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I veri format si possono paragonare a una specie di motore che fa avanzare l'azione in una direzione ben
precisa, attraverso tappe intermedie, fino alla sua conclusione, che in genere non è mai completamente
libera, ma limitata a poche opzioni possibili. Perché una storia funzioni deve possedere tre presupposti
fondamentali: semplicità, coerenza e solidità.
1) Semplicità: il primo presupposto è che la storia deve essere una sola, semplice e chiara. Non sono
pochi programmi il cui principale errore consiste nel fatto di non presentare una struttura narrativa
unica, e questo avviene perché quella che dovrebbe essere la storia principale non viene ritenuta
abbastanza forte da reggere l'intero programma, e le vengono perciò affiancate una serie di altre
storie secondarie che possono fungere da sostegno; oppure perché non sia ben chiaro quale storia
si voglia raccontare di preciso. Se non è possibile racchiuderlo chiaramente in 4 o 5 righe, significa
che il format è privo di un centro narrativo univoco. Si dirà Assolutamente che Italiani sono due
esempi di struttura ad accumulo: dove si accumulano i vari segmenti della trasmissione in modo
frammentato, anziché inserirli in modo consequenziale all'interno di un unico sviluppo narrativo.
Questa modalità, oltre a privare il programma di una precisa identità narrativa, rende il
telespettatore più propenso a cambiare canale a ogni cesura tra un pezzo dell'altro. Mentre un
racconto consequenziale agisce in direzione contraria: spinge alla visione prolungata del
programma stesso, per la curiosità di vedere come va a finire. Così, da un lato si dà al programma
un forte baricentro che rafforza l'ascolto, dall'altro lo si rende format a tutti gli effetti. Quasi tutti i
programmi sopra citati si sviluppano con molta coerenza attorno al loro nucleo centrale, che viene
espresso con chiarezza fin dal titolo. La regola della semplicità deve trovare applicazione in due
aspetti distinti e complementari: quello della semplicità di regolamento è quello della semplicità di
dinamiche. Con semplicità di regolamento si intende la riduzione di complessità dei meccanismi
ludici portanti: i giochi devono risultare l'immediata comprensione, in modo da essere auto
esplicativi. Per ottenere questo risultato bisogna lavorare sulle regole di base, sino a ridurle a poche
e semplici frasi. Non bisogna però confondere le regole di base con il regolamento completo del
gioco, che deve essere assolutamente esaustivo. Da una parte, le regole di base devono essere
concise e di immediata comprensione; mentre dall'altra, il regolamento completo deve essere
estremamente preciso e imparziale. Con semplicità di dinamiche si intende la capacità della
struttura narrativa di rendersi immediatamente intelligibile: ovvero di dire subito al telespettatore
a che punto della storia si è arrivati fino a quel momento. La storia che si sta raccontando non deve
rimanere sotterranea, ma deve essere resa evidente e valorizzata soprattutto da un punto di vista
grafico. Un game deve essere in grado di rivelare in modo costante e preciso al telespettatore sia la
situazione delle dinamiche interne tra concorrenti (cioè chi sta vincendo e chi perdendo), sia la
segnalazione della loro posizione all'interno del percorso (cioè a che punto del gioco ci si trovi in
quel momento). Basta una semplice inquadratura per fornire al telespettatore tutte le informazioni
di cui ha bisogno per ricostruire il racconto e capire quindi a che punto della storia si è arrivati fino
a quel momento. Il concetto di ritualità implica quasi sempre una sanzione verbale da parte del
conduttore: il fatto di ripetere a voce il percorso ogni volta ai concorrenti, oltre ad aiutare i
telespettatori a riconoscere la struttura e le regole, serve ad innalzare il percorso stesso a un livello
simbolico-rituale. La ripetizione verbale delle dinamiche di gioco ha 2 precise funzioni: rendere
tutto ancora più chiaro al telespettatore e agevolare il meccanismo di affezione tipico dei rituali
comunicativi.
2) Coerenza: la televisione non deve entrare eccessivamente nei meccanismi interni alla storia. Può
amplificarla spettacolarizzando le sue potenzialità, ma non deve sostituire le regole interne alla
storia con le proprie. Una storia d'deve sembrare il più possibile naturale, deve cioè svolgersi e
svilupparsi come se la televisione non ci fosse. Il programma può offrire il punto di partenza, il
contesto, ovvero la cornice entro cui si sviluppa la storia di alcuni snodi fissi. Ma poi la storia deve
avere la forza di svilupparsi da sola, mentre la televisione deve limitarsi a registrare quello che
succede. Una storia è quanto più coerente, tanto più da l'illusione di andare avanti da sola, e ciò
avviene quando risulta chiaro al telespettatore capire tutti i perché del format. Quanto più una
storia è coerente, tanto più dà l’idea di verosimiglianza e autenticità, ed è proprio quest'ultima che
esalta l'aspetto umano ed emotivo dei partecipanti alla trasmissione, che è uno dei fattori di
successo più importanti. Nelle storie davvero coerenti il loro percorso si snoda in modo diretto e
naturale, dall'inizio alla fine. Un valido modo per stabilire se una storia è coerente o meno è la
mancanza del lieto fine: mentre nelle storie coerenti si può rinunciare all'happy end, nelle storie
poco coerenti una conclusione non positiva provoca invece molti più problemi. Questo avviene
perché le storie coerenti sono sentite come naturali e più vicine alla vita reale, dove non sempre
tutto finisce bene. Ma se tutte le storie avessero il lieto fine, le vicende finirebbero per essere
noiose. Nei game il concetto di coerenza assume una valenza diversa rispetto agli altri generi, dal
momento che i giochi non devono sottostare a quella naturalezza che è fondamentale nei reality: i
game show sono artificiali per definizione, ogni gioco è un vero e proprio piccolo universo
alternativo. I game costituiscono una sorta di dimensione parallela, che deve essere coerente in se
stessa, senza però avere necessariamente legami troppo stretti con la vita reale. L'unico contatto
che deve essere preservato è che nei game deve poter sempre vincere il migliore, che può essere il
più preparato, il più furbo, il più spietato o il più fortunato. Quindi deve essere permessa una giusta
competizione tra i concorrenti. Un gioco coerente non deve avere regole inutili né contraddittorie,
le quali possono intaccare la sua credibilità. Perciò un gioco si può definire coerente se le regole da
cui è retto non sono in contrasto con la strategia migliore che un concorrente può adottare. Se
questo non avviene, si creano delle stonature logiche che vengono avvertite dai telespettatori e
questo non può che avere effetti negativi sul gradimento del programma.
3) Solidità: un format davvero efficace deve avere un livello orizzontale solido, ovvero deve essere in
possesso di una serie di requisiti che danno forza e interesse al racconto stesso. La solidità può
essere considerata l'unità di misura della tenuta del format. Un livello del racconto solido è in grado
di trattenere il telespettatore lungo tutta la durata del format o almeno per una percentuale molto
ampia. Una storia solida è una storia forte, una storia capace di catturare l'attenzione del pubblico.
Sono tre gli aspetti principali che servono a determinare il concetto di solidità: 1) direzione precisa,
il livello orizzontale di avere una direzione precisa, ogni storia raccontata dai format deve seguire
un percorso chiaro, che porti a un punto d'arrivo definitivo. Ogni momento del programma non
deve risultare solo interessante di per sé ma deve acquisire importanza anche grazie
all'interpretazione che si viene a stabilire tra i vari momenti. La direzione e il percorso migliori sono
quelli che comportano un cambiamento di stato concreto tra un prima e un dopo del format. È
molto importante dare al telespettatore la sensazione che stia accadendo qualcosa, dove al
concetto di direzione deve sempre corrispondere anche quello di mutamento. Il format deve quindi
evolversi nel corso del suo sviluppo, in modo da presentare, al termine del programma, una
situazione diversa da quella iniziale in termini visivi, psicologici e strutturali. Per costruire questo
tipo di sviluppo si può fare affidamento alla struttura ad imbuto, dove la direzione del format viene
marcata dalla riduzione progressiva di un componente fondamentale del format stesso, quali i
partecipanti (game show, psycho drama game ), gli elementi (Affari tuoi) o il tempo a disposizione
dei concorrenti; in alcuni format il senso di cambiamento viene dato dall’aggiunta di elementi,
suggerendo al pubblico la sensazione di un completamento progressivo, come quei game che
prevedono l'utilizzo di un tabellone da riempire (La ruota della fortuna); un altro modo è quello di
appoggiarsi a percorsi di vita reale, culminanti in avvenimenti fondamentali per l'esistenza di un
individuo. In questo modo, il cambiamento del programma viene naturalmente scandito e
valorizzato, in quanto si basa su un cambiamento più profondo, che trova la sua legittimazione nel
mondo vero. Qui la direzione del format è determinata dal cambiamento sociale e psicologico
dell'individuo. Negli emotainment il cambiamento è determinato a livello psicologico, dove avviene
un'evoluzione interiore. Questi format lavorano sul completamento e riempimento di una
mancanza da parte dei partecipanti, o almeno il tentativo di farlo. Perciò si cerca di sottolineare
l'evoluzione del format con ogni mezzo, comunicando telespettatore che il percorso stesso ha un
fine e una direzione precisa; 2) evidenza visiva, per rendere il cambiamento interno al format il più
evidente possibile, occorre che il format abbia natura soprattutto visiva. Ovvero si deve comporre
di tanti segmenti visivamente efficaci e caratterizzati, in modo da poter seguire l'evoluzione in
corso. Significa che tutto ciò che accade nel programma deve svolgersi sotto gli occhi del
telespettatore e non deve essere semplicemente raccontato o restare sottointeso. Lo stupore che
compare sul volto di uno dei protagonisti della nostra storia è un fatto scenico di straordinaria
valenza, per cui il format deve consistere in una serie di sequenze visive attive, che racchiudono ed
espongono la storia esposta nel livello orizzontale del format. Se a tutti questi snodi non vengono
trovate soluzioni visive di forte impatto, il programma non può aspirare alla qualifica di format. Nei
game show i singoli giochi di cui si compone sono essi stessi dei fatti, il cui svo