Il mutamento non fu immediato perché molti non sapevano leggere e scrivere. Solo all’epoca di CarloMagno, con la riforma carolina, si impose all’uso scritto un maggiore rispetto per le regole grammaticali ecosì si prese coscienza dell’avvenuta trasformazione linguistica.- Dal secolo VIII (ottavo) in poi comincia la documentazione scritta in volgare, più tardi anche inRomania.Ciascuna delle lingue romanze presenta più varietà locali. Il caso dell’italiano è più particolare:- Il dialetto fiorentino del Trecento fu il fondamento della lingua nazionale grazie al prestigio della sualetteratura.Per chiarire come mai dal latino si originano tante lingue diverse ci sono tre fattori.1. Sostrato: le lingue a cui si era sovrapposto il latino esercitarono una decisa pressione, che haportato a fenomeni sul piano fonetico. Dopo la caduta dell’impero i fenomeni locali trovarononuovo vigore e determinarono la
differenziazione tra i gruppi linguistici diversi.
2. Superstrato: si parla dell'influsso delle lingue dei conquistatori germanici e slavi, che accettarono il latino parlato dalle popolazioni sottomesse, arricchendolo però con elementi delle loro lingue.
3. Adstrato: il contatto con lingue di altre popolazioni (greci, arabi, etc). C'erano fenomeni di bilinguismo e l'arricchimento degli elementi lessicali fu accolto grazie al peso politico e al prestigio che i popoli di contatto avevano.
CAPITOLO 1 – LA LINGUA ITALIANA
La diffusione della lingua nazionale prima dell'Unità avvenne prevalentemente nello scritto, mentre nel parlato hanno dominato per secoli i dialetti.
1.1.1 La varietà di dialetti che abbiamo è una conseguenza della frammentazione romanza succeduta all'unità linguistica latina. La frammentazione fu anche etnica e caratterizzava l'Italia anche prima dell'unificazione, grazie alle particolari condizioni
geograficamente caratterizzata da diverse peculiarità. La presenza del mare, con i suoi approdi, ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia del territorio italiano. Le Alpi, invece, rappresentano una barriera naturale invalicabile che ha influenzato la storia e la cultura delle popolazioni che abitavano le regioni settentrionali. La Sicilia e la Sardegna, invece, erano abitate da popoli diversi. Alcuni erano autoctoni del Mediterraneo, come gli Etruschi, i Liguri, i Piceni e i Sardi, mentre altri erano di origine indoeuropea, come i Latini, i Veneti, i Celti, i Messapi e i Siculi. In molte zone dell'Italia meridionale erano presenti colonie greche, che hanno lasciato un'impronta significativa sulla cultura e sulla lingua della regione. Con la conquista romana, i popoli locali adottarono il latino, che si arricchì di molte parole di origine etrusca, umbra o greca. L'influenza greca, in particolare, fu la più ampia e duratura. Tuttavia, le popolazioni romanizzate trasferirono alcune parole e abitudini di pronuncia del loro sottostrato culturale, che successivamente portarono all'evoluzione dei dialetti locali. Dopo il crollo dell'Impero Romano, le popolazioni germaniche conquistarono alcune zone dell'Italia, mentre altre rimasero sotto l'influenza bizantina. In questo periodo si formò lo stato della Chiesa. Nel sud, invece, si susseguirono diverse dinastie che ebbero vicende storiche profondamente diverse. In conclusione, la Penisola Italica è stata caratterizzata da una grande varietà di popoli e influenze culturali, che hanno contribuito a creare una storia e una cultura uniche nel panorama europeo.linguisticamente molto differenziata.- Sardo e retroromanzo costituiscono sistemi linguistici autonomi.- I dialetti settentrionali rientrano nelle lingue romanze occidentali e sono parlate nella cosiddetta“linea La Spezia- Rimini”.- I dialetti centro-meridionali rientrano fra le lingue romanze orientali.Tra i dialetti settentrionali si possono distinguere:- Dialetti gallo-italici: parlati dalle popolazioni celtiche in Piemonte, Linguria, Lombardia ed Emilia-Romagna.- Dialetti veneti: parlati nel Veneto, nel Trentino e nella Venezia Giulia.Tra i dialetti settentrionali si possono distinguere:- Dialetti toscani: il cuore dei territori abitati dagli etruschi.- Dialetti corsi: parlati in Corsica, politicamente francese.- Dialetti mediani: linea Roma-Ancona, nelle marche centrali, in Umbria, nel Lazio e nell’Abruzzo.- Dialetti (alto)meridionali: parlata delle Marche, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria delnord.- Dialetti meridionali estremi: parlati nel Salento,
nella Calabria del sud e in Sicilia. La Toscana occupò un punto intermedio tra nord e sud anche dal punto linguistico, ma i primi documenti italiani scritti in volgare (risalenti al IX secolo) non sono toscani. La prima importante scuola poetica fiorì in Sicilia, alla corte Svevia. Però nel corso del Duecento il toscano si impose come lingua dell'uso scritto letterario. 1.1.2 Fiorentino e Italiano. L'italiano deriva dal dialetto fiorentino del Trecento, nell'elaborazione letteraria che fecero Dante, Petrarca e Boccaccio (le "Tre Corone", gloria dell'intera nazione). Fu il loro altissimo livello stilistico a far conquistare il primato linguistico a Firenze. Ma già prima la Toscana aveva accolto l'eredità della scuola poetica siciliana. Avevano trascritto le poesie dei siciliani dando loro una veste toscaneggiante. Sempre i toscani le imitarono. Erano sempre i toscani i seguaci del "Dolce Stil Novo". Inoltre,fu riconosciuta la superiorità raggiunta dalla civiltà toscana nel campo economico, commerciale e artistico. Dal punto di vista fonetico e morfologico i dialetti toscani presentavano alcune caratteristiche che li rendevano a priori i più adatti per un'unità linguistica. Forse perché il latino si era sovrapposto all'etrusco, lingua molto diversa, il volgare parlato in Toscana era rimasto più vicino al latino parlato anticamente, più del volgare Romano che si era meridionalizzato. Il toscano presentava aspetti di conservatorismo e di medietà che lo rendevano il più esportabile, in quanto più comprensibile anche in zone molto diverse. L'espansione del toscano non avvenne di punto in bianco. Solo nel Cinquecento, in seguito alle "Prose divolgar lingua" di Bembo venne indicato il fiorentino trecentesco delle Tre Corone come modello da imitare per la scrittura. Così il processo si ècompiuto a livello letterario. Nelle scritture non letterarie i tratti regionali continuarono a manifestarsi e i dialetti su usavano ancora. Anche la denominazione della lingua documenta la toscanità dell'italiano:
- Nei primi secoli si parla di volgare vs latino.
- Successivamente si parla di lingua fiorentina o toscana.
- Il termine italiano si impose definitivamente solo nel '700.
Alcuni tratti fonetici del fiorentino trecentesco non usati nello scritto però non si imposero fuori dalla Toscana e verso la fine del secolo la parlata di Firenze cominciò a modernizzarsi (anche grazie al ripopolamento dopo la Peste Nera) e ad assumere tratti nuovi che non si conservarono nello scritto.
- Alcuni entrarono nello scritto.
- Altri no e costituiscono ciò che oggi rende il fiorentino un dialetto e si discosta dall'italiano.
- Altri sono stati accolti solo in epoca postunitaria grazie a Manzoni e al suo lavoro.
Sebbene in misura ben minore, anche le altre aree
dialettali hanno contribuito alla formazione della lingua nazionale e anche le lingue con cui è entrata in contatto (francese e inglese in particolare).
1.1.3 Stabilità e mutamento nella storia dell'italiano. La lingua italiana è mutata molto poco nel corso del mese. Ciò si spiega perché per secoli l'italiano è stato destinata solo alle scritture e sottratta al parlato, che costituisce il principale fattore di mutamento linguistico. Per questo fu definita da molti "lingua morta".- Per secoli il mutamento è rimasto contenuto ed è avvenuto quasi di colpo dopo l'unità e ha raggiunto il massimo sviluppo con l'epoca informatica e multimediale.
L'italiano contemporaneo, mutato anche nell'oralità, risulta molto diverso da quello letterario. In realtà quello che sembra nuovo era già esistente, è solo venuto alla superficie. Ma comunque c'è
verità nel definire la stabilità dell'italiano. L'elaborazione letteraria del dialetto fiorentino ha fornito strutture fondamentali in cui la lingua tuttora si riconosce. Anche se i testi del 1300 oggi ci sembrano difficili, rappresentano comunque una fase diversa della stessa lingua. La forza della tradizione è sempre stata grande sul nostro territorio:
- Le forme che sembravano in via di sparizione sono state adoperate comunque nei libri, rimanendo vive nella "competenza passiva" degli italiani.
L'italiano ha anche avuto per secoli una caratteristica molto peculiare: la lingua della poesia ha tratti diversi rispetto alla prosa. Sia per una ricerca voluta dell'arcaicismo e del latinismo, la poesia ha avuto caratteristiche proprie particolari rispetto alla prosa. Ma la ricerca di tratti arcaici c'è stata anche nella prosa: essendo poco parlata, l'italiano scritto tradizionale aveva una forte polimorfia:
- Polimorfia:
All'inizio del '900 veniva resa come una <j> (bujo, jeri).
1.2.3 Le consonanti. Sono 21. Si distinguono per modo e luogo di articolazione. Possono essere sonori, orali e nasali (ma non in italiano).
1.2.4 Struttura sillabica. La sillaba è una minima porzione di parole generalmente costituita secondo alcuni schemi e pronunciabile con un ritmo scandito e sostenuto, con un nucleo pronunciabile. All'interno della sillaba c'è sempre un elemento che fa da fulcro/nucleo che è praticamente sempre una vocale. La sillaba è una sorta di unità intermedia tra una parola e un fono. La sillaba inizia con un minimo di apertura, poi raggiunge un picco e termina prima del minimo successivo.
ATTACCO: parte che precede la vocale
CODA: parte che segue la vocale
SILLABA: attacco+nucleo+coda
Es: caldo > c(attacco), a(nucleo), ldo(coda).
- Sillabe aperte/libere: sono sillabe prive di coda.
- Sillabe chiuse: se la coda c'è.
Rima sillabica: nucleo+coda.
Es: canto, la rima sillabica è "an". L'italiano di base fiorentina non ammette con molta facilità lo iato (vicinanza di due vocali ap
-
Riassunto esame Istituzioni linguistica italiana, docente D'Achille, libro consigliato Breve grammatica storica del…
-
Riassunto esame Istituzioni di storia della lingua italiana, Prof. Cannata Nadia, libro consigliato La lingua itali…
-
Riassunto esame Istituzioni di storia della lingua italiana, Prof. Cannata Nadia, libro consigliato Storia linguist…
-
Riassunto esame Storia della lingua italiana, prof. Cannata, libro consigliato Origini e primi documenti dell'itali…