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La crisi del sogno hollywoodiano
Alla fine della Seconda guerra mondiale il timore comunista si traduce in un clima di sospetto, la caccia alle streghe coinvolge Hollywood in una serie di processi e indagini che portano ad una lista nera di registi, sceneggiatori e attori accusati di filocomunismo. Iniziò così la crisi del sogno hollywoodiano. Il dopoguerra portò anche ad una crisi degli studios, legata a due fattori principali: - Le leggi che, nel 1948, decretano la fine dell'integrazione verticale su cui si basavano la forza e il potere delle majors, che persero la proprietà delle sale. Di conseguenza le star e i registi abbandonano le majors e la produzione indipendente si moltiplica. - Assottigliamento del pubblico nelle sale cittadine per la concorrenza con la televisione. I produttori iniziarono a moltiplicare la realizzazione di film a colori e sperimentano nuovi formati di proiezione (2,33:1). - Perdita del codice Hays, violato da Preminger che, nel 1950, distribuisce il suo film senzacensurato.Ci fu anche una trasformazione dello star system, dove gli attori lavoreranno sull'identificazione con il personaggio di cui devono ricostruire la biografia e la psicologia; si predilige il metodo di insegnamento delle scuole di recitazione.Escono nuovi generi: family melodrama che privilegia l'emersione dello stato emotivo del personaggio non ha un principio di trasmissione di informazione narrativa; western raggiunge l'apice; la fantascienza.Negli anni '50 il cinema italiano si trova in un momento di grande espansione economica e innovazioni. Le industrie della produzione hanno come fine quello di unire tutte le classi sociali, offrendo un prodotto medio; nasce così il cinema popolare.Sempre in questo periodo in Italia inizia ad esserci una nuova ondata narrativa, dove si pensa che il cinema debba raccontare la realtà, inventarla al posto di rifletterla; questo viene sotto il nome di neorealismo rosa, più soft e romantico. Un genereLa commedia italiana rappresenta alla perfezione questa descrizione. È una conseguenza più comica rispetto al neorealismo.
La commedia inizialmente è paesana, poi si sposta a cittadina; ricopre diverse temporalità della vita quotidiana (giornate lavorative, giorni di riposo, ...); prova la formula del racconto a episodi. Possiamo dire che è un genere che non sembra darsi confini, un genere mutevole. Ma parlando della commedia all'italiana possiamo identificarlo come genere propenso a sperimentare soluzioni sempre nuove, un requisito importante per avviare il cinema italiano verso la modernità. Questo genere italiano ha come innovazioni: la segmentazione lineare del racconto, prima la narrazione era scomposta; narrazione plurifocale, non c'è un solo protagonista centrale, ma più personaggi con punti di vista differenti; il finale irrisolto o a sorpresa, per rendere ancora più sottile il confine tra tragedia e commedia.
presa come spunto per la modernità degli anni '60. In questi anni, inizi anni '50, Rivette, critico dei "Cahiers du cinéma", contribuiva, insieme ad altri personaggi della rivista, ad avviare una politica degli autori, attraverso una rivalutazione del cinema americano classico. Intendeva cogliere nella produzione di un regista delle ricorrenze, delle marche autoriali all'interno della logica di genere, sia sul piano tematico che su quello della scrittura e dello stile. Un regista/autore che si batté perché l'autore venne riconosciuto come tale nei suoi film fu BUNUEL. (messa in scena semplice, inquadratura lunga, movimenti di macchina che seguono quelli dei personaggi, fatti irrazionali, misteri senza spiegazioni, ripetizioni, digressioni)
Lo stesso Rivette, nel 1953, in una pagina della rivista definì Hawks un genio, definendo correttamente le linee di una poetica unitaria nel percorso eterogeneo e variegato del regista.
HAWKS
–> ha affrontato molti dei generi classici, il gangstermovie, il noir, il western e la commedia. Il regista ha uno stile nelraccontare con un ritmo veloce, questo grazie a un montaggioinvisibile. Il suo percorso ha una base biografica. Possiamo citarealcuni dei suoi film: “Bolidi in corsa” del 1926, “Acque del sud” del1944; “Susanna!” del 1938; fino ad arrivare al 1934 dove con“Ventesimo secolo” realizza una commedia drammatica. Da quinasce la commedia hawksiana: la commedia sofisticata. Unacommedia americana degli anni ‘30/’40 caratterizzata dapersonaggi alto-borghesi o aristocratici, comprende sia lecommedie aristocratiche che quelle sociali.
La stessa rivista, “Cahiers du Cinéma”, considera Hitchcock unautore a tutti gli effetti e definisce la sua opera duratura neltempo e con una coerenza tematica e stilistica, con un linguaggioinnovatore. La sua opera e il suo stile riescono a raggiungere
Il grande pubblico, senza entrare in conflitto con le ragioni dell'industria. HITCHCOCK → il suo lavoro è inizialmente centrato sul genere giallo e sul motivo di suspence. Nei primi film, come "Giovane e innocente" del 1937 o "The Lodger" del 1927, Hit mette in scena progressivamente un universo morale e psicologico in cui le ossessioni si traducono in una precisa iconografia visiva. Nei film successivi invece, come "Il sospetto" del 1946 o "La donna che visse due volte" del 1958, il giallo hitchcockiano si configura come uno scenario immaginario dove il problema dell'identità dell'io si pone attraverso situazioni che assumono un valore simbolico. Questo regista fa del découpage uno strumento di manipolazione dell'immagine e del suo ritmo; predilige le inquadrature dall'alto, i movimenti di macchina a spirale, i piani ravvicinati su oggetti o dettagli della scena o dei personaggi cheDiventano forme astratte. Questo livello di astrazione lo utilizza anche quando inizia ad occuparsi di commedie. Lo stile di Hitchcock è in continua sperimentazione e innovazione.
Tra la fine della Seconda guerra mondiale e il 1960 registi e sceneggiatori tentano un rinnovamento ideologico e narrativo del cinema hollywoodiano dal suo interno. Ci sono due registi in particolare che fanno ciò:
- KAZAN - grazie alla sua esperienza a teatro conosce e sperimenta le tecniche della recitazione naturalistica e psicologistica; insieme a Strasberg e Crowford fonda, nel 1948, l'Actor's Studio. Le sue prime opere riflettono la necessità di affrontare tematiche sociali. Scrisse anche un'autobiografia indiretta dove emergono eroi negativi. Nell'opera del 1976 "Gli ultimi fuochi" attraverso la denuncia della brutalità della macchina da presa hollywoodiana si afferma l'impossibilità di essere sé stessi.
- NICHOLAS RAY
–> esordisce nel cinema nel 1947 con “Ladonna del bandito”, dove dominano eroi malinconici esconfitti, in rivolta contro le strutture di una società che creaemarginazione e genera violenza. Ha uno stile asciutto edequilibra realismo e simbolismo, è molto attentoall’inquadratura. Negli anni ‘50 coniuga le strutture delwestern con quelle del melodramma in una riflessioneprofonda sul tema della memoria. “Gioventù bruciata” del1955 un melodramma sulla delinquenza giovanile.
NUOVO CINEMA/CINEMA DELLA MODERNITA’ –> definizione perintendere una serie di esperienze creative che si estendono suuna scala internazionale dalla fine degli anni ’50 ai primi ’70.Rinnovamento sul piano organizzativo, immaginario e narrativo.Disarticola i fondamenti del linguaggio classico, c’è unasperimentazione di nuovi linguaggi. Iniziato grazie all’evoluzionetecnica che accelera i tempi di ripresa e di
conseguenza un cinema più economico, si introducono pellicole più sensibili da 16mm, il set diventa più simile alla realtà (perde car artificiali), macchine da presa più leggere, registrazione del suono in presa diretta, zoom. Questo nuovo cinema non è legato solo alla trasformazione produttiva, ma anche alla trasformazione della cultura e dell'immaginario sociale. C'è la costruzione di un nuovo soggetto esistenziale, un giovane che va controcorrente, i personaggi non hanno una psicologia interna, il pubblico viene preso dal lato emotivo. Anche la messa in scena cambia, le regole tradizionali della ripresa e del montaggio vengono superate da una libertà creativa, scrittura moderna, inquadrature lunghe, mobilità macchina da presa, no campo-controcampo. Rifiuta tutte le regole di tempo, si iniziano a prediligere i tempi morti, come nella realtà. Riprese all'aperto, no decoupage, ma decadrage, disinquadratura, lamacchina da presa esclude dalcampo quello che dovrebbe essere centrale.
Nouvelle vague –> Francia. stesso periodo del cinemamoderno, fine anni ’50 inizio ’60, dura solo metà secolo però.
Nouvelle vague = nuova onda, identificata come una formula dipertinenza cinematografica. I due film principali che hanno fattoiniziare questa nuova ondata sono: “I quattrocento colpi” del1959 di Truffaut e “Fino all’ultimo respiro” del 1960 di Godard;grazie ad essi si avvia un’intensa campagna giornalistica attornoai nuovi autori. Questo clima di rinnovamento viene portatoavanti da un gruppo di critici cinematografici della rivista “Cahiersdu Cinéma”, come Godard, Truffaut, Rivette, ecc…, affiancati dalgruppo di registi della Rive Gauche, che hanno esperienza neldocumentario, e da altri che operano ai margini del movimento.Dietro ai film di questi registi c’è soprattutto l’idea di un nuovocinema.
Le due personalità più importanti di questa idea di cinema sono: Truffaut, nonostante i suoi film contengano zoom, stacchi di montaggio e décadre, questo regista cerca di rinnovare il cinema commerciale bilanciando la propria personale autorialità con le esigenze del pubblico; e Godard, che a differenza del primo è molto più provocatorio, rende evidente, tramite falsi raccordi, sguardi in macchina, scavalcamenti di campo, brevi inquadrature e l'alternanza tra piani-sequenza, come vuole distruggere i codici del cinema classico. La tendenza fondamentale di questo nuovo cinema è: lo sguardo cinematografico nel quale finzione e realismo si mescolino, escludendo le regole del montaggio. Il cinema della Nouvelle vague da un lato rifiuta il cinema classico, mentre dall'altro cerca di rinnovarlo e aggiornarlo.