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AGRICOLI

I campi coltivati a prato forniscono foraggio invernale per il bestiale. Qui la vegetazione è

spontanea ed è costituita da boschi di latifoglie: betulle e noccioli, castagni, querce, più in alto i

faggi.

-LA SECONDA FASCIA, sino a 2000m, è caratterizzata dalla presenza di conifere: abeti, pini,

larici. All'interno delle aree boschive si allargano prati e radure in cui si pratica la coltivazione di

SEGALE e PATATE.

-LA TERZA FASCIA, sino a 3000m, succede la fascia degli arbusti, rododendri e ginepri, e delle

piante a fiori come le genziale e le stelle alpine. Sono presenti pascoli naturali.

-LA QUARTA FASCIA, oltre i 3000m, è dominata da nevi perenni tra cui emerge la roccia nuda. La

vegetazione è pressochè inesistente, eccetto qualche ranucolo di muschi e licheni.

Un breve accenno al "maso chiuso", un'azienda agricola provvista di dimora ed edifici rurali con

estensione di 30-50 ettari occupati da colture, pascoli e boschi. Esso costituisce un'unita agraria

non smembrabile che si trasmette per eredità al figlio maschio. Formalmente abolito dalle leggi

fasciste, è stato recentemente disciplinato dalla Provincia di Bolzano. Negli ultimi tempi, questi

masi sono stati trasformati in strutture agroturistiche.

Vi è da dire che il turismo di masso ha infranto il tradizionale genere di vita del mondo alpino,

rivitalizzandone sì l'economia ma, al tempo stesso, alterando i bellissimi scenari naturali.

Rimangono però ancora tutelati, il Parco Nazionale del Gran Paradiso e il Parco Nazionale dello

Stelvio.

Nel settore orientale dell'arco alpino si trovano le Dolomiti.

Il toponimo viene dal naturalista ginevrino che, commissionato da Deodat de Dolomieu, riconobbe

il materiale costitutivo, un carbonato doppio di calcio e magnesio, che fu chiamato dolomite.

Si distinguono in Occidentali e Orientali, separate tra di loro da un lungo solco longitudinale

formato dalle valli di Badia e del Cordevole.

Le montagne dolomitiche sono costituite dalla dolomia, ovvero da una roccia calcare di scogliera,

altro non essendo esse che sogliere coralline fossili. La loro origine risale a 200 milioni di anni fa,

quando un fondale di mare poco profondo, cominciava ad essere popolato di alghe, coralli e

molluschi che vi crebbero rigogliose colonie in 20 milioni di anni. Man mano che il fondo del mare

cominciava ad abbassarsi, le colonie di coralli e di madrepore furono costrette ad innalzare senza

sosta le loro costruzioni per diverse centinaia di metri, avendo bisogno della luce e dell'ossigeno.

Eruzioni vulcaniche sottomarine, interruppero spesso l'attività degli organismi costruttori,

ricoprendoli di lave e piroclastiti. Questa modalità spiega la potenza verticale pari a 2000m.

3. LE PREALPI E LE COLLINE PIEMONTESI

Le Prealpi affiancano la maestosa catena delle Alpi e in Lombardia, in Veneto, in Friuli, mentre in

Piemonete e in Valle d'Aosta passa per lo più rapidamente e ripidamente, in poche decine di

chilomentri, dalle vette più alte ai fondi vallivi della grande pianura.

Le Prealpi non costituiscono dei rilievi nettamente distini e separati dal sistema alpino, ma ne

rappresentano la frangia marginale, meno aspra e meno elevata.

I versanti delle ampie vallate sono spesso terrazzati in ripiani più o meno artificiali, sui quali si

succedono colture, prati e con l'aumentare dell'altitudine, boschi di latifoglie e pascoli.

Uno degli aspetti più ricorrenti del paesaggio è proprio il verde intenso della sua copertura

vegetale, soprattutto sul fondo delle valli, caratterizzate da un'agricoltura abbastanza diversificata.

Attualmente, a ridosso delle città, si osserva un modeno processo di industrializzazione.

La costituzione prevalentemente calcarea è all'origine di una diffusa presenza di manifestazioni

carsiche di varia foggia e dimensione, epigee ed ipogee.

Altra caratteristica fisico-geografica si deve al modellamento glaciale. I ghiacchia interni si estesero

sui ripiani prealpini attraverso possenti bacini ablatori che talora lasciarono morene e massi

erratici, talora ne modellarono le drepressioni o ve ne crearono delle nuove. Quelle depressioni

oggi accolgono laghi tra cui: il lago Maggiore, il lago di Varese, il lago di Lugano, il lago di Como, il

lago d'Iseo, il lago di Garda. La loro origine glaciale viene ritenuta anche di natura tettonica:

l'azione dei ghiacciai si sarebbe esplicata all'interno di solchi formatisi in seguito a movimenti della

crosta terrestre. L'estremità dei laghi volta verso la pianura è generalmente bordata da ampi

anfiteatri moreni.

Il versante occidentale delle Alpi è privo di quelle formazioni tipicamente prealpine calcaree: il

passaggio dalla montagna alla pianura è reso talvolta meno brusco dalla presenza di rilievi collinari

di origini e forme diverse. Formate da graniti, gneiss e da micascisti nel Paleozoico, si

frammischiarono a calcari nel Mesozoico. Degni di risalto sono gli anfiteatri morenici di Ivrea e

Rivoli. Quello di Ivrea si deve al ghiacciaio che anticamente raggiungeva uno spessore medio di

circa 400 m, come si può evincere dal "muraglione" della Serra.

Una vasta estensione collinare si individua tra il Po, il Tanaro, l'Appennino Ligure e le Alpi

Marittime. Si tratta di rilievi sollevatisi nel Cenozoico dal corrugamento di materiali depositati in

seno all'antico mare padano: vi predominano terreni poco resistenti, erosi da agenti esogeni. La

morfologia è molto varia, caratterizzata da rilievi arrotondati, sottili creste, qualche ampia valle.

Oltre a vantare un'antica tradizione industriali, i rilievi piemontesi, sono tutti intensamente abitati e

coltivati fin da tempi lontani e si ripartiscono in diverse regioni storiche, quali l'Astigiano, il

Monferrato, la Collina di Torino...

-COLLINA DI TORINO caratterizzata da lineamenti semplici e regolari, si configura come una

piega a volta unica e dissimetrica nei suoi due versanti

-MONFERRATO diviso in due parti dal diaframma di un'altra unità storico-geografica, l'Astigiano.

Originariamente un marchesato, ed eretto in seguito a ducato dai Gonzaga, passò infine nelle

mani della dinastia sabauda. Si distingue un Basso Monferrato e un Alto Monferrato. Con

un'altitudine media di circa 350m e una massima di 700m è caratterizzato da groppe lunghe e

arrotondate che racchiudono piccoli bacini variamente distribuiti nel sistema oro-idrografico.

Prevalentemente costituito da arenarie, marne e calcari. I fondi vallivi sono ricoperti da colture

erbacee, mentre le chine sabbiose sono rivestite di lembi boschivi e da alberi fruttiferi. Nelle

pendici meglio esposte vi sono filari di vigneti, ai quali si devono vini come il Barbera e l'Asti

Spumante.

-LE LANGHE suddivise da un corso d'acqua, il Belbo, in Bassa Langa e Alta Langa, si presentano

come un mare di colline. La maggiore altitudine è 896m, la media prossima ai 600m.

Uno degli aspetti più tipici del paesaggio sono le Langhe Selvagge, qua e là interrotte da paurosi

burroni e da vasti squarci sui fianchi delle valli, che mettono in luce le pile regolarmente stratificate

delle marne cernine e azzognole. Un paesaggio tante volte ritratto e descritto da Fenoglio e da

Pavese. Anche qui, i vigneti consentono la produzione di vini pregiati come il Dolcetto, il Barbera, il

Barolo, il Moscato. Rinomato è pure il tartufo bianco di Alba.

4. LA PADANIA: SEMBIANZE E REALTà DI UNA PIANURA AD ELEVATA ANTROPIZZAZIONE

La Padania, contornata a nord e ad ovest dalle Alpi, a sud dagli Appennini e a est dall'Adriatico, è

solcata dal fiume più lungo d'Italia, il Po (652km), che nasce dal Pian del Re, sul fianco del

Monviso, e dai suoi numerosi affluenti (Ticino, Adda, Tanaro, Adige, Brenta, Piave, Tagliamento,

Isonzo).

Questi numerosi corsi d'acqua hanno colmato con i loro detriti un grande golfo marino,

trasformandolo in età quaternaria in una tipica pianura alluvionale.

A prima vista, la pianura appare piatta e uniforme, mentre invece presenta differenti connotazioni,

non solo nel senso della latitudine ma anche tra una parte continentale ed un litorale caratterizzato

dalla presenza di valli e lagune (Comacchio e Venezia).

Da nord a sud, una prima differenza è data dalla diversità idrogeologica, che ha influenzato una

diversa utilizzazione del suo agrario, per la presenza di sorgenti denominate risorgive o fontanili.

L'alta pianura si individua, pertanto, al di sopra di tale limite. E' formata da terreni ghiaiosi e

ciottolosi, poichè numerosi corsi d'acqua di provenienza alpina vi hanno depositato i detriti più

pesanti prima e poi quelli più sottili, come le sabbie e le argille, da cui è costituita l'alta pianura.

Sebbene ciottolosi, nonostante ad opere di irrigazione e a terreni ricchi di sali minerali, si sono

formate qui campagne verdeggianti e variamente coltivate: alberi da frutta, vite, cereali.

L'alta pianura è comunque un territorio complessivamente poco adatto all'agricoltura.

Più a sud, le acque meteoriche che vengono assorbite dall'alta pianura, incontrando a meridione

strati impermeabili argillo-sabbiosi, riaffiorano in superficie molto tiepide e a temperatura costante

(10-12°) anche in inverno: scorrendo, per un lungo tratto nel sottosuolo, non risentono delle

variazioni climatiche stagionali. Questa fascia, detta dei fontanili, fertile, ricca di prodotti agricoli, è

spesso tenuta a prati anche durante i mesi invernali, proprio perchè ricoperta da acque esenti da

gelo.

Nella fascia delle argille, più comunemente detta "la bassa", i terreni, impermeabili, sono ricchi di

acque che sovente è necessario eliminare mediante opere di drenaggio. Un tempo era in gran

parte paludosa e boscosa, oggi, invece, è intensamente messa a coltura.

La pianura a mezzogiorno è piatta e uniforme. Caratterizzata da quote altimetriche che

generalmente non superano i 100m sul mare. Qui le acque superficiali sono particolarmente

abbondanti non tanto per la consistenza delle precipitazioni meteoriche e delle rare sorgive,

quanto per il contributo dei fiumi e dei torrenti di provenienza appenninica, il cui difficile scolo

provocava in passato la formazione di vaste aree paludose e di estesi acquitrini ormai

completamente risanati da opere di bonifica idraulica.

Cassine, simili alle corti lombarde, animano un paesaggio agrario costituito da prati, cereali, colture

orticole e frutticole, vigneti, barbabietola da zucchero.

In senso longitudinale invece, la pianura si differenzia tra una parte interna ed una sezione

costiera. In quest'ultima, affacciata sull'Adriatico, si alternano, alla foce, terre basse che non

superano i 10m sul livello del mare e che talvolta sono sotto questo livello e il complicato mosaico

di specchi d'acqua delle valli e delle lagune.

I fiumi, spesso pensili per

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
18 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vventrella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Rossi Pasquale.