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ISTITUZIONI DI STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

  1. BASE LATINA: parola italiana derivata dalla base latina
  2. ̰ ("parola") →[ ] /̰ ("derivato")
  3. lett. suono che scompare nel passaggio all’italiano
  4. BONUM ̰ buono ̰ BONU (CK)
  5. σφαλ (senza fare) →
  6. x ̰ (est) → ̰ (loc)
  7. X →. (max ̰)

CAPITOLO 1 - L'italiano deriva dal latino?

  1. L’USO DEL VERBO “DERIVARE” FA PENSARE CHE CI SIA UNA LINGUA MADRE (LATINO) DA CUI SONO NATE LE LINGUE FIGLIE, ABSOLUTIE. LE LINGUE NON SONO ORGANISMI BIOLOGICI, QUINDI NASCONO PERDENDO E SOSTITUENDO (CIT. ITALIANO E IL LATINO ADOPERATO OK IN ITALIA)
  2. L’USO DELLA PAROLA “LATINO” E GENERICO, IL LATINO È UNA LINGUA STORICO-NATURALE DELLA FAMIGLIA INDOEUROPEA, E SI PRESENTA COME UN OGGETTO MULTIFORME, NON CI SONO “MOLTI LATINI” MA CI SONO

Evoluzione del latino determinata da diversi fattori: tempo, spazio, stile e modalità di trasmissione.

Tempo → Diacronia (odio + cronos)

a. "Lanciare esceose del cacciatano" (IV a.C)

  • Due iscrizioni in "scriptio continua" (la più lunga dice: "Che recita: Appartengo, assieme ai miei compagni e gli altri oggetti votivi, a Trivia, la buona tra le divinità. Non riporrnermi dietro")
  • è la scodella stessa che parla, in latino arcaico. Se fosse stata scritta di secoli dopo, in latino classico, mantenendo lo stesso ordine di parole, si sarebbe presentata in una forma totalmente diversa.
  • Si tratta di due varietà diverse di latino distinto sull'asse di tempo.

Gli storici della lingua latina distinguono:

  • Latino arcaico (fondazione di Roma/I secolo a.C.)
  • Latino preclassico (II secolo a.C./primo metà del I secolo a.C.)
  • Latino classico (seconda metà del I secolo a.C./morte di Augusto)
  • Latino postclassico (morte di Augusto/II secolo)
  • Latino tardo (II secolo/VIII secolo)

Spazio → Diatopia (odio + topos)

Il italiano quotidiano è diversa da quello delle differenze: le differenze non insistono solo in intonazioni, la pronuncia e il lessico, ma anche la grammatica e la sintassi. Nell'Italia settentrionale il passato remoto non si usa e viene sostituito dal passato prossimo; in Toscana si usa il passato remoto per riferirsi a cronologizzazione, vicino il passato remoto per uno lontano; in Sicilia se usa indifferentemente il passato remoto.

Il latino non segue alla differenziazione dovuta solo a spazio.

  • Manoscritto di un maestro di scuola, trovato in fondo a una
  • raccolta che concerne gli scritti di un autore che si vuole
  • indicare come "Pseudo Probo".
  • È una lista di 227 parole organizzate in cui sere diverse
  • ("la prima secondo norma del latino scritto, la seconda nella
  • porta segnata" in scheda "a nom. B").
  • Le parole italiane corrispondenti a quelle indicate sono più vicine
  • agli "errori" del caronio (p. speculum = "speclum" = specchio).

Il metodo ricostruito e comparativo

Lo strumento più importante per la ricostruzione del latino parlato

è il confronto tra le varie lingue romanze. Consiste nel

ricostruire una forma non documentata sulla base dei risultati

che se ne hanno nelle varie lingue romanze.

Es., considerando il termine "carogna", in tutto il latino scritto non

si trova una parola che possa essere considerata la base quella

che si avvicina di più è caro ("carne"), ma il "cuni" a

collegare la distanza è indotto confrontandolo ancora con le fr.

"charogne" il port. "corocho" e lo sp. "careñcho", queste sottolinea

le presuppongono un antecedente cutuine non documentato ma

ugualmente esistito nel parlato. la base dell'italiano "carogna"

sara indicata "*caronia"

Latino classico e latino volgare

Esistono, tra le tante varietà di latino, il "latino classico"

e il "latino volgare". Il "classico" è la lingua colta di classe,

scritto è invariato nei secoli, il "volgare" è quel latino parlato

3. Vocali

Le vocali dipendono dalle configurazioni che assume la cavità orale. In base alla posizione della lingua nel suo grado di avanzamento e arretramento, possono essere "anteriori", "centrali", "posteriori"; in base al suo grado di innalzamento e abbassamento possono essere "alte", "medie" e "basse".

In base alla posizione delle labbra possono essere "arrotondate" (e sorgono) o "non arrotondate"; infine, i suoni vocalici possono essere "nasali".

4. Semivocali

Suoni con un luogo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti, "semiconsonanti".

- Trascrizione fonica

L'ortografia italiana si può definire abbastanza fedelemente "fonografica" (vi sono alcune eccezioni come il fatto che la "c" dura può essere confusa con la "q" o il "ch" o il "k"). Ma altre lingue sotto questo aspetto sono più complesse (es.: in ing "knight" la "k" e il complesso "gh" non hanno suono).

Per ovviare alle incongruenze si è elaborato un metodo di trascrizione fonetica, l'"alfabeto fonetico internazionale".

(IPA) composto da due tabelle: "consonanti" e "vocali".

5. Consonanti

Occlusive:

SUL FORMARE UNA SILLABA

ESISTONO DELLE "RESTRIZIONI"

FONOSINTATTICHE SULLA DISTRIBUZIONE DEI FONEMI COME CV, V

VC, CCV, CVC, CCVC, CCV, CCVV È POSSIBILE SOLO SE LE CONSONANTI

CONTIGUE POSSONO APPARIRE AD INIZIO DI UNA PAROLA E L'ALDTRIMENTI LA

SUDDIVISIONE È (V/C).

LA PARTE CHE EVENTUALMENTE PRECEDE LA VOCALE È L'"ATTACCO" QUELLA

CHE LA SEGUE LA "CODA" (SILLABA CON CODA "CHIUSE", ALTRE:

APRENTI, APERTE).

UN'OSERVAZIONE INTERESSANTE È IL "DITTONGO" LA CONFIGURAZIONE

DI UNA VOCALE E UNA SEMIVOCALE

  • - FATTI PROSODICI (O SOPRASEGMENTALI)
  • VI È UNA SERIE DI FENOMENI CHE NON RIGUARDANDO I SUONI ELE
  • MENTI, MA LA CATENA ORALINA NELLA SUA SUCCESSIONE LINEARE E HAN
  • NO LA SILLABA E LA SUCCESSIONE DI SILLABE COME CONTESTO BASILA
  • RE DI AZIONE; I SONO QUESTI "FATTI PROSODICI". I FONDAMENTALI
  • SONO ACCENTO, TONO E INTONAZIONE E IN A LUNGHEZA
  • - Accento
  • É LA FORZA DI PRONUNCIA DI UNA SILLABA ("TONICA") RISPETTO
  • ALLE ALTRE ( "ATONE" ) IN UNA PAROLA.
  • L'ACCENTO COME FONDAMENTALE DEL TRATTO PROSODICO, NON VA
  • CONFUSO CON L'ACCENTO GRAFICO, CHE IN ITALIANO È USATO
  • PER INDICARE NELLA GRAVE LA POSIZIONE DELL'ACCENTO NELLE
  • "TRONCHE" ( CO, "CDN" ) E ANCHE PER ALTRI SCOPI, COME IND
  • ORE LA DIFFERENZA FRA MONOSILLABI OMOFONI (⟦ES.⟧ "DA" # DA).

Apocope

(cancellazione di suoni atoni o deboli vicini alla fine)

  • es. Bontate(m) > bontate > bonta'
  • Virtute(m) > virtute > virtu'

"del" "al" "quel" "bel" vanno interpretati come da udedlicia

  • es. dello > del dellol
  1. Infinito + pronotaa atono (vedereo > vedero)
  2. sostantivi forscili + nome presso (signore Rossi, signorRossi)
  3. "buono" + nota (buono amicus > buon amicus)

Raddoppiamento Fonosintattico

A essere raddoppiate unite sono parole terminanti per con's (*parola in guente per con's), in sede grafica non è rappresentato (solo in unirrento)

  • es. ad valle(m) > a valle > a 'valle

Si produce dopo le seguenti parole:

  1. Monosillabi forti (dotta di accento)
    • es. ma guarda (maggaurda)
  2. Parole tronche
    • es. ando' lo (ando'llo)
  3. Dopo "come", "dove", "sopra", "qualche"
    • es. come te (komette)

*guomma > guomma

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nalisa92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cantoni Paola.