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CONCEZIONE DELLA FILOSOFIA NEL RINASCIMENTO.
Ma non è sempre stato così, la scienza non da sempre si è solo basata su quella
obbiettività, che con la diffusione del positivismo ha abbracciato anche la stessa
filosofia. Non sempre gli interrogativi specificatamente umani sono stati banditi
dall’ambito della ricerca scientifica. Solo considerando anche tali interrogativi la
scienza potè avere significato per l’umanità europea, che a partire dal Rinascimento si
rifonda autonomamente, in modo completamente nuovo. E in questa rifondazione
rivoluzionaria, la scienza potè fare da guida. La rifondazione parte dall’osservazione
degli antichi, presi come modello. Essi davano alla propria esistenza una forma
FILOSOFICA, basata sulla RAGIONE, presa proprio dalla filosofia. La prima cosa è la
TEORESI FILOSOFICA, che vuole rifondare razionalmente il mondo e la realtà, la
conoscenza di essi e dell’uomo deve procedere in modo razionale e assolutamente
libero da ogni pregiudizio o superstizione all’autonomia teoretica succede anche quella
pratica: seguendo l’ideale dell’uomo antico, l’uomo diventa plasmatore di se stesso,
fautore del proprio destino, seguendo soltanto la LIBERA RAGIONE. Nel riplasmare se
stessi, si compie anche un’azione sociopolitica sul mondo circostante. Ovviamente
non si è trattato di una imitazione passiva, ma di una vera e propria costruzione. Ora il
concetto di filosofia diventa più ampio, la filosofia assume davvero l’aspetto di una
disciplina ONNICOMPRENSIVA, che abbracciasse ogni ambito dell’attività umana. Le
scienze dipendono, derivano dalla filosofia intesa in questo modo. E’ un SISTEMA
TEORETICO DI TUTTE LE QUESTIONI RAGIONEVOLI. L’uomo è il punto focale, esso è
diventato un PROBLEMA METAFISICO, affrontato con la ragione. E’ sempre con la
ragione che vengono affrontate tutte le questioni umane. La maggiore dignità la
mantengono le questione metafisiche, da cui dipendono le questioni inerenti ai fatti.
Le scienze che si occupano dei fatti, seppur di ordine inferiore, in questo periodo si
ampliano con slancio, mosse dal desiderio della conoscenza. Le scienze positivistiche,
come le conosciamo oggi, hanno però dimenticato parte di quei problemi che erano
stati inclusi nel concetto, esse sono soltanto un CONCETTO RESIDUO, rispetto a quel
sistema che era stato teorizzato.
§4 IL FALLIMENTO DELLA SCIENZA, CHE SEMBRAVA INIZIALMENTE DESTINATA AL
SUCCESSO E IL MOTIVO INESPLICATO DI QUESTO FALLIMENTO
In realtà questo sistema non riuscì mai a realizzarsi: la fede in una filosofia universale
perse il suo ideale e non capì la portata del suo metodo. A questo contribuirono i
continui insuccessi della metafisica, messi a confronto con i costanti successi delle
scienze positive, pertanto si giunse alla conclusione che solo con esse valesse il
metodo ipotizzato. Si andarono formando ‘diverse filosofie’, che però sfortunatamente
non riuscirono a mettersi d’accordo.
§5 L’IDEALE DI UNA FILOSOFIA UNIVERSALE E IL PROCESSO DEL SUO INTIMO
SCIOGLIMENTO
La filosofia divenne un problema per se stessa. Per prima cosa il problema della
possibilità di una metafisica. Tuttavia, questo problema concernente la filosofia in
primo luogo, in realtà andava a toccare anche tutte le scienze positive, che dalla
metafisica, la regina delle scienze, derivano. Infatti come è possibile separare la
ragione e l’essente, se è proprio la ragione, nel processo conoscitivo, a determinare
ciò che l’essere è? Inoltre, come si può dare ragione, senza essere? E ancora, tutte le
verità trovate dalle scienze con la ragione, sono valide nei SETTORI DELL’ESSERE… E’
quindi evidente un legame indistriabile tra metafisica e scienze positive. Una volta
considerato questo legame salta agli occhi anche il fatto che se entra in crisi questo
sistema filosofico universale, entrano in crisi le scienze stesse, in quanto diramazioni
della filosofia: questa crisi non riguarda affatto i loro successi teoretici o il loro
metodo, che sono, come già detto, indiscutibili, ma riguarda il loro SENSO PROFONDO,
il senso della loro VERITA’. E, considerato anche il fatto che l’umanità europea tenta di
riformarsi proprio a partire dalla filosofia, anche l’umanità entra in crisi. Cade la fede
nella filosofia come guida dell’uomo, cadono le certezze, cade la possibilità di un
rinnovamento, di una liberazione. Si perde il senso della propria esistenza., si perde la
fede in se stessi. La filosofia collassa dall’interno, si accartoccia su se stessa, dopo
aver fallito nei suoi primi compiti. Essa collassa sotto il peso dell’esperienza, la
fattualità sembra schiacciare la metafisica. Si giunge cos’ alla filosofia moderna: ecco
una nuova fondazione, ecco un nuovo sistema possibile., per comprendere noi stessi
e riacquistare fiducia.
§6 LA STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA COME LOTTA PER IL SENSO DELL’UMANITA’
Soltanto la comprensione della mobilità della filo moderna, da Cartesio ad oggi,
unitaria nonostante tutte le sue contraddizioni interne, può portare ad una
comprensione del presente. Le vere battaglie ancora presenti sono quelle di
un’umanità che è franata su se stessa contro un’umanità ancora solida, sono lotte tra
filosofie diverse: quella degli scettici, che hanno dimenticato qual era il loro obiettivo,
e quella di coloro che ancora lottano per portare l’umanità all’auto-comprensione, che
tentano di rendere possibile una metafisica, ovvero di rendere possibile quella filosofia
universale tanto auspicata. Si cerca di realizzare il TELOS dell’umanità che è
consapevole di poterlo fare solo seguendo la via della ragione. L’umanità in generale
è composta da uomini che intrecciano tra loro relazioni socio politiche, e se l’uomo è
un essere razionale, lo è solo se l’intera umanità è razionale (la parte può forse
prescindere dal tutto?) . le scienze e la filosofia, sarebbero allora il movimento storico
di una ragione INNATA all’umanità… Ma se così fosse, se la ragione, pienamente
cosciente di se stessa si fosse effettivamente manifestata e realizzata, nella forma che
le è peculiare, ovvero in una filosofia universale. Tuttavia, noi ad oggi, siamo ben certi
che il razionalismo del XVIII secolo era soltanto un’ingenuità, forse, addirittura si può
parlare di ‘cattivo razionalismo?.
§7 IL PROPOSITO DI QUESTE RICERCHE
Cosa dobbiamo fare noi filosofi moderni? Possiamo forse riposare sulle verità proposte
dai gloriosi filosofi del passato? Non possiamo rinunciare alla fede nella possibilità
della filosofia come compito, ovvero nella possibilità di conoscere l’universale. Noi
siamo chiamati a questo compito. Sappiamo bene che il significato della filosofia non è
qualcosa di puramente privato, anzi è qualcosa che riguarda l’umanità tutta. Noi, in
quanto filosofi, dobbiamo spingere l’umanità al suo telos, nella ricerca della sua verità
e verso il suo fine, e questo lo si può fare solo con la filosofia. Come primo passo ci si
deve rendere conto d i essere figli della tradizione, eredi del passato e proprio ad esso
dobbiamo rivolgerci: cosa indagava la filosofia nel passato? Dobbiamo ricongiungerci
alla nostra origine per andare avanti nella speculazione. E’ ripercorrendo queste vie
che si può fondare una filosofia nuova, rivolta all’azione: ci si renderà conto che tutta
la filosofia passata correva in realtà in questa direzione.
PARTE SECONDA
§8 L’ORIGINE DELLA NUOVA IDEA DELL’UNIVERSALITA’ DELLA SCIENZA NELLA
RIFORMA DELLA MATEMATICA
Occorre capire quale mutamento interno vi è stato circa la considerazione della
filosofia e dei suoi compiti interni. Questo mutamento parte da Cartesio e diventerà
causa di tutti i contrasti interni alla stessa filosofia. Questo rinnovamento inizia in seno
ad altre discipline come la matematica e la geometria. Seppure anche in antichità
erano stati idealizzate le figure spaziali, i punti, le grandezze, le unità di misura ecc,
queste discipline conoscevano solo compiti FINITI. In questo ambito rientra anche la
sillogistica aristotelica. L’antichità non aveva ancora preso in considerazione la
possibilità di conoscere l’infinito, possibilità che per noi è legata ovviamente allo
spazio geometrico. La grande novità sta nella concezione di un’idea di totalità infinità
dell’essere e di una scienza razionale che lo domina razionalmente. In questo mondo
ideale, gli oggetti non possono essere presi singolarmente e casualmente dalla nostra
conoscenza, bisogna per forza di cose attingere al tutto, essendo esso un sistema
unitario. Lo stesso discorso vale per la matematica: solo in ambito moderno essa viene
assunta come scienza universale che possa governare razionalmente la totalità
(razionale). Ben presto questo razionalismo dirompente non si estende anche alle
scienze naturali, che diventano anch’esse matematiche.
§9 LA MATEMATIZZAZIONE GALILEIANA DELLA MATEMATICA
In antichità, seguendo il principio platonico, la realtà era inferiore rispetto alla realtà
ideale. Con la MATEMATIZZAZIONE GALILEIANA, la realtà viene idealizzata, sotto
l’egida della nuova matematica e diventa una nuova molteplicità matematica.
Nell’esperienza sensibile quotidiana il mondo è dato soggettivamente attraverso delle
apparenze: ciascuno di noi riceve apparizioni, che sono tutte diverse a seconda del
nostro sentire soggettivo. Tuttavia nonostante queste apparizioni diverse da soggetto
a soggetto, non ci siamo mai posti il problema della possibilità dell’esistenza di più
mondi, ognuno dei quali fondato sul diverso sentire personale di ognuno.
Necessariamente crediamo ad un mondo solo, che include le stesse cose, uguali per
tutti, ciò che cambia è l’apparenza. Ma questo vuol dire che in fondo l’apparenza
conserva in sé un contenuto intrinseco che si deve attribuire alla vera natura. Questa
‘ovvietà’ per Galileo è evidente grazie alla geometria e alla matematica.
Naturalmente il metodo del fisico Galileo è ben lontano dal nostro metodo moderno,
per questo va analizzato con attenzione
• GEOMETRIA PURA: essa concerne lo studio delle forme spazio temporali e noi ad
oggi siamo abituati a non scindere più le figure ideali che la geometria tratta, da
quelle reali. Ma, considerando la geometria come fondamento della fisica
esatta, bisogna essere pi&ugra