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Tognolini ha scoperto, attraverso la stesura di moltissimi componimenti in rima, di scrivere poesie
e rime per, ossia poesie d’occasione, che si distinguono per essere un dono e per essere
profondamente agganciate alla vita, alle persone e agli eventi. Esse tracciano il ritratto di un poeta-
sociale, aperto al dialogo. Tognolini ha lavorato anche per il teatro e per il cinema, ha sceneggiato
un videogame e scritto per altri media interattivi.
Nella commistione di generei si coinvolgono tutti i sensi e si dà corpo alla storia che si dispone
lungo un palcoscenico immaginario riccamente animato. Nidi di note è un libro che incrocia più
linguaggi: fiaba, figure, musica e poesia. Esso nasce da un progetto didattico finalizzato
all’introduzione alla musica nei nidi e vede coinvolte diverse professionalità. Ne scaturiscono
paesaggi fantastici e un cammino di formazione, di conquista e di conoscenza. Un CD
accompagna il libro, perché le avventure in esso contenute si leggono intervallate dall’ascolto di
suggestivi brani musicali e poesie recitate ad alta voce dall’autore. 3
Le filastrocche di Tognolini ricordano certi riti ancestrali e formule magiche per far accadere delle
cose, non solo perché presentano la struttura di un incantesimo da recitare, ma anche per la
concretezza delle intenzioni, che interpretano giocosamente desideri e paure dei più piccoli. Mal di
pancia calabrone è la prima raccolta poetica da cui attingere per le esigenze più varie: contro le
calze che scendono, per ritrovare le cose sparite, far venire più in fretta i compleanni, far diventare
versi i semafori, sciogliere un ingorgo, contro i nodi nei capelli, far venire i fiocchi nel lacci e così
via.
Anche il disegno dà consistenza alla poesia per l’infanzia. Spesso, il tratto pittorico che
accompagna i versi destinati ai più piccoli rende la lettura un’esperienza potenziata e appagante.
Quando l’illustrazione è eseguita da bravi artisti, allora si intreccia e si completa con le parole. Ciò
accade quando entrambi gli autori si ascoltano nella diversità dei loro linguaggi e stabiliscono l’uno
con l’altro un’armonia di intenti.
Ogni autore si distingue per stile, poetica e per un lessico che gli è proprio e ritorna nei suoi
componimenti. Tognolini sceglie con cura le parole. Frequentemente colloca parole-simbolo, che
ogni volta sono forti e pregnanti in un determinato verso per il loro valore espressivo. Si tratta
sempre di parole facili, immediate, vicine al parlare dei bambini e alla loro esperienza nel mondo.
Una parola che ricorre spesso è “zitto”. “Zitto”, posto a conclusione di molte poesie, è un richiamo
al silenzio e va contro l’imposizione della parola. Secondo un decalogo di Tognolini, per fare un
bambino felice è necessario:
1. diffidare dei decaloghi;
2. diffidare degli esperti;
3. farsi le proprie idee;
4. fare spesso il tagliando delle proprie idee;
5. esercitare memoria e giudizio;
6. leggere libri, maneggiare storie;
7. profondere bellezza;
8. accettare la propria ignoranza e inadeguatezza;
9. esercitare la memoria del dolore;
10. non cercare di fare ad ogni costo i bambini felici.
In poesia, questa posizione consente di attribuire ai versi la dimensione dell’incanto, che è fatto di
parole e di silenzi.
Parole matte di Chiara Carminati
Chiara Carminati scrive, legge e promuove la poesia con passione e convinzione tra i bambini e i
ragazzi nelle scuole e nelle biblioteche. Perlaparola è il titolo di un recente lavoro di raccolta di
poesie didattiche e riflessioni sul fare-poesia, ma anche un vocabolo d’invenzione dai molteplici
significati: possiamo evidenziare la preposizione “per” e sottolineare il fine e lo scopo delle nostre
intenzioni o isolare il sostantivo “perla” che rende conto della preziosità della parola e del
linguaggio. Carminati presta molta attenzione ai significati e alle parole e prende in prestito dalla
lingua spagnola la parola “fomento”. “Fomentare” la poesia significa incoraggiare i ragazzi a
sondare le potenzialità della parola poetica per acquisire delle risorse del linguaggio, fondamentali
per la costruzione di una personalità creativa e l’espressione di un pensiero libero.
Promuovere la poesia e fare-poesia tra bambini e ragazzi significa anche lavorare per sfatare due
pregiudizi: il primo vede la poesia per l’infanzia come un genere minore, coltivato da specialisti che
non possono dirsi poeti, e il secondo, che interessa ragazzi e adulti insieme, guarda la poesia
come qualcosa di inaccessibile, di cui la maggior parte delle persone poco comprende. Il secondo
caso è dovuto ad una mancata o tardiva pratica e valorizzazione della poesia negli anni precedenti
alla scuola superiore. Carminati afferma che se i ragazzi sono diffidenti nei confronti della poesia è
perché il più delle volte gli adulti l’hanno ridotta a un qualcosa di sentimentale e di romantico,
connotato da vaghezza e levità: ne emerge un’immagine di poesia scadente e limitata. La poesia
si pone piuttosto come filtro per raccontare con altri occhi il mondo. Secondo Carminati, un altro
grave equivoco interessa la figura del poeta: egli è ritenuto una persona distratta, con la testa per
aria, occhialuto, anziano o addirittura morto. E invece il poeta è vivo e lascia tracce di voce nei
suoi versi, che si fissano immutabili ed eterni e mantengono al loro interno un corpo vibrante fatto
di suoni, ritmi e respiro. Alla scuola spetta il delicatissimo compito di preservare e costudire l’amore
e l’incanto per la lingua e per la parola poetica. In Carminati, la scelta di rivolgersi ai più piccoli non
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è casuale, ma intenzionale e consapevole: le poesie per i bambini sono il materiale di lavoro
quotidiano per laboratori e incontri e si profilano come poesie speciali nel loro essere scritte “per”.
La buona letteratura per l’infanzia rivela una ricerca stilistica e linguistica complessa ed elaborata,
non può essere lasciata all’improvvisazione e non può avere regole interne. La poesia per
l’infanzia è un prodotto artistico e letterario alto, privo di confini e che si offre ad una duplice lettura:
bambina e adulta.
Le parole di poesia sono per tutti, anche per i più piccoli. In quest’ultimo caso esse prediligono i
“luoghi della voce” e i colori sgargianti di illustrazioni da osservare. L’accompagnamento di
gestualità e movimenti ripetitici cadenzati dalla voce di poesia produce una forte attrazione nei
bambini, che imparano velocemente la loro successione in relazione agli stimoli vocali prodotti.
L’esperienza che essi vivono consente una partecipazione intensa ed efficace per consolidare
routine quotidiane e per interiorizzare il sé corporeo attraverso gesti di cura e carezze che ne
potenziano e valorizzano la rappresentazione. Un’“immersione sensoriale” che stringe legami
emotivamente significativi con l’adulto e spinge a richiedere la ripetizione dell’esperienza anche
attraverso nuove filastrocche e nuovi gesti. Similitudini, metafore, sinestesie e personificazioni
sono concentrati di senso. In poco spazio e con poche parole stabiliscono nuove relazioni tra le
cose del mondo e fanno guardare il mondo con occhi diversi. Per comprendere appieno la forza di
una metafora occorre sviluppare nel bambino un pensiero affinché egli sia in grado di accogliere
figurazioni sempre più complesse e possa costudire un gusto verso le infinite suggestioni delle
parole combinate ad arte. L’attenzione di Carminati è rivolta anche agli anni dell’adolescenza: anni
di smarrimenti, disagi e solitudini. La poesia, se vissuta come strumento per esprimere la
moltitudine di sentimenti ed emozioni provati, può costituire un luogo-rifugio di ascolto di sé. La
poesia, come l’identità, non è che ricerca continua.
Carminati rintraccia nei versi una vocazione autenticamente orale perché la parola poetica è in
origine dettata e ascoltata. La lettura ad alta voce seduce ed appassiona precocemente i piccoli
con l’obiettivo di creare un sicuro legame di attaccamento genitore-bambino attraverso le “coccole
letterarie” e di coltivare in essi il piacere dell’ascolto della parola poetica. I bambini devono essere
nutriti di letture quanto più possibile, a casa, al nido e nel loro percorso scolastico. Le parole hanno
una loro musicalità e, sapientemente accostate l’una con l’altra producono suoni: è necessario
osservare il ritmo della poesia, rispettare le pause, modulare l’intensità della voce e variarne il
timbro per restituire la giusta espressività. Carminati sostiene che il testo poetico va concepito
come una “partitura poetica”, tenendo conto degli aspetti musicali. Il significato sarà prodotto non
soltanto dalle strutture lessico-sintattiche del testo, ma anche dalla dimensione sonora emersa
durante la lettura interpretativa ad alta voce.
Anticamente la poesia si accompagnava alla musica, mentre nella nostra cultura il binomio
musica-poesia è pressoché scomparso. Solo nella poesia per l’infanzia l’incontro tra poesia e
musica produce esiti davvero apprezzabili. Poesia e musica dialogano almeno su due livelli: il
primo individua un fascio di relazioni a partire dalla “consistenza” intrinsecamente espressiva di
entrambi i linguaggi e il secondo riconosce nella poesia un codice espressivo teso a contaminarsi
con altri linguaggi come la musica, il teatro o il linguaggio per immagini.
L’esperienza sonora della poesia riattiva esperienze originarie, coltiva il piacere e il gusto per la
parola e nuove stati d’animo, associazioni e sensazioni. La poesia per bambini si presenta come
un congegno giocoso, da manipolare e abitare inseguendo evocazioni e immagini scaturite dai
significanti parole e dagli aspetti prosodici del testo. Quando l’esperienza poetica coinvolge lo
sguardo e il corpo, l’evento si fa ancora più appagante per le numerosi sollecitazioni sensoriali che
produce. In poesia le figure retoriche collaborano al processo di significazione e, oltre alla
metafora, c’è anche la sinestesia che incrocia parole appartenenti a piani sensoriali diversi. Così
colori, forme e situazioni accostate insieme provano percezioni intense e attribuiscono ai semplici
costrutti linguistici corporeità e consistenza.
Lo spazio bianco attorno ai versi dà forma ed è un vuoto che riempie e un silenzio che suona. I
silenzi della poesia sono parte della poesia stessa, scandiscono il respiro e consentono la
formazione di immagini mentali. Essi hanno un valore magico perché allontanano le parole pur
agganciandole al rigo successivo, senza