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Egli interpreta la svolta sociale del cinema francese degli anni ‘30 investendo la

macchina da presa di una intenzionalità conoscitiva nei confronti della società e

attribuendo al punto di vista documentario un ruolo centrale nelle dinamiche

comunicative del film. Di conseguenza rivendica una maturazione del cinema

attraverso una radicale cesura con la visione abituale. Per lui il documentario sociale

era differente dal documentario in genere ed ai cinegiornali di attualità, poiché il primo

esige del punto di vista dell'autore, di una presa di posizione, egli voleva che

raggiungesse lo scopo di riuscire a rivelare la ragione nascosta di un gesto, lo svelare

lo spirito di una collettività partendo da una delle sue manifestazioni puramente

fisiche. Secondo Adriano Aprà, sono infatti Vertov e Vigo i padri di una tendenza

saggistica della non-fiction che, nel secondo dopoguerra, abbandona gli stilemi

tradizionali del cinegiornale e del cine attualità, per privilegiare la scrittura in prima

persona, la valorizzazione di un discorso astratto e di un pensiero reso attraverso

immagini documentarie. La tensione tra la responsabilità morale del cineasta e

l’impegno nei confronti della realtà sociale sancisce una posizione rilevante nel

pensiero di Vigo, che fu secondo Truffaut “il primo e unico cineasta d'avanguardia

professionale” poiché egli ha saputo innestare le sperimentazioni linguistiche d'artista

nelle pratiche canoniche della forma cinematografica innovandole dall'interno,

mantenendo una totale autonomia produttiva ed espressiva.

- Il film

1. Circolarità e dualismi. Le traiettorie del racconto e la caratterizzazione dei

personaggi L'atalante nasce da un soggetto depositato presso la

francese società degli autori cinematografici da uno scrittore anonimo, che firma con

lo pseudonimo di Jean Guinée. Il testo narra della quotidianità di una giovane coppia di

sposi, che convive su un'imbarcazione merci con un vecchio marinaio e un giovane

mozzo. Al regista la storia sembrava troppo banale, ma al produttore l'ordinarietà del

racconto è invece un buon presupposto per non inciampare alle censure del periodo. A

questo soggetto il regista apporta varie modifiche, sia nella definizione dei personaggi

(non è e non è più un cane, ma un'infinità di gatti ad abitare la barca), sia negli intenti

moralistici complessivi. Nel soggetto originale infatti la donna intraprende un

conformistico percorso dell’accettazione della vita coniugale, dove l'abbandono del

matrimonio per seguire una soddisfazione personale nel lusso della vita cittadina è

espiato da un momento ristoratore. Infatti, la donna mentre si trova a recitare il

rosario, presa dai sensi di colpa, torna sull'imbarcazione. Il regista quindi elimina i

simboli moralistici più evidenti e riduce all'essenziale l'evoluzione drammaturgica della

storia. L'atalante infatti racconta l'esordio nella vita di una giovane coppia, le difficoltà

di adattarsi l'uno all'altra, con all'inizio l'euforia, poi con i primi scontri, la fuga, la

riconciliazione e finalmente l'accettazione dell'uno da parte dell'altra. Lo sviluppo

narrativo si articola attraverso sequenze ordinare e autosufficienti organizzate per

semplice accostamento. Le azioni e le situazioni appaiono autonome e in sé concluse,

rispettando le unità di spazio, tempo e azione. Gli spazi assumono il ruolo di

contenitori narrativi e delineano una linea drammatica sostanzialmente statica e

involuta che ritorna ciclicamente su se stessa. Gli avvenimenti assumono un carattere

episodico, lasciando numerose zone d'ombra e sviluppi scarsamente motivati: così

come la fuga della donna irrompe improvvisamente senza particolari giustificazioni e il

ricongiungimento appare come un intervento miracoloso solo in parte dovuto alla

mediazione del vecchio marinaio. Considerando come personaggio principale la

donna, l'evoluzione drammaturgica complessiva si riduce ad uno schema di

privazione-allontanamento-ritorno. La privazione è il cambiamento di stato iniziale

della giovane sposa da figlia a moglie, l'allontanamento descrive il distacco dalla vita

coniugale per seguire le attrazioni cittadine, infine il ritorno indica il ricongiungimento

con il marito e con la comunità della barca. Invece di utilizzare una concatenazione di

causa ed effetto, il film compie un percorso circolare generato da un'opposizione

dialettica tra universo della terra e dell'acqua. Il mondo della terra si configura in

maniera emblematica nella rappresentazione della città di Parigi come luogo dello

smarrimento del soggetto nella moltitudine e nell'anonimato, nell’esaltazione degli

scompensi tra individuo e società. Inizialmente la città nei desideri della donna è

rappresentata come forma fantasmagorica e attrattiva, ma ben presto si rivela con i

suoi aspetti di decisa ostilità, avversione e automatismo vuoto. All'opposto il mondo

dell'acqua è rappresentato dall'imbarcazione, come un'isola felice, fatta di relazioni

spontanee e naturali, dove le suggestioni e i magnetismi della società borghese

arrivano solo come feticci e proiezioni immaginarie. In questa polarizzazione

iconografica i personaggi diventano i baricentri del racconto che si muovono secondo

delle ritmiche di opposizioni e dualismi. Innanzitutto, troviamo la coppia di sposi che

rappresentano una dicotomia caratteriale dove l'uomo simboleggia il lato ombroso ma

razionale dell'amore e la donna rappresenta la dimensione luminosa e istintuale. La

sua radiosità emerge dal colore biondo dei capelli, dal chiarore del corpo e della pelle,

dal viso raggiante e sorridente. Il lato psicologico e comportamentale della sposa è il

vero motore drammaturgico del film, dall'iniziale stato di giovane contadina alla vita

coniugale fino al sorgere delle prime incomprensioni; dalla sofferenza e solitudine

provocate durante l'esperienza cittadina all'accettazione delle proprie scelte iniziali.

Juliette risulta essere un personaggio in equilibrio tra due tempi e due modi di

percepire la vita: l'infanzia e l'età adulta, una femme-enfants che del bambino

trattiene il candore, l'innocenza e la curiosità, mentre della donna conosce l'esperienza

diretta, la maturità e il bisogno di stabilità. L'uomo invece è un personaggio schivo e

controllato che vive con schizofrenia il doppio ruolo di capitano e sposo. Diviso tra

piacere e dovere, desiderio e obbligo, amore e lavoro, cerca una stabilità lavorativa ed

effettiva vivendo fino all'estremo le contraddizioni e le instabilità, come dimostra la

sua follia quando la moglie abbandona la nave. Nel finale anche lui raggiungerà una

nuova consapevolezza che gli farà superare l'insicurezza e provare uno stato di

coscienziosa e fiducia nell'altro. Le opposizioni le ritroviamo anche negli altri

personaggi dell'equipaggio. L'anziano marinaio è un vecchio lupo di mare, indomito e

ribelle che vive la sua età come una confusionaria somma delle proprie esperienze di

vita. È un personaggio a tutto tondo, una figura disarticolata che vive di ricordi

accumulati negli oggetti feticcio che affollano la sua cabina, nei tatuaggi sul suo corpo,

riuscendo però ancora a entusiasmarsi per le scoperte che il mondo gli offre. Così

facendo l'uomo trasuda un senso mitico e miracoloso del vivere, il suo corpo trasmette

la passione per il vivere e al tempo stesso ricerca, con i suoi comportamenti

disordinati, un adattamento spontaneo e confuso alle situazioni con le quali si viene a

misurare. i suoi soliloqui e brontolii continui, i suoi movimenti molli e sconnessi

esprimono una natura clownesca, in cui confluiscono magia e superstizione, spettacolo

e satira. Tanto caotico, loquace e attivo è l'anziano, quanto rispettoso, silenzioso e

passivo è il mozzo: un adolescente che compare quasi sempre al seguito del vecchio,

con cui il ragazzo intraprende un rapporto di chiara ed esplicita dipendenza

seguendolo nelle direttive e duplicandone i comportamenti. Tra i due si stabilisce una

relazione padre-figlio che si rovescia spesso su una dimensione scenica da coppia

comica. Il mozzo simboleggia un’età adolescenziale che guarda la vita senza vivere

veramente. Dall'altra parte invece abbiamo come autentico emblema del mondo della

terra il venditore ambulante che rappresenta il centro catalizzatore del ribaltamento

narrativo del film. Personaggio magico e letteralmente venuto dal nulla, il venditore

ambulante è un uomo di spettacolo, più che un semplice commerciante, infatti sa

cantare, danzare, fare giochi di prestigio e acrobazie. È lui che il regista convoglia in

quelle fantasie e suggestioni legate al circo e all’illusionismo dello spettacolo

viaggiante che caratterizza tutta la sua opera. Il venditore ambulante vive senza avere

un radicamento spaziale e temporale, si muove in tutti i luoghi e nella fuggevolezza

con la quale si consumano le mode degli oggetti che vende. Egli è anche la migliore

personificazione della città di Parigi, delle sue luci e meraviglie, del lustro delle vetrine

e della magia delle atmosfere. Pur avendo una presenza limitata, il venditore

ambulante rappresenta uno dei personaggi più caratteristici dell'universo

cinematografico del regista.

2. Frammenti di uno stato amoroso. La liberazione dei corpi e del desiderio

Anche se strutturato in sequenze conclusive e autosufficienti,

L'Atalante è attraversato da una tensione dinamica che nasce dalle relazioni di

seduzione e repulsione fisica, perdita e ritrovamento. In particolar modo è il rapporto

amoroso tra i due sposi a manifestarsi come una continua e interrotta celebrazione

della attrazione che lega e divide i corpi e le loro pulsioni. Il regista confronta lo stare

insieme con i fattori della vita quotidiana, le scoperte e le rinunce derivate dalla

convivenza, la mancanza e il desiderio, il lavoro e l'intimità. Lo stato amoroso esterna

e riproduce queste fragili squilibri e bilanciamenti di un'esperienza di coppia vissuta

come complesso meccanismo di forze e relazioni, eroticità e desiderio. Fin dal suo

ingresso su un'imbarcazione, la sposa alimenta un ruolo drammaturgico e iconografico

che segna la rottura degli equilibri e delle consuetudini della vita, sia perché unica

donna in un ambiente maschile, sia per le nuove regole di comportamento che intende

imporre. Il suo intervento è all'origine di una produttiva forma di concatenazione

fondata prevalentemente sul gioco delle fascinazioni e complicità, soprattutto nei

riguardi del vecchio marinaio. Infatti, la stravaganza dell'uomo e gli oggetti de

Dettagli
A.A. 2018-2019
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecconimarta96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Idoneità sostitutiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Perniola Ivelise.