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3. IDENTITÀ E PLURALITÀ DEL LAZIO
- LA COSTRUZIONE DELLA REGIONE: La “costruzione” della Regione Lazio è iniziata con l’annessione al
Regno d’Italia nel 1870 quando i 5 CIRCONDARI (Viterbo, Civitavecchia, Velletri, Frosinone e Comarca)
furono riuniti nell’unica provincia di Roma. Nel 1923 si aggregò al Lazio e il circondario di RIETI (prima
provincia umbra). Nel 1927 la provincia laziale fu divisa in ROMA, VITERBO, FROSINONE e RIETI. Nel 1927
fu soppressa la provincia di Caserta e annessa nella regione campana. Nel 1934 con le bonifiche fu istituita
una nuova provincia LATINA (che fino al 1945 ebbe il nome di Littoria) che accoglieva comuni di nuova
formazione (Aprilia, Pontinia, Sabaudia). Le frequenti variazioni portarono a definirla “la meno omogenea
tra le Regioni d’Italia). I confini nord-occidentali dividono,in modo indefinito, la MAREMMA ROMANA da
quella Toscana. Anche i confini con l’Abruzzo e il Molise sono stati sempre indeterminati. Ancora più
inefficaci sono i limiti amministrativi nel Lazio meridionale il cui paesaggio si fonde con quello campano.
Ai confini molto sfumati si contrappone l’azione di coesione esercitata dalla capitale con il suo peso
gravitazionale. Il peso di Roma però va a gravare sul territorio creando situazioni di dipendenza, tanto che
non è avventato affermare che il Lazio è il “Lazio di Roma”.
- IL QUADRO DI RIFERIMENTO: Il Lazio presenta una superficie pari al 5,7% dell’area complessiva dell’Italia.
La popolazione è pari al 9% dell’intera popolazione italiana. La densità popolare è pari a 308 abitanti per
chilometro quadrato molto al di sopra della media nazionale. Ci sono differenze nelle diverse aree
amministrative che rappresentano discontinuità territoriali. Roma ha un forte accentramento demografico
e politico. Inoltre nel suo ambito si trova uno Stato straniero, la CITTÀ DEL VATICANO che genera effetti
rilevanti. Il movimento e la distribuzione della popolazione sono dipesi dal bilancio migratorio ed è derivato
il progressivo “invecchiamento della popolazione”.
- UN FORTE INCREMENTO DEMOGRAFICO: Negli ultimi 50 anni (1951-2001) la popolazione laziale è
cresciuta del 50%. Il balzo si è registrato dal secondo dopo guerra al 1971. Più modesto è stato l’incremento
fino al 1981. Dal 1981 al 2001 solo la provincia di Latina ha avuto un incremento di popolazione superiore al
10%. Nel corso dei decenni, la provincia di Roma, ha assunto un peso demografico. Rilevante è anche
l’evoluzione del rapporto tra il Comune di Roma e gli altri comuni provinciali. Dalla metà degli anni ’70
l’aumento della popolazione si è ridimensionato fino ad arrestarsi.
- I PESI DEMOGRAFICI DELLE PROVINCE LAZIALI: Al censimento del 1871 l’area romana non arrivava al 40%
del totale della popolazione, mentre nessuna provincia presentava valori al di sotto della soglia del 10%.
In particolare Rieti aveva una popolazione più consistente di Latina. Anche Frosinone è passata dal 25% del
1871 al 9,3% del 2005. Il peso demografico della provincia di Roma è passato dal 74,5% del 1971 al 72,2 %
dell 2005. Da notare è anche il trasferimento dei residenti dalle aree montuose alla fascia costiera.
Infatti complessi residenziali in origine sorti per essere abitati in modo temporaneo hanno acquistato
carattere di stabilità grazie alla presenza continua di vari servizi. Nei comuni costieri risiedevano nel 1951
200.000 abitanti che salirono nel 1971 a oltre 350.000 per arrivare nel 2001 a 550.000.
- I PROCESSI DI SENILIZZAZIONE: La struttura statistica per classi d’età esprime sia gli aspetti demografici sia
quelli sociali ed economici. Il dato di maggiore impatto è il “processo di invecchiamento della popolazione”,
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fattore determinante nell’evoluzione demografica (abbassa i livelli di natalità). Nel Lazio è da considerare
anche l’ “indice di anzianità” pari a 130 anziani per ogni 100 giovanissimi. Gli indici più bassi riguardano
Frosinone (125,4), Latina, Viterbo e Rieti. Il numero di anziani per bambino conferma i dati allarmanti di
Viterbo e Rieti. Oltre alla provincia di Latina soltanto quella di Roma manifesta un SALDO DEL MOVIMENTO
NATURALE positivo. Tutte le altre hanno saldi negativi. C’è una situazione di dipendenza nei confronti di
Roma. FREDINAND GREGOROVIUS nel 1854 visitò per la prima volta la costa laziale, si sentì depresso
perché scorse una landa desolata.
- LA MONTAGNA LAZIALE: La popolazione montana è pari al 19,10 % del totale regionale mentre i territori
montani sono il 52%. Un movimento demografico positivo nel territorio montano superiore a quello del
corrispondente provinciale è riscontrabile solo per la provincia montana di Roma. Invece nella provincia di
Rieti, dove la montagna legale costituisce l’83%,la popolazione ha registrato tra il 1971 e il 2001 un
andamento negativo. Nella provincia di Latina si riscontra un rallentamento della crescita della popolazione
montana rispetto all’ambito provinciale, evidenziando una maggiore attrazione da parte delle aree di
pianura rispetto agli altri contesti territoriali. Nella provincia di Rieti c’è un pericoloso invecchiamento
demografico. L’elevata frammentarietà nelle dinamiche e nella struttura demografica della montagna
laziale influisce direttamente nella struttura sociale e nello sviluppo delle attività economiche.
Il TURISMO può costituire una risorsa complementare alle tradizionali iniziative produttive. Le aree che
sembrano mostrare migliore performances rientrano in: 1) il Settore Cociaro dei Monti Simbruini-Ernici
con interesse sciistico,naturalistico e di valenza culturale e ricreativa. 2) il Versante Pontino
dell’Antiappennino Laziale che risente dell’attrazione turistica e balneare (Terracina, Circeo, Gaeta).
3) il Vulcano Laziale con flussi turistici legati alla vicina Roma (Frascati, Rocca di Papa, Rocca Priora).
Comune denominatore delle montagne del Lazio è il loro “posizionamento nel mercato turistico”
considerate come seconda scelta. Bisognerebbe fare interventi mirati e di modesto impatto territoriale per
valorizzare le qualità. I piani dovrebbero essere fondati su: a) miglioramento degli standard qualitativi
dell’offerta turistica; b) diversificazione delle modalità ricettive; c) una rifunzionalizzazione degli spazi
abitati; d)rivalorizzazione tramite sport estivi e invernali.
- L’IMMIGRAZIONE STRANIERA: Emerge il problema delle immigrazioni straniere che in futuro saranno in
aumento per la debolezza del movimento demografico naturale interno sia per la pressione crescente
esercitata da gruppi etnici consistenti. Il Lazio include il 51% dei soggiornanti nel centro ovvero il 13,8% di
quelli presenti in tutto il Paese. La capitale fa riscontrare la maggior percentuale di popolazione straniera
(11,4% del totale). L’immigrazione straniera sta svolgendo un ruolo essenziale nell’equilibrio tra le classi
d’età garantendo il ricambio della popolazione. La provenienza geografica degli immigrati vede
l’incremento degli immigrati Rumeni. A Roma questa componente rappresenta il 20% del totale seguiti dai
Filippini, Polacchi, Albanesi e Peruviani. Tutti quanti lavorano per lo più nei servizi, poi nell’industria e pochi
nell’agricoltura.
- NOTE ECONOMICO-TERRITORIALI: La sproporzione tra l’area romana e le 4 province laziali riguarda la
qualità e la quantità dei servizi. C’è un impianto territoriale improntato dal ruolo egemone di Roma.
La rete delle comunicazioni è impostata con queste caratteristiche per cui bisognerebbe costruire arterie
stradali strategiche. La distribuzione territoriale delle unità locali testimonia lo strapotere economico di
Roma, nella cui provincia ne sono situate il 75%. Latina pone al centro attività industriali e agro-industriali.
La Cociaria con Frosinone con struttura produttiva “storica” nel settore manifatturiero. Viterbo manca di
una polarità con il distretto delle ceramiche di Civitacastellana e l’edilizia restaurativa. Il Reatino è statico e
arretrato con una via verso lo sviluppo di tecnologie evolute.
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4. SUGGESTIONI LETTERARIE DEI PAESAGGI LAZIALI
- PREMESSA:IL LAZIO: Varietà che esemplifica la maggior parte delle tipologie paesaggistiche italiane.
Tutti questi paesaggi vengono quasi obliterati dal prevalere del paesaggio urbano, che occupa il cuore della
regione:Roma. L’attenzione per la scoperta di angoli poco conosciuti e di paesaggi “pittoreschi” l’hanno
avuta artisti e letterati. La meta desiderata era sempre Roma, ma i viaggiatori del GRAND TOUR riuscivano
a guardare oltre convinti che fosse di importanza ciò che lungo il percorso si poteva cogliere. Tra i letterati
GUIDO PIOVENE la cui opera rappresenta un raccordo tra la grande letteratura di viaggio del passato e il
reportage giornalistico contemporaneo. Compì un viaggio in tutto il Lazio tra il 1953-56 per incarico della
RAI. La letteratura e l’arte riescono a fornire percezioni e suggestioni che possono essere messe a frutto da
chiunque voglia tentare un approccio meno frettoloso e superficiale a luoghi e paesaggi da conoscere.
- IL LAZIO DEL NASCONDIMENTO:LA SATURNIA TELLUS E IL CARSISMO IPOGEO: C’è un’ “immagine
allegorica” che più di ogni altra simboleggia le origini mitiche del Lazio e la sua storia primigenia,
associandole agli aspetti fisico antropici. Essa è la figura del ‘600 che CESARE RIPA inserisce nella sua
“ICONOLOGIA” (pubblicata nel 1603). Tra tutte quelle delle regioni italiane, la rappresentazione allegorica
del Lazio è l’unica a contenere due figure, una femminile e una maschile, che esprimono il rapporto
inscindibile tra il Lazio e Roma. Cesare Ripa traduce gli elementi mitologici trasmessi dagli scrittori latini,che
individuano l’etimologia del “LATIUM” anziché nell’aggettivo “LATIUS” (territorio ampio e piano) nel verbo
“LATERE” (nascondersi al sicuro). [confronta brano dell’Eneide di Virgilio dove il re Evandro racconta le
origini di Roma]. Ecco allora spiegata la figurazione del Lazio di Cesare Ripa:nascosto nella cavità di una
grotta è raffigurato SATURNO (KRONOS), spodestato dal trono sull’Olimpo dal figlio GIOVE (ZEUS).
In mano regge una FALCE poiché secondo la tradizione fu proprio Saturno, accolto in questa terra da
GIANO,ad insegnare agli antichi abitanti del Lazio l’arte dell’agricoltura. Sopra la grotta, in posizione
dominante è seduta una donna, la PERSONIFICAZIONE DI ROMA che trasferisce al Lazio stesso lo splendore
della sua gloria. È di grande attualità: sul Lazio che l’ha vista nascere, Roma ha iniziato un predominio