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STRATEGIE DI CAMBIAMENTO E COINVOLGIMENTO

Nel trattamento della tossicodipendenza la famiglia assume un ruolo

fondamentale, in quanto fornisce importanti informazioni e possibilità di intervento

rispetto ai comportamenti disturbati. Opportunamente addestrati, i genitori possono

influire in modo significativo e adattivo sulla modificazione del comportamento dei

figli. La famiglia dovrà porsi in termini di collaboratore esterno, indispensabile per il

trattamento del figlio tossicodipendente. Molto spesso questa collaborazione però non

solo non c’è da parte delle famiglie ma queste hanno pensieri disfattisti del tipo:

“Solo io so di che ha bisogno mio figlio.” Inoltre a volte capita che la famiglia non

274

abbia nessuna intenzione di cambiare, perché attribuisce il problema del figlio ad una

serie di variabili esterne ad essa.

Allo scopo di cambiare l’atteggiamento educativo inadeguato nei confronti del figlio

tossicodipendente si possono proporre alle famiglie interventi di parent traininig, il

quale considera le difficoltà di comunicazione e di accettazione del comportamento

disfunzionale. Gli incontri possono essere condotti in forma di gruppi di famiglie

oppure con un’unica famiglia presa singolarmente.

Il programma prevede due fasi di sei unità ciascuna:

- La prima corrisponde ad un training di apprendimento di nuove procedure

comportamentali, per fronteggiare in modo efficace le difficoltà nell’attuazione del

programma terapeutico del figlio.

- la seconda è centrata sulla comunicazione, viene utilizzata la tecnica del role

playing e si incoraggia l’uso di abilità affermative.

Compito fondamentale dell’operatore- conduttore sarà da un lato, quello di

stimolare l’impegno e incoraggiare il cambiamento, dall’altro quello di riprendere più

volte, ampliare e integrare i concetti di base degli incontri qui di seguito elencati:

Comportamento: tutti i comportamenti sono stati appresi e quindi possono

1) essere modificati, tutti possono migliorare e contribuire al cambiamento in

positivo degli altri

Osservazione: imparare a individuare i comportamenti che necessitano di

2) essere modificati; utilizzo delle griglie di registrazione della frequenza, della

durata e del prima- dopo

Modeling: cosa significa fare da modelli e come modificare il proprio

3) atteggiamento e comportamento per modificare quello dei propri figli

Rinforzo: definizione dei tipi di rinforzo, imparare a utilizzare adeguatamente i

4) rinforzi per modificare efficacemente solo i comportamenti meta

Costo: definizione dei tipi di costo e agire solo sui comportamenti bersaglio

5) 275

Comportamenti inadeguati dei figli e reazioni efficaci dei genitori: prontuario

6) d’intervento per i casi più frequenti di situazioni problematiche

Comunicare: comunicazione come interazione, comunicare significa parlare e

7) ascoltare

Essere affermativi: definizione ed efficacia dell’assertività; regole verbali e non

8) verbali

Ascoltare: come ascoltare, vantaggi dell’ascolto inappropriato

9)

Parlare efficacemente: regole ed esempi di role- play

10) Problem solving: sviluppando la capacità di orientarsi al problema, definirlo e

11) conoscerlo, i genitori imparano a considerare le difficoltà che possono essere

aggredite attraverso strategie adeguate e mediante l’accettazione di più punti di

vista.

La scaletta degli incontri sancisce una strutturazione funzionale e mirata del

tempo entro il quale lo psicologo deve riuscire a proporre un intervento correttivo e

l’utenza può richiedere informazioni e consigli e può esporre problematiche e

considerazioni. La struttura degli incontri può essere chiarita utilizzando i seguenti

punti: Presentazione e introduzione (1° incontro)

1) Lettura della scheda “riassumiamo” (2° incontro). La scheda consiste in una

2) serie di 4 domande a risposta multipla che per ogni incontro i genitori

dovranno completare a casa. Tali schede vengono poi raccolte e conservate dal

conduttore come feedback immediato della comprensibilità del testo e

dell’argomento, dell’effettiva lettura dell’unità consegnata e di eventuali

atteggiamenti ancora resistenti alla modificazione.

Verifica della comprensione dell’argomento precedente e dell’applicazione

3) pratica homework (gli homework o esercizi per casa, rappresentano tentativi

di generalizzare al quotidiano gli strumenti applicativi indicati nel corso delle

276

unità; essi sono utilizzati anche allo scopo di ottenere cambiamenti guidati di

atteggiamenti e/o comportamenti sconvenienti.

Esposizione dell’unità da parte del conduttore (tutti gli incontri)

4) Commento (tutti gli incontri)

5) Consegna del materiale cartaceo inerente all’unità in corso e consistente in

6) “riassumiamo”( tutti gli incontri)

Chiusura (tutti gli incontri)

7) Restituzione ( 12° incontro)

8) La parte finale dell’intervento consiste nell’affrontare le disfunzionalità

familiari e modificare alcune convinzioni. La famiglia infatti dovrà acquisire

consapevolezza che il sintomo del figlio non è casuale, ma è comprensibile

all’interno della sua organizzazione globale. Affinchè il sintomo perda la sua ragione

d’essere dovrà verificarsi un cambiamento che non necessariamente coinvolgerà la

famiglia e non solo il tossicodipendente. L’operatore dovrà essere anche moderatore,

in quanto le abitudini comunicative della famiglia sono spesso caratterizzate da:

Manipolazione

- Vittimizzazione

- Accuse reciproche

- Banalizzazione

- Boicottaggio della relazione

- Violenza verbale

- LA RELAPSE PREVENTION THERAPY

La Relapse prevention therapy (RPT) è un’espressione particolarmente

articolata dell’approccio cognitivo- comportamentale che ha fornito un contributo

all’elaborazione di una teoria integrata e complessa delle dipendenze da droghe e

della loro elevata recidività (il termine indica il ripresentarsi di una malattia ritenuta

guarita).

La RPT è: 277

“ un approccio psicoeducativo di autogestione (insegna al paziente a diventare

terapeuta di sé stesso mediante tecniche di autocontrollo che insegnano a prevenire

le ricadute e a gestire, per mezzo di efficaci strategie, le problematiche conseguenti)

mira a sviluppare strategie di autocontrollo e a insegnare ai pazienti nuove risposte

di adattamento, a modificare convinzioni e aspettative mal adattive e a cambiare

abitudini personali e stile di vita”.

Tale terapia è stata inizialmente sviluppata per il trattamento dell’alcolismo, in

seguito è stata utilizzata con i tabagisti e poi estesa a cocainomani e politossicomani.

La RPT applica la teoria socio cognitiva dell’autoefficacia elaborata da A. Bandura

per promuovere e mantenere il cambiamento e tiene conto del fatto che l’aspettativa

del rinforzo è efficace quanto il rinforzo reale. La RPT tiene conto inoltre delle teorie

innovative sui processi di cambiamento e in particolare dell’empowerment, inteso

come partecipazione attiva del paziente alla propria cura.

Questo approccio terapeutico a differenza di altri, mira innanzitutto a non provocare

frustrazione e fallimento, rendendo possibili obiettivi differenziati e trattamenti

multimodali e in sequenza.

MODALITA’ APPLICATIVE DELLA RPT

Il primo intervento prevede la costruzione della matrice decisionale, che

consiste nel far individuare al paziente prima gli effetti positivi dell’uso della droga,

poi gli effetti negativi e quindi nel considerare i loro collegamenti. Questo intervento

ha molteplici obiettivi:

Consentire di valutare la motivazione al cambiamento

1) Rendere esplicito il processo decisionale nel rispetto delle scelte del paziente

2) La costruzione e la revisione della bilancia assieme al terapeuta rafforza

l’empatia del paziente con quest’ultimo. In effetti, il paziente è perennemente

bersagliato da mezzi di comunicazione, familiari e sanitari che gli rimandano le

278

conseguenze innegabilmente negative della dipendenza, ma tralasciano di considerare

gli effetti positivi e gratificanti che fanno delle droghe un potente rinforzo. Questo

primo intervento consente di esplicitare e concordare gli obiettivi del trattamento

superando rigidi dualismi. Ad esempio la ricaduta non deve essere connotata come un

processo di transizione piuttosto che un fallimento del risultato, viene quindi

suggerita al paziente la distinzione tra “errore” e “ricaduta”, precisando che l’errore

non vanifica gli sforzi fatti.

Questa riconnotazione della ricaduta consente di evitare ai pazienti l’effetto di

AVE: “ ovvero le conseguenze cognitivo- affettive negative della violazione

dell’astinenza”.

Queste sono la dissonanza cognitiva (conflitto e conseguente senso di colpa) e

un effetto di attribuzione personale (dare la colpa a sé stessi).

Le strategie della RPT sono suddivisibili in:

- 1) strategie specifiche, che riguardano l’individuazione delle situazioni ad

altro rischio e lo sviluppo di abilità di coping per il fronteggiamento

- 2) strategie globali, finalizzate a identificare i fattori nascosti che portano alla

ricaduta e a modificare lo stile di vita del paziente.

Le strategie sia specifiche che globali possono essere suddivise in tre aree

principali:

Training delle abilità, che include risposte sia comportamentali che

a) cognitive per gestire le situazioni a rischio

Riformulazione cognitiva, forniscono le nozioni sui processi di

b) apprendimento implicati nel cambiamento e favoriscono la ristrutturazione

dell’AVE. 279

Intervento sullo stile di vita, nel senso che vengono consolidate le abilità di

c) coping e favoriti gli interventi finalizzati al cambiamento dello stile di vita.

La RPT prevede diverse aree di contenuto che consentono di individualizzare il

trattamento e sono:

Aumento del repertorio di comportamenti assertivi

- Gestione dello stress

- Training di rilassamento

- Sviluppo delle abilità di problem solving

- Miglioramento delle competenze comunicative

- Gestione di emozioni come la rabbia e l’aggressività

- Sviluppo delle abilità sociali

- Miglioramento della comunicazione nella coppia

-

Questo training delle abilità per le diverse aree di contenuto è praticato utilizzando

modalità tecniche che prevedono:

Ricevere informazioni

- Prove di comportamento

- Uso di simulate

- Utilizzo del feedback valutativo

- Modellamento

- Role- playing

- Metodi cognitivi di autoistruzione

- Compiti per casa

- Addestramento in immaginazione

- Inizialmente la persona viene addestrata a indivi

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
402 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vane84sr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Interventi psicoeducativi del ciclo di vita e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cuzzocrea Francesca.