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PROLOGO

Viene presentato il caso di Pierre Dupont, un uomo qualsiasi, che da Parigi parte per un viaggio e si avvia in aeroporto, dove trova tutti i comfort della modernità. Preleva soldi a un bancomat, entra in autostrada, parcheggia, si avvia in aeroporto e finalmente si trova in volo, dove sfoglia le riviste e osserva le pubblicità.

CAPITOLO 1: Il vicino e l'altrove

Nell'ambito dell'antropologia vicina, si può notare una convergenza tra gli etnologi "dell'altrove" e gli etnologi del "qui". L'antropologia è sempre stata un'antropologia del qui e ora: l'etnologo all'opera, infatti, è colui che si trova da qualche parte (il suo qui) e che descrive ciò che osserva o ciò che ascolta in quello stesso momento (il suo ora). Ogni etnologia suppone un testimone diretto di un'attualità presente: tutto ciò che allontana dall'osservazione.

diretta sul terreno allontana anche dall'antropologia. La differenza tra lo storico e l'etnologo, infatti, sta proprio in questo concetto: - storico: prende informazioni da un informatore, ovvero qualcuno con cui si discute e che parla non tanto del passato quanto di ciò che egli ne sa o ne pensa, quindi non è un contemporaneo dell'avvenimento che riporta. - etnologo: è contemporaneo dell'enunciazione e dell'enunciatore. Per quanto riguarda la questione del "qui", essa si oppone a quella dell'altrove: il qui europeo, occidentale, assume tutto il suo senso in rapporto all'altrove lontano. Dietro la questione dell'etnologia vicina si profila un doppio interrogativo: 1. Se l'etnologia dell'Europa possa aspirare allo stesso grado di sofisticazione, di complessità e di concettualizzazione propria dell'etnologia delle società vicine: la risposta è generalmente affermativa. 2. Sei fatti, le istituzioni, le modalità di raggruppamento e i modi di circolare specifici del mondo contemporaneo sono passibili di uno sguardo antropologico. Questa domanda non si pone solo per l'Europa ma anche per altri luoghi, e inoltre tutte le forme istituzionali per le quali si deve passare per conoscere la vita sociale svolgono in tutti i continenti un ruolo ogni giorno più importante. Sicuramente è fondamentale non confondere la questione del metodo con quella dell'oggetto.
  1. Metodo: l'etnologo ha bisogno di circoscrivere approssimativamente i limiti di un gruppo. L'aspetto del metodo riguarda la necessità di un contatto effettivo con gli interlocutori.
  2. Oggetto: riguarda la rappresentatività del gruppo scelto. Ciò che l'etnologo viene a sapere, infatti, è quello che coloro con i quali parla e che vede dicono di coloro ai quali non parla e che non vede. Il compito dell'etnologo, quindi,

è molto difficile: l’etnologo, infatti, ha la preoccupazione di individuare l’oggetto empirico della sua ricerca e di valutarne la rappresentatività qualitativa (qualitativa poiché si tratta di stabilire se ciò che vale per un gruppo vale anche per un altro). Questa preoccupazione lo accosta e lo distingue allo stesso tempo dallo storico della microstoria: gli storici, poiché studiano il passato, sono obbligati a ricorrere a nozioni quali “tracce” o “indizi”, mentre l’etnologo che lavora sul terreno ha sempre modo di andare a verificare altrove se ciò che ha creduto di poter osservare in un primo momento resta sempre valido.

Oggetto individuale, detto anche “la capacità di generalizzare dell’etnologo”. C’è un grande passo tra l’osservazione minuziosa e l’elaborazione di una teoria: tutte le grandi strade dell’antropologia hanno teso a elaborare un

certo numero di ipotesi generali che potessero trovare ispirazione iniziale nell'esplorazione di un caso singolo, ma che poi sfociavano nell'elaborazione di configurazioni problematiche che andavano ben oltre quel caso specifico. La questione che prima di tutte l'etnologo si pone a proposito della contemporaneità vicina non è di sapere se e come si possa condurre un'inchiesta su un insediamento periurbano, ma di sapere se vi sono aspetti della vita sociale contemporanea che appaiano come idonei a una ricerca antropologica. Preliminare dell'oggetto: esso può suscitare dubbi sulla legittimità di un'antropologia della contemporaneità vicina. Alcuni credono ad esempio che lo slittamento dei centri di interesse e il cambiamento delle problematiche possano essere un impedimento a queste discipline: in realtà, quando cambiano i modi di raggruppamento e di gerarchizzazione, si tratta sempre di vita sociale.cos'è la ricerca antropologica? Essa si può definire partendo da due constatazioni:​ ​1. La ricerca antropologica si occupa​ , nel presente, della questione dell'altro​ : essa tratta tale questione al presente, e per questo si distingue dalla storia. Tratta tutti gli "altri":- l'altro esotico​ : definito in rapporto a un "noi" che si suppone identico (noi francesi, noi europei, noi occidentali)- l'altro degli altri​ : l'altro etnico o culturale, un "essi" il più delle volte assumo con un nome di etnia- l'altro sociale​ : l'altro interno in riferimento al quale si istituisce un sistema di differenze che inizia con la divisione dei sessi ma che definisce anche i posti rispettivi degli uni e degli altri- l'altro intimo​ : sempre presente nel cuore di tutti i sistemi di pensiero e la cui rappresentazione risponde al fatto che l'individualità

Assoluta non è impensabile. L'eredità, la filiazione, la rassomiglianza e l'influenza. Non è semplice rappresentare l'individuo, poiché ogni rappresentazione dell'individuo è necessariamente una rappresentazione del legame sociale che gli è consustanziale. Marcel Mauss sostiene che l'uomo è una totalità, viene preso in tutto il suo essere; l'idea di totalità, però, limita l'idea di individualità. Un individuo non è totale solo perché noi lo conosciamo nelle sue diverse dimensioni individuali, ma perché è espressione di una cultura essa stessa considerata come un tutto. Il sociale comincia con l'individuo, l'individuo è oggetto di osservazione etnologica. La ricerca antropologica ha per oggetto l'interpretazione dell'interpretazione che altri danno alla categoria di altro ai vari livelli spaziali e sociali.

Il mondo in cui la ricerca scopre i suoi oggetti e il mondo contemporaneo: è il mondo contemporaneo stesso che, a causa delle sue trasformazioni accelerate, richiama lo sguardo antropologico​, cioè una riflessione rinnovata e metodica sullacategoria dell'alterità. Tre tipi di trasformazioni:
  • TEMPO​: la nostra percezione del tempo e l'uso che ne facciamo è variabile. L'idea che il dopo potesse spiegarsi in funzione del prima si è arenata sugli scogli del XX secolo: questo declino è stato originato dalle atrocità delle guerre, dai totalitarismi, dalle politiche di genocidio che non testimoniano un progresso morale dell'umanità. Il passato ci parla solo della follia degli uomini.
  • Gli storici privilegiano i grandi temi ritenuti "antropologici": la famiglia, la vita privata, i luoghi della memoria. Ciò che noi cerchiamo nell'accumulazione delle testimonianze, dei documenti e delle immagini,
di informazioni e stimoli che ci bombardano ogni giorno. Siamo costantemente connessi, sempre impegnati, e questo ci porta a vivere in una sorta di frenesia continua. Ma cosa succede quando ci fermiamo un attimo e cerchiamo di riflettere sul nostro essere? Ci rendiamo conto che siamo diversi da ciò che ci circonda. Siamo esseri pensanti, capaci di dare un senso alle cose, di creare significato. La storia ci insegna che siamo in continua evoluzione, che siamo in grado di adattarci e di superare le sfide che ci vengono poste. Ma questa accelerazione della storia ci mette di fronte a nuove sfide, a nuove domande che dobbiamo affrontare. Il nostro bisogno di dare un senso al mondo è una risposta a questa sovrabbondanza di avvenimenti. Cerchiamo di trovare un equilibrio tra il passato e il presente, tra ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati. In questa condizione di surmodernità, dobbiamo imparare a gestire l'eccesso di tempo che abbiamo a disposizione. Dobbiamo imparare a selezionare le informazioni, a dare priorità alle cose che veramente contano. In conclusione, siamo esseri umani in continua evoluzione, capaci di adattarci e di dare un senso al mondo. Dobbiamo imparare a gestire l'eccesso di informazioni e stimoli che ci bombardano ogni giorno, per poter vivere una vita più consapevole e significativa.di cui disponiamo oggi grazie ai mezzi di trasporto rapido e alla tecnologia ci ha permesso di ridurre le distanze fisiche tra le capitali e di avere una visione istantanea degli avvenimenti in tutto il mondo. Tuttavia, questa sovrabbondanza di spazio ha anche portato a una distorsione delle informazioni e a una falsa familiarità tra telespettatori e attori.

Il testo fornito comporta modificazioni fisiche considerevoli: concentrazioni urbane, trasferimenti di popolazioni e moltiplicazioni dei nonluoghi.

Nonluoghi: installazioni necessarie per la circolazione accelerata delle persone e dei beni (strade a scorrimento veloce, svincoli, aeroporti), mezzi di trasporto, grandi centri commerciali, campi profughi dove sono parcheggiati i rifugiati del pianeta.

Figura dell'ego, dell'individuo: nelle società occidentali l'individuo si considera un mondo a sé, si propone di interpretare da sé e per sé le informazioni che gli vengono date. I praticanti religiosi, ad esempio, tendono a praticare a modo loro. Quest'ultima pone agli antropologi un problema: come pensare e situare l'individuo? Michel de Certeau parla delle "astuzie delle arti del fare" che permettono agli individui, sottoposti ai vincoli globali della società moderna, di aggirare questi vincoli, di utilizzarli e, con una

sorta di fai-da-te quotidiano, di disegnarvi il proprio scenario

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
12 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aeea11 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Palmieri Nunzia.