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CONSIGLIATO INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA GENERALE E PORTOGHESE
1) IL PORTOGHESE BRASILIANO
La conoscenza che un parlante ha di una lingua è legata a una grammatica particolare di una determinata
lingua. La GRAMMATICA UNIVERSALE riunisce insieme le strutture comuni a tutte le lingue naturali e alla
formazione di meccanismi e processi della mente umana che costituiscono la FACOLTA’ DEL LINGUAGGIO.
Nell’evoluzione linguistica è fondamentale l’intervento di fattori storici e cultura li.
La formazione del concetto di grammatica particolare, nell’ambito della grammatica generativa, il cui intento
è raggiungere un’espressione linguistica formale secondo l’idea comune di LINGUA. La grammatica di una
lingua davanti alle grammatiche può aiutare a chiarire la differenza, per esempio la conoscenza linguistica
intuitiva di un parlante. I limiti tra lingua e grammatica sono molto sottili.
Nel contesto linguistico lusofono la situazione è complessa: il gallego e il portoghese sono lingue distinte? Il
PE e il PB sono lingue distinte? Tale questione a livello grammaticale lascia il contesto socio-storico per
entrare nel terreno della conoscenza individuale del parlante. La linguistica formale può camminare con più
sicurezza, neutralizzando nel mezzo del possibile le interferenze di ordine politico e ideologico.
A livello generale si definisce come lingua portoghese, intesa come oggetto socio-storico, di grammatiche
differenze (differenze sintattiche).
Il portoghese comincia a differenziarsi in distinte modalità a partire dal passaggio oltreoceano.
Tra il portoghese della Colonia al portoghese della metropoli si notano differenze significative.
A partire dal 1822 con l’indipendenza del Brasile si inizia a parlare di LINGUA BRASILIANA, in opposizione al
portoghese lusitano della ex madrepatria. La differenza tra lingua parlata in Brasile, in relazione alla modalità
europea, sarà oggetto di molti studi linguistici. Una formulazione che esprime sistematicamente tale
differenza è “portugues d’aquem e d’alem mar”.
Tarallo postula l’esigenza di una grammatica brasiliana che mostrasse chiare differenze strutturali in
relazione alla grammatica portoghese. Si parla di LINGUA INTERNA come il conoscimento intuitivo dei
parlanti e la LINGUA ESTERNA, come conoscenza legata a studi lessicali e sintattici. Le variazioni a livello
sintattico possono meglio spiegare le differenze tra grammatiche di lingue differenti e grammatiche di una
stessa lingua. Tarallo sottolinea 4 grandi cambiamenti sintattici:
- impiego di oggetti nulli e aumento della frequenza di soggetti lessicali;
- cambio nelle strategie di costruzione di orazioni relative;
- cambio nei dettami basici;
E’ chiaro che nel contesto portoghese si parla dell’idea di DIGLOSSIA tra la lingua parlata insegnata nelle
scuole e le regole della lingua scritta insegnata. Le principali differenze tra le due versioni linguistiche sono
legati a concetti fondamentali:
1) la relazione del soggetto e la flessione verbale è denominato dal parametro del soggetto nullo che fa del
portoghese una cosiddetta lingua pro-dro che permette la non realizzazione lessicale del soggetto
(diversamente dal francese). La correlazione tra la ricchezza dei paradigmi flessionali del verbo e la
correlazione del soggetto nullo ha uno degli aspetti più enfatizzati nel tentativo di caratterizzare la natura
delle lingue pro-drop. Caratterizzato per una realità sociolinguistica profondamente stratificata, il PB
presenta nella realtà orale 3 paradigmi distinti, risultati di crescenti processi di semplificazione: una
corrisponde alla lingua scritta nel contesto formale, la seconda nel parlato delle generazioni più giovani più
formali, la terza riguarda la relazione tra parlanti analfabeti e persone di basso livello di scolarizzazione.
2) la realizzazione variabile dell’oggetto diretto nel PB la realizzazione dell’oggetto diretto coreferente con
un SN menzionato nel discorso è un fenomeno linguistico variabile. Tale cambio causa la perdita del clitico
accusativo della 3 persona. L’opzione dell’oggetto nullo è più frequente quando l’antecedente è marcato dal
tratto semantico (animato). L’opzione dell’uso della forma ele come accusativo sarà la più frequente i
strutture sintattiche con predicativo o strutture in cui l’oggetto è anche soggetto di un’orazione subordinata.
3) la collocazione dei clitici le differenze che si osservano nella collocazione dei clitici tra PE e PB sono il
frutto di vari processi di cambiamento e evoluzione. Per sviluppo storico nel PB vi è un uso generalizzato
della collocazione pre-verbale del clitico che causano restrizioni imposta dalla struttura sintattica della frase
passiva. I cambiamenti riguardo la collocazione dei clitici influenzano le strutture sentenziali marcate dalle
forme semplici del verbo, come anche le sequenze avverbiali. La collocazione post-verbale del clitico, non del
tutto bandito dal PB, ha il suo uso definito soprattutto a livello di fattori extralinguistici.
4) le strategie di relativizzazione le orazioni relative sono comuni al PE e sono analizzate a partire dal
movimento di un sintagma. Nei suoi studi linguistici Tarallo parla di 3 tipi di costruzioni:
- relativa con lacuna è relativamente identica alla regola comune
- relativa con pronome promemoria/riassuntivo che si ha con un SN coreferente con un SN antecedente a
una relativa;
- relativa “cortadora” si ha con le posizioni oggetto diretto, indiretto e obliquo.
Tali costruzioni risultanti di un processo di cambiamento non derivano da una regol a di movimento, come
occorre con le costruzioni standard.
5) l’ordine dei costituenti i cambi relativi all’aumento della frequenza, degli oggetti lessicali combinati con
l’accrescimento di oggetti nulli provocano un’alterazione di un altro spetto della sintassi: l’ordine dei
costituenti. L’ordine più frequente è SVO(soggetto-verbo-oggetto). La combinazione SV è molto frequente
anche nelle espressioni interrogative sim/nao e nelle interrogative senza movimento.
2) IL PORTOGHESE DEL MOZAMBICO
Il Mozambico si situa nella zona linguistica della famiglia designate BANTU. Il portoghese viene scelto come
lingua ufficiale nel momento dell’indipendenza (1975) è parlato dal 30 % della popolazione e per la maggior
parte degli abitanti non è una lingua madre. Lo studio sintattico del PM parte dallo studio di testi scritti
estratti d un giornale e testi orali raccolti da varie interviste.
La caratterizzazione sintattica del PM costituisce un tentativo di generalizzazione a partire dalla forma
sistematica e regolare, sia nel discorso orale che scritto del PM. L’inquadramento di questi fenomeni nella
grammatica del PM si realizzano in 3 aree principali:
1) la struttura argomentativa del verbo analizzando le modifiche che il PE attua sul PB possiamo arrivare alla
conclusione che uno dei tratti comuni da entrambe le parti è la proprietà transitiva dei verbi. Conseguenza di
tale processo di transtivizzazione dei verbi, si verifica nel caso del PM che necessita di costruzioni, non
presenti nella grammatica del PE, che non sono altro che effetti sintattici di tali trasformazioni. Vi sono esempi
anche di verbo con il doppio oggetto. Vi sono anche casi di forme passive insolite nel PE. Da notare è come
una delle caratteristiche principali è che tali costruzioni realizzate dai parlanti consistono nella selezione della
preposizione em in contesti in cui si dovrebbe usare la preposizione direzionale a.
2) l’uso dei pronomi clitici è interessante analizzare il particolare comportamento sintattico dei pronomi clitici
nonché i criteri di utilizzo dei clitici in posizione riflessiva. Il clitico si inserisce in posizione post-verbale nel
momento il cui il realizzatore è lessicalmente realizzato. I clitici riflessivi argomentativi, presenti con verbi
transitivi, sono usati in generale come nella grammatica del PE. Tali rianalisi si permette di riflettere sia sulla
tendenza del PE di sopprimere tali clitici e al tempo stesso nella creazione di un clitico di flessione riflessiva.
Tale soppressione nel versante europeo parte dal presupposto che tali clitici non associati a un chiaro ruolo
sintattico e semantico.
3) il meccanismo di incasso delle orazioni subordinate all’interno del contesto della subordinazione uno dei
principi che maggiormente differenziano le due varianti è nella struttura della orazioni completative e relative.
Vi sono casi in cui il que si usa con funzione di completamento e per introdurre delle frasi del discorso citato.
Possiamo dire che le orazioni completative sono spesso precedute dalla preposizione de. Il verbo
superiore si situa nell’area dell’obbligo si usa la preposizione para. Per quanto riguarda le orazioni relative nel
PM si fa riferimento alle costruzioni relative di OD. Secondo la norma europea è che tale costruzione fosse
esclusa quando in due posizioni sintattiche distinte, materiale lessicale associato all’unica posizione OD.
L’ipotesi più plausibile sulla natura di tale alterazione è che l’uso di queste due forme lessicali si legato dallo
status dai parlanti del PM.
3) LINGUE IN CONTATTO
Come gli alberi nelle foreste le lingue del mondo si classificano secondo i principi di prossimità e lontananza
che si stabiliscono. Indipendentemente dalla differenze tipologiche e genetiche le lingue si distinguono tra
loro secondo il modello delle FAMIGLIE GENETICHE DELLE LINGUE. Una delle famiglie linguistiche principali è
quella indo-europea a cui appartengono tutte le lingue romanze e germaniche. Le determinazioni e relazioni
storiche stabilite tra le lingue costituiscono dei presupposti fondamentali del metodo genealogico. Tale
metodo venne proposto nel secondo passato dal tedesco SHLICHER e praticato dai grammatici
comparativisti.
È inoltre possibile classificare le lingue sulla comparazione delle somiglianze e differenze formali tra di esse.
La prima tipologia di lingua datata intorno al XIX secolo che porta il nome di Schegel e dei suoi fondatori.
All'interno delle lingue indoeuropee si parla del versante celtico, italico, germanico, slavo, albanese e
armeno. Secondo questi principi si parla di:
-LINGUE ISOLANTI le cui unità morfologiche sono invariate e non analizzabili (mandarino)
-LINGUE FLESSIVE sono caratterizzate dalla morfologia complessa, combinazione di radici e affissi(latino)
-LINGUE AGGLUTINATE caratterizzate dal fatto che gli affissi senza che la loro gusta giustapposizione
implichi un cambio nel morfema(turco)
Tale metodo di classificazione si allarga posteriormente a lessico, sintassi ad essere fondamentale. Da un
punto di vista di relazioni genealogiche gran parte delle lingue può essere lasciata secondo i principi delle
famiglie di lingue, mentre altre non possono essere inserite in una precisa