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Classificazione tipologica
Per quanto riguarda la classificazione tipologica si tratta di ricercare caratteristiche comuni sia a livello di tipologia morfologica (1) sia a livello di tipologia sintattica (2).
- Isolante
- Agglutinante
- Analitico (relazioni gramm. mediante più parole -> "sono uscito")
- Flessivo
- Sintetico (relazioni gramm. mediante una sola parola -> "exii")
- Polisintetico o Incorporante
Tipo isolante: assenza totale o parziale di marche morfologiche (importanza dell'ordine delle parole e di alcune particelle, parole semanticamente vuote). Un esempio di lingua isolante è il cinese. L'inglese presenta numerose caratteristiche di una lingua isolante e, per questo, tipologicamente è avvicinabile al cinese.
Tipo agglutinante: ogni parola contiene tanti affissi quante sono le relazioni grammaticali da indicare (ogni marca morfologica è perfettamente isolabile e segmentabile e veicola una sola informazione) -> es. turco.
Tipo flessivo: relazioni grammaticali mediante una sola parola che contiene tutte le informazioni necessarie -> es. latino.
Tipo sintetico: relazioni grammaticali mediante una sola parola che contiene tutte le informazioni necessarie -> es. latino.
Tipo polisintetico o incorporante: una parola può contenere più informazioni grammaticali e semantiche -> es. lingue native americane.
grammaticali espresse da unico suffisso (uso di marche morfologiche polifunzionali che veicolano più informazioni grammaticali contemporaneamente). Presenza del fenomeno della flessione interna o apofonia. Per quanto riguarda le lingue semitiche il fenomeno non riguarda un numero limitato di verbi ma è un procedimento regolare e produttivo (-> tipo introflessivo).
Tipo polisintetico: una sola parola può esprimere tutte le relazioni che in italiano sono espresse da una frase (vd. eschimese).
Alcune lingue che sulla base di certe caratteristiche si possono collocare in un tipo, sulla base di altre appartengono ad un altro (vd. inglese). Non esistono infatti tipi puri.
(2) Esistono correlazioni sistematiche, in tutte le lingue, tra l'ordine delle parole nelle frase e in altre combinazioni sintattiche (tipologia dell'ordine delle parole). Si analizza la presenza di preposizioni (Pr) o posposizioni (Po), la posizione del verbo (V) rispetto al soggetto (S) ed
All'oggetto (O) nelle dichiarative, l'ordine dell'aggettivo (A) rispetto al nome (N) e l'ordine del complemento di specificazione [AN, NA, GN, NG]. I tipi di ordine dominanti sono SVO, SOV e VSO.
Universali implicazionali:
- VSO/Pr/NG/NA (arabo, ebraico)
- SVO/Pr/NG/NA (lingue romanze)
- SOV/Po/GN/AN (giapponese e lingue altaiche)
- SOV/Po/GN/NA (basco)
L'ordine VO, indipendentemente dalla posizione di S, si correla sistematicamente alla presenza di Pr ed alla posizione postnominale di G e A. Tuttavia l'ordine OV non è collegato sistematicamente alla posizione prenominale di G e A, come si vede nell'ultimo tipo. Non tutte le lingue rientrano in questi schemi. Se una lingua presenta ordine SOV allora essa è posposizionale e, se ha AN ha anche GN (non si dice che NA richiede NG).
La struttura delle parole: morfologia
Morfologia: studio delle parole e delle forme che possono assumere, studio della struttura interna delle parole. Le parole possono
essere semplici o complesse ed in questo caso o derivate o composte. La parola è unità del linguaggio umano istintivamente presente alla consapevolezza del parlante. Ciò che conta come parola in una lingua non è detto che valga anche per altre lingue. Parola è ciò che è compreso tra due spazi bianchi (criterio ortografico). La grafia non sempre è coerente. Varie accezioni di parola a seconda del punto di vista a partire dal quale si considera questo oggetto. La nozione di parola fonologica non coincide con quella di parola morfologica e sintattica. Criterio operativo quello di considerare una parola come un'unità che non può essere interrotta, al cui interno non si può inserire "materiale linguistico". Lemmatizzazione: operazione che porta dalla forma flessa al lemma corrispondente.
Es. am -a -re 1: radice 2: vocale tematica 3: desinenza Tema: radice + voc. tem. 1 2 3
Raggruppamento delle parole in
Parti del discorso o categorie lessicali: nome, verbo, aggettivo, pronome, articolo, preposizione, avverbio, congiunzione, interiezione.
Le parti del discorso si suddividono in variabili e invariabili. Altra distinzione tra classi di parole aperte (a cui si possono aggiungere nuovi membri) e chiuse (formate da un numero finito di membri). Inventario delle parti del discorso non è lo stesso per tutte le lingue. Alcune parti del discorso sono universali (nome e verbo). I criteri di classificazione sono tradizionalmente di tipo semantico ma si mostrano insufficienti. Le parole sono classificate in categorie che limitano la loro distribuzione libera all'interno della frase. Le categorie lessicali limitano le combinazioni possibili delle parole e si possono quindi riconoscere in base a criteri distribuzionali.
Morfema: la più piccola parte di una lingua dotata di significato. I morfemi di una lingua si distinguono tra lessicali (elementi significativi) e grammaticali (elementi di relazione).
Unmorfema può essere libero (che può ricorrere da solo in una frase) o legato (che non può ricorrere da solo e di norma si deve aggiungere a qualche altra unità; morfemi flessivi, prefissi e suffissi). Per l'inglese può valere una definizione che per l'italiano non vale: una parola è tutto ciò che resta se si tolgono i morfemi flessivi (boy+s / sing+s). Il morfema è un'unità astratta rappresentata a livello concreto da un allomorfo (vd. distinzione tra fonema ed allofono). Ad esempio il plurale -s in inglese ha tre realizzazioni fonetiche: [-s] dopo consonanti sorde [-z] dopo consonanti sonore e vocali distribuzione complementare [- ] dopo consonanti stridenti [s, , t , dƷ]ɪz ʃ ʃ Un caso di allomorfia in italiano è quello dell'articolo maschile (i e gli / il e lo) la cui distribuzione è determinata dal contesto fonetico. I processi morfologici più comuni sono derivazione, flessione edell'accento. La derivazione consta dell'aggiunta di un affisso (forma legata) ad una forma libera. Prefissazione (ex+marito) Derivazione Infissazione (cant+icchi+are) (infissi non produttivi) Suffissazione (dolce+mente) La composizione forma parole nuove a partire da due parole esistenti. Capo+stazione = capostazione La flessione aggiunge alla parola di base informazioni relative al genere, numero, caso, tempo, modo, diatesi, persona. La morfologia è caratterizzata dalla dinamicità. È l'aspetto di formazione che è dinamico. Gli elementi costitutivi dei composti sono i costituenti. Composizione e derivazione si distinguono per il fatto che la prima combina forme libere mentre la seconda una forma libera ed una legata. Prefissazione e suffissazione si distinguono per il fatto che la prima non cambia la categoria lessicale della parola cui si aggiunge e non cambia la posizione dell'accento mentre la seconda di norma cambia la categoria e la posizione dell'accento.dell'accento della parola di base. In derivazione ogni categoria lessicale maggiore (V,N,A) può diventare qualsiasi altra categoria lessicale maggiore. Inoltre gli aggettivi possono diventare avverbi.- N -> V (atomo+izzare)
- V -> A (giustifica(re)+bile)
- N -> A (morte+ale)
- A -> N (bello+ezza)
- N -> N (giornale+aio)
- A -> V (beato+ificare)
- A -> Avv (geloso+mente)
- V -> N (arreda(re)+mento)
aggettivale sono s+vit+ato(*svite e *vitato). E’ un processo molto produttivo nelle lingue romanze.
Suppletivismo: in una serie morfologicamente omogenea si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti rapporti semantici senza evidenti rapporti formali. Il suppletivismo può essere forte (alternanza dell’intera radice) o debole (base comune riconoscibile). Si differenzia dall’allomorfia per l’assenza di motivazioni fonologiche.
I suffissi dell’italiano possono essere raggruppati in categorie: suffissi deverbali (formazione di nomi da verbi) che formano nomi d’azione o deverbali astratti che possono concretizzarsi diventando nomi risultato. Vi sono suffissi che formano nomi agentivi (giornalaio) e nomi strumentali (contatore). Vi sono suffissi valutativi (-ino, -one, -accio, -otto, -ucolo, -astro). Il suffisso –mento predilige le basi in –eggia(re) mentre –zione le basi in –izza(re).
La semantica di una parola complessa
È trasparente o composizionale (significato della parola complessa ricavabile dal significato degli elementi componenti). Inoltre alla semantica spetta un altro ruolo: i vari suffissi selezionano uno dei significati della base (tentazione, tentatore - tentativo). La composizione in italiano forma essenzialmente nomi tranne nei casi in cui A + A = A (dolceamaro), A + N = A (aggettivo indicante un colore vd. verde bottiglia), N + V = V (manomettere) e P + V = V (contraddire). La categoria lessicale di un composto deriva dalla testa dello stesso. Dalla testa derivano al composto le informazioni categoriali, i tratti sintattico-semantici ed il genere. Se non si riesce ad identificare la testa di un composto sulla base della sola categoria lessicale, si può ricorrere ad altre informazioni (vd. tratti sintattico-semantici). Un costituente è testa di un composto quando tra questo e il composto vi è identità sia di categoria che di tratti sintattico-semantici. Una
La testa quindi deve essere sia testa categoriale che semantica. Vi sono lingue in cui la testa può essere individuata posizionalmente (vd. inglese con testa adestra) né italiano in cui la regola sincronica produttiva genera composti con la testa a sinistra. Grande varietà di tipi di composti.
Incorporanti: SN oggetto + V (to baby sit, to horseride). Sintagmatici: più di origine sintattica che morfologica testimoniata dalla possibilità di inserimento di materiale lessicale (a [pipe and slipper] husband, an [ate too much] headache). Reduplicati: composti costituiti dalla stessa parola ripetuta ed hanno generalmente significato intensivo o iterativo. Troncati: concatenazione delle sottoparti di due costituenti (confcommercio, confindustria, motel, smog).
Aspetto irregolare della morfologia la flessione dei composti. I composti produttivi, approssimativamente, sono quelli con testa a sinistra e flessione della sola testa (capistazione). I composti possono essere
classificati in base alla testa: endocentrici (presenza di una testa) es. c