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POLITICO-GUERRESCO /ARCHITETTURA.
Il primo polo è quello della natura: l’onda, universo, soffio, oceano, profondità, luce, contenuti, luna,
foresta, bosco, orbite, cieli, acque il vuoto ondoso e l’orizzonte (nelle prose solo l’URAGANO.
Anche questa natura cova qualcosa che la farà esplodere dall’ordine al disordine.
Il secondo polo è quello del corpo: intende tipo i MOSTRI tipo Polifemo, i mostri biblici, le parti del corpo
che giudica enormi sono i talloni, scheletro, ventre, anca, testa, zampa, occhio, l a pupilla.
Il terzo polo è quello dell’architettura: arco, frontone, cupola, roccia, muro, porta. Si sente rassicurato da
questi edifici enormi, linea più conservatrice. Hugo cita un monumento: la sfinge degli egizi, sta recedendo
dalle posizioni più progressiste.
Il quarto polo è quello delle attività militari: combattimento, lotta, guerre, assolto, battaglia, collera.
Il quinto polo è la monarchia: punto fondamentale, forse legato al fatto della madre che lo spingeva verso
la monarchia.
Il sesto punto riguarda il lato notturno: abisso, rumore, precipizio, gabbia, prigione, segreta, ombre,
eternità, oscurità.
Enorme si sofferma solo sul disordine.
Che succede in Hugo e Lamantine se si parla di libertà e rivoluzione e repubblica e popolo.
Opinione diffusissima durante tutto l’800: “bisogna cambiare le cose o in maniera violenta e sovversiva o in
maniera graduale (meglio)” la gente ha paura della insurrezione popolare.
Concetto di LIBERTÁ, Hugo ne parla dividendo sempre due ambiti: nella produzione i n prosa e in poesia.
Nelle prose la libertà viene associata alla ragione (libertà regolata dalla ragione), diritto, uguaglianza,
dignità, legge, responsabilità, dovere, filosofia (libertà di pensiero), stabilità (stabilità di sistema), forza,
forze, libertà, produttività, all’interno di questa libertà laboriosa ci dei germi, semi che si sviluppano. Infine
il concetto viene associato all’espressione governo di libertà.
LIBERTÁ: RAGIONEVOLE / IN DIVENIRE.
Altri termini a cui è associata sono fecondare, esplosione, espansione, emancipazione, albero della libertà,
luce che si ingrandisce. La libertà che c’è adesso dovrebbe essere ragionevole e poi dovrebbe espandersi.
Deve essere gestita con le leggi e la ragione ma tende a voler superare questi limiti. Possiamo dire che la
libertà è in evoluzione per non farla scoppiare bisogna usare i termini democratici. Si determina una
prospettiva futura. Per Hugo la libertà deve affermarsi in due modi:
1. Senza usurpazioni,
2. Senza violenza (sempre posizione moderata).
Sempre nella prosa Hugo parla di censura (in senso politico) e si dichiara favorevole. Lui parla di una libertà
inglese da emulare. Ulteriore associazione di libertà con i valori della patria: LIBERTÁ PATRIOTTICA, non è
una libertà globale ma interna e nazionale. Si intuisce qui la sua solita paura del disordine e questo pericolo
si manifesta nel suo dire LIBERTÁ ARBITRARIA limitata. Dice “la libertà non può esistere se il governo
della sorveglianza non fa niente. Dio non vuole altro che la libertà”
Nelle poesie la libertà si crea una incarnazione al femminile: la figura della donna mostro figura presa da
tristezza, confusione, piacere, poco controllo: pallida, fiera, esiliata, capelli per aria, eclatante, lontana.
Due incarnazioni di libertà arbitrarie, due figure senza punti di riferimento. Sregolatezza perché non c’è una
libertà regolata, regolamentata.
Un altro polo è quello della natura: FENOMENI VIOLENTI ma la sposta sul lato pacifico della natura: “la
libertà si svegliava e rideva “nel tuono”. Hugo prende questa libertà che gli fa paura e gli attribuisce
elemento
elementi pacifici: “libertà superba del cielo blu” riappacificata libertà sublime, santa, dolce
come un’ala, come un vento (rinfrescante). Schiudersi lento e supremo. “Libertà è TEMPESTA” lato della
NATURA in disordine. Viene anche spiritualizzata “l’angelo libertà plana sull’azzurro spazioso”. Lui appoggia
la libertà progressista.
Prose: arbitrario / indomabile / irresistibile (anche nelle poesie)
Hugo accanto alle sue opinioni progressiste esprime la paura dei ricchi di cambiamenti che rovesciano la
loro posizione e di rivoluzioni. Esprimono delle posizioni di sinistra ma progressive.
Libertà regolata dal punto di vista politico da modalità democratiche: voto. Si parla di una libertà che si
esprime in un contesto repubblicano. Libertà: basi razionali e ragionevoli / negoziato politico tra popolo e
potere.
Come Hugo parla di Dio? Ne parla all’interno della politica in quanto il suo progetto è l’ampliamento della
libertà. Con la comparsa di Dio compare il sovrano (in mezzo a tutti i suoi discorsi sulla repubblica e sulla
democrazia, sul negoziato politico tra potere e popolo).
DIO nella prosa (in “Atti e Parole”): libertà “la libertà è il suo verbo”; progresso “è il passo di Dio”,
parla di un Dio che favorisce sia la libertà che il progresso (il progresso ancora rimane qualcosa di non
chiaro). Dio repubblicano, diritto “Dio e diritto sono sinonimi”, verità e giustizia. Dio di buon senso che
produce leggi, persegue la libertà e promuove il processo.
Inoltre Hugo nella prosa parla ad una unità di Dio, linfa, alito (aria fresca), sorriso, manifestazioni lievi che
portano una freschezza floreale: tratti positivi. Ci sono anche allusioni ad un altro comportamento canonico
della divinità: clemenza, aiuto, mano, dito, punto d’appoggio continua però ad essere un Dio sovrano
(nonostante persegua la libertà. È un Dio che mantiene il suo arbitrio acconsente, comanda, si adopera,
restituisce, getta, precipita, si incarna, dà, colpisce, vuole, impone , fa, risponde, ritira.
Noi chiediamo, ringraziamo, ci sottomettiamo, accettiamo rapporto di forza tra uomo e Dio.
Si parla di: idea di negoziato politico / Dio impone genera ambiguità.
Hugo parla poi di tre cose splendenti: regalità, bellezza, genio. Per bellezza s’intende: visione regressiva
della società. Formula di una società diversa rispetto a quella che sta promuovendo.
“Dio non conosce l’abdicazione, non si può spodestare. È il tiranno perfetto è ha piena libertà sul piano
giuridico (c’è sotto un’apologia del tiranno) riprende poi in modo positivo:
DIO TIRANNO
DIO DEMOCRATICO
ALBERO simbolo dell’unione tra Dio e la libertà. (L’albero sente Dio attraverso i rami, trasforma
le ombre in raggi di luce, oceano di ombra viene dominato da Dio; la divi nità tiene a bada questo
oceano di ombra). La funzione della divinità è purificare lo spazio, le sue creazioni dalle zone
d’ombra.
Hugo fa riferimento ad un’oscura stella passaggio dall’ombra alla luce. Dio impedisce al lato malvagio di
invadere la luce, è un guardiano (funzione positiva). Tenere a bada il lato cattivo funzione attribuita non
al diritto o alla democrazia ma ad un tiranno.
Nelle poesie ruolo di tiranno, sovrano. Dio è forte come sa essere forte la tempesta, il turbine, soffio,
deserto, cielo, terra, aria, alba, aurora, fulmini, uragano, acqua, azzurro sia il lato violento che quello
pacifico. Violento esaltazione della forza di Dio. Dio forza di distruzione / grandezza.
Il compito democratico di Dio è quello di ingrandirsi, aiutare, spandersi su tutto lo spazio;
Compito di nascondersi, Dio è nascosto e rintanato.
Utilizzo del termine SOVRANO più esplicito nelle poesie sovrano, incombe, “ha il suo impero” (effetto
antidemocratico; è nascosto ma allo stesso tempo INCOMBE)
Mano a mano sembra che Hugo sia affascinato da questa figura di questo sovrano dispotico e nascosto.
Addirittura lo definisce una nuvola nera piano spirituale, hugo prova simpatia per il lato oscuro e
riconosce nella divinità un essere contaminato, sembra che voglia un Dio cattivo.
“Un grande fantasma d’ombra in fondo ad una prigione blu”: è un essere oscuro dentro la prigione del cielo
attribuisce la prigionia a Dio. Con questa espressione Hugo trasferisce Satana su Dio (nonostante abbia
detto che Dio è luce che spazza via l’ombra) sviluppa un’idea di divinità che si è trasformata da un essere
di luce ad un essere di ombra. Lo stesso Dio che vuole la libertà si trasforma in un sovrano oscuro che toglie
la libertà più che darla.
“Dio tollera la creazione nera” reato di complicità; è come se dio avesse stabilito un patto con la
creazione nera. Sembra non combatterla. Sempre più buio, cattivo, tollerante del dispotismo, sovrano.
Diventa Dio stesso un fattore di conversione: Dio non ti aiuta a trovare la libertà, non ti appoggia, rema
contro. Non favorisce più la libertà ma il dispotismo.
DALLA LUCE ALL’OSCURITÁ. Dio può essere sia trascendente sia insito nella realtà.
“Gli uomini sommersi in un Dio che si espande” divinità che ha un impero.
Dio nero vivente, grande ombra all’in piedi, presenza invisibile ed insensibile, fabbro che in una mano ha
il martello nero, nascosto nel buio del suggeritore (nicchia sul palco su cui si affacci a il suggeritore delle
battute dell’attore), nascosto nella profondità oscura.
Sembra che Hugo non sia così contrario alla figura di un tiranno che controlla l’oscurità perché ci fa un
patto, ne è complice, si può pensare che questo discorso si trasferisce politicamente dalla democrazia alla
tirannia.
DIO BUONO tiranno / DEMOCRAZIA tirannia. (Hugo sembra volere un Dio cattivo, sembra favorire la
dimensione tirannica.
Dio è positivo in senso politico, soprattutto nei valori di Repubblica e libertà (ciò è riscontrabile nelle prose).
La repubblica è in accordo con una Provvidenza Divina con il compito di affermare la libertà. Il passo di Dio
è il progresso. Già nelle prose e poi nelle poesie emerge una visione individuale e soggettiva del Signore.
Mano a mano che questo Dio si espande, questo diventa più rigido e oppressivo. Nell’idea di questo dio che
si espande si può associare l’immagine dell’albero. Quest’ultimo trasforma l’ombra in luce. Ombra vista
come met