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PER TRASFORMARLE E ARRICCHIRLE.
6.Le avventure di Pinocchio: leggere e ri-leggere il classico collodiano
Rilettura personale di Pinocchio.
Ecco come noi adulti leggiamo Pinocchio: lo abbiamo incontrato la prima volta nell’infanzia, lo
abbiamo letto nella stesura originale di Collodi, abbiamo guardato il cartone animato Disney.
Possiamo individuare alcune piste interpretative di questo classico “inesauribile”: le avventure di
Pinocchio si tratta di un testo che molto lascia al rapporto tra lettura e fantasia individuale, si
presenta come aperto a tante rappresentazioni.
La mancanza di descrizione precisa offre alla fantasia qualsiasi via d’uscita e continua ad
alimentarla, ce ne danno prova i migliori illustratori.
Possiamo poi individuarne le riscritture letterarie e qui, tra i libri per ragazzi più recenti, va
ricordata l’opera di un illustratore tra i più affermati nel panorama attuale dell’editoria per ragazzi,
Fabian Negrin con il suo Occhiopin, pubblicato nel 2006, testo attraverso il quale l’autore ci dà
conto delle tante possibilità insite nelle Avventure.
Occhiopin non è altro che un Pinocchio rovesciato che comincia la storia dalla fine e torna verso il
suo principio con gli attori che ribaltano il proprio ruolo in commedia.
In Occhiopin il bambino-burattino non sa dire bugie e quindi è destinato a perdere il suo naso,
andrà a ritrovare la sua originalità vegetale.
È il rifiuto del mondo ipocrita e privo di senso degli adulti che lo trasforma in burattino, il rifiuto
del conformismo.
Il burattino Pinocchio e il bambino Occhiopin raccontano una storia di formazione.
Un accenno merita anche la recente “riduzione” di Giusi Quarenghi, Il mio Pinocchio: non si
tratta di Pinocchio ma del MIO PINOCCHIO, una proposta di lettura per una coppia di lettori, un
adulto e un bambino.
La voce narrante è proposta in stampatello minuscolo, le parole originali di Collodi in corsivo, i
commenti del bambino/ascoltatore in stampatello minuscolo con anche un diverso colore delle
letteresi tratta di una scelta importante.
Giusi quarenghi ha riscritto un Pinocchio adatto alla prima infanzia con l’aiuto delle immagini di
Nicoletta Costa, restituendoci un libro essenziale in tutti i suoi aspetti, senza intaccarne le
caratteristiche più segrete.
Il bambino che ascolta qui ha voce; si sta leggendo il suo Pinocchio perché come fanno i
bambini quando si trovano immersi nel racconto che un adulto fa loro, anche qui il bambino
interviene chiedendo spiegazioni sul significato delle parole.
Infine, Pinocchio può anche essere letto come un “libro di metamorfosi”; egli riconosce questo
aspetto come il meccanismo fondamentale e al tempo stesso il tema radicale del protagonista, la
sua trasformazione, le inquietudini psichiche sono indizi di una costante inclinazione alla
trasformazioneun pezzo di natura grezza si trasforma in una creatura umana.
Interessante quanto afferma Bertacchini: lo studioso infatti dà al termine avventura un significato
particolare, o meglio, spinge il lettore a dare al termine una più ampia accezione.
L’AVVENTURA viene vista come prova delle cose volontariamente cercate, il bisogno di
sperimentare tutto il reale, il fascino dell’imprevisto.
Pinocchio contiene già le tracce di una poetica della Bildung che la letteratura per l’infanzia
contribuisce a fondare; come nel romanzo di formazione, infatti, si esplica qui l’itinerario
formativo del protagonista seguito passo passo durante il cammino che lo porterà a fare i conti
con la realtà in cui vive: percorre tappe, si appropria di esperienze, esamina ed esplora e subisce
delusioni.
Allora AVVENTURA potrà essere anche il difficile processo attraverso cui un burattino si fa
uomo; ad essa è affidato il compito di tradurre in narrazione, invece che nei termini della
precettistica ufficiale, il processo di umanizzazione da ragazzo-burattino a ragazzo per bene.
Quindi avventura come forma di esistenza, per impossessarsi della vita che non si conosce: essa
costituisce per Pinocchio un viaggio iniziatico e di conoscenza, di crescita e di autoformazione, di
liberazione del burattino dal pezzo di legno.
La metamorfosi assume così l’apertura verso il nuovo, verso l’ignoto, il diverso, come aspetto
centrale dell’avventura stessa e sua struttura portanteper questo il teatro sul quale il burattino
Pinocchio si muove non può che essere il mondo; non ha casa, non ha famiglia, ma ha solo il
mondo e la sua avventuracosì si forma il suo apprendistato.
I bambini e i ragazzi di oggi all’incontro con Pinocchio: spunti per una lettura.
Apparentemente Pinocchio non incontra alcun problema: si tratta di un testo presente a livello
planetario, studiato criticamente in tutto il mondo, un testo che fa parte della cultura mondiale,
capace di attraversare i secoli.
È un testo dell’infanzia e dell’uomo in generale, del suo prender forma come soggetto alla ricerca
di se stesso e responsabile del proprio destino. È vero però che gli studenti non conoscono quel
Pinocchio, ma la sua versione disneyana.
Pinocchio, classico per l’infanzia, incontra lo stesso destino cui spesso sono costretti i “classici”
della letteratura per ragazzi: è sottoposto a riduzioni, snaturato..
La ricchezza di un classico sta anche nel suo proporre sempre una qualche sorpresa al lettore
rispetto all’immagine che questi se ne era fatta; per questo è importante leggerlo nella sua
versione originaria.
La scuola dovrebbe far conoscere un certo numero di classici tra i quali poi ciascuno sceglierà i
“propri”, poiché la scuola è tenuta a darti degli strumenti per esercitare una scelta; ma le scelte
che contano sono quelle che avvengono fuori e dopo ogni scuola.
Il ruolo della scuola cambia, si modifica; il passaggio dalla scrittura alla scrittura informatica
appare non come un declino del libro, ma una tappa della sua diffusione integrata con gli altri
media.
Una modalità utile per facilitare l’incontro dei ragazzi con i classici, potrebbe essere la lettura in
aula di stralci del testo che diventano la base per discussioni, confronti, con le “versioni” più note
per gli studenti e il testo originale.
La lettura ad alta voce è condividere con gli altri il piacere di una storia, è partecipare ad un atto
creativo.
Dal punto di vista pedagogico, la preoccupazione a proposito del leggere ha sempre coinciso, in
passato, con gli obiettivi fondamentali dell’istituzione scolastica. La lettura a scuola ha sempre
avuto come fine primario l’insegnamento-apprendimento della tecnica del leggere!
Oggi, data ormai per acquisita la necessità di una distinzione tra l’acquisizione della lettura
come competenza strumentale e l’esercizio della lettura con obiettivi di intrattenimento e svago o
di arricchimento della propria umanità e cultura, si è passati a rivendicare il passaggio a una
concezione e a una pratica della strumentalità più elevate, cioè a recuperare il significato del
leggere come esercizio compiuto del pensierociò implica, da un lato, un potenziamento delle
attività cognitive generali, dall’altro, determina non solo un processo di “comprensione” dei
contenuti, ma anche una loro interpretazione.
In virtù di questo processo, la lettura rende possibile non solo l’accesso a un mondo di significati,
ma anche una valutazione critica di quei significati.
Quindi l’educazione alla lettura non può più basarsi sul come leggere, ma sul perché e sul cosa far
leggere.
L’apprendimento della lettura è svago, ma anche viaggio in mondi nuovi dell’immaginario infantile
e dunque l’adulto, l’educatore è tenuto ad osservare anche come attraverso il libro il bambino si
distacca dal mondo che lo circonda per seguire la storia che lo affascina e come, con quel mondo,
continua a dialogare anche molto tempo dopo aver chiuso il libro, nel gioco ad esempio.
La formazione del lettore è quindi un compito specifico che gli adulti devono assumersi nei
confronti dei più piccoli perché l’amore e il piacere della lettura non sono innati: certo l’incontro
casuale con un libro è determinante nel suscitare la sete di lettura, ma deve esserci qualcuno che
quel libro ce lo porge, che ce lo mette a disposizione; per questo è importante il ruolo dell’adulto,
che permette l’incontro con il libro.
---Per secoli l’atto della lettura è stato primariamente un atto orale e sociale: si leggeva ad alta
voce per e con qualcun altro, che in questo modo apprendeva il testo ascoltandolo.
---Con il passare del tempo, con la diffusione dell’alfabetizzazione, una lettura esclusivamente
visiva ha preso il sopravvento su quella legata all’uso della voce, perciò oggi siamo abituati a
considerare la lettura come una prassi affidata esclusivamente agli occhi e realizzata
preferibilmente in una situazione di isolamento.
Qualunque lettore abituale sa che è necessario rispettare alcune condizioni che hanno spesso a
che fare con il corpo, con gli spazi, le abitudini.
Altri fattori concorrono a determinare l’efficacia sia didattica che apprenditiva; l’interazione tra
bambino e adulto ha una valenza affettiva fondamentale, presuppone la vicinanza tra educatore o
genitore e bambino/ragazzo creando uno spazio di comunicazione non verbale che avviene
soprattutto attraverso lo sguardo: nella delimitazione di uno spazio ottimale della lettura ciò che
più conta è lo spazio mentale: la quiete e la serenità dell’ambiente in cui si legge dovrebbe
accompagnarsi ad un reale stato di quiete mentale.
Il soggetto narrante, apparentemente il solo attivo nella relazione con l’altro che ascolta, nel
momento stesso in cui parla, deve essere disponibile a cogliere le reazioni dell’ascoltatore.
E, viceversa, l’ascoltatore nonostante rivesta un ruolo in apparenza passivo, non si lascia narrare,
ma è e deve essere sempre pronto ad entrare in una relazione costruttiva con il narratore.
Ogni narrazione presuppone, costruisce una relazione e PINOCCHIO è un racconto che permette
tutto questo.
7.Rileggere Dickens come viatico verso la letteratura per l’infanzia.
1
.L’opera di Dickens aderisce sia al romanzo di formazione anglosassone sia alla tradizione del
romanzo popolare.
La sua produzione illustrata, filmata, riprodotta, ha giocato la propria esistenza camminando
spesso su sentieri che finivano per congiungersi a metà strada, nei punti d’incontro, tra i classici
tout court e i classici scivolati verso i giovani lettori.
Eroi simili a non-eroi che percorrono il divenire da persone “co