Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PACE.
I tedeschi presero Kiev, assediarono Leningrado e arrivarono alle porte di Mosca, ma Hitler non
aveva fatto i conti con l'immensità del paese, con la lunghezza delle linee di comunicazione, con
l'inverno. L’avanzata sotto Mosca fu bloccata e i tedeschi vennero ricacciati indietro di un centinaio
di chilometri.
Nella primavera e nell'estate del 1942 Hitler riprese l'offensiva questa volta in direzione sud. Grazie
alla loro superiorità tattica, i tedeschi ottennero ancora cospicui successi e raggiunsero il Caucaso e
la Volga ma la Battaglia di Stalingrado (settembre 1942-gennaio 1943) segnò il cambio della
marea. I tedeschi e gli alleati tedeschi furono intrappolati nella città dopo che Hitler aveva rifiutato
di ordinare un’indispensabile ritirata. Intanto, la brutalità tedesca aveva fatto montare l'odio per gli
invasori anche là dove un cambio di regime dopo il pugno di ferro di Stalin sarebbe stato più che
gradito. Le armate di Hitler si trovarono a dover combattere una guerra partigiana di grandi
proporzioni dietro le loro stesse linee.
Gli aiuti americani e l'eroismo della popolazione avevano permesso a Leningrado di resistere
all'assedio e l'entrata in guerra degli STATI UNITI spostò l'equilibrio delle forze.
Dieci mesi dopo, i russi entravano a Berlino costringendo la Germania alla CAPITOLAZIONE.
Seguì poco dopo la dichiarazione di guerra al Giappone (8 agosto 1945) che permise a Stalin
facili acquisizioni territoriali.
L'Unione Sovietica aveva pagato un prezzo terribile per la vittoria. La macchina dell’INDUSTRIA
PESANTE, tuttavia, si era potentemente rafforzata e poteva essere ristrutturata per servire in tempo
di pace.
Soprattutto l’URSS era tra le potenze VINCITRICI e poteva sedersi ai tavoli delle trattative di pace.
Sì cominciava a intravedere, sopra le distruzioni dell'Europa continentale, un MONDO
BIPOLARE. → GUERRA FREDDA.
IL DOPOGUERRA
La morte di Roosevelt e la presidenza di TRUMAN (che diffidava fortemente di Stalin)
accentuarono notevolmente il deterioramento delle relazioni fra Est e Ovest.
Il Piano Marshall, la bomba atomica e il timore che gli alleati si rendessero conto della profonda
debolezza dell'Unione Sovietica provocarono la creazione della CORTINA DI FERRO, la cui
manifestazione più eclatante fu il BLOCCO DI BERLINO, isolata nelle sue comunicazioni terrestri
dalla Germania occidentale dal giugno 1948 al maggio 1949. Contemporaneamente in Romania,
Bulgaria, Jugoslavia, Albania, Ungheria, Cecoslovacchia, Germania orientale e Polonia, sotto la
pressione di Mosca si formavano REGIMI COMUNISTI, politicamente parlando del tutto
dipendenti dall'URSS.
Quest'ultima, dunque, da paese totalmente isolato rispetto al contesto europeo si trasformava nella
potenza egemone di un impero di quasi 400 milioni di abitanti.
La guerra aveva mostrato la superiorità del sistema sovietico, dunque, si doveva proseguire lungo
quella strada.
Il timore che i sovietici si lasciassero contaminare dai modi di vita occidentali provocò la
CHIUSURA ASSOLUTA DELLE FRONTIERE; il controllo sull'agricoltura semidistrutta dalla
guerra divenne ferreo. La macchina bellica rimaneva EFFICIENTE e venne ulteriormente
RAFFORZATA dalla continua attenzione di Stalin e dal successo del suo impadronirsi dei segreti
militari americani.
Uno degli aspetti più sinistri della ristrutturazione interna dello Stato sovietico fu la
ZDANOVSCINA. → Andrej Zdanov era stato il capo della Resistenza Leningradese ed era
diventato uno dei consiglieri intimi di Stalin.
Zdanov condusse la BATTAGLIA PER LA RISTRUTTURAZIONE INTERNA sul versante della
CULTURA. Ogni contatto con l'Occidente doveva cessare, mentre i VALORI RUSSI dovevano
essere riportati in primo piano. Ogni voce discorde andava spenta. Cominciò così la sistematica
PERSECUZIONE DEGLI INTELLETTUALI, la CHIUSURA DEI GIORNALI, l’attacco a
chiunque osasse mettere in dubbio la superiorità del sistema sovietico. Come conseguenza, gli
artisti di maggiore talento smisero di produrre e l'isolamento culturale dell'URSS si aggiunge a
quello politico.
Per fortuna, il 5 marzo 1953 il dittatore inaspettatamente morì.
IL DISGELO
Il periodo che segue la morte di Stalin è segnato dalla personalità volgare, estroversa, vagamente
paterna di Nikita Sergeevic CRUSCEV. Era arrivato il momento di un allentamento della
insostenibile pressione che Stalin aveva esercitato sulla società.
La direzione di Krusciov fu una svolta in tutti i campi. La sua relazione segreta al XX congresso del
partito nel 1956 denunciò gli ECCESSI PIU’ GRAVI del dittatore, molti dei condannati ai campi di
lavoro e degli esiliati vennero riabilitati e in ambito culturale vi fu vi fu un notevole allentamento
della censura e in genere del controllo ideologico.
Non si deve pensare però che Krusciov rappresentasse una concezione realmente democratica del
potere. Tuttavia sperava di riorganizzare e potenziare un'agricoltura dissestata e riteneva che fosse
utile una maggiore umanità nelle relazioni tra Stato e cittadini.
Il suo primo progetto fu rivolto al DISSODAMENTO delle “TERRE VERGINI E INCOLTE”;
un’altra delle sue iniziative riguardò l’impulso dato INDUSTRIA LEGGERA (al contrario di Stalin
che invece aveva nettamente preferito quella pesante).
Con la totale vittoria di Krusciov, che nel 1958 assunse infatti anche la carica di primo ministro,
esplodeva intanto la crisi dei paesi satelliti. Mosca non trovò altra soluzione che schiacciare con una
sanguinosa repressione l'ansia di libertà del paese.
Intanto, gli scambi commerciali e i contatti culturali con Occidente continuarono a intensificarsi, la
censura allargò i suoi orizzonti e nel 1963 la rivista “Novyi Mir” potè pubblicare “Una giornata di
Ivan Denisovic” di Solzenicyn.
Alle sconfitte in politica estera si sommarono i risultati deludenti delle riforme agrarie, del cronico
ritardo tecnologico dell'industria che i successi ottenuti nel settore militare e nell’astronautica (il
primo satellite artificiale con un uomo a bordo Yuri Gagarin lanciato dall'URSS nel aprile 1971 )
non riuscivano a mascherare. Un tale assieme di circostanze fu fatale a Cruscev, il quale si ritrovò
dimesso dal Comitato centrale del Partito.
Il 14 ottobre 1964 Leonid BREZNEV veniva nominato Segretario Generale del Partito.
I RAPPORTI CON L’OCCIDENTE
La POLITICA ESTERA dell'Unione Sovietica, che era stata sostanzialmente DIFENSIVA, mutò
carattere dopo la Seconda Guerra Mondiale. La sua terribile debolezza l'aveva spinta verso forme di
aggressività che costituiscono in parte una spiegazione dell'origine della Guerra Fredda.
Sta di fatto che dopo la CONFERENZA DI POTSDAM (1945), l'atmosfera di idillio fra Oriente e
Occidente si incrinò. È possibile che la relativa inesperienza internazionale di Truman giocasse un
ruolo importante nell'inacidirsi dei rapporti est-ovest. Certo, anche la riforma monetaria in
Germania e l'inizio del Piano Marshall furono gravi elementi di rottura.
Se in un primo tempo sia Gran Bretagna che Stati Uniti erano orientati verso una politica
conciliante nei confronti delle aspirazioni egemoniche dell'URSS nei paesi liberati dall'Armata
Rossa, l'enunciazione della “DOTTRINA TRUMAN” individuava un ‘nemico’ del ‘mondo libero’,
capace di sovvertire l'ordine democratico dall'interno o dall'esterno; il nemico era il
COMUNISMO INTERNAZIONALE.
Le spinte terribili impresse dal dittatore all’industrializzazione, la minaccia tedesca erano delle sfide
che, a dispetto delle atrocità delle grandi purghe, furono raccolte in uno sforzo collettivo che non ha
paragoni nella storia del nostro continente. Cessate le sfide anche il consenso cominciò a sfaldarsi e
il sistema non ebbe altra scelta che irrigidirsi.
L’ERA DI BREZNEV non è che il periodo in cui le risorse nazionali furono spese nel mantenere un
ordine interno obsoleto ed una posizione internazionale troppo costosa ed inutile.
DA BREZNEV A GORBACEV
L'era Breznev è caratterizzata dalla FINE DELLA SPERIMENTAZIONE IN ECONOMIA E
NELLA SOCIALE in genere, del periodo crusceviano.
È un ventennio durante il quale, mentre si cercava di modernizzare l'industria, si stringevano i freni
alla libertà di espressione, mentre si proclamava la dottrina della sovranità limitata per i paesi
socialisti dell'Europa orientale, si andava verso una graduale distensione con l'Ovest. Gli
intellettuali venivano ancora perseguitati e gli ospedali psichiatrici si riempivano di dissidenti.
Si potrebbe dire che se l'era staliniana fu caratterizzata dallo sforzo selvaggio di raggiungere
obiettivi impossibili, e quella crusceviana da un rozzo e confuso sperimentalismo, l’era di Breznev
fu il Periodo della Stagnazione.
Il controllo economico del partito era ferreo; solo il MERCATO NERO dava ossigeno al sistema.
La spesa pubblica era ancora pesantemente orientata verso l'industria pesante e la difesa, e questo
limitava il benessere interno; la CORRUZIONE dilagava poi all'interno della stessa nomenclatura.
E intanto l'impero andava sfaldandosi.
Dopo il breve regno di Andropov e la grigia parentesi di Cernenko, la segreteria generale di Michael
Sergeevic GORBACEV era destinata ad attuare l'ennesima RIVOLUZIONE DALL’ALTO: LA
PERESTROJKA (ristrutturazione) del regime.
Nelle intenzioni del Segretario Generale, quest’ultima voleva significare: maggiore democrazia,
riforma delle nazionalità, graduale avvio dell'economia verso il mercato con tutte le conseguenze di
competizione fra le aziende e di disoccupazione che avrebbe comportato, graduale diminuzione del
controllo del partito sulla società.
Successivamente invece ci furono i seguenti avvenimenti:
la secessione di alcune delle Repubbliche,
il tentato colpo di Stato dell'agosto 1991,
la caduta di Gorbaciov e l'ascesa di Boris EL’CIN,
la dissoluzione definitiva dell'URSS
e la formazione della Comunità degli Stati indipendenti.
Gli oppositori di destra e di sinistra alla Rivoluzione d'Ottobre
Qualunque sia il giudizio che se ne voglia dare, sia che la si consideri come la fine una millenaria
tradizione culturale russa, che come un colpo di stato violento e illegittimo, la cui conseguenza fu
l’instaurazione di un sanguinario totalitarismo, sia che la si consideri come la realizzazione di
utopie millenarie di giustizia sociale, che come incarnazione dell'idea comunista, la
RIVOLUZIONE D’OTTOBRE è stato in ogni caso uno degli avvenimenti più significativi del XX
secolo.
La Rivoluzione cambiò tutto in maniera indelebile. Classi prima dominanti per prestig