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PENSARE LA LICHTUNG
messaggio-> la produzione del mondo
messaggio = mezzo (=qualcosa di produttivo che trasforma le condizioni dell’esistenza)
Come si produce? L’uomo è un prodotto (non finito), non sappiamo chi/cosa l’ha prodotto
risposte che riguardano il produttore:
1) dio
2) l’uomo stesso
X (=produttore che viene prima di Y) produce Y(=prodotto)
L’uomo non era ancora ciò che sarebbe divenuto, prima di diventarlo. Conseguenza: bisogna
descrivere il meccanismo antropogenetico e bisogna chiarire che procede in modo pre-umano e
che non può essere scambiato nell’effetto del produttore.
Sloterdijk attribuisce ad Heidegger le parole chiavi per la nuova configurazione dell’antropologia
empirica. Nella Lettera sull’Umanismo in cui Heidegger sottolinea il ruolo del linguaggio all’interno
della Lichtung.
casa, abitare, padre,..-> il linguaggio visto come metafora nella casa dell’essere
Sloterdijk li porta sul piano empirico-> termini che indicano il passaggio tra l’ambiente e il mondo ->
per Sloterdijk è possibile da pensare solo con lo spazio intermedio -> che lo identifica
nell’espressione sfera, descrivibile come luogo della risonanza intera animale e interpersonale
-> la sfera copre lo spazio creatosi tra l’ambiente e il mondo, il passaggio tra i due concetti avviene
nelle sfere
Come si formano le versioni arcaiche delle sfere? Come avviene l’ominazione nelle “case”
sferiche?
abitare-> più antico della casa
insieme dei modi dell’abitare -> più antico dell’uomo
In che modo si collega al tema della tecnica? Per ora si risponde con una frase di Sloterdijk:
“l’uomo in quanto specie si è potuto formare solo come effetto di ritorno di prototecniche
spontanee“
La teoria di Morovitz: ci aiuta a ricomprendere il senso della sfera. Questa teoria parte da tempi
remoti. Alcune molecole si sono unite all’interno di membrane primitive, che hanno originato “bolle
chiuse” -> c’è un’evoluzione all’interno delle bolle, ovvero le vescicole, che sono composte da due
ambienti (interno/esterno)-> senza vescicola non ci sarebbero certi processi -> si crea una micro
ambiente chiuso e si creano reazioni chimiche dirette che originano molecole particolari che con
processi chimici e fisici chiudano alle bolle.
Quattro meccanismi -> è una necessaria unione che crea circolarità
insolazione: il meccanismo più antico, è descritto da Miller (scienziato americano), l’ha
1) descritto come “insulazione contro la pressione selettiva”. Seleziona gli organismi in cui non c’è
l’adattamento.
2) liberazione dai limiti del corporeo: è l’evoluzione di Miller, ed è il meccanismo
antropogenetico che porta l’evoluzione all’uomo. Con questo meccanismo inizia la storia
dell’homo technologicus. Alsberg pone fondamenti per l’evoluzione umana -> liberazione dei
limiti corporei. Questi limiti sono superati quando la zampa dell’animale diventa mano e inizia a
fare le cose. L’età dei mezzi duri -> è la formazione dell’uomo, riguardo alla pietra, Sloterdijk
sostiene che sia un mezzo del pensiero e serve per portare il significato da dentro l’anima al di
fuori.
pietra -> l’utilità degli strumenti all’interno della vita quotidiana.
Motto di Goethe esemplificativo: “in principio è l’azione“ -> effetto retroattivo: soggetto agisce
sul mondo.
premessa di ciò che Heidegger chiama GE-STELL -> Il principio della tecnica permette di non
lasciarsi limitare. La tecnica della pietra mantiene uno stretto rapporto con l’oggetto e spiana la
strada al suo padroneggiamento. Nel corso Le domande fondamentali della filosofia Heidegger
parlava già di tecne e la riteneva modo di procedere dei greci di fronte alla natura che
evidenziava l’idea. Distingueva la tecnica dei greci dal GE-STELL: “La tecne è il modo di
procedere di fronte alla phusis per trattenere lo scorrimento”. Per Sloterdijk la tecne nasce
all’insegna del padroneggiamento e permette il distanziamento della natura -> il
padroneggiamento delle cose viene percepito come un’evoluzione che sostiene la distanza
prodotta dalla fuga. Qual è l’essenza della tecnica?
La tecnica trasforma lo stress in sovranità. Sloterdijk propone uno sviluppo molto audace. Lo
sguardo che segue il lancio è un guardare disinteressato. L’uomo ha un progetto, è proiettato
oltre sé, nel futuro. C’è lo sguardo che segue il lancio (teoria), la possibilità di anticipare il
lancio (progetto) e il successo del lancio (il primo senso della verità). È molto primitiva questa
tecnica del lancio. Ci sono molti autori che ritengono che ci sia una differenza importante tra il
gettare (tipico anche degli animali) e il lanciare (bisogna essere bipedi e la mano emerge nel
lanciare). Colpire una pietra con un’altra pietra -> in questo consiste la scheggiatura, è un
passaggio importante perché la pietra, da strumento trovato, diventa uno strumento prodotto.
Appare un elemento decisivo: il lavoro. Tecnica: lavoro-cultura -> attraverso la triade del
gettare-colpire-tagliare, si apre una finestra in cui le produzioni si fanno e i prodotti possono
apparire. Ciò che entra e appare si manifesta in un modo completamente nuovo. Si tratta di
produrre attraverso il lavoro: in caso di successo come in caso di insuccesso l’azione factum,
e la situazione considerata e giudicata dopo l’azione verum. Il risultato ontologico è molto più
di un singolo prodotto, è l’apertura di uno spazio in cui per la prima volta si possono avere dei
risultati. Gli effetti fondano il legame tra successo e verità che in ambiti culturali più ampi non
può mai venire sciolto del tutto. Il verum è ciò che l’uomo può conoscere ed è il factum cioè ciò
che si è costruito. Abbiamo un’opposizione tra tecnica e lichtung. Heidegger pensa la lichtung
come pensa la tecnica, all’insegna del lasciar essere. La lichtung è quello sguardo che invita
l’uomo all’ascolto, è quell’apertura in cui risuona l’appello del senso. D’altra parte abbiamo
Sloterdijk. Ci mostra una lichtung che dall’inizio è lo spazio di successo in cui è osservabile la
presa tecnica. Quel puro contemplare è inscritto dall’apertura della presa. Per questo Sloterdijk
parlava della lichtung come una situazione tecnogena. La lichtung è lo spazio del guardare
circospetto. La lichtung della mano (manipolazione) e dell’occhio (teoria). Heidegger non ha
ragione di dire che sarebbero stati i greci per primi con l’aletheia a svelare il non
nascondimento delle cose. Questo nasce ancora prima: dall’antichissimo ricordo dell’uomo dl
rivolgersi al lanciare, colpire e tagliare. Sloterdijk non è d’accordo con l’attribuzione di un certo
primato da parte di Heidegger ai greci. La verità è l’andare a segno del lancio: è vero ciò che
va a segno. Tutto questo va colto nel suo sorgere: molti animali fanno cose simili, ma a loro
non si dà ciò che qui Sloterdijk chiama lo stagliarsi dei risultati. orizzonte -> un anello
irraggiungibile intorno al mondo, quando diciamo “orizzonte infinito”, diciamo qualcosa che non
possiamo misurare. Dobbiamo notare che Sloterdijk è coerente con sé stesso: non avrebbe
abbassato l’uomo, ma l’avrebbe tenuto all’altezza della lichtung. Quello che caratterizza l’uomo
moderno, comincia ad emergere. Il linguaggio è ciò che permette di entrare nella tecnica. Il
linguaggio non è altro che un medium per la rappresentazione e la presentazione di successi. Il
nostro e-statico (stare fuori) si eleva. Come ci mettiamo in salvo? Con le storie e le narrazioni,
parlandoci, ricordando.
dialettica tra naturalisti e culturalisti -> Naturalisti: autori di quelle storie naturali che producono
scandalo per i rapidi distacchi dei comportamenti umani da quelli animali. Sono grandi in
questo, ma finiscono per sottovalutare le leggi interne ai processi culturali. È quello che
Sloterdijk vuole mettere in luce. Culturalisti: sono condannati ad un idealismo privo di speranza
quando trascurano la storia naturale come presa di distanza. L’idealista è sicuramente
filosoficamente di rango superiore. Non si rende conto il naturalista che il limite che pone è pre-
filosofico. L’idealista per lo meno entra nel campo della filosofia.
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Il pensiero di Heidegger
Il tardo Heidegger non rende più giustizia alla lichtung, poiché tende a consacrare l’essere
dell’uomo interamente alla rinuncia della volontà e ad essere sottomesso al gioco dei quattro –
terre, cielo, montagne, vini- e per questo egli pensa che troppo la lichtung a partire da un essere
vigile che si muove a vuoto e che si sublima nell’abbandono. Poiché la lichtung sin dagli inizi è già
in sé lo spazio di successo in cui diviene osservabile la presa tecnica sulle cose. Come finestra sui
successi, essa viene aperta prima che inviti l’uomo a sguardi statici e meditativi esclusivamente da
sguardi meditativi e da prese di distanza.
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neotenia: è il meccanismo che produce la fisiologia, morfologia e psicologia della specie
3) sapiens. Il risultato più imponente della tecnica. Questa teoria era già presente decenni prima
che Sloterdijk i riflettesse. C’è un enigma che stabilisce che nella storia naturale si va sempre
verso un’ulteriore specializzazione. Non si è mai visto che si regredisse. L’uomo è un caso
strano perché se mettiamo a confronto due teste, una di scimpanzé e una di adulto sapiens,
vediamo una diversità perché l’uomo è meno specializzato. I biologi rendono ragione della
carenza intellettuale con una teoria biologica. Sloterdijk riesamina le teorie. Nella serra del
gruppo non sopravvive il più robusto, ma il più avvantaggiato, nel senso di chi trae vantaggio
dal clima e dallo sfruttamento delle possibilità interne alla serra. L’evoluzione umana si sviluppa
in un’atmosfera protetta e di gruppo. Un gran numero di variazioni genetiche diventano neutrali
dal punto di vista della selezione. Si tratta di variazioni che hanno una dimensione estetica,
variazioni selezionate, esteticamente convenienti con una maggiore applicabilità cognitiva.
L’uomo è in cammino verso la bellezza. È strano che entri il parametro di cosa mi piace di pi&ugra