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La complessità della natura umana nella letteratura per l'infanzia

Il bambino è talmente iper-ricettivo del mondo nei primi anni di vita da essere confuso con esso, anziché diverso e a parte come si definisce l'adulto tendenza verso l'etero-specifico, non verso il corpo di domani, ma verso corpi differenti (Pinocchio, etc). Da quando si è scoperto che gli umani sono parte dell'ordine evoluzionistico delle cose in generale, la definizione della natura umana si è complicata. La letteratura per l'infanzia si è sviluppata in concomitanza con la diffusione delle teorie evoluzionistiche di Darwin ("L'origine della specie", 1859). I grandi autori della letteratura per l'infanzia hanno una sensibilità divergente e considerano l'infanzia non come una mancanza o un momento di passaggio da superare, bensì come un centro di gravità al termine del quale si apre un vuoto. Da un lato l'idea del...bambino come contenitore vuoto che l’adulto deve riempire, dall’altro la metafora dell’albero troppo rigoglioso da potare con l’idea che diventare grandi implichi una rinuncia Rousseau scrive “Emile” nel 1762 prima le riflessioni sull’infanzia erano rivolte solo ai giovani aristocratici, mentre Emile è un ragazzo comune che porta a compimento il mito del ritorno alla natura e del buon selvaggio inteso qui non come “non formato”, ma come “non ancora deformato” Un buon romanzo per ragazzi deve condurre il lettore a un piano già noto o essere spiazzante, divergente? È sempre difficile lasciare l’infanzia, anche nella letteratura (→ Pinocchio, Peter Pan, Tarzan), ma prima il passaggio all’età adulta era sancito dai riti iniziatici che constano di 3 fasi: nella prima il neofita viene sottratto alla famiglia e alla comunità (fase di separazione), poi segue un periodo di isolamento.

in cui ci si deve perdere (fase di margine) e infine c'è un ritorno (fase di aggregazione), il neofita diventa un altro

L'attuale vivere comune spinge alla giovinezza eterna prorogando all'infinito la fase intermedia

L'uscita dall'infanzia è un percorso solitario, spesso senza adulti e, laddove adulti esistano, bisogna saltare una generazione passando ai nonni: da un lato non c'è accompagnamento, dall'altro il senso di vuoto che portano si estende anche verso il passato, verso parti fondamentali nella creazione di un'identità che sono state tenute nascoste caduta degli dei (→ "Il giardino segreto", i libri di Frances Hardinge); diventare grandi non significa entrare nel mondo dei padri, ma scapparne perchè, come in un Pinocchio rovesciato, a dire le bugie sono gli adulti

Per quanto centralissimo, il corpo con i suoi cambiamenti è poco trattato, sembra volerci fare i conti solo il

Genere fantastico, poi ci sono ambienti, oggetti-tramite che permettono di arrivare ad un altro tipo di consapevolezza (→ il ruolo del giardino ne "Il giardino dimezzanotte" di Philippa Pearce, ragazzi che escono dalla terra ne "Il grande gioco" di David Almond)

Spesso il primo contatto con la morte segna la fine dell'innocenza perché si viene travolti per la prima volta dalla temporalità

Altro topos comune è il trasloco che crea uno spazio di rottura non solo mentale, un vero sradicamento

L'isola diventa il microcosmo perfetto per sperimentarsi ed effettuare la trasformazione e questo momento di rottura ha bisogno di un tempo circoscritto, un tempo di mezzo come l'estate; molte storie che raccontano il passaggio all'adolescenza sono ambientate in epoche di forte portato simbolico di passaggio come per la narrativa inglese l'epoca vittoriana o la Seconda Guerra Mondiale, la Grande Depressione

4. IN LOCO. LEGGERE LO

SPAZIO PER LEGGERE LA LETTERATURA PER L'INFANZIA - Varrà Nella letteratura per l'infanzia gli spazi e i paesaggi non hanno funzione di sfondo, ma esercitano la loro influenza nel significato ultimo del racconto, rivelandosi più importanti dei personaggi stessi. Le dialettiche aperto/chiuso, interno/esterno sono importantissime: famiglia come nucleo sociale monopolizzante, casa come status identitario e di rappresentanza sociale (Pinocchio si presenta scappando di casa, Peter Pan neonato si getta dalla finestra). Altra dialettica è quella concesso/vietato spazio all'avventura, la monelleria, la sovversività. Bisogna tornare indietro, non per dimenticare il proprio essere adulti, ma per recuperare tracce che possano diventare strumento per un dialogo. Lo spazio non è la realtà in sé, ma la nostra lettura di quel territorio, è quel processo artificiale che applichiamo alla realtà per poterci orientare.mappa è l'emblematizzazione massima dello spazio e l'oggetto per eccellenza della fascinazione infantile. La dialettica concesso/vietato è la modalità principale con cui si struttura lo spazio. Il luogo risponde alla necessità dell'abitare, è la scelta di un luogo in cui fermarsi per stare (pianeta de "Il piccolo principe", casa di Mary Poppins). L'infanzia è l'età degli angoli, delle intercapedini, degli armadi, di ogni recesso appartato e nascosto. L'infanzia trasforma il luogo in una tana e l'angolo permette proprio di sentirsi abbracciati alle spalle mentre si guarda lo spazio aperto di fronte (camera di Max "Nel paese dei mostri selvaggi"). Il paesaggio non si identifica né con lo spazio né con il luogo; si pone su 2 dimensioni: estetica (il paesaggio è una forma di rappresentazione che ha bisogno di tempo per emergere) e liminare (nonè determinato solo da noi, vive a prescindere da noi: da unaparte per esistere ha bisogno di un incorniciamento che è gesto umano, dall’altra questogesto è condizionato dalle caratteristiche materiali della realtà)
La predilezione al perdersi è una delle caratteristiche dell’infanzia c’è in questo una→pulsione regressiva, una rinuncia a crescere (→ Huckleberry Finn o “Mina” di DavidAlmond) o una tensione progressiva, come nel mito di Ulisse
5. GRANDI SCRITTRICI, GRANDI LETTERATE NELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA -Piccinini
Le grandi scrittrici di letteratura per l’infanzia si reputavano intellettuali e letterate allastessa stregua dei loro colleghi maschi, ma la loro condizione di marginalità le ha portatealla creazione di bambine e ragazzine che non stanno dentro al confine delle buonemaniere e sono diventate icone imperiture
Nel 1852 Harriet Beecher Stowe scrive “La capanna dello

"Zio Tom" che affronta il tema dello schiavismo e diventa un punto di riferimento per le donne scrittrici

Le donne sono piacevoli da guardare e, come tali, piacevoli da perdonare. Astrid Lindgren crea Pippi Calzelunghe che non si preoccupa minimamente né della sua piacevolezza fisica né del suo buon carattere.

La letteratura per l'infanzia da una parte non è mai stata considerata vera e propria letteratura, ma strumento educativo, dall'altra è stata giudicata più come un settore merceologico che letterario: ecco allora romanzi e albi che parlano di mafia, terrorismo, migrazione.

La letteratura per l'infanzia ha anche approfittato dell'invisibilità a cui era stata relegata, ritagliandosi uno spazio di grandi possibilità narrative. Questo vale a maggior ragione per le scrittrici per cui scrivere è sempre stata una forma di ribellione; l'atto di leggere e scrivere sono gli unici strumenti per uscire.

dall'isolamento e nascono così salotti epistolari dove le scrittrici dialogano alle donne non era nemmeno concessa l'istruzione

Pamela Lyndon Travers (autrice di Mary Poppins) fu studiosa di mitografia comparata, si interessò di buddismo, fu allieva di Gurdjieff per lei i libri di Mary Poppins non erano pensati per i ragazzistare ai margini, essere invisibili, silenziosi, non avere potere sono caratteristiche che possiamo ritrovare sia nelle donne che nell'infanziamolte scrittrici raccontano storie dove la linea di confine tra il qui e l'altrove perde la sua rigidità e dove i bambini vivono una dimensione in cui salta la distinzione tra tempo e spazio (“Il giardino di mezzanotte”)

6. ASIMMETRIE. ALBO ILLUSTRATO, IMMAGINE E PAROLA - Tondardininegli ultimi 20 anni l'albo illustrato è diventato di moda nell'albo illustrato l'immagine si commisura a un dispositivo che ne diventa il

contenitore; l'occhio è guidato dal dispositivo, come accade per un quadro con la cornice che delimita lo spazio del visibile. Per Perry Nodelman, il campo che è più pertinente per inquadrare gli albi non è la storia dell'arte, ma la semiotica, in quanto per gli albi il dinamismo di tempo e movimento è un requisito imprescindibile, a differenza della pittura, che è un'arte immobile. Le immagini non sono studiate come entità astratte e immateriali, ma come qualcosa di concreto e storicamente condizionato; l'illustrazione non è fatta dalla sola immagine, ma anche da tutti gli elementi visivi che danno indicazioni precise sulla storia e la sua interpretazione. Il linguaggio e l'immagine sono universi lontani e antinomici, anche se forzati in una relazione dialettica. Esiste una gerarchia di primato dell'una sull'altra: la parola deve sorreggere e correggere le lacune in ambito iconico, ci si attende che.

Il testo rende comprensibile la superficie cangiante dell'illustrazione mettendone in evidenza l'aspetto pedagogico-esplicativo a scapito della qualità letteraria. I due elementi sono inseparabili, ma diversi e il loro interagire porta con sé sempre un disequilibrio, un'asimmetria insanabile, ma è proprio questa la sua forza (→ Maurice Sendak sostiene che è il testo che genera l'immagine, ma in esso l'autore deve trovare un suo spazio, trovarne i buchi e in esso installarsi per riuscire a dire con le figure quello che le parole non dicono. Nel paese dei mostri selvaggi fu scritto nel 1963: fu osteggiato non appena uscì perché entra nell'inconscio dei bambini (bambino che fa delle marachelle, mal'idea viene resa attraverso una metafora: "il bambino indossa il costume da lupo"); grande rapporto tra testo e immagini: le immagini non devono ripetere le parole, ma c'è un rapporto sinergico.

mondo si racconta. Le parole sono come pennellate di colore che dipingono emozioni, pensieri e storie. Le immagini, invece, sono come finestre che ci permettono di guardare dentro mondi diversi, di scoprire nuovi orizzonti e di emozionarci con un solo sguardo. Insieme, parole e immagini creano un connubio perfetto, capace di trasmettere messaggi potenti e di lasciare un'impronta indelebile nella mente di chi le osserva. Sono come due linguaggi diversi che si completano a vicenda, arricchendosi reciprocamente. Le parole possono descrivere ciò che le immagini non possono mostrare, possono dare voce ai sentimenti più profondi e alle emozioni più intense. Le immagini, invece, possono catturare istanti di vita, cogliere dettagli impercettibili e trasmettere sensazioni in modo immediato. Quando parole e immagini si uniscono, si crea un'esperienza unica e coinvolgente. Un libro illustrato, ad esempio, è in grado di trasportare il lettore in mondi fantastici, grazie alla combinazione di testo e illustrazioni. Un film, invece, riesce a emozionare e coinvolgere lo spettatore grazie alla perfetta fusione tra dialoghi e immagini in movimento. In un'epoca in cui la comunicazione è sempre più veloce e immediata, parole e immagini continuano a essere strumenti fondamentali per raccontare storie, condividere emozioni e creare connessioni. Sono come un ponte che unisce le persone, superando le barriere linguistiche e culturali. Quindi, non importa se siamo più portati per le parole o per le immagini, entrambi i linguaggi hanno il potere di trasmettere messaggi e di farci viaggiare in mondi lontani. E quando si incontrano, il risultato è magico.
Dettagli
A.A. 2020-2021
7 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher donatellateatro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Grilli Giorgia.