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LA DIFFUSIONE DELLA LETTERATURA INFANTILE OGGI
A.Sguardi sul mercato.
La letteratura per l’infanzia nel XX secolo ha subito un riscatto d’immagine e un processo di
sviluppo e di sofisticazione insieme.
Si fa qui l’analisi di una rivista che svolge un duplice ruolo: di recensire testi e di fornire su di essi
schede di lettura; attivare riflessioni di metodo e di contenuto sul genere “letteratura infantile”,
sviluppando un lavoro critico su tale testualità: LIBER, pubblicata a Campi Bisenzio dalla Biblioteca
comunale Rodari: ha una sua struttura e una sua significativa continuità, proponendosi al tempo
stesso come strumento di lavoro per bibliotecari e studiosi.
Tratta di temi di attualità, temi ricorrenti e eventi collettivi, vengono ripresi in chiave letteraria e
sottoposti a una critica testuale e formativa insieme, indicando, tema per tema, i testi più classici,
quelli imperdibili o quelli meglio riusciti.
Ciò che viene da rilevare è l’ottica di offrire percorsi critici per valorizzare la lettura, pur
riconoscendone la problematicità attuale e la necessità di accompagnarla con una efficace
pedagogia della lettura, che è, ormai, anche in Italia, un campo di sviluppoLIBER ci ha offerto un
vademecum per capire lo sviluppo dell’editoria.
Attraverso le pagine di una rivista, “di critica” e di sostegno alla letteratura per l’infanzia,
tocchiamo la produzione letteraria per ragazzi che presenta 5 aspetti caratterizzanti:
1. Non è più la “grande esclusa”, come fu definita: letteratura minore, governata dal pedagogico e
dal conformare.
2. La produzione si è fatta industriale, cresce nel e per il mercato.
3. La qualità dell’offerta non è scomparsa.
4. La riflessione sui testi per l’infanzia si è fatta sempre più densa, ricca e dissimile da quella della
letteratura per adulti.
5. Tutto il congegno editoriale/critico/pedagogico si collega poi a una pedagogia della lettura che è
in ascesa, che si impone come un fattore-chiave della formazione, e della formazione personale di
ogni soggetto in età evolutiva.
B.Le “punte di diamante” di una produzione in crescita.
Il mercato del libro per bambini e ragazzi rappresenta un settore di notevole attrattiva per gli
editori tanto che gli indici di fatturato sono previsti in aumento, in particolare per la fascia 0-7
anche se ha delle contraddizioni al suo interno: da un lato, la crescita del numero degli editori, e
dall’altro un pubblico di lettori, i cui gusti sono stati orientati dai media, facendo preferire i libri
bestseller.E’ però un successo a livello internazionale che si esaurisce nell’arco di un numero
limitato di anni.
Nel corso degli ultimi anni è il settore dei libri gioco in crescita; piccole case editrici, svincolandosi
dal grande business editoriale, stampano con l’obiettivo di fare un bel libro.
Però un incremento si è constatato anche, ma solo in alcuni generi, nell’editoria per i lettori più
grandi; in particolare: il romanzo legato alle problematiche esistenziali degli adolescenti
nell’odierna società complessa e il fantasy e le storie cariche di suspence e di mistero dei
gialliCosì l’immaginario giovanile evade verso una metarealtà che appaga; una fuga dalla realtà
che riprende le creazioni di mondi alternativi propri.
Nel corso dell’ultimo decennio altri, oltre alla Rowling e a Pullman, sono gli autori inglesi legati
al genere fantasy; tra i più noti Terry Pratchett, inventore del genere fantastico-comico, in cui
personaggi della vita comune si ritrovano in realtà capovolte popolate da draghi, fate e orchi.
Ma personaggi fiabici, orchi e elfi animano le pagine dei romanzi di due originali scrittrici italiane,
Silvana De Mari e Licia Troisi.
La prima osserva facendo emergere la sua sensibilità non solo di scrittrice, ma anche di
psicoterapeuta: per lei la fiaba è la narrazione che è più vicina alla realtà storica; la fiaba è il
genere letterario che le permette di leggere la realtà e di trasfigurarla in un’ottica che se da un lato
fa emergere la ribellione contro soprusi e violenze, dall’altro lato permette di ripristinare la
giustizia sociale e l’accettazione della diversità.
La seconda è l’autrice delle due saghe fantasy, Cronache del mondo emerso e Guerre del mondo
emerso.
PARTE 2 “LA LETTERATURA PER L’INFANZIA. CRITICA E MODELLI INTERPRETATIVI”
Cap.1
Critica accademica e critica militante. Breve storia
Dopo che Francesco De Sanctis diede cittadinanza letteraria a scrittori come Soave ed altri che
avevano svolto opera educativa dedicandosi a libri “per il popolo e la gioventù” accogliendoli nella
Storia della letteratura italiana, Benedetto Croce si pose il problema a proposito di scrittori come
Edomondo De Amicis ed Emilio Salgari e altri ai quali non poteva essere negato il riconoscimento
di una dignità letteraria per gli esiti prodotti.
Ne La letteratura della nuova Italia, Croce asseriva che De Amicis si serve dei mezzi letterari per
comporre una scrittura i cui scopi sono extraletterari ma non serve la letteratura.
Benedetto Croce ribadisce che non può esistere una “letteratura per…” e che la letteratura per
l’infanzia o è letteratura o è per l’infanzia.
Si può datare da allora la questione della definizione di una letteratura per l’infanzia e della sua
legittimità. Se per Croce il problema è di ordine critico e teorico, per la maggior parte dei critici è di
visione prospettica imposta in modo tale che una esclude le altreIl dualismo letteratura-
pedagogia non è mai stato del tutto superato.
Ciò che maggiormente conta, in un libro per bambini, è l’accoglienza che i bambini stessi fanno
a quel libro e come esso si inserisce nei loro vissuti e nelle dinamiche della loro formazione e della
loro crescita. Sulla nostra letteratura italiana ha sempre gravato un giudizio non proprio positivo
perché essa è una letteratura di poetiche e non è quindi forse un male che questa particolarità
non si estenda alla letteratura per l’infanzia.
Il giudizio crociano non dà contributo alcuno alla soluzione di un problema giacchè i libri per
bambini vengono scritti e letti e di fronte a testi complessi come Pinocchio non si può parlare di
uso di materiali letterari perché essi contengono una struttura, che spesso nei libri per adulti
manca.
Per quanto riguarda l’importanza di “come i libri funzionano” presso il pubblico più giovane, può
valere l’esempio di Edmondo De Amicis, il quale scriveva per commuovere (Cuore).
Lo scrittore per bambini deve essere competente cioè uno scrittore che non solo sa fare uso
consapevole dei suoi mezzi espressivi ma anche riesce a cogliere sempre la percezione del
bambino che legge.
LEGGERE NON PUO’ PRESCINDERE DA UNA CULTURA DEL LEGGERE E QUINDI DA UN CLMA DI
CONDIVISIONE, DI PARTECIPAZIONE, DI CONFRONTO.
Non si tratta dunque di un’aspirazione velleitaria alla scrittura letteraria ma di una conversione di
scrittori letteralmente già riconosciuti alla scrittura per i bambini, e quindi il giudizio di Croce è
non di competenza, giacchè chi progetta letteratura per l’infanzia parla di “gioco”.
Di uno statuto della letteratura per l’infanzia si parlerà nel celebre Convegno di Bologna del
1938, che insistette sulla facies educativa della letteratura per l’infanzia.
Da una parte il Fascismo, dall’altra il pedagogismo, fecero confluire la letteratura per l’infanzia nel
libro di testo, monumentalizzato dal Fascismo; tale scelta comportò per editori e librai una
capacità finanziaria, per sostenere i costi di distribuzione e molti editori, come Nerbini o Salani, si
avviarono verso un declino dal quale solo Salani riuscirà poi a risollevarsi.
I libri diffusi durante il ventennio furono opera di maestri-scrittori come Nuccio, Bonanni,
significativa scrittrice di romanzi per adulti come Il fosso e La via del tabacco, libri che svolgono il
tema di un’infanzia sognata più che sognantene deriva la visione del puer scholasticus, persona
in fieri alla quale bisogna far pervenire libriccini da leggere che riguardano bambini, fiori e uccelli,
come Il pesco vestito di rosa o Il canto dell’acqua.
Il bisogno di saldare il progetto educativo con la celebrazione e la propaganda fece perdere di vista
gli aspetti più artistici e culturali del libro per ragazzi e causò una frattura tra la critica militante
della letteratura per l’infanzia e la critica pedagogica che fu tutta concentrata nel versante
scolasticotale frattura si sanerà solo dopo la seconda GM, con Gianni Rodari, che ufficializzò la
nuova letteratura per l’infanzia, e grazie all’attività di promozione e di diffusione editoriale di
Donatella Ziliotto.
Autrice di opere che segnano una svolta storica nella produzione di libri per bambini, come Il volo
di un martin pescatore, la Ziliotto è operatrice culturale e consulente editoriale; si deve a lei la
rinascita della casa editrice Salani grazie a collane come Istrici e super istrici, che contengono il
meglio della letteratura contemporanea mondiale.
Donatella Ziliotto ha promosso un ampio dibattito tra scrittori, soprattutto scrittrici, le quali
hanno sviluppato una condivisa cultura delle differenze di genere senza cedere a forme di
femminismo.
In questo dibattito si sono venuti a creare due gruppi: Generazione Bibi, e scrittrici che si ispirano
ai modelli di Burnett, ponendo però come base comune l’ascendenza di Kenneth Grahame,
considerato il primo scrittore “trasgressivo”, nel senso che rompe col clichè canonico dello
scrittore per l’infanzia, sia sul piano della scrittura, che su quello psicologico.
Luigi Volpicelli è entrato nel dibattito con una lunga riflessione su Pinocchio, del quale mette in
risalto l’importanza del paese.
A dare una svolta agli studi di letteratura giovanile fu Antonio Faeti, che, con Guardare le figure, fu
il primo a mettere in luce la facies massmediologica della letteratura per l’infanzia.
Questa, secondo Faeti, è frutto di un processo di formazione degli stereotipi, dei topoi
dell’immaginario collettivo che vengono rielaborati in forme rappresentative e narrative.
Il bambino come tema del nostro tempo è stato sentito molto negli ultimi 30 anni: Infanzia
recuperata di Fernando Savater e lo stupore infantile di Elemire Zolla hanno dimostrato che oggi la
figura del bambino torna al centro dell’interesse degli intellettuali non tanto come simbolo di una
felicit&a