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DALLE PAROLE AI DIZIONARI – RIASSUNTO CAPITOLO 1 – LE PAROLE
La parola è l'unità minima isolabile all'interno di una frase, composta da una frequenza di suoni ed è dotata di un significato autonomo fondamentale: esse possono essere parole fonologiche o parole grafiche, se vengono pronunciate o scritte. Il lessico è un insieme complesso di parole che servono a formare un enunciato: nel vocabolario ci sono molti nomi, pronomi, verbi, ma sono tutti lessemi, cioè parole prive di flessioni e senza coniugazioni. Tutte le parole sono organizzate secondo un numero definito di regole grammaticali, e per questo esistono elementi grammaticali che hanno subito una lessicalizzazione, cioè espressioni composte da parole che a causa di, dal momento che, hanno ognuna un significato autonomo: ecc. Al contrario, si ha un processo di grammaticalizzazione quando un'unica parola mediante intende un'espressione e non un unico significato: la
La parola era, inizialmente, era il participio del verbo ma poi ha assunto una lessicalizzazione, diventando una preposizione che ha assunto il significato di “per mezzo di”. Nella realtà quotidiana, inoltre, ci sono parole che usiamo molto più frequentemente di altre, e questa frequenza d’uso determina la creazione dei vocabolari: c’è da dire, però, che questa frequenza d’uso è relativa a determinati corpus di riferimento. Ad esempio, se ci sono due medici che parlano di un paziente, sarà molto più semplice sentire più volte la parola in quel contesto che non in un ufficio contabile. Si pensa che per istruire i bambini e creare l’80% degli enunciati, basti conoscere solo 2000 parole, che spesso coincidono con le parole create sin dall’antichità.
CAPITOLO 2 – IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE
Il significato delle parole è immotivato, nella maggior parte dei casi, cioè
arbitrario.Essa si ha quando con una stessa parola si indicano più oggetti totalmente diversi tra loro. Anche in questo caso la tecnica da adottare è la contestualizzazione del discorso, in modo tale da individuare il preciso significato di una frase e scongiurare un fraintendimento. Appare anche il concetto di interdipendenza tra famiglie di parole: spesso si indica qualche oggetto con un nome piuttosto che con un altro perché è più facile parlare in quei termini. Esempio: in Puglia esiste un cipollotto chiamato che molti hanno iniziato a chiamare lamponi, nonostante questa parola indichi tutt’altro vegetale. E poi, la parola "monocrazia", ci sono deformazioni volute e cercate, come il termine che indica gli insieme degli oppositori (indicati come demoni) alla democrazia. Le parole che hanno lo stesso significato sono chiamate sinonimi: esistono i sinonimi assoluti, cioè parole dallo stesso significato che vengono usate in maniera interscambiabile.
certo oggetto specifico all'interno di una categoria più ampia. Ad esempio, "animale" è un iperonimo di "cane" e "gatto", mentre "cane" e "gatto" sono iponimi di "animale". È importante notare che l'uso dei sinonimi, degli antonimi, dei contraddittori, degli iperonimi e degli iponimi dipende dal contesto e dal significato che si intende comunicare. La scelta delle parole giuste può influire sulla chiarezza e sull'efficacia della comunicazione.significato più ristretto e specifico. I concetti di intensione ed estensione ci fanno capire la natura di una parola: sicuramente la parola armadio ha una maggiore estensione della parola che ha, invece, più intensione. La realtà è un insieme di oggetti e situazioni graduali e non distinguibili, e lo dimostra il fatto che, ad esempio, non si capisce con precisione il momento esatto in cui termina una giornata e inizia la notte, così come è impossibile capire il momento in cui il celeste cambia colore e diventa verde in una scala cromatica, o l'esatto momento in cui si diventa uomo e non si è più bambino: la scienza tende a voler attribuire un nome specifico ad ogni aspetto della realtà, mentre con la lingua si può parlare dell'intermedio e del non definito in maniera molto più immediata e abile.
CAPITOLO 3 – LA FRASEOLOGIA
È arrivato il momento di affrontare lo studio di modi di dire, proverbi,
le regole della lingua italiana.L'usanza medievale di dare la "delladama" al cavaliere durante i tornei: è anche vero che molte locuzioni sono legate all'"angelo del focolare" domesticopaternalismo passato, e lo si intuisce dalle espressioni "osesso debole" nei confronti del sesso femminile. Nei nostri giorni sono nate espressioni "politicamente corretto" conflitto di interessi, come o legate al mondo della politica e ai mass media: per poter creare un modo di dire bisogna utilizzare espressioni conosciute da tutti e inventare un'analogia con un fatto che sia quanto più attinente possibile.
CAPITOLO 4 – LESSICO E SOCIETÀ
Ad oggi le innovazioni dal punto di vista linguistico provengono da varie fonti, come il giornalismo. Ci sono, però, linguaggi settoriali, come quelli della scienza, della medicina e del diritto, composti da parole poco comuni ma altamente specifiche. Per comporre linguaggi settoriali o si prendono in prestito parole da altre lingue o si usano parole già esistenti.
Nella lingua, ma alle quali si applica una rideterminazione semantica, cioè l'acquisizione di un nuovo significato (es. nel calcio). La caduta in disuso di molti termini e la creazione di nuove parole sono fenomeni strettamente collegati all'evoluzione in campo lavorativo che si è avuta alla nascita del lavoro con organizzazione aziendale, dopo la quale la denominazione si è andata unificando. Oggi la caduta in disuso di molte parole è molto più rapida che nel passato grazie alla presenza del web e alla velocità delle nuove comunicazioni. Ci sono anche parole che rimangono nel nostro lessico, come vagone carrozza, o in riferimento ad una penna, oppure anche dalla lingua di Boccaccio erano presenti parole come maccheroni e ravioli, e parole che sicuramente portano un significato diverso rispetto al significato di oggi. Per poter mantenere sempre aggiornata una lingua, ci si serve di neologismi, cioè parole completamente
nuove (che seguono le regole di creazione grammaticale), cioè i neologismi lessicali, o parole già esistenti che assumono un altro significato, ovvero i neologismi semantici. Inoltre, i neologismi possono essere divisi in altre due categorie: i neologismi stilistici, cioè quelli usati con funzione espressiva, e i neologismi denominativi, creati per indicare qualcosa di nuovo: ad esempio, nel campo tecnologico, la parola "videocassetta" è stata sostituita con l'"DVD", parola che l'ha quasi totalmente sostituita. Il lessico, a differenza della grammatica, è un insieme sempre aperto, e per questo motivo è implicata la nascita e la morte di moltissime parole. Inizialmente erano presenti dizionari puristici, cioè dizionari che non ammettevano la contaminazione della lingua tramite l'immissione di parole straniere o espressioni legate al dialetto. Specialmente dopo lo scan