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Per un coordinamento dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria
Un gruppo di geografi, impegnati nei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, ha presentato un documento con osservazioni e suggerimenti per una migliore organizzazione dei crediti formativi riservati allageografia. Viene suggerito un corso unico, abbinato ad attività laboratoriali, suddiviso in un modulo che sviluppa la parte teorica riguardante le conoscenze e i concetti fondamentali e un modulo di didattica, nel quale presentare gli strumenti, i metodi e i valori educativi della geografia. Il documento raccomanda di sviluppare poi lo studio dellageografia partendo dalle conoscenze connesse Indicazioni ministeriali per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria. Dovrebbero, poi, avere un ruolo centrale i metodi e gli strumenti per lo studio del territorio a partire dallo spazio vissuto, nonché le conoscenze di geografia fisica e umana. Riguardo alla didattica, nel documento
si rileva l'opportunità che una parte del laboratorio riguardi i tre strumenti seguenti:- l'escursione sul terreno
- La biografia come il racconto dell'esperienza individuale e collettiva della territorialità
- L'interpretazione delle carte geografiche, dei dati statistici e delle principali fonti informative geografiche.
- Sviluppare un modello sistemico di comprensione del territorio attraverso le interazioni fra i sistemi naturali socio-culturali, economici, politici
- Approfondire lo studio dell'Italia
- Evidenziare il ruolo chiave della dimensione partecipativa del territorio come base per comportamenti di cittadinanza attiva
All'insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Il corso biennale di laurea magistrale equalificato dalla presenza di discipline pedagogiche e di didattica, oltre a quelle specifiche per i diversi insegnamenti. Al biennio segue un anno di tirocinio formativo attivo, che attribuisce, tramite un esame finale, il titolo di abilitazione all'insegnamento in una delle classi concorsuali. L'attività di tirocinio nella scuola termina con l'elaborazione di una relazione originale, nella quale il tirocinante deve evidenziare la capacità di integrare a un elevato livello culturale e scientifico le competenze acquisite nell'attività in classe con le conoscenze in materia psico-pedagogica, nell'ambito della didattica disciplinare e, in particolare, nelle attività di laboratorio.
10.4 Le specificità della geografia: chi la può insegnare? I geografi hanno sempre sostenuto che nella scuola secondaria
di secondo grado il docente di geografia dovesse essere uno specialista, fornito di adeguata preparazione nella disciplina. È necessario evitare che docenti, privi delle competenze specifiche, giungano a insegnare geografia, perché ne possono svilire la natura. Docenti non specialisti, inoltre utilizzano spesso strategie di e metodi superati, che suscitano una reazione di disinteresse per la disciplina. Situazione difficile perché il singolo docente, che deve insegnare più materie, possiede proprio nella geografia particolare nel liceo organizzazione didattica, con generali ricadute negative, soprattutto per la geografia, non certamente privilegiata tra le discipline prescelte da un docente laureato in lettere classiche.CAPITOLO 11
INSEGNAMENTO GEOGRAFICO E MASS MEDIA
11.1 Il crescente potere dei mass media
Dalla trasmissione a distanza di parole e suoni con il telegrafo e il telefono si è passati alle immagini, con le prime trasmissioni televisive lo
stesso messaggio informativo può aggiungere simultaneamente a un gran numero di persone il località anche molto distanti tra loro. Attraverso la recente esperienza di Internet, si vive dentro la comunicazione globale; l'opportunità di trasmissione di notizie in tempo reale e in qualsiasi parte del pianeta ha riscontri pratici immediati nel modo stesso di agire lo spazio. Di fronte a un vero e proprio martellamento di notizie, molte delle quali scarsamente controllate, a un bombardamento di messaggi pubblicitari, le preoccupazioni non mancano. I mass media sono agenti formativi con enormi capacità di attrazione, proprio per la quantità di informazioni che riescono a diffondere; inoltre, sono accessibili a una platea sempre più vasta. Notizie, valutazioni, dati sono accettati di buon grado da un'opinione pubblica che spesso non è in grado di vagliarli in termini di qualità e vede consolidati i suoi stereotipi e rinvigoriti i suoi.
standard di riferimento. Tutte queste ragioni è sempre più importante cercare di conoscere i modi di comunicazione, imparando a usare e a leggere criticamente i media. E se nel passato la scuola costituiva, insieme alla famiglia, la principale agenzia formativa e di emissione dei messaggi culturali, oggi si trova a interagire e a confrontarsi in modo sempre più intenso con i vari ambienti esterni. È auspicabile un'attenta riflessione, grazie alla quale la scuola possa interagire con i mass media, giovandosi dei molteplici pregi che questi ultimi producono: democratizzazione della cultura, ricchezza e varietà di informazione, sensibilizzazione nei confronti del mondo. Affinché l'interazione si verifichi in maniera positiva è necessario, però, che gli studenti possano imparare a esaminare i contrastanti messaggi, a decodificare e a estrapolare i fatti dalle opinioni. La scuola non può trascurare quindi l'ambito della comunicazione; infatti,
Essa ha il compito, non facile, di far pervenire messaggi non casuali, ma strutturati e organizzati. Per conseguire questo obiettivo occorre che in classe vengano selezionate le informazioni in funzione degli interessi manifestati dagli allievi e del raggiungimento di obiettivi educativi e didattici programmati, ovviamente nel rispetto dei tempi e di apprendimento.
Verso nuovi spazi
GLI SPAZI DELLA PAROLA E QUELLI DEL CONSUMO
Fra le tante operazioni che la scuola deve eseguire vi è quella di modellare nuovi spazi per la didattica. Gli stessi luoghi della scuola sono molto diversi, secondo lo sviluppo economico dei singoli paesi, così come sono differenti le attrezzature, gli strumenti e i sussidi didattici che i docenti e studenti possono utilizzare. Non si può trasferire, infatti, senza una profonda azione di ri-posizionamento, la strategia didattica della logica frontale a quella della logica digitale. Mentre il mondo della parola si fonda sui rapporti di
successione logica, sull'esposizione e sullastoria, quello della televisione dei media trova nella simultaneità e soprattutto nella rapidità delle risposte emotivele basi del suo successo. Queste differenze possono produrre una perdita di alcune abilità. Molti insegnanti lamentano conseguenze negative, dovuta al fatto che i ragazzi di oggi leggono molto meno rispetto ai loro coetanei di ieri. Su di essi si riversano inoltre modelli di comportamenti conformistici, passivi e omologanti. Questi ultimi, peraltro, sono fondati in gran parte su abitudini al consumismo sfrenato e su atteggiamenti di semplificazione e distereotipia. La conseguenza per il bambino è la riduzione delle potenzialità creative e cognitive, con veri e propri rischi per la costruzione di una propria identità personale. La scuola dovrebbe cogliere e sviluppare gli stimoli positivi derivanti dalla mole di informazioni filtrate dall'esterno.
GLI SPAZI DELLA TRADIZIONE
Il libro,
strumento del tradizionale spazio della didattica, si concretizza innanzitutto nell'aula scolastica. Ma il libro non è più lo strumento primario di conoscenza; è uno strumento in mezzo a tanti. Al libro di testo vanno affiancati, nello spazio tradizionale, banco, lavagna, cattedra, quaderno. Questi, infatti, costituiscono i principali elementi della didattica abituale, tutti compresi nel grande contenitore spaziale rappresentato dall'Aula: sede privilegiata delle attività da svolgere con i ragazzi, luogo dove docente e discente si incontrano. Gli studenti per l'apprendimento della geografia hanno necessità di fruire di una serie di molteplici fonti, che vanno dai disegni, ai grafici e agli schemi, da immagini alle foto, dai filmati alle carte geografiche. Ma la didattica geografica ha reale bisogno di uscire anche fuori dall'Aula, giacché questa non può essere luogo scolastico esclusivo della pratica didattica. I geografiHanno sempre segnalato la rilevanza dell'osservazione diretta; chi non sa guardare attentamente non è in grado di comprendere bene, e soprattutto non può riuscire ad interpretare ciò che vede. Tuttavia, non potendo portare gli allievi nei vari luoghi da conoscere e studiare, se non altro per questioni di costi e di tempo, gli spazi lontani devono essere portati in classe. Del resto, l'osservazione indiretta, se comporta un'attrazione minore, presenta pure aspetti positivi, come la comodità di disporre facilmente di un determinato paesaggio in classe, che può essere visto e rivisto, interpretato, commentato insieme. Diversi tipi di paesaggi possono essere accostati viaggiando con rapidità nello spazio da un luogo a un altro e nel tempo.
Segnata dal passaggio in atto dal testo fisico a quello virtuale del computer. Quali sono le conseguenze di un e-book, ovvero dell'introduzione dei contenuti digitali nella scuola?
L'avvio, piuttosto lento, fa trasparire le difficoltà di decollo del libro in formato elettronico; ma la scuola tradizionalmente è pigra rispetto al vento dell'innovazione, che spesso prospetta iniziative azzardate e incerte. Trasformazioni significative già in atto, come l'introduzione delle LIM (Lavagne Interattive Multimediali) e dei tablet, stanno cercando di aprire nuove strade nell'ambito dell'istruzione. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa.