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CRISI DEL CINEMA CLASSICO

 Immagine dispersiva, personaggi molteplici

 Linea che prolungava gli avvenimenti gli uni verso gli altri si è spezzata, i raccordi sono deboli,

l’avvenimento tarda o si perde, o arriva troppo presto

 Azione sostituita da passeggiata, staccando la struttura attiva

 Il cliché è l’unica cosa che mantiene insieme questo mondo “vago”

 Riproduzione meccanica di immagini e suoni

FILM DEL 7° CAPITOLO: Un film di Orson Welles, o di Alfred Hitchcock o di Ingmar Bergman

CAPITOLO 9° (la “nouvelle vague”)

Nel 1959 al Festival di Cannes vengono presentati due film, di Truffaut e Resnais, e con questi si è

soliti far cominciare il nuovo corso del cinema francese detto “nouvelle vague”.

Si è colpiti dall’originalità dei due film (I quattrocento colpi e Hiroshima mon amour) che dà vita

ad una fitta campagna giornalistica.

I FAUTORI sottolineano che c’è:

- un’aria diversa del cinema francese

- un’inquietudine generazionale

- la rottura dello stile e della narrazione

I DETRATTORI invece affermano che c’è:

- un’estraneità dei fatti storici

- un ripiegamento intimistico

- un compiaciuto estetismo

- un’instabilità culturale

E ancora molti sostennero che fu una proposta “organizzata”, altri parlarono solo di un clima

diverso, ma non di un vero e proprio movimento. Quello che è sicuro è che la NV non fu solo il

cinema di qualità di quel periodo e non fu solo una parentesi ma meglio dire una nuova “IPOTESI

DI CINEMA”

Gli autori coinvolti furono: quelli dei “Cahiers du cinéma” ovvero Godard, Truffaut, Rohmer,

Chabrol, Rivette, Doniol – Valcroze, e i “documentaristi” ovvero Varda, Resnais e Marker.

Le linee di tendenza che si possono rinvenire:

1. reazione contro il cinema commerciale e la tendenza del cinema francese del periodo

2. prodotti a basso costo (grazie all’invenzione di attrezzature più leggere, che però servivano solo

a chi riprendeva dal vero o in diretta – Rouch o Marker – non agli autori NV che cercavano di

rendere la stessa leggerezza con i soliti macchinari)

3. vocazione realistica

4. modo di narrazione (più casualità, digressioni, tempi morti, improvvisazione)

Si sviluppano le possibilità specifiche del proprio linguaggio: una cosa è la “presa a prestito

passiva” (come la letteratura o il teatro), un’altra è l’”apertura alle influenze”.

Per un verso si rifiutano le regole del cinema classico, per l’altro si cerca di riproporlo e

aggiornarlo. Un’altra cosa da sottolineare è che quasi tutti gli autori NV prima erano critici poi

registi. Sicuramente gli autori di riferimento erano: Tati, Cocteau, Becker, Bresson, Pagnol, Guitry,

Ophuls, ma soprattutto Renoir e Rossellini (ma anche Malville, Leenhardt e Rouch).

“CAHIERS DU CINEMA”

C C : uno dei primi fautori della possibilità di produrre a basso costo. Usufruisce

LAUDE HABROL delle maglie di un racconto per esplorare ambiguamente grumi psicologici

individuali fornire alcuni quadri d’ambiente.

Film Le beau Serge 1958

J D -V : tra i fondatori del “Cahiers du cinéma”. Si sottolinea la sua

ACQUES ONIOL ALCROZE raffinatezza formale.

Film Le coeur battant 1962

J L G : è sicuramente il più radicale tra tutti gli autori. Per lui la conoscenza del

EAN UC ODARD cinema fu un processo liberatorio e una spinta a sperimentare.

Amava riprendere gli attori colti dal vivo, gli elementi casuali, nella loro

originalità gli elementi compositivi del linguaggio.

Il suo modo di rappresentazione è molto originale, i personaggi tendono a

scomparire per lasciare il posto solo al loro “comportamento”. Si coglie

l’istante, il non necessario, il provvisorio e si ha quasi la sensazione del “non

finito”. Godard cerca la commistione di molte forme espressive (cinema,

letteratura e pubblicità) usando una tecnica “collage”. L’importante è

accostarsi ai generi pere modificarli o ribaltarli.

Film Le mépris 1963

P K : il minore frequentatore del gruppo

IERRE AST 

Film Le bel âge 1960

J R : è il meno conosciuto in Italia, anche perché il suo esito commerciali fu molto

ACQUES IVETTE scarso. E’ caratterizzato da una marcata propensione autoriflessiva

Film Paris nous appartient 1958

E R : E’ il più classico degli autori. Per lui raccontare significa: rimettere insieme e

RIC OHMER organizzare gli aspetti della vita quotidiana, con personaggi comuni che

“improvvisano”. L’impianto è sempre molto semplice. Rohmer definiva i suoi film

“racconti morali” perché fornivano una lezione etica.

Film Le sign du Lion 1959

F T : era il più duttile e disponibile degli autori. Prediligeva la costruzione

RANÇOIS RUFFAUT artigianale del racconto per dimostrare che tradizione e novità stanno bene

insieme. Desiderava cimentarsi con alcune regole consolidate del racconto

per ripercorrere e modificarle. Descrive spesso l’itinerario di un personaggio,

un percorso esistenziale (spesso infanzia) - Il protagonista di molti suoi film è

Antoine Doinel. Truffaut vuol farci arrivare l’ambivalenza dell’esistenza:

limitazione e libertà, fuga e inserimento, eccesso e norma

Film Jules et Jim 1961

“GLI AUTORI VICINI” (cioè che non sono propriamente della NV ma ne condividono alcuni

aspetti)

A A : forse il precursore della NV, ebbe molte difficoltà a realizzare i suoi

LEXANDRE STRUC progetti.

Film La proie pour l’ombre 1960

J D : caratterizzato per la forte attualità delle sue opere e per lo stile lineare e asciutto

ACQUES EMY 

Film Lola 1961

G F : uno dei fondatori negli anni ’30 della “Cinémathèque française”. Il suo cinema

EORGES RANJU è incentrato sui ritratti ambientali. I temi prediletti: autenticità e menzogna.

Film Judex 1963

L M : gira molti gialli di “atmosfera” con intrecci ridotti e raffinati esercizi di stile e

OUIS ALLE descrizioni ambientali.

Film Les amants 1958

R V : furbizia commerciale e accorto sfruttamento dell’immagine. Scoprì Brigitte

OGER ADIM Bardot.

Film La bride sur le cou 1961

GLI AUTORI ”RIVE GAUCHE” (ovvero autori diversi non riconducibili al gruppo)

C M : il più autonomo, documentarista giramondo. Attratto dalle possibilità tecniche

HRIS ARKER dell’immagine

Film Le joli mai 1962

A R : autore più colto, pronto a sperimentare nuovi rapporti con le altre arti (letterature

LAIN ESNAIS in particolare). Il tema principale è il tempo e la memoria che dà senso

all’esistenza ma allo stesso tempo la condanna “ricordare è già dimenticare”. C’è

sempre l’ombra della perdita, e fa sempre i conti con la Storia. La forma è

difficile, ci si inoltra verso zone mai esplorate nel cinema, la narrazione non è più

consequenziale, è rotta da evocazioni, corrispondenza, trapassi. Il montaggio è

fondamentale.

Film Hiroshima mon amour 1959

A V : è una donna! Cominciò come fotografa . Importante la sua propensione ai ritratti

GNÈS ARDA femminili. Anche per lei il tempo ha una valenza fondamentale.

Film Cléo de 5 à 7 1962

FILM DEL 9° CAPITOLO : Un film a scelta : “Fino all’ultimo respiro” di Godard o “Jules e Jim”

di Truffaut

CAPITOLO 10° (il nuovo cinema degli anni sessanta e settanta)

La definizione critica militante “nuovo cinema”, indica una serie di esperienze creative su scala

internazionale dagli anni ’50 ai ’70, in cui emerge una forte volontà di rinnovamento.

Il cinema si mette in discussione, percorso da una vocazione utopica, vuole trovare nuove e diverse

relazioni con gli oggetti, trasforma il linguaggio per trasformare l’individuo e la società.

Il cambiamento si nota soprattutto a livello tecnico:

 tempi di riprese più veloci

 meno procedure

 sviluppo di un cinema più economico e meno vincolato allo studio system

 troupe più ridotte

 pellicole più sensibili (le macchine da presa sono più agili e possono girare in interni naturali

poco illuminati)

 illuminazione da “acquario”, ovvero più diffusa e quindi a volte più “sporca”

 set sono più agibili e vicini alla realtà

 per il suono si adoperano registratori magnetici sincronizzati (per la presa diretta) leggeri e

maneggevoli

 si diffonde l’uso dello zoom (grazie anche a camere leggere e alle steadycam)

Cambiano anche le condizioni produttive:

- si contestano i meccanismi di produzione e distribuzione “ufficiali”

- più produzioni indipendenti

- sviluppo di un rapporto problematico con autorità statali

In GB, Germania, Francia e Svezia si sovvenzionano statalmente i film nazionali, mentre

nell’Europa dell’Est è più problematica la faccenda (si sta uscendo dalla dittature staliniana e piano

piano si sta cercando di tornare alla normalità). Ma questa situazione crea un fenomeno paradossale:

si ha più innovazione nell’Europa orientale che nell’occidente.

La “rivoluzione” sta anche nella trasformazione sociale, culturale e dell’immaginario.

Il nuovo personaggio è: giovane, che deve inventare la propria vita, che rifiuta i valori familiari e la

carriera, le abitudini e le convenzioni, le regole e le tradizioni, ma anche la religione. Ecco che

allora c’è una critica alla società contemporanea, perché si va contro il passato, si inventano nuovi

valori, si sceglie l’autenticità (che non è spontanea ma ricercata)

AUTENTICITA’ = LIBERTA’ condizionata dal contesto sociale

 difficile, anche negativa

 apertura esistenziale

Dagli anni ’70 poi il soggetto diventa nomade, in cerca dell’Io. I contenuti narrativi assumono

articolazioni più aperte, sviluppi più sciolti; l’intreccio drammatico è indebolito, ammorbidito;

l’andamento degli eventi è più libero e casuale; i nessi sono indeboliti; le storie hanno itinerari più

aperti, processi misti. Anche la messa in scena è posta sotto nuovi criteri dato che il regista adesso è

anche autore o co-autore della sceneggiatura. Le inquadrature sono più lunghe e si usano sem

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
21 pagine
10 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vinceemi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di storia del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bisoni Claudio.