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LIBRI PER BAMBINI E RAGAZZI (D. Bartolini)
Negli ultimi 20 anni si sono sviluppati molti strumenti di informazione e di orientamento per
la diffusione dell’informazione bibliografica e la promozione della lettura. Tra i nuovi
strumenti di informazione troviamo:
La “letteratura grigia”: cioè documenti a limitata circolazione e di difficile reperibilità,
come bibliografie, cataloghi e altri materiali minori prodotti da biblioteche, enti e
scuole; spesso sono accattivati nella grafica;
Saggistica di approfondimento: prodotta dagli anni ’90, grazie ad alcuni progetti
editoriali hanno acquisito caratteristiche di serialità (es. le serie Infanzie di Mondadori
e Memorandum di Einaudi Ragazzi)
Riviste specializzate: <<Andersen>>, <<Il folletto>>, <<Hamelin>>, <<LG
Argomenti>>, <<LiBeR>>, <<Pagine giovani>>, <<Il Pepeverde>>.
Community di lettori su web.
Siti specializzati su internet: www.alicenelpaesedeibambini.it,
www.editoriaragazzi.com, www.liberweb.it.
Blog: https://biblioragazziletture.wordpress.com, www.lefiguredeilibri..com,
http://topipittori.blogspot.it. http://zazienews.blogspot.it.
Progetti di promozione della lettura: Nati per leggere, Xanadyu.
Strumenti bibliografici: es. Almeno questi!, la bibliografia di base promossa dal Centro
regionale di servizi per le biblioteche per ragazzi di Campi Bisenzio.
Importante risulta essere il Progetto LiBeR: della biblioteca di Campi Bisenzio, si basa su
una ricca offerta di risorse documentarie e su una costante valutazione e selezione per
mettere a disposizione un set di strumenti utili per il controllo bibliografico, la ricerca e la
catalogazione dei libri per bambini/ragazzi, con l’obiettivo di dare un’informazione
bibliografica completa e tempestiva. Il progetto è supportato dalla rivista LiBeR (dal 1988),
dal portale LiBeRWEB (dal 1999), da LiBeR Database e dal supplemento “La bibliografia
nazionale dei libri per ragazzi” (realizzata dal 2007 al 2012 grazie alla collaborazione con la
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e dal 2012 sostituita dall’inserto <<Schede
Novità>>), per segnalare le pubblicazioni per bambini e ragazzi edite o prodotte in Itali.
LiBeR Database nasce nel 1987 e contiene tutte le novità librarie per bambini/ragazzi
pubblicate in Italia (per novità si intendono le prime edizioni e le nuove edizioni a cui sono
state apportate modifiche, mentre sono esclusi i libri scolastici e le ristampe). Il lavoro di
documentazione è eseguito con i metodi della biblioteca pubblica, ovvero i libri vengono
censiti e catalogati al momento della loro distribuzione, “libro alla mano”. LiBeR Database
ha puntato su un elevato approfondimento descrittivo del materiale tramite:
descrizione formale: è strutturata secondo le aree di ISBD(M) con un livello di
approfondimento massimo. Comprende gli accessi a: tutte le opere raccolte in una
pubblicazione, agli autori dei testi/illustratori/responsabili della pubblicazione ecc…,
ai titoli originali o alle varianti dei titoli.
descrizione semantica: comprende gli strumenti di indicizzazione del contenuto per
un maggior recupero delle informazioni. Tra questi strumenti troviamo: la
classificazione per generi, la Classificazione decimale Dewey (il contenuto dell’opera
è specificato il più possibile in modo da costituire un’utile chiave di ricerca), l’abstract
(testo a carattere non valutativo che dà un’indicazione sul contenuto), le fasce d’età.
Il controllo e la strutturazione semantica delle parole chiave e degli identificatori sono affidati
al thesauro Spider che utilizza il metodo della garanzia bibliografica cioè contiene solo i
termini usati nell’indicizzazione e ad ogni termine è collegato almeno un documento
presente nell’archivio. Grazie all’indicizzazione delle parole chiave tramite thesauro si ricava
un lessico utile per costruire nuovi percorsi di ricerca: si possono recuperare i temi presenti
nella letteratura per l’infanzia (i sentimenti, la famiglia…) e i temi legati agli ambiti disciplinari
(scienza, arte…). Con la combinazione tra parole chiave, identificatori e altre chiavi di
ricerca, si possono ottenere percorsi di ricerca molto articolati. Per esempio: eseguire una
ricerca sui romanzi gialli (genere), ambientati a Londra(identificatore), con protagoniste
adolescenti orfane (parola chiave).
( se non avete capito provate a riguardare pag 28-29!!)
Dal 1999 LiBeR Database opera anche una valutazione dei libri documentati. La
valutazione è frutto del lavoro collegiale dei documentalisti che analizzano la produzione
editoriale del settore bambini/ragazzi. La valutazione tiene conto dell’insieme dei fattori che
caratterizzano il prodotto e si basa su:
la qualità del testo e delle illustrazioni;
le soluzioni editoriali(grafica, soluzioni tipografiche…);
le diverse versioni.
Il risultato di questa valutazione viene espresso con delle “stellette” da attribuire ad ogni
libro, per facilitare la scelta per l’acquisto e la lettura:
1 stella: scarso interesse;
2 stelle: meritevole di attenzione;
3 stelle: molto interessante;
4 stelle: da non perdere.
LEGGERE IN OSPEDALE (R. Borghi)
Storia delle biblioteche ospedaliere:
nel XVIII secolo erano presenti raccolte di libri negli ospedali;
dal 1850 si cominciano a pubblicare cataloghi di libri a disposizione dei pazienti;
nel 1904 nasce la prima biblioteca per pazienti nell’ospedale di Boston;
tra le due guerre mondiali ci fu un grande sviluppo dei servizi bibliotecari ospedalieri
grazie ai War Service gestiti da bibliotecari volontari che si occupavano soprattutto
dei soldati ricoverati;
dal 1919 il governo degli Stati Uniti assume il controllo delle biblioteche negli ospedali
e lo affida al Veteran’s Bureau Facility;
nel 1931 l’IFLA costituisce un Comitato per le biblioteche ospedaliere;
dal 1960 sono pubblicate varie edizioni delle Guidelines for libraries serving hospital
patients, cioè delle linee guida che spiegano le caratteristiche che deve avere la
biblioteca dell’ospedale: pazi delicati, ben visibili, accessibili; raccolte librarie
adeguate ai pazienti; servizi itineranti per pazienti che non possono alzarsi; libri di
buona qualità e con contenuti informativi attendibili; assortimento dei libri (in diverse
lingue, audioregistrati, in braille ecc…). Il compito di gestire le biblioteche ospedaliere
è affidato alle biblioteche pubbliche.
Tra lettura e terapia esiste un nesso molto stretto, come affermava già Proust che vedeva
la lettura come una “disciplina terapeutica, l’unica che possa esercitare un’azione efficace
sugli spiriti degli infermi con una funzione analoga a quella degli psicoterapeuti”.
La parola biblioterapia venne inizialmente definita nel 1919 nel dizionario Webster come la
“restaurazione di libri che hanno subito qualche danno”. Nel 1999 è stato aggiunto il
significato di “terapia di alcuni disturbi nervosi basati sulla lettura” Nel 1962 la rivista
americana Library Trends dedicò un numero speciale alla biblioterapia e furono elaborate 5
definizioni del termine, da sottoporre tramite questionario all’interpretazione di medici,
bibliotecari, educatori; ne emersero i seguenti significati:
qualsiasi forma di servizio offerto da un bibliotecario ai pazienti;
qualsiasi lettura con finalità educative;
lettura di gruppo con pazienti, fatta da un bibliotecario in assenza del medico;
lettura di gruppo con pazienti fatta da un bibliotecario in associazione al medico;
richiesta di un titolo o di un argomento di lettura per il paziente da parte del medico
al bibliotecario.
In conclusione è venuto fuori che si può parlare di biblioterapia solo quando la biblioteca
pianifica attività specifiche per supportare la terapia del paziente che vengono affidate a un
bibliotecario che collabora con i medici. Il problema della biblioterapia è dato dalla
soggettività del processo di lettura che rende difficile capire gli effetti che ha una narrazione
sul soggetto.
La Carta dei diritti dei bambini in ospedale (compilata a Leida nel 1988) sottolinea
l’importanza di progettare ambienti ospedalieri in funzione del bisogno infantile di gioco,
divertimento e studio; nonostante gli ospedali si stiano adeguando a tali direttive, è sempre
difficile eliminare le insicurezze e i timori dei bambini durante il ricovero. Un esempio di
ospedale attento a migliorare i percorsi di cura del bambino e a salvaguardare il ploro
percorso evolutivo è il reparto di pediatria del Policlinico di Modena che da 10 anni ospita 3
servizi per i giovani pazienti: sala giochi, scuola e biblioteca. In particolare La biblioteca
della Strega Teodora ha lo scopo di far incontrare i bambini con i libri, attraverso l’ascolto
di una storia; la strutura:
è ben visibile dall’ingresso e arredata in modo semplice a misura di bambino;
contiene libri classici e qualificati (per es. Piccolo blu piccolo giallo, Alice nel paese
delle meraviglie, ecc…), libri stranieri in lingua originale, libri bilingui, riviste per
bambini, libri gioco su CDROM;
contiene guide per genitori sull’educazione di bambini e adolescenti e propone siti
internet di informazioni sulle malattie;
è gestita da bibliotecari e volontari che si occupano del prestito e della lettura ad alta
voce. I volontari appartengono all’associazione di volontariato “Il Segnalibro-Amici
delle biblioteche” e partecipano a incontri periodici di formazione (in particolare sulla
lettura a voce alta);
è integrata nel sistema bibliotecario comunale e una volta alla settimana è presente
una bibliotecaria che garantisce il collegamento con le altre biblioteche comunali, gli
insegnanti e i medici.
Anche il Children’s hospital di Los Angeles dispone di una “biblioteca terapeutica” che con
oltre 1.000 libri prescritti dai medici ai bambini in relazione alle loro esigenze.
Maurizio Bettini afferma che “tutte le storie sono potenziali antidoti contro la paura”. In
particolare la lettura può essere uno strumento per aiutare i bambini a superare la paura
dell’ospedale. Ci sono 3 tipologie di libri (soprattutto albi illustrati) che affrontano il tema della
paura dell’ospedale:
1. Libri che descrivono l’ospedale in modo realistico: lo scopo è informare su come
è organizzato e su ciò che succede, sono ricchi di dettagli e non raccontano una vera
e propria storia ma informano. In quelli inglesi e americani ci sono fotografie, mentre
in quelli italiani i disegni. L’esempio migli