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LE HISTORIAE:
ultima opera di Sallustio, trattazione annalistica dal 78 al 67 a.C. : anni in cui il regime di Silla fu distrutto da
uomini cresciuti nel suo stesso seno. Continua l’opera di Sisenna (storica che narra le vicende della guerra
civile e della dittatura sillana), non si sa se volesse arrivare fino al 63 (per unirlo col bellum catilinae) e poi
non ci riuscì per la morte. Abbandono della monografia ma echi all'interno dell'opera (lettere e discorsi)
Trasmesseci frammentarie, abbiamo però i discorsi e lettere più importanti (discorsi di Lepido, Licinio
Macro, Marcio Filippo, lettere di Pompeo al senato durante la campagna di Sertorio in Spagna e poi
Mitridate nel Ponto).
Ripresa delle tematiche del Bellum Catilinae: la rovina dello Stato e le guerre civili sono la conseguenza
dell’affermarsi di uomini ambiziosi e avidi di potere , uomini senza scrupoli che utilizzano la pericolosa
forsa delle milizie personali (cresciuti sotto il regime sillano). Visione pessimistica. L'introduzione sulla
storia di Roma mostrava i primordi non come età dell'oro, di concordia e di pace, ma mostrata presenza di
lotte tra patrizi e plebei.
Personaggi:
Lepido: Primo discorso tramandato è quello di Lepido che chiedeva la restaurazione della
• repubblica. Descrizione del dittatore che raccoglie in sé tutto il potere e si permette ogni arbitrio,
mentr eil popolo langue. Nobilitas schiava del dittatore pur di mantenere il potere. Sallustio gli
rimprovera la mancanza di moderazione. Lepido ricorre alla violenza armata e alla sedizione: allestì
un esercito in Etruria e minacciava di marciare contro Roma.
Marcio Filippo: represse la rivolta, nel suo discorso invita la nobilitas a reagire prontamente, perché
• Lepido grave pericolo per l'ordine. Attacca la mancanza di moderazione di Lepido.
Sertorio: ribele in Spagna, parla a favore della restaurazione autorità tribunizia abolita da Silla.
• Moderazione. Si fa amare in Spagna per la sua clementia, moderazione nell'uso di autorità, ma nella
lotta alla nobilitas non usa strati sociali inferiori.
Macro: nel suo discorso all'assemblea popolare ( quando nel 73 era tribuno) usa argomenti simili a
• quelli di Lepido ma non è un demagogo,non invita la plebe alla sedizione armata o alla rivolta,
piuttosto a una protesta passiva e rifiuto servizio militare.
Pompeo: come Catilina, si è formato all'ombra di Silla e ne ha assorbito i metodi. Ambizione
• eccessiva, uso di milizia personale. Le sue lettere sono piene di minacce a ricorrere all'esercito. Nulla
gli vale nel 70 la restaurazione dei tribuni, vista da da Sallustio come inizio di un nuovo periodo di
lotte per il potere. Visione ingiusta di Pompeo da parte di Sallustio: Pompeo metodi demagogici e
ostili al senato, ma lui aveva avuto lungimiranza. Capiva la necessità di appoggiarsi non solo
sull'aristocrazia, ma anche dell'esercito. Sallustio tendenzioso nella sua visione perché ideologia
favorevole a Cesare.
La concezione storiografica di Sallustio:
espressa nella parte iniziale delle sue monografia.
Spirito superiore al corpo--> eccellenza della virtù superiore ai beni materiali. Attività degne dell'anima
erano la vita politica, le magistrature. poiché la politica non è più praticabile per la situazione di corruzione
in cui si trova per Sallustio è più degno comporre opere storiografiche.Importanza dell’attività
storiografica.(già Lucilio aveva fatto una dichiarazione simile. Cultura valore autonoma)
Nel Bellum Catilinae visione della Roma antica come periodo in cui regnavano concordia e rispetto delle
leggi. Ampliamento dovuto all’invidia dei popoli che scatenano l’ovvia reazione dei Romani. Monarchia
degenerata--> repubblica. idealizzazione del passato e repubblica arcaica. ( notevolmente attenuata nelle
Historiae, dove si vedono le lotte tra patrizi e plebei, la questione dei debiti--> nobilitas vessatrice della
plebe. ) per questo tema vedi anche pagine su Catone il Censore.
Bellum iugurtinum inizio della crisi: conclusione della guerra con Cartagine fine del metus hostilis Roma
conosce potere e ricchezza senza pari = si scatena l’ambitio.
In bellum catilinae insistenza sul concetto di concordia, , equuilibrio pacifico tra le varie componenti dello
stato. Aspirazione a un regime d'ordine.
Gli excursus mettono a fuoco gli avvenimenti in un contesto generale, anzi danno quasi le motivazioni della
scelta della materia: crisi nel periodo postgracchiano--> guerra con Giugurta immediatamente successiva,
degenerazione della lotta politica con Silla--> Historiae e Catilina.
LO STILE:
-rifiuto di raffinatezze lessicali perché per lui la storiografia non è intrattenimento.
-Introspezione psicologica, individuo al centro della scena. Carattere "tragico".
-Brevitas: ricerca di concisione e pienezza espressiva. Numero limitato di termini massimo valore espressivo.
-Variatio e patina arcaica
-rifiuto ampio ipotattico periodare ciceroniano, forma narrativa spezzata, veoce, paratassi, asindeti, frasi
nominali.
MODELLI:
Tucidide per la brevità e la densità dei concetti.
Catone per il gusto di arcaismi che danno dignità ai contesti
opere di dubbia autenticità, dai una letta a p 257. nei riassunti di internet si vede:
Poiché le opere di Sallustio ottennero un successo immediato e rilevante, le scuole retoriche non potevano rimanere
insensibili al desiderio di emulare il suo modo di scrivere, immaginando il grande autore in opere storico-politiche
impegnato in situazioni suggestive: o nel contrasto con Cicerone e con i suoi tanto diversi ideali politico-culturali o in
esortazioni e consigli rivolti a Cesare vincitore. I manoscritti ci conservano una Invectiva in Ciceronem, che anche
Quintiliano considerava autentia ma è probabile che l’autore sia un retore di età augustea. Suo evidente pendant sarebbe
l’Invectiva in Sallustium che si attribuiva a Cicerone. Ugualmente spurie sono da ritenersi le Espistulae ad Cesarem
senem de re publica, trasmesse anonimamente in un codice contenente lettere e discorsi tratti dalle opere storiche di
Sallustio. Lo stile è quasi più sallustiano di quello di Sallustio, ma oltre che risultare troppo arcaicizzante, la scrittura
pare impropria alle forme letterari e del discorso oratorio e dell’epistola. Il contenuto è prevedibile: irrisione violenta di
Cicerone, della sua linea politica e delle sue ambizioni; suggerimenti a Cesare affinché scelga la via della clementia e,
combattendo la corruzione dei nobili, concili le fazioni, restituendo pace e libertà. La questione dell’autenticità è ancora
molto controversa, ma sembra verosimile giudicare queste opere come il frutto di scuole di retorica del I secolo d.C.
Marco Terenzio Varrone
116-27. 116 a.C. Rieti da famiglia facoltosa raffinata educazione. Accio, Elio Stilone, Antioco di Ascalona.
Sillano, Questore, tribuno della plebe, si rifugiò in Grecia per evitare le conseguenze del consolato di Mario
e Cinna,tornerà solo con dittature di silla. in seguito si schierò dalla parte di Pompeo a favore della nobilitas.
Non condivise però il primo triumvirato compose una satira: ‘Tricàranos’(mostro a tre teste). In Spagna
evento controverso, si arrende a Cesare ma poi col consenso di Cesare raggiunge Pompeo a Durazzo e
definitiva sconfitta.
Cesare gli affidò il compito di organizzare biblioteca pubblica a Roma ma non fu conclusa per l’uccisione di
Cesare. Nonostante ostilità di M. Antonio scampò alle proscrizioni del 2° triumvirato. Alla fine della vita si
dedica all'attività letteraria. Muore nel 27.
600 libri andati quasi tutti perduti. Molta attenzione alla grammatica, alla filologia e erudizione antica: ha
fatto luce sulla storia e sugli usi dei latini, sulla letteratyra romana arcaica, sull'origine della lingua e della
grammatica. Abbiamo solo 6 libri del De lingua latina, integralmente il de rustica, tutto il resto in modo
frammentario.
OPERE:
-De rustica: giunto a noi integralmente in tre libri. Composta durante la vecchiaia, nel 37. Ottaviano era
ormai padrone dell'italia e si preparava allo scontro finale. Aveva già tracciato a grandi linee il suo progetto.
Periodo in cui nascono molte opere sull’agricoltura che elogiano l’Italia (laudes Italiae, rispetto all'Oriente ha
delle ottime condizioni climatiche e amientali) perché Ottaviano voleva risollevare le sorti dell’agricoltura
italica e creare nella penisola un ceto di medi proprietari terrieri (che fossero la base portante del suo
principato). Dialogo con fine pratico: vuole fornire consigli alla moglie Fundania su come rendere più
fruttuoso un terreno. (le Georgiche invece fine politico). Opera espressione di quella contraddizione tipica
dei letterati di fine repubblica : nostalgia per il passato ma coscienza delle necessità nuove. Da un lato egli
esalta il piccolo agricoltore dall’altro dedica il suo interesse ai latifondi. Varrone ha in mente, come
destinatari dell’opera, i grandi proprietari terrieri del ceto senatorio. Pensa al latifondo. Rispetto al de
agricoltura catoniano stessa attenzione a come rendere produttiva la terra, ma diversità per il tipo di terreno e
per come vengono sentiti gli schiavi. Mostra un senso di umanità verso gli schiavi: consiglia di trattarli bene
così lavoreranno meglio e si affezioneranno ai padroni--> saranno più fedeli. Le ragioni di questo
atteggiamento vanno ricercate nella situazione di quel periodo: arresto dell'espansionismo per difendendere e
consolidare i confini (così fino a Claudio)--> non più reclutamento degli schiavi, ora erano diventati rari e
dunque preziosi.
-De lingua latina: L’interesse per la grammatica gli viene trasmesso dai maestri Accio e Stilone. 25 libri
scritti 47-45, rimasti solo sei libri che trattano del problema etimologico e sviluppano la polemica tra
analogia e anomalia. Notizie che altri liberi affrontassero etimologia, morfologia, sintassi. Possibile che
fossero soltanto appunti e studi varroniani confluiti poi tutti insieme senza una revisione (ciò spiegherebbe
lo stile disadorno e sciatto) . La ricerca etimologica era stata portata avanti dagli alessandrini per quanto
riguarda i poemi omerici (Varrone farà lo stesso studiando il Carmen Saliare, non più comprensibile per
evoluzione significato delle parole) , dagli stoici da cui Varrone riprende il principio della corrispondenza
naturale tra cose e parole.
Secondo Varrone l’etimologia prevede 4 livelli esplicativi:
1. etimologia chiara
2. casi complessi, trattazione simile a quella alessandrina per testi antichi
3. tipo studi stoici, attenzione ai motivi per cui a un certo significante è associato un certo significato.
4. Inattingibile, consen