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Clemente Rebora, stavolta però, la proposta non venne subito accettata. Nell’aprile del

1918 la scrittrice entra a far parte del Consiglio direttivo e da allora aumentano le

richieste a lei rivolte, di pubblicazioni e collaborazioni. Come si evince dalle lettere, la

Negri apprezza molto il romanzo di Saponaro La casa senza sole, ispirato alla tragedia

della prima guerra mondiale e la commedia Io e i miei desideri. Sul piano letterario, la

Negri pubblica nel 1917 il volume di novelle Le solitarie, l’anno successivo Orazioni e nel

1919 Il libro di Mara. La scrittrice è presente su cinque numeri della “Rivista d’Italia”, con

cinque composizioni in versi e una novella. Le prime sono ispirate ai tragici fatti personali

che colpirono l’autrice in quel periodo o al conflitto bellico. Nei giardini del silenzio e

Notte, per esempio, rievocano la figura dell’amato, scomparso improvvisamente. Nella

prima, composta da quattro sestine di versi di varia misura, l’autrice immagina di

incontrarlo nuovamente in uno spazio sena spazio e in un tempo senza tempo. Il tono

alto, eloquente, con frequenti interazioni, tipico di tutta la produzione lirica di Negri,

caratterizza anche Notte, composta invece da due strofe rispettivamente di quattordici e

quindici versi di varia misura, dove ritorna il motivo dell’ansiosa ricerca del suo amore.

L’adolescente e Ritorno per il dolce Natale, poi entrate a far parte della raccolta I canti

dell’isola, sono invece ispirate alla guerra e ai dolori da essa provocati in tante famiglie.

In L’adolescente, divisa in due parti composte da tre strofe ciascuna, l’autrice rievoca

l’idillio campestre di un giovane con una fanciulla. Nella seconda parte, invece, la

campagna, che vide i due giovani spensierati e felici, si trasforma nel luogo dove ormai si

trova il corpo sena vita del soldato e senza più il canto della sua innamorata. Ritorno per

il dolce Natale è invece una composizione di versi lunghi a rima baciata, che descrive il

ritorno a casa del soldato ferito il giorno di Natale. Si reca con la famiglia ad assistere alla

Messa di mezzanotte e qui al momento del Gloria, dopo il ringraziamento collettivo dei

fedeli per la fine della guerra, si toglie l’elmetto, scoprendo la profonda ferita in mezzo

alla fronte. L’ultima poesia della Negri apparsa sulla “Rivista d’Italia”, La fronte,

composta da otto quartine di ottonari, novenari e decasillabi, è dedicata alla madre,

morta quale mese prima. In questa lirica, l’autrice individua in questa parte del volto

della madre, quasi il simbolo della sua forza d’animo, del suo coraggio. L’unica novella

della Negri apparsa sulla “Rivista d’Italia”, Fanetta e il suo bambino, tratta uno dei temi

ricorrenti e più caratteristici della sua opera, quello della maternità. Nel luglio del 1920

Saponaro abbandonò l’incarico di redattore unico della “Rivista d’Italia” e da allora

anche il nome della Negri scomparse dalla rivista, a dimostrazione del fatto che la sua

collaborazione era legata all’amicizia con Saponaro (Buzzi si occupa del profilo della

Negri).

VITTORIO BODINI: IL FIORE DELL’AMICIZIA Il fiore dell’amicizia vide la luce per la prima

volta su una rivista locale. Successivamente insieme ad altri scritti di Bodini e a pagine

critiche di Oreste Macrì e Valli, fu raccolto in un volume piuttosto occasionale, intitolato

Prose inedite di Vittorio Bodini. Si sapeva poco della vita dello scrittore e delle sue

produzioni. E’ un’opera a carattere fortemente autobiografico, poiché è presente una

relazione fra autore, narratore e personaggio principale, il quale, fra l’altro, si chiama

proprio Vittorio. Ha le caratteristiche di un romanzo di formazione; infatti, delinea

l’evoluzione del protagonista, Vittorio, verso la maturazione in un periodo particolare

della sua vita tra i 18 e i 19 anni, anche se non mancano riferimenti agli anni precedenti.

Il gobbo Rosario è un’ideale continuazione de Il fiore dell’amicizia. In esso figura un altro

tema comune al Bildungsroman: il trasferimento del personaggio principale, per motivi

di studio, dal luogo natio in un’altra città dove prosegue la sua formazione. Il fiore

dell’amicizia parte da un evento che rappresenta la rottura dell’equilibrio iniziale nella

vita dell’autore: l’espulsione da tutte le scuole del Regno e il conflitto con la madre e la

famiglia. Il protagonista del romanzo incomincia la sua formazione con gli amici, che gli

permettono l’esplorazione del sé, anche se non si tratta ancora di un sé definitivo. Fa

parte di questa progressiva conoscenza di sé anche la scoperta della vocazione

letteraria. Questa esplorazione di sé s’intreccia strettamente, nel romanzo, con quella

della propria città, verso la quale il narratore-protagonista, manifesta apertamente la

propria avversione. Ci sono alcuni personaggi presenti nel romanzo che compariranno

anche in altri scritti successivi (es.: zio Giovanni). In Barocco del sud sono messe in rilievo

dallo scrittore anche alcune caratteristiche dei leccesi quali la passione del gioco. Non

mancano nemmeno motivi polemici, contro mentalità e abitudini dei salentini che a

volte li danneggiano irreparabilmente (Es.: accusa di pigrizia nei confronti dei proprietari

terrieri). Un altro motivo polemico che sarà alla base della poesia bodiniana è quello

della lontananza, anzi dell’assenza, dello Stato dal Sud. Il tema della separatezza del

Meridione dal resto della nazione ritorna poi, oltre che nella Luna dei Borboni, anche

nella prosa La Puglia contro Pietro Micca. Nell’opera La morte fatta in casa si ritrovano

l’immagine delle statuette di cartapesta che si vedono per le strade della città davanti

alle botteghe degli artigiani. Ne Il paradiso di cartapesta si ritrovano anche l’immagine

delle processioni del Venerdì santo con la statua di Cristo morte che si tengono in città.

Inoltre, frequentissimo nel romanzo è l’immagine del bianco della calce delle case

salentine, quasi un simbolo del Sud bodiniano.

I REPORTAGE DALLA PUGLIA DELLA ORTESE Anna Maria Ortese ha svolto un’intensa

attività giornalistica, collaborando a numerosi quotidiani e periodici. Ha prodotto molti

scritti di viaggio raccolti nel volume La lente scura, numerosi reportage dalla Russia a

Parigi ma anche varie regioni e città italiane. Viaggia molto visitando un po’ tutta l’Italia

e la Puglia. Scrive Angelici dolori e L’infanta sepolta, entrambi libri di racconti. La sua

opera più famosa è Il mare non bagna Napoli. Collabora a testate prestigiose di varie

città italiane, tra cui “Noi donne”, organo ufficiale dell’UDI, cioè del movimento delle

donne di sinistra; proprio per conto di questo settimanale la Ortese si reca in Puglia per

svolgere un’indagine sulle condizioni di lavoro delle tabacchine. Da questo viaggio

derivano tre reportage in tutto, uno dal Salento e altri due dal Gargano. Il brano Queste

colline permette di comprendere lo stato d’animo della scrittrice, il senso del viaggio nel

sud che non era solo un viaggio nello spazio ma anche, a ritroso, nel tempo. Dai suoi

reportage emerge l’immagine di una terra dimenticata, arretrata, dove i suoi abitanti, i

più umili e indifesi, i bambini, le donne, vivono una vita non-vita, priva di speranza e di

prospettive. La scrittrice guardava alla realtà filtrandola attraverso la “lente scura” della

malinconia e della protesta, la quale le faceva vedere la faccia buia delle cose. Il primo

reportage è intitolato Nel dominio del tabacco. In esso all’inizio balza in primo piano il

paesaggio pugliese, lo sguardo è rivolto poi al cielo che le sembra sconfinato (Paragona

Lecce a Cuzco, capitale del Perù). A farle da guida nell’ambiente delle tabacchine

salentine è un’altra donna realmente esistita: Cristina Conchiglia, una combattiva

sindacalista che poi diventò anche deputato del Partito comunista italiano. La prima

tappa è Alessano, dove a colpirla, è una bambina di otto anni, Rita Colaci. L’incontro con

questa bambina le dà la possibilità di accennare alle disumane condizioni in cui

lavoravano le tabacchine, del tutto prive di dignità. Gagliano del Capo è la tappa

conclusiva di questo viaggio, dove affiora nella scrittrice, il senso della finitudine. A

Gagliano, l’attenzione della scrittrice è attirata da una giovane donna di vent’anni, che

lavora il tabacco. La osserva e si chiede che cosa questa ragazza abbia conosciuto.

Conclude con una splendida immagine caratterizzata da metafore, analogie e

similitudini. Nel secondo reportage, Respiro dell’Adriatico, come nel terzo, Terra

dimenticata, entrambi ambientati in alcuni paesi del Gargano, in cui si reca subito dopo,

emerge il senso di isolamento di quei luoghi che contrasta con la bellezza del paesaggio.

Nel Dominio del tabacco c’è soprattutto la volontà di recare una testimonianza su certe

situazioni di grande disagio sociale e lavorativo attraverso una precisa documentazione.

LA MALAPIANTA DI RINA DURANTE Rina Durante ha dato un contributo notevole alla

narrativa italiana del secondo Novecento, ma in campo nazionale non è conosciuta come

meriterebbe. Ha pubblicato un romanzo e numerosi racconti, ma anche un

radiodramma, tesi teatrali, soggetti e sceneggiature cinematografiche. Nata a

Melendugno frequenta l’università di Bari dove si laurea in Lettere; pubblica una

raccolta di poesie dal titolo Il tempo non trascorre invano. Allaccia rapporti con

esponenti di spicco del mondo letterario salentino, tra i quali Girolamo Comi, Vittorio

Bodini e pubblica il romanzo La malapianta. A Roma insegna nelle scuole superiori.

Ritornata a Lecce, svolge numerose ricerche e inchieste sul campo, contribuendo così

alla riscoperta del tarantismo e alla valorizzazione del griko e delle tradizioni etno-

culturali del territorio. Pubblica Gli amorosi sensi, una raccolta di racconti di carattere

autobiografico. Dopo una lunga malattia, si spegne a Lecce nella notte di Natale del

2004. Il suo unico romanzo, La malapianta, ambientato a Melendugno, Cannole e

Calimera, narra la storia della famiglia Ardito, contrassegnata dalla miseria, dalla fame,

dalla violenza e dalla morte. Il più piccolo dei figli muore quasi subito di stenti e malattia.

Un’altra figlia viene violentata e messa incinta. Di primo acchito farebbe pensare a un

romanzo di tipo neorealista, poiché è caratterizzato da: un’ambientazione meridionale,

la scelta di personaggi appartenenti alle classi subalterne e l’arretratezza delle condizioni

di vita in cui essi vivono. Il contesto storico-letterario in cui viene pubblicato il romanzo,

per&og

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
10 pagine
17 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Saxbrina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Giannone Antonio Lucio.