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LE COORDINATE DEL SISTEMA LETTERARIO
Definire a articolare l’immagine del pubblico letterario di una data epoca e paese implica la necessità di fornire un
quadro del sistema di attività letteraria cui si fa riferimento. Innanzitutto, bisogna specificare che il pubblico si
costituisce come tale solo in rapporto ai testi che lo suscitano. L’istituzione letteraria, difatti, si esplica mediante
l’attività sia di lettura che di scrittura. Su queste premesse, si può tentare di comporre il prospetto della letterarietà
italiana nel periodo più recente. Si utilizzano due coordinate: una verticale, che dispone dall’alto al basso tutte le classi
di prodotti secondo i rispettivi livelli di complessità del linguaggio, e uno orizzontale, che colloca da destra verso
sinistra le diverse categorie di oggetti libraria a seconda della loro pertinenza a generi, specie, famiglie letterarie più o
meno rigidamente regolamentate: una canonistica forte e costrittiva orienta il testo verso tipi di pubblici settoriali e
specialistici; una normativa duttile lo apre alla fruizione di fasce di destinatari a carattere maggiormente composito.
Sull’asse verticale troviamo:
-
Letteratura sperimentale testi elaborati tecnicamente. Nell’epoca contemporanea ha assunto proporzioni
eccezionali per due circostanze:
1. Tramonto della canonistica letteraria codificata dalle società gentilizie antiche;
2. Avvento dei procedimenti industriali di diffusione della stampa, accesso al mercato librario di grandi
masse umane.
A causa di questi due fattori, l’avanguardia ha preso piede, basata sul rifiuto programmatico di tutti i
contrassegni più riconoscibili della letterarietà (Zanzotto, Sanguineti, Manganelli, Arbasino). I destinatari sono
un élite d’alta competenza specialistica.
-
Letteratura istituzionale Moravia, Sciascia, Morante, Pratolini, Pasolini si collocano su una linea di
continuità evolutiva rispetto alla tradizione illustre. Sono dei continuatori legittimi di un flusso di esperienze
accreditato: lo aggiornano, lo personalizzano, sempre nel rispetto d’una idea di letteratura e soprattutto di
narrativa. Si tratta di autori fedeli a quello sforzo di equilibrio tra innovazione e conferma dei modelli acquisiti.
A derivarne è un’offerta letteraria apprezzabile dai ceti colti nel loro insieme più largo: lettori di preparazione
media.
-
Letteratura d’intrattenimento prodotti concepiti con intenzioni di decoro formale ma caratterizzati dalla cura
con cui gli elementi innovativi vengono controbilanciati dall’ossequio a una somma di convenzioni
prestabilite. Il proposito ludico tende ad avere il sopravvento. Il piacere della lettura non è assicurato né
dall’inedito dal già nato: tutto dipende dal gioco delle proporzioni. La letteratura d’intrattenimento non escludo
l’inventività. Lo scopo è di offrire occasioni di ricreazione, di rilassamento psichico: occorre quindi da un lato
eccitare il pubblcio, con un gioco di emozioni impreviste, dall’altro procurargli la distensione mentale
connessa al ritrovamento di un tipo di patto tra autore e destinatari già collaudato. Fruttero e Lucentini,
Goldoni, Fallaci, Chiara. A farne parte sono i lettori di risorse critiche assai modeste, assieme però ad altri
ottimamente qualificati.
-
Letteratura marginale le vanno ascritti i prodotti meno accreditati agli occhi dei ceti intellettuali: sono le
collane di narrativa da edicola e cartolibreria: qui si entra nel regno d’una retorica dell’effettismo più plateale,
anche se lontanissimo da ogni preoccupazione di verosimiglianza psicosociale. L’irrealismo è sempre stato un
asso portante di ogni letteratura per le classi subalterne. Destinatari privilegiati i lettori di acculturazione più
bassa.
Asse orizzontale, ripartizione per generi:
-
Testi poetici supergenere omogeneo. La poesia è il terreno su cui l’antitradizionalismo otto-novecentesco ha
avuto più influenza. Ne è conseguita la scomparsa delle antiche distinzioni per generi, livelli, categorie, di cui
il testo poetico costituiva il luogo deputato. L’effetto pratico è consistito nell’identificazione della poesia con la
lirica. Il modernismo ha generato la tradizione dell’antitradizione, alla cui base stava un canone generalizzato
di rifiuto dei canoni classici della poeticità, rima e regolarità metrica. La produzione poetica va rubricata al
livello più alto, secondo la scala della complessità tecnica: quello in cui lo scambio delle parti fra autori e
lettori è più fluido, in quanto gli uni e gli altri appartengono alla medesima élite intellettuale.
-
La narrativa appare rispondente a codificazioni deboli. Si proietta in una dimensione fra lo sperimentalismo
e il continuismo. A prevalere è uno spirito di riforma in cui si esplica il proposito di elaborare un linguaggio
dell’interiorità coscienziale in linea con le conquiste della cultura psicologica novecentesca, senza però
rinunciare a dare un’immagine dell’universo sociale. quest’orientamento ambivalente porta a una duttilità
polimorfa che rende difficile individuare dei tratti distintivi ben riconoscibili. Il genere romanzesco è aperto a
una molteplicità di usi di lettura: la narrativa istituzionale è quella da cui un pubblico medio e misto attende di
veder soddisfatti i propri bisogni di letterarietà. La narrativa di romanzo appare affiancata da due ali opposte:
da una parte l’inventività immaginosa, fondamento del piacere ricreativo insito negli atti di scrittura, dall’altra
le intenzioni etico-conoscitive di un messaggio a valenza didascalica. La fortuna del genere romanzo poggia su
una istanza di equilibrio tra il godimento di una combinazione armoniosa dei dati di linguaggio e per contro
l’eccitamento di pulsioni psicofisiche ad alto quoziente emotivo. da un lato avremo quindi l’antiromanzo
sperimentale, strumento d’una esplorazione e restituzione di stati psichici colti nella loro magmaticità
dissonante, posizionata nella fascia alta dei prodotti letterari; dall’altro troviamo la narrativa di consumo,
concepite in sintonia con le attese dell’immaginario collettivo. La predisposizione all’appagamento di richieste
strutturalmente specifiche fa sì che il romanzo si specializzi: ecco quindi il giallo, il rosa, il fantascientifico,
etc. la conformazione dei destinatari è sottoposta a una spinta duplice: da un lato si autodelimita, dando luogo a
tanti sottosistemi di pubblico, caratterizzabili ognuno in base alla prevalenza di determinati bisogni della
fantasia; dall’altro la composizione socioculturale si amplia e arricchisce, dagli strati più alti ai più bassi
dell’utenza letteraria.
-
Generi misti alleanza fra parola e immagine, primo fra tutti il fumetto. Nel caso del fumetto, la sua
dimensione di visività esalta la rappresentazione aconcettuale, tipica della narrativa popolare, puntata sugli
effetti di suggestione emotiva piuttosto che di persuasione argomentata. Questi generi sono dedicati al pubblico
di competenza minore, tra cui si sta facendo largo un’utenza infantile.
In conclusione, si possono definire paraletterari i prodotti concepiti fuori di ogni progetto di valore espressivo, e fruiti
per altro scopo da quello del piacere estetico. Le due condizioni si accoppiano sia ai gradi inferiori della letteratura
d’intrattenimento sia nei settori più incontrollati della letteratura marginale. Quanto alla letteratura di massa, non
bisogna usare il termine con senso negativo, anzi riconoscere il merio a chi abbia saputo interpretare e sublimare meglio
i desideri di esteticità più diffusi nella coscienza collettiva.
Tenendo conto che il pubblico è vasto e vario, e obbedisce a canoni di gusto particolari, riferibili alla sua formazione
culturale, si possono ricostruire delle norme valutative organiche, che diano luogo a graduatorie attendibili per tutti?
Proprio la configurazione strutturale del pubblico consente di individuare i criteri e i gradi della selezione di valori da
cui determinate opere sono avvantaggiate. Protagonisti sono i lettori. Bisognerà distinguere fra il pubblico della
letterarietà, formato da quelli che sono disponibili a esperienze di lettura, dal pubblico letterario, costituito da coloro che
possiedono una competenza di gusto. Bisogna poi distinguere ancora i lettori professionisti, i critici, ai quali spetta di
mediare i rapporti tra autori e fruitori, condizionandone i rispettivi atteggiamenti attraverso l’emissione dei veri e propri
giudizi di valore.
Da non trascurare, poi, i componenti degli apparati editoriali, redattori e consulenti. La loro opinione sulla convenienza
o meno di pubblicare un libro ha un’importanza pratica decisiva, in quanto investe il passaggio del testo d’autore dallo
stadio del manoscritto, allo status dell’oggetto librario. Infine, da tener conto il ruolo svolto dai docenti di materie
letterarie, nell’insegnare a leggere, interpretare, valutare le opere incluse nei programmi didattici: cioè nel trasmettere
un patrimonio di modelli e un canone di criteri di lettura su cui le nuove generazioni sono chiamate a educarsi.
LA FATICA DI LEGGERE
I lettori sono più numerosi degli scrittori. il critico tende a collocarsi tutto dalla parte dello scrittore: l’autorevolezza e
l’efficacia delle posizioni critiche discendono dall’esser disposte in forma scritta: il lettore professionale per eccellenza
passa di campo, diventando uno scrittore anche lui.
Il leggere è diverso dallo scrivere: essi sono coessenziali. senza lettori non c’è letteratura. il vantaggio dello scrivere sul
leggere sta nella funzionalità sociale dei suoi risultati, concretati materialmente nell’opera. la superiorità dello scrittore
rispetto ai lettori si basa sul fatto che la sua attività conduce a un risultato definito. La lettura, invece, appare meno
ideologizzabile della scrittura: l’impresa di leggere mira ad un acquisto: chi le dà avvio si sente interessato al compierla,
il suo scopo è di ottenere qualcosa che non ha e di cui avverte la mancanza: per questo si applica alla lettura. Siamo sul
piano di un’economia psichica: è la legge della domanda e dell’offerta a regolare lo scambio. l’istituzione letteraria si
configura come luogo deputato dell’incontro tra domanda e offerta. L’esercizio pratico dell’attività letteraria è
precondizionato dalla quantità e qualità di beni letterari in circuito. La libertà della lettura è un concetto limite, sempre
relativizzato dalla molteplicità di fattori che circoscrivono l’autonomia deliberativa dell’io leggente. Per leggere bisogna
sempre assoggettarsi a un