IL TRADUTTORE TRADUCE PRIMA NELLA LP E POI ATTRAVERSO UN ULTERIORE PROCESSO DI
DECODIFICAZIONE NELLA LA CON LE DOVUTE RIFLESSIONI TECNICHE E STILISTICHE.
I criteri che regolano il modo di tradurre sono evoluti e cambiati nel tempo.
TRADUZIONE IN POESIA
Molti sono gli studi dedicati alla traduzione della poesia che si prefiggono di affrontare i problemi
metodologici da un punto di vista non empirico.
André Lefèvre cataloga 7 diverse strategie:
-traduzione fonetica si cerca di riprodurre in LA i suoni della LP fornendo una parafrasi accettabile del
significato;
-traduzione letterale in cui l’enfasi viene posta sulla traduzione parola per parola che distorce però il senso
del testo originale; -
traduzione metrica il cui criterio dominante è la riproduzione della metrica originale;
-poesia trasformata in prosa che distorce il valore comunicativo del testo e la sintassi del testo di partenza;
-traduzione rimata in cui il traduttore cade nella doppia schiavitù della metrica e della rima;
-traduzione in versi liberi in cui il testo si restringe nella sua struttura;
-interpretazione in cui vien conservato il testo di partenza;
Nella scelta di un insieme di criteri metodologici da seguire, il traduttore dà maggior rilievo ad alcuni
elementi. Si ha difficoltà a considerare il poema in una struttura organica conduce il traduttore a una
traduzione inevitabilmente sbilanciata. Il traduttore ha il diritto di discostarsi organicamente ed essere
indipendente purché tale indipendenza tenda all’integrità del testo originale.
Sullivan in riferimento a “Homage To Sextus Propertius” di Pound definisce il testo come qualcosa di diverso
da una traduzione; lo scopo della sua scrittura era riportare un morto alla vita, come una sorta di
resurrezione letteraria. Quando si traduce un testo in un periodo lontano la difficoltà è considerare il
contesto morto nel quale è stato prodotto. Con i classici ciò significa superare la difficoltà di tradurre in
verticale, il cui il testo in LP è visto come superiore a quello in LA.
SONETTO XXX SHAKESPEARE “When to the sessions of sweet silent thought”. 3 diverse versioni diverse tra
loro già in termini di lunghezza e organizzazione del verso. In comune hanno la comune tristezza per le cose
perse e la gioia data dal pensiero dell’amico. La traduzione presuppone un attento studio della biografia
shakespeariana e riprendendo l’ambiguità tipica dell’autore. Il fatto che il processo traduttivo possa
produrre cambiamenti nelle proprietà semantiche sono state considerati alcuni elementi del sonetto inglese.
Si collega il testo con l’intertesto.
1) VERSIONE UNGARETTI più letterale, il cui limite è la dilatazione dei versi che risultano pesanti e perdono
la loro musicalità originale. Si perdono tutte quelle figure retoriche che nella poesia assume un valore
centrale a livello sonoro, che risultano molti difficili da rappresentare nella LA. L’autore pone end alla fine del
verso per porre fine al verso e al suo dolore, ma Ungaretti ne da un’interpretazione negative (tradotta in
dolore).
2) VERSIONE R.S VIRGILLITO ha un diverso approccio alla traduzione. Si mostra uno sforzo e uno studio teso
a ricreare le tecniche dell’autore inglese (allitterazioni, onomatopee, parole chiave, terminologia legale). Si
vuole riprodurre l’effetto originale. Virgillito riesce a ricostruire la tematica e alla s truttura inglese.
3) VERSIONE LA VIA viene percepita e letta come avente valore di per sé. Fa riferimento a un preciso
modello poetico.
Secondo Michael Riffaterre nella mente del lettore si innesca un processo perpetuo. Si sminuisce l’idea di
un’unica traduzione infallibile.
LE 3 VERSIONI DEL SONETTO DI SHAKEAPERE DIMOSTRANO I DIVERSI APPROCCI DEI TRADUTTORI PER
RICREARE IL PIU’ POSSIBILE IL TESTO DI PARTENZA.
POESIA DI GERALD HOPKINS. Un esempio di traduzione di poesia è quella di Gerald Hopkins. Si
presenta come un inno di lode a Dio per la varietà del mondo creato. Si contempla la non uniformità della
natura a della ricca presenza di opposti. Il concetto morale di base presente è ripreso dal l opposizione
semantica e dalla uniformità fonetica. La poesia di Hopkins prevede un'indisponibilità fonico-semantica. Due
sono le proposte di traduzioni una di Montale e una di Guidi.
1)VERSIONE MONTALE si presenta con endecasillabi, di 11 versi con mancanza di rime. Il titolo è di
carattere più aulico, ricca presenza di enjambements rispetto all' originale. Vi è la è presenza di allitterazioni
e linguaggio liturgico, suoni ricorrenti, struttura a cornice. Vi è la costante riproduzione di coppie
contrastanti. La versione di Montale è la più complessa poiché opera su più livelli: la poesia iniziale è solo il
punto di partenza per sviluppare un componimento indipendente.
2)VERSIONE GUIDI si presenta con meno versi, versi di tipo libero, mancanza di rima, enjambements scarsi,
allitterazioni meno frequenti e linguaggio meno liturgico. Si vuole riprodurre legami fonetici e si mantiene la
stessa cornice.
Traduzione e interpretazione sono due ambiti nettamente distinti. Il traduttore ha il compito di tradurre, ma
di interpretare. La traduzione in versa è legata alle imitazioni. Il traduttore tende ad aggiornare
costantemente le proprie traduzioni non per raggiungere la traduzione perfetta, ma perché ogni versione è
legata al contesto. La grande differenza tra un testo e un metatesto risiede nel fatto che il primo è fissato nel
tempo e nello spazio, mentre il secondo è variabile. Non vi è un unico modo corretto di tradurre la poesia
così come non vi è un unico modo per scriverne.
POESIA UNGARETTI la parte intrinseca e vitale della poesia è la disposizione spaziale che interagisce con il
sistema verbale.
1) PRIMA VERSIONE 6 versi contro i 7 dell’originale. Distorsione della sintassi rispetto all’originale deriva da
una libera scelta del traduttore di utilizzare le regole italiane nella lingua inglese. Questione della
disposizione spaziale con la presenza di versi liberi. Apparente mancanza di armonia logica all’interno
dell’ordine della frase
2) SECONDA VERSIONE voluta regolarizzazione della sintassi.
Le traduzioni delle poesie di Ungaretti si sforzano di fornire una struttura visiva in accordo con l’originale.
L’apparente semplicità della lingua italiana con le sue strutture semplici e immediate celano l’uso inconscio
del processo di straniamento. Il traduttore può liberarsi dalle imposizioni delle convenzioni della traduzione.
NELLA TRADUZIONE LETTERARIA ENTRANO IN GIOCO DIVERSI CRITERI.
SONETTO PETRARCA distinzione tra il sonetto di:
1)PETRARCA(2 terzine e 2 quartine/ ABBA ABBA CDC CDC) si apre con un’immagine ricercata, quello
dell’amore. Vi è un cambiamento di prospettiva nella terzina. L’amante, timido, parla in 1° persona e
subordinato ai desideri della donna. Per la comprensione di un sonetto singolo è fondamentale inserirlo
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