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14. LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE RIVISITATA
Il termine ‘società dell’informazione’ è molto usato, a causa della grande quantità di informazioni
disponibile nella nostra epoca.
In questo capitolo rivediamo e rivalutiamo le diverse concezioni della società dell’informazione, infatti le
concettualizzazioni di oggi riguardo alla società dell’informazione sono imprecise perché:
- c’è mancanza di chiarezza sui criteri usati per identificare la società dell’informazione
- si usa in modo impreciso il termine ‘informazione’
- è insostenibile l’ipotesi secondo la quale aumenti quantitativi nell’informazione portano a cambiamenti
sociali qualitativi
Noi stessi siamo parte della società dell’informazione, tuttavia è sbagliato pensare che la grande crescita
delle informazioni e i modi per utilizzarle porteranno ad un nuovo ordine sociale.
Definizioni di società dell’informazione
Ci sono 6 diverse definizioni di società dell’informazione, cinque delle quali sono basate sulla misurazione
di uno dei seguenti fenomeni:
> Innovazione e diffusione tecnologica (tecnologia)
> Modifiche occupazionali (cambiamento occupazionale)
> Valore economico (economia)
> Flussi di informazione (spazio)
> Espansione di simboli e segni (cultura)
Questi fenomeni non si escludono a vicenda, ma gli studiosi pongono una diversa enfasi su ciascuna delle
dimensioni che essi assumono. Queste idee fanno riferimento ad una valutazione quantitativa di un
fenomeno particolare per sostenere che la sua espansione ha portato ad una forma di organizzazione
sociale qualitativamente diversa. ex post facto:
Ogni teorizzazione adotta un ragionamento siccome oggi ci sono molte informazioni è
provato che ci troviamo in una società dell’informazione.
I cambiamenti quantitativi nell’informazione sono indicativi dell’avvento di una società dell’informazione.
La 6° definizione della società dell’informazione è invece particolare: l’informazione-conoscenza teorica è
il fulcro della vita contemporanea.
È l’argomentazione più convincente per l’applicabilità del concetto di società dell’informazione.
Ora mettiamo in discussione le prime cinque definizioni
1. Tecnologia = questa concezione della società dell’informazione è incentrata su una serie di
innovazioni, o nuove tecnologie apparse negli ultimi 20 anni (es. tv via cavo, tv satellitare,
internet, pc, cd rom). Il loro impatto è molti profondo, quindi porterebbe ad una ricostituzione del
mondo sociale.
Secondo Toffler ci sono state 3 ondate di innovazione tecnologica:
- Rivoluzione agricola
- Rivoluzione Industriale
- Rivoluzione Informazionale
Negli anni ’70-’80 eccitava l’incredibilmente piccolo, mentre recentemente entusiasma la
capacità dei computer di trasformare le telecomunicazioni. Si sta creando un’autostrada
dell’informazione, chiunque è escluso è destinato alla rovina. Si sta creando una infrastruttura
tecnologica che permette una comunicazione telematica istantanea in qualunque momento del
giorno e in qualunque luogo attrezzato.
In Giappone si è tentato di misurare le crescita della società dell’informazione tramite dei
censimenti.
In Gran Bretagna i ricercatori sostengono che le tecnologie dell’informazione rappresentano
l’istituzione di una nuova epoca, che sarà scomoda inizialmente, ma poi porterà benefici
(long tail).
economici di lungo periodo 18
Questo è il nuovo ‘paradigma tecno-economico’ dell’Era dell’informazione.
2. Cambiamento occupazionale = la società dell’informazione viene raggiunta quando la maggior
parte dei posti di lavoro sono nel settore delle informazioni. Diminuisce il personale del settore
manifatturiero e manuale ed aumenta quello addetto ai servizi, cioè gli impiegati.
In America +70% della forza lavoro è impiegata nel settore dei servizi.
Questa idea di società dell’informazione è molto diversa da quella che vede le tecnologie come
segno distintivo di quest’epoca.
Focalizzarsi sul cambiamento occupazionale significa sottolineare il potere trasformativo
dell’informazione in sé anziché l’influenza delle tecnologie dell’informazione. Per ‘informazione’ si
intende quindi ciò che viene creato nei posti di lavoro, o inglobato dalle persone attraverso
l’istruzione o l’esperienza.
La produzione della ricchezza non deriva più dallo sforzo fisico, ma da idee conoscenze, capacità,
talento e creatività.
Essere inventivi, e avere la capacità di sviluppare e sfruttare network sono la chiave della nuova
economia (Leadbeater).
Oggi l’economia è diretta da persone che sono in grado di manipolare le informazioni.
Tutti gli impiegati nel mondo dell’informazioni svolgono professioni anche molto diverse fra loro
(network finanziari, settore mediatico, istruzione superiore, contabilità, pubbliche relazioni,
governo locale, design).
Nonostante le differenze tutti ripensano se stessi in modo automatico. È necessario formarsi
continuamente perché anche se le università insegnano molto il laureato deve continuamente
studiare per tenersi al passo.
Le scuole superiori e le università insegnano a comunicare efficacemente, ad analizzare le
situazioni, a trovare strategie, identificare forze e debolezze di un ambiente.
Se il sistema educativo di una nazione è in grado di crescere persone con queste qualità significa
che è un buon sistema.
L’istruzione è importantissima per lo sviluppo di un Paese, tanto che spesso il fatto che un Paese
abbia un’istruzione superiore di massa è indice dell’esistenza di una società dell’informazione.
3. Economia = questo approccio prende in considerazione la crescita del valore economico delle
attività informazionali.
È come se il settore dell’informazione venisse paragonato al PIL: potremmo creare un grafico che
esprime l’aumento dell’informazione in una società. Quando la maggior parte dell’attività
economica viene occupata da attività informazionali allora si potrà parlare di società
dell’informazione.
È un esercizio econometrico molto complesso, elaborato da Porat.
Egli divide l’ambito economico in 2 settori: settore informazionale primario e settore
informazionale secondario.
Il primario ha un valore di mercato ascrivibile, quindi è possibile eseguire una valutazione
economica; mentre il secondo è più difficile da valutare in quanto include attività informazionali
sia all’interno delle società che delle istituzioni statali (es. reparto personale di una società).
Oggi l’economia degli Usa è fondata sull’informazione, quindi i contesti in cui si svolgono le
attività economiche sono quelli dei produttori di beni e servizi legati all’informazione e quelli delle
burocrazie pubbliche e private.
4. Spazio = l’enfasi è posta sulla rete di informazioni che collega luoghi diversi (uffici, città regioni,
mondo intero) e che ha grandi effetti sull’organizzazione del tempo e dello spazio.
wired society
Potremmo immaginare una o società cablata, che opera a livello nazionale,
internazionale e globale per fornire un circuito di informazioni.
Le reti stanno ampliando di molto il loro raggio e si sta verificando una completa revisione delle
relazioni spazio-temporali.
La società basata sulla rete ridimensiona le limitazioni dovute ai tempi e le distanze: ora le
società possono occuparsi dei loro affari a livello globale.
Molti spostamenti vengono evitati grazie ad internet perché permette di sorvegliare
sistematicamente anche da lontano.
Tutto ciò preannuncia una trasformazione imponente del nostro ordine sociale.
5. Cultura = i nuovi media ormai di circondano (tv 24/24, videogiochi, radio, film, cartelloni
pubblicitari, libri, quotidiani) e ci offrono una miriade di messaggi, ai quali possiamo rispondere
oppure no.
Ma l’ambiente informazionale è anche molto più intimo (es. dimensione informazionale dei vestiti
di che indossiamo, del taglio di capelli, del modo di parlare ecc). noi progettiamo noi stessi per
offrirci al mondo, e siamo consapevoli che le relazioni interpersonali oggi implicano una maggiore
quantità di contenuto informai zonale rispetto a prima. 19
Oggi la cultura è molto più carica di informazioni rispetto a un tempo. Viviamo in un ambiente
saturo di media, e la nostra vita si basa sulla simbolizzazione, sullo scambio e la ricezione di
messaggi che riguardano noi stessi e gli altri.
Siamo entrati nella società dell’informazione, in cui qualunque cosa che vediamo e che facciamo
è simulata.
Dalla quantità alla qualità?
Coloro che criticano questi scenari della società dell’informazione criticano le misure quantitative, e come
esse vengano usate per indicare un cambiamento profondo e sistemico.
-- La critica principale è che gli indici quantitativi sulla diffusione delle informazioni non è una prova di un
cambiamento sociale già radicato, semmai possono essere considerati un consolidamento di schemi di
interesse già stabilizzati.
Le definizioni offrono una misura quantitativa della società dell’informazione e presuppongono che noi
entreremo nella società dell’informazione quando questa comincerà ad essere predominante.
Tuttavia se la novità è semplicemente una maggiore quantità di informazioni allora è difficile parlare di
fenomeno radicalmente nuovo.
Giddens osserva che tutte le società, nel momento in cui si sono trasformate in stati-nazione, sono
diventate società dell’informazione, ma solo nella misura in cui raccogliere, archiviare e controllare le
informazioni riguardo la popolazione e le risorse si sono dimostrati essenziali per il funzionamento di esse.
Se oggi stiamo semplicemente intensificando tendenze che si sono instaurate molto tempo fa non
possiamo parlare di un nuovo tipo di società.
-- Possiamo parlare di una società di tipo radicalmente diverso (società dell’informazione) solo se è
possibile identificare informazioni di ordine qualitativamente differente, anche se i cambiamenti
informazionali appaiono quantitativamente minori.
Ciò non richiede la scoperta del fatto che la maggior parte della forza lavoro è impegnata nel settore
dell’informazione. Per esempio è possibile immaginare una società dell&rsq