

aggiungendo una nuova informazione o sfumandone il senso. Essi, attraverso la

prefissazione e la suffissazione, danno luogo a famiglie di parole cioè famiglie

lessicali.

La vocale tematica ha un suo significato, si trova nelle forme verbali e deverbali (derivate

da un verbo) ed è la vocale iniziale delle coniugazioni verbali → -are, -ere, -ire. Spesso la

vocale tematica viene considerata parte integrante della radice lessicale.

Prefissoidi e suffissoidi provengono da lingue classiche, come latino e greco, e vengono

chiamati anche semiparole o confissi. I prefissoidi sono dei prefissi che si attaccano ad una

radice lessicale mutandone il significato. I suffissoidi sono dei morfemi con significato

lessicale che si comportano come suffissi (es. -metro).

Le parole composte sono formate da due parole agganciate per formarne una unica. In

italiano le parole composte seguono l'ordine modificando-modificatore, cioè la seconda

parola modifica la prima, ma in altre lingue vi è anche l'ordine inverso. La maggior parte

delle parole composte appartiene alla classe di parola dei nomi. È il costituente a

determinare la classe e a fornire le proprie caratteristiche. Esso è la testa, che può essere

identificata tramite il test “è un...”. Generalmente la testa si trova a sinistra della parola; se si

trova a destra la parola in questione è di origine latina. Vi sono anche parole senza testa. I

composti avente testa si definiscono endocentrici; i composti non avente testa si definiscono

esocentrici. Composti che seguono l'ordine modificando-modificatore sono subordinativi;

composti che seguono l'ordine modificatore-modificando sono coordinativi.

Le sigle (acronimi) sono formate dalle iniziali delle parole piene e spesso diventano parole

autonome.

Le parole macedonia sono date dalla fusione + accorciamento di due parole (es. cantautore).

L'alterazione consiste nell'aggiunta di suffissi alle parole per conferire un valore

diminuitivo, accrescitivo o peggiorativo.

La derivazione 0 è la presenza di coppie di parole avente la stessa radice lessicale ed

entrambe prive di suffisso tra le quali non è possibile riconoscere qual è la parola

primitiva e quale la parola derivata. Quando la coppia è costituita da un verbo e da un

nome, il termine primitivo è il verbo; quando la coppia è costituita da un verbo e un

aggettivo, il termine primitivo è l'aggettivo.

I morfemi flessionali non modificano il significato della radice lessicale ma operano

sulle classi variabili di parole. Fra le categorie grammaticali vi sono quelle flessionali

che riguardano il livello dei morfemi; ogni categoria racchiude i valori che una parola

può assumere. Si distinguono due classi: una opera sui nomi, l'altra opera sui verbi.

- Le categorie principali sono quella del genere (maschile/femminile), del numero

(singolare/plurale) e del caso che mette in relazione la forma della parola con la

funzione sintattica della frase. Quando si parla di casi ci si riferisce anche alla

reggenza. In lingue come il tedesco vi sono verbi che reggono determinati casi, come

anche preposizioni che reggono determinati casi.

- L'aggettivo può essere comparativo o superlativo ma l'italiano considera solo il 2°.

- Le categorie del verbo sono modo, tempo, diatesi e persona. La diatesi è il rapporto

in cui viene rappresentata l'azione rispetto al soggetto.

- Le parti del discorso sono nove: nome/sostantivo, aggettivo, verbo, pronome,

articolo, preposizione, congiunzione, avverbio, interezione.

- Nella comunicazione vi sono anche i fenomeni di concordanza e di accordo. La

concordanza riguarda le forme verbali con elementi nominali, soprattutto con il

soggetto. L'accordo riguarda gli elementi del sintagma nominale.

SINTASSI: STRUTTURA E DINAMICHE

La sintassi è una parte della linguistica che studia la struttura delle frasi, cioè come si

combinano le parole per dare origine a frasi. La frase è l'unità di misura della sintassi. Ogni

frase contiene una predicazione, cioè un'affermazione riguardo qualcosa. Esistono in

generale due tipi di frase: 1. frase verbale, che possiede un verbo autonomo; 2. frase

nominale, che non possiede il verbo.

La frase può man mano divenire più ampia e complessa, in questo caso prende il nome di

proposizione. Per analizzare le frasi si applica il metodo della scomposizione (o

segmentazione) sempre secondo il criterio della prova di commutazione. Si analizza e

scompone la frase in parti più piccole, dette costituenti della frase. Vi sono diversi modi (o

indicatori sintagmatici) per rappresentare l'analisi di una frase: diagrammi ad albero, boxes,

parentesi... . Il metodo più utilizzato è quello del diagramma ad albero (o albero etichettato).

Un albero è un grafo composto da nodi da cui si dipartono i rami. Ogni nodo rappresenta un

sottolivello di analisi e presenta il simbolo della categoria a cui appartiene il costituente di

quel sottolivello. In un albero etichettato il ramo di destra di un nodo modifica l'elemento

dello stesso nodo che sta a sinistra.

Le sigle applicate nella costruzione del diagramma ad albero sono:

- F: frase; SN: sintagma nominale; SV: sintagma verbale; N: nome; V: verbo; Art: articolo;

Poss: possessivo; Agg: aggettivo; Det: determinante; Aus: ausiliare; PP: participio passato.

Vi sono tre sottolivelli di analisi: sottolivello delle frasi, sottolivello dei sintagmi e

sottolivello delle parole. Il più importante è il sottolivello dei sintagmi.

Il sintagma è la minima combinazione di parole, che funziona come un'unità della sintassi. I

sintagmi sono composti attorno ad una testa. La testa è la classe di parola che rappresenta il

minimo elemento che può costruire da solo il sintagma. Quindi, ad esempio, il sintagma

nominale è costruito attorno al nome e il sintagma verbale attorno al verbo. Esistono anche i

sintagmi PRO che sono costruiti attorno al pronome ed è il sintagma minimo, idem il SN.

Tutte le categorie lessicali di parole possono fungere da testa. Solo nel Sprep, sintagma

preposizionale, la preposizione non funge da testa. Per riconoscere la testa è utile il test di

costituenza.

- Mobilità: un gruppo di parole rappresenta un sintagma se le parole che lo costituisc

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher polly_64 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Fontana Sabina.
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