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SUPPLETIVISMO
Suppletivismo=si ha quando in una serie morfologicamente omogenea compaiono radicali
diversi; in questo caso, i radicali hanno evidenti rapporti semantici (non formali).
Vado,vai,va,vanno vs.andiamo,andate,ecc.
● Casi di flessione→ Acqua/idrico, fuoco/pirico, cavallo/equestre
● Casi di derivazione→
Inoltre il suppletivismo può essere:
● Forte, quando si alterna l’intera radice (Basilicata-lucano)
● Debole, quando la base è ancora riconoscibile (Arezzo-aretino)
CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DEI MORFEMI
I morfemi possono essere categorizzati, sulla base del tipo di funzione, in:
● Morfemi lessicali: sono forme che hanno un significato lessicale non dipendente
dal contesto; sono portatori di significato, hanno una funzione semantica. Formano
una classe aperta
● Morfemi grammaticali: esprimono soprattutto funzioni grammaticali. Formano una
classe chiusa. Es. preposizioni, articoli, pronomi…
○ Morfemi grammaticali derivazionali: ci permettono di creare nuove parole
e mutano il significato della base a cui si attaccano, apportando nuove
informazioni, cambiando la classe di appartenenza e la funzione
semantica delle parole, o modulandone il senso (es.consulto—>consult-ori-
o, consult-iv-o, consult-azion-e…). Danno origine a famiglie di parole nuove.
○ Morfemi grammaticali flessionali: danno luogo alle diverse forme in cui
una parola può presentarsi nel discorso senza modificare il significato della
radice lessicale a cui si attaccano (es. gatto—>gatt-a/-i/-e). Agiscono sulle
classi variabili di parole (in italiano, nomi, verbi, aggettivi, articoli e, in
parte, pronomi).
Tuttavia, non si tratta di una separazione sempre netta. Es. il morfema grammaticale lo
potrebbe essere ulteriormente scomponibile (l-o/la).
Ci sono dei morfemi che, seppur piccolissimi, hanno un valore semantico molto forte (es.
in inglese il morfema -s rende il plurale; in italiano il morfema a è una preposizione).
Esiste un’altra classificazione, sempre sulla base della funzione:
● Morfemi liberi, che possono ricorrere da soli in una frase (non devono essere
legati ad altri morfemi) es. parole come da, noi, sopra… 32
● Morfemi legati, che devono necessariamente aggiungersi ad altre unità
es. -zion-, -bil-, -ment-…
La separazione tra morfemi liberi e legati non si adatta alla struttura morfologica della
lingua italiana. In italiano, i morfemi liberi sono comunque morfemi legati (es. non esiste
can come morfema libero). Tale distinzione si adatta però a lingue come l’inglese (es. la
parola dog ha significato anche da sola).
In inglese, in generale, le parole semplici sono monomorfemiche (es.Table, nice, walk)
In italiano, in generale, nomi e aggettivi semplici sono bimorfemici e i verbi trimorfemici
(es.Tavol-o, carin-o, cammin-a-re)
Esistono ovviamente anche parole più complesse (es.Precipit-evol-issim-evol-mente)
Si manifestano dei problemi; prendiamo ad esempio le parole table-s vs tavol-i:
● In inglese, tolta la –s, abbiamo un morfema libero
● In italiano, tolta la –i, abbiamo una forma incompleta
DERIVAZIONE VS FLESSIONE
La derivazione dà luogo a parole regolandone i processi di formazione
● Agisce prima della flessione
● I morfemi derivazionali stanno più vicini alla radice
● Opzionale (non agisce sempre a livello di parola)
La flessione dà luogo a forme di una parola regolandone il modo in cui si attualizzano nelle
frasi
● Obbligatoria (o almeno, in italiano, che infatti viene detta lingua flessiva)
CLASSIFICAZIONE POSIZIONALE DEI MORFEMI
È basata sulla posizione che i morfemi possono assumere all'interno di una parola.
Distinguiamo tra:
● Morfemi radice (o lessicali)
● Morfemi affissi: morfemi che si combinano con la radice
○ Prefissi: affissi che si attaccano prima della radice (es. in-utile)
○ Suffissi: affissi che si attaccano dopo la radice (es. cambi-ament-o)
○ Infissi: affissi inseriti dentro la radice (in italiano è una pratica molto rara)
(es. Ulwa: Kuhbil "coltello" vs. Kuhkabil "del coltello")
○ Circonfissi: affissi formati da due parti che contengono al loro interno la
radice (es. Tedesco: sagen "dire" vs. gesagt "detto")
○ Transfissi (o confissi): affissi che si incastrano alternativamente dentro in
radice, generando discontinuità sia nell’affisso che nella radice (es. Arabo:
[ki'ta:b] "libro", ['kutub]"libri", ['ka:tib] "scrittore", ['kataba] "(lui) scrisse",
ecc.) 33
Sulla base della posizione, individuiamo anche
● Morfemi sostitutivi (o modulari): si manifestano nella sostituzione di un fono con
un altro (es. Ing. Foot/feet; goose/geese; Ted. Land/ Länder)
● Morfemi zero (o morfi zero): una distinzione che è obbligatoriamente marcata nella
grammatica di una certa lingua è già manifestata nel significante (Ing. Sheep
(sing)/sheep (plur))
● Morfemi soprasegmentali (superfissi o sopraffissi): la modificazione si manifesta
in tratti soprasegmentali (es. modificazioni a livello di accento) (es. Ing. Record
ˈ ɛ ɔ ˈ ɔ
[ r k :d] "registrazione" vs. record [ri k :d] "registrare" )
● Altri tipi di morfemi:
○ I morfemi cumulativi sono morfemi grammaticali che portano più di un
valore (es. pulchras puellas è declinato al caso accusativo in latino; nel verbo
italiano amo è racchiusa l’informazione della persona e del tempo e modo del
verbo).
○ I morfemi amalgamati sono il prodotto della fusione di due morfemi (es.
in francese au mette insieme la preposizione à e l’articolo le).
Esempio di scomposizione in morfemi
VOCALE TEMATICA
La vocale tematica è la vocale iniziale della desinenza dell’infinito dei verbi. Indica
l’appartenenza della forma ad una determinata classe di forme della lingua.
Varie opzioni per la segmentazione
● Abil allomorfo del suffisso per aggettivi deverbali con valore potenziale (es. Mangi-
abil-e)
● A-bil formato da due morfemi (es. Mangi-a-bil-e)
● Vocale tematica come parte della radice lessicale (es. Mangia-bil-e)
PREFISSOIDI E SUFFISSOIDI
Prefissoidi e suffissoidi (semiparole o confissi) vengono principalmente da lingue classiche
e danno luogo ai composti cosiddetti (neo)classici.
Con il termine prefissoidi ci riferiamo a morfemi che sono allo stesso tempo
morfemi lessicali e derivazionali, radici e prefissi (Es. Socio-, Auto-, ecc.)
Con il termine suffissoidi indichiamo morfemi con significato lessicale, come le radici, ma
che si comportano come suffissi nella formazione delle parole (Es. Logi(-a)) 34
PAROLE COMPOSTE
Le parole composte sono formate da due parole agganciate tra loro a formare un’entità
unica, i cui membri sono perfettamente identificabili e preservano il loro significato
lessicale normale.
In italiano, l’ordine preferenziale per formare parole composte è modificando (che funziona
da testa sintattica)-modificatore (es. capotreno=capo, ma sul treno). Quindi, Il composto
eredita dalla testa i tratti sintattici-semantici:
Capo è N [+maschile], [+animato] → Capostazione è N [+maschile], [+animato]
Es.
Tuttavia, esistono anche dei controesempi (es. bagnoschiuma=schiuma modificatore)
LA COMPOSIZIONE
La composizione permette di formare nuove parole a partire da due parole esistenti.
● Le parole composte possono essere modificate da meccanismi derivazionali: (Es.
Croce, rossa → croce rossa → crocerossina)
● Il significato dei composti non è sempre derivabile in modo trasparente: (Es.
Lavapiatti vs. rompiscatole)
● In italiano la testa è prevalentemente a sinistra (Es. Pescecane, camposanto)
● Di solito, la testa si trova a destra nei composti che hanno origine da un’altra
lingua (Es. Terremoto < terrae motus (latino); overdose < overdose (inglese))
● Attenzione a composti come portalettere o cassapanca, dove la testa è in tutte e
due/in nessuno dei due.
COMPOSTI ENDOCENTRICI, ESOCENTRICI, DVANDVA
● I composti che hanno una testa sono detti endocentrici (es. capostazione)
● I composti che non hanno una testa sono detti esocentrici (es. dormiveglia,
portalettere)
● I composti con due teste sono detti dvandva (o anche composti di coordinazione) (es.
cassapanca)
TIPI DI COMPOSTI IN ITALIANO
● Nome+Nome: crocevia, capostazione
● Aggettivo+Aggettivo: pianoforte, dolceamaro
● Nome+Aggettivo: camposanto, cassaforte
● Pronome+Nome: dopobarba, oltretomba
● Verbo+Verbo: saliscendi, dormiveglia
● Verbo+Avverbio: buttafuori, viavai
● Nome+Verbo: manomettere, crocefiggere
● Verbo+Nome: lavapiatti, apriscatole, prendisole
N.B. Attenzione! Non sono possibili composti come V+P, N+P, P+A, V+A
FLESSIONE NEI COMPOSTI
I composti dell’italiano presentano moltissime irregolarità. In questo caso la morfologia
flessionale può essere marcata in diversi modi: 35
● Al termine del composto, solo sul secondo elemento (es. bassorilievo—
>bassorilievi)
● Internamente, solo sul primo elemento (es. capistazione)
● Su entrambi gli elementi (es. cassepanche)
→ Es. Portaerei
Tuttavia, esistono anche composti invariabili
In generale, la regola più produttiva nei composti con testa a sinistra è quella di flettere dopo
→ Es.
la prima radice lessicale Capistazione
UNITÀ LESSICALE PLURILESSEMATICHE
Le unità plurilessematiche sono sintagmi fissi che rappresentano un’unica entità di
significato, non derivabile per semplice composizione.
Es. Gatto selvatico è un tipo di gatto? Si. E gatto delle nevi? No.
Queste espressioni spesso si caricano di idiomaticità (Es. essere al verde)
All’interno di queste categorie rientrano anche
● Verbi sintagmatici (l’equivalente italiano ai phrasal verbs) es. buttare giù, mettere
sotto
● Binomi coordinati es. usa e getta, avanti e indietro, via vai…
ALTRE UNITÀ LESSICALI
● Le unità lessicali bimembri sono formate da due parole che non hanno raggiunto
un vero e proprio grado di fusione e che pertanto sono scritte separatamente (Es.
Sedia elettrica, scuola guida, ufficio stampa)
● Le sigle (o acronimi) sono formate dalle lettere iniziali delle parole piene che
formano l’unità plurilessematica: (Es. CGIL, FS, NATO)
● Le parole macedonia sono il prodotto di un’unione con accorciamento di due
parole diverse (Es. Cantautore, mapo, smog)
PREFISSI E SUFFISSI
SUFFISSAZIONE
Rappresenta il più importante e produttivo dei procedimenti di formazione di parola.
Cambia la categoria grammaticale della parola di partenza.
V → N →
● -zion- (allomorfi -azion-, - izion-, -uzion-, ecc