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La resistenza del sistema: Ricerca delle forme linguistico-testuali della notizia-mito oggi
Essa è sostenuta dalla pressione della società dello spettacolo: il sistema d'informazione è tanto saldo quanto riesce a resistere a questa pressione. Il sistema italiano è fragile.
80s - 00s spese per la pubblicità in Italia: x10. Al 1999, il 52% delle spese pubblicitarie era per la TV, il 22% per i giornali mancanza di regolamentazione! La stampa e le tv commerciali sono nelle mani di pochi capitalisti, fatto culminante con la regolamentazione degli interessi di Berlusconi con la legge Gasparri, approvata nel 2003 dal Parlamento ma rinviata alle Camere perché incostituzionale.
All'estero, c'è una classe di professionisti dell'informazione "gelosi" della propria autonomia; qui no. C'è un legame stretto tra politica e giornalismo (con poche eccezioni), infatti il ruolo più ambito.
È capo ufficio stampa di qualche politico. In U.K. questo infrangerebbe l'etica professionale e rovinerebbe la carriera di un giornalista. Genere "sciocchezzaio". Ogni testo giornalistico o servizio TG è pianificato a tavolino (parlato-scritto): gli errori presenti non sono "inciampi" ma indicano il livello culturale di chi lo scrive. Una volta il correttore di bozze si occupava dei refusi; oggi c'è l'autocorrettore eliminati passaggi–intermedi/eventuali ripensamenti bassa qualità. Giornalisti italiani non comparabili culturalmente a quelli stranieri (spesso non sanno altre lingue oltre l'italiano cultura media di tutto il Paese). Stessa cosa per gli inviati all'estero, che mediamente non sanno la lingua del paese da cui trasmettono (poche eccezioni come Volcich). Refusi anche in citazioni in latino. O chi controlla le notizie prima di diffonderle è incompetente, o le notizie non vengono proprie lette.
ilSpesso i giornalisti italiani sono a disagio anche con l'italiano: plurali sbagliati (es. confusione con "grido"/"le grida" "la grida"/"le gride"); ("levitazione" invece di "lievitazione"); e errori di sintassi e lessico (es. "VS problema" invece di "farne le spese" o "subirne le conseguenze"); con locuzioni proverbiali (es. "farne le conseguenze", da + lessico colto (es. "eponimo" come sinonimo elegante di "iniziatore", ma in realtà è la figura da cui un luogo o un'usanza prende nome -> confusione con "emblema"?); problemi con riferimenti storico-letterari ("sulla punta estrema di Long Island, dove una volta i Moby Dick cacciavano le balene" LOL) o pars leonina con locuzioni fisse (es. "recitare la parte del leone" la si fa, non si recita per sapere -> cosa sia bisogna aver studiato Fedro, ma grazie alla riforma degli 80s il latino è stato cancellato dalla scuola dell'obbligo). Ogni lingua è cultura, prima diEssere comunicazione il giornalista italiano - medio oggi non ha gli strumenti culturali per capire "far la parte del leone". Esempio particolarmente complesso anche per la polisemia della parola "parte" (porzione / fazione / ruolo ecc.). La classe giornalistica italiana dimostra continuamente la sua pochezza culturale, in un modo che all'estero non è usuale; essa si dimostra poco adatta alla responsabilità civile dal punto di vista politico/sociale, ma anche linguistico. Oggi le università non formano, professionalizzano ma si addestrano alla multimedialità, ma non ad orientarsi nella propria lingua e cultura. Canone di competenze che il professionista della lingua dovrebbe avere: lingue classiche + nozioni di storia/filosofia + lingue e letterature straniere + linguistica + formazione umanistica di base + specializzazione su mass-media.
4. Lo "svecchiamento" dello stile giornalistico italiano apparentemente
Stile giornalistico italiano
rinnovato (stile brillante), attraverso meccanismi di vivacizzazione, utilizzati specialmente nei titoli, così che ogni quotidiano imposti un "discorso" e un "patto" col lettore:- traslati e metafore dal mondo dello sport;
- rimandi al cinema o ad opere letterarie;
- E e MA a inizio titolo (mai nei quotidiani esteri), anche nel lancio dei servizi al TG. Sono congiunzioni coordinanti utilizzate come artifici retorici per stabilire una continuità, naturalmente fittizia, che collegherebbe quanto detto con altre cose dette in altri articoli della stessa pagina / per collegare titolo occhiello e sommario / per introdurre semplicemente un articolo (spesso l'unico sul un tema);
- vicende prolungate nel tempo, seguite giornalmente.
Integrare un anello fondamentale e restaurare continuità nell'informazione. È preoccupante che in un organo d'informazione manchino informazioni pertinenti: tutto è ridotto a opinioni contrapposte, per cui non ci sono fatti, ma si può "scegliere" in base alle proprie condizioni da che parte stare.
Basso grado di fattualità + messa in rilievo di dichiarazioni = funzione "narratore qualunquista". Mettere in secondo piano le prove e focalizzarsi su elementi "di contesto" rende impossibile la formulazione di un giudizio e fa arrivare il messaggio che "è sempre la stessa storia".
Lo svecchiamento non ha cambiato il discorso dei giornali italiani, inadatti e disinteressati all'alfabetizzazione politica del cittadino. Lo svecchiamento ha riproposto la struttura del "romanzo a puntate" in modo più amichevole (quindi più insidioso per il lettore).
“com’è, bisogna che tutto cambi”. Operazione di facciata: la sostanza è immutata, la TV ha ancora un ruolo trainante. Infatti, la presentazione della notizia come flusso continuo è tipica del telegiornale.
5. Dal giornale alla tv: la deriva televisiva
Informazione televisiva VS informazione della carta stampata.
La tv è per molti il principale mediatore della realtà: forgia un pubblico sempre più adatto alla tv e paideiameno alla stampa. Sartori ha parlato di del mezzo televisivo (=educazione, formazione).
Deriva televisiva dell’informazione giornalistica il giornale è in posizione subalterna rispetto alla tv:
- -economicamente: squilibrio pubblicità, soprattutto nel triennio 2001-03 sotto governo Berlusconi II (legge Gasparri).
- -socio-culturalmente: in nessun altro paese la quasi totalità della popolazione guarda giornalmente la tv (e questo spiega lo squilibrio nella pubblicità),
- - a livello
contenutistico e formale. Il giornale italiano è dipendente rispetto alla tv e si nota nella presentazione delle notizie: il tg serale diventa necessario per seguire il discorso dei giornali, non autonomi dal punto di vista delle informazioni; soprattutto nella cronaca politica / di costume, il giornale fa da resoconto agli eventi televisivi o riporta cose già dette dal tg. oggettivanti soggettivanti. Anche a livello formale: es. nei titoli si distinguono in e Il titolo è sempre più frequente con la massificazione della tv: stilisticamente è uno "svecchiamento", ma contenutisticamente richiede al lettore di ricordarsi le "puntate precedenti" oltre che la conoscenza dei valori della testata. Espandersi della titolatura soggettivante/emotiva titolo stampato sempre più in grande, occupa gran parte della pagina. Sono tutte strategie che si rivolgono ai sensi e all'emotività del lettore. Quotidiani
italiani VS quotidiani stranieri (stampa "di prestigio").
Italia: proporzione immagini > testo continuo (svantaggiato anche dalle crescenti dimensioni dei titoli).
Già in prima pagina ci sono foto e immagini pubblicitarie che occupano spazio. Il fatto che oggi si disponga della fotografia non rende naturale il suo dominare la prima pagina: si tratta di una scelta (stessa cosa per pubblicità e titoli grossi).
Le prime pagine dei quotidiani esteri somigliano più ai giornali italiani di inizio '900: meno foto, niente pubblicità.
I nostri maggiori quotidiani somigliano ai tabloid esteri trasformazione di tutta la stampa "di prestigio" in stampa "popolare".
lay-out della notizia sul processo Sme.
Analisi Sme-story;
Gabbia tipografica di 43x28cm, occupata per il 4% dalla scheda informativa questa contiene 3 foto, quindi il testo continuo è solo il 2%. Al centro delle due pagine: foto contornate da 11 illustrazioni.
(28% superficie). Titoli occupano il 13% dello spazio totale. Aggiungendo spazi bianchi ecc.il testo continuo occupa a malapena il 50% dello spazio disponibile: lo spazio per più info ci sarebbestato, ma la forma tipografica del testo-giornale lo ha impedito.Tipico della stampa italiana, anche se ogni testata procede verso questa deriva con ritmi diversi.
Foto usate per vivacizzare la notizia, MA effetti testuali orientati al giornalismo non-informativo. Ricorsoalle immagini = mezzo di avvicinamento del giornale al pubblico.
Programma di fine 70s di Gillo Dorfles sulla prevalenza dell’elemento iconico nel giornale:- immagini e titolo devono prevalere perché i giornali risultino più appetibili;- il giornale ampiamente illustrato risponde ad una necessità di mercato; è fondamentale che il“settimanale-giornaliero” “quotidiano-rivista”quotidiano si trasformi in un o (ridurre l’informaz. ita a